Ciò che il pozzo ha visto

di Eylis
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Allora, come al solito prima di tutto i ringraziamenti... dopodiché vi lascerò alla lettura di un nuovo capitolo, il penultimo di questa storia. In ogni caso continuerà "Trovarobe", anzi corro subito a pubblicare il secondo capitolo!

Georgette: come potrai vedere il salto in avanti questa volta è stato molto più ampio... e la piccola Anna non sarà così piccola =) Quanto alla volpina... chissà che prima o poi non ritorni...
kaos3003: leggendo la tua recensione mi è venuto spontaneo pensare che le tue sensazioni sono state le mie mentre scrivevo. Io stessa vedo quest'età come qualcosa di indefinito, se nell'adolescenza le cose sono piû o meno simili per tutti, a trent'anni credo che la vita possa essere completamente diversa di persona in persona, ed è quindi difficile afferrarne l'essenza. Ho fatto molto fatica, ad esempio, a trovare il titolo del capitolo: come identificare questa fase così indistinta tra l'adolescenza e l'essere adulto in ogni senso in una sola parola? L'Anna dello scorso capitolo era sì distaccata dal passato, ma anche legata, allo stesso tempo, come lo è col futuro. Ecco, spero d'averti risposto... ora ti lascio ad un'altra Anna, un'Anna... donna.








4. La Donna

Cigola la carrucola del pozzo, la donna tira la catena con forza incurante della schiena che inizia a sentire il peso dell’età. Anni prima sono stati costretti a cambiare gli ingranaggi sospesi sopra il cerchio di pietre, perché troppo vecchi per essere ancora usati, ma la pioggia ed il vento hanno decretato che anche la nuova ruota avrebbe cigolato portando nell’aria quel vecchio stridio. Finalmente il secchio arriva alla luce, ed Anna lo appoggia un attimo a terra per guardarsi attorno. Osserva la propria casa, che nel tempo si è pian piano trasformata grazie alle ristrutturazioni e alla necessità di maggiore spazio per i figli nati dal matrimonio di venticinque anni prima. In realtà in casa hanno l’acqua corrente da ormai molto tempo, ma Anna è troppo legata a quel vecchio pozzo per rinunciarvi, e ritiene che la sua acqua sia molto più buona. Delle voci la raggiungono.
“Mamma! Mirko sta per partire, vieni!” Anna sospira, triste e felice allo stesso tempo. Il suo primogenito, il suo dolce Mirko, sta per trasferirsi per iniziare una vita sua in un’altra città. Così è la vita, si dice, lo ha sempre saputo che prima o poi se ne sarebbe andato. Così come faranno anche David e Cosette, presto o tardi. In fondo solo la più piccola deve ancora raggiungere la maggiore età, anche se le sembra che sia trascorso solo un istante dal giorno della loro nascita.
“Arrivo subito!” Sa che David la sta osservando, mentre aiuta il fratello maggiore a caricare gli ultimi scatoloni nella grande macchina nuova, ma non può impedirsi di appoggiarsi per qualche istante al pozzo che sempre la sostiene e di gettare un occhio sul suo fondo. Ha vissuto giorno dopo giorno con il figlio per ventiquattro anni, è troppo difficile lasciarlo andare, anche se sa che starà bene. Così affida a quel tunnel profondo scavato nella terra una lacrima, una sola, prima di alzarsi ed afferrare il manico del secchio con decisione per raggiungere la casa.

Mirko se ne è andato, felice, dopo aver abbracciato tutti i membri della sua famiglia con grande forza. Anna gli ha augurato ogni bene e gli ha regalato un piccolo pensiero da portare con lui: una foto che li raffigura tutti quanti, sorridenti, in posa davanti alla loro casa. Nel vedere la cornice il figlio si è illuminato di gioia e l’ha ringraziata con quel brillio speciale negli occhi che ha ereditato proprio da lei, poi le ha baciato una guancia con delicatezza ed è saltato in macchina.
“È stato strano cenare senza di lui, vero?” Anna si volta, sorpresa, e si rende conto che il marito l’ha raggiunta alla tomba di Ruggine senza che lei se ne accorgesse. Fa un cenno affermativo con la testa, un lieve sorriso sul volto.
“Già, mancava nei nostri discorsi… Mi ha ricordato quando eravamo solo noi due a quel tavolo, che ci guardavamo negli occhi come due sciocchi troppo innamorati.” Lui la prende scherzosamente per la vita, la stringe.
“Ma come, vorresti dire che adesso non lo siamo più?” Lei ride, lo provoca.
“Sciocchi? Certo che lo siamo! Anzi, tu stai anche diventando rimbambito! Ormai si sa, è l’età…”
“Miss Tale, le ricordo che lei ha la mia stessa età!” Ma a quella risposta lei lo rimbecca subito, come una bambina.
“Non è vero! Io ho due mesi meno di te, quindi ho diritto ancora a qualche settimana di sanità mentale!”
“Ma…!” Lui rimane senza parole, incapace di replicare degnamente. Si guardano, ascoltano il silenzio per qualche secondo. Poi scoppiano entrambi a ridere e si abbracciano come due giovani che hanno appena conosciuto l’amore.

Suo marito è tornato in casa, chiamato da Cosette che vorrebbe giocare a carte con lui. Anna invece ha preferito rimanere ancora per qualche minuto accanto al vecchio pozzo, che per lei rappresenta la sua vita. Le piace meditare in quel luogo, soprattutto quando le succede qualcosa di spiacevole o difficile. Ma tante volte vi si reca anche quando è semplicemente in cerca di un momento di tranquillità. Quand’era piccola era spesso sola, se non per la compagnia di Ruggine, così ora che si ritrova con una famiglia tanto numerosa, seppure amata, a volte sente la necessità di rimanere in pace con i suoi pensieri.
“E tu Rug, come stai?” Il tumulo è sempre lì, ben curato. Anna non ha dimenticato la volpe che tanto l’aveva arricchita nell’anima quand’era bambina, ed ogni giorno le rivolge una parola convinta che il suo spirito la possa sentire.
“Alla fine non mi hai mandato una nuova cucciolotta da crescere, vero? Hai voluto rimanere l’unica. Sai, un po’ ci speravo che anche Mirko, David e Cosette potessero conoscere una come te.” La donna si ferma un attimo, sorride. “Ma forse chiedo troppo, eh? Sono davvero una donna sentimentale e sciocca che inizia a diventare vecchia!” Si solleva aggrappandosi al bordo del pozzo, sbuffando per le giunture che iniziano a farsi sentire, e sta per andarsene quando le pare di sentire un leggero uggiolio. Si ferma, con il cuore che le batte forte, ascolta in silenzio. Ma se l’era immaginato, è solo la brezza della sera che, delicata, scuote l’ingranaggio provocando un leggero cigolio.





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