Dance with the devil
Dance
With The Devil
Close
your eyes, so many days go by.
Easy to find what's wrong, harder to find what's right.
I
believe in you, I can show you that
I can see right through all your empty lies.
I
won't stay long, in this world so wrong.
Dance with the Devil - Breaking
Benjamin
Prologo
Sapevo
che non avrei dovuto.
Ma non potevano darmi delle colpe, soprattutto Elena.
Lei sapeva quanto Lui
potesse
essere persuasivo e difficile da dissuadere quando si metteva in testa
una cosa. Lei per prima si era lasciata attrarre da quello sguardo
insolente, da quel magnetico sorriso, anche se sapeva quanto fosse
sbagliato.
Ma lei era più forte di me.
Lei aveva Stefan come forte ragione per riuscire a rimanere lucida e
impassibile quando quei bellissimi occhi scuri come la notte ti
scrutavano.
Ma io non sono Elena e non sono così forte.
- Mi hai capita
bene Bonnie? - domandò Elena severa.
La ragazza dai lunghi capelli biondi poggiò una mano sul
davanzale della sua finestra, usandola come perno per
poi ruotare su essa e catapultarsi fuori ed atterrare sul tetto.
I suoi occhi azzurro-viola la scrutavano per capire se davvero avesse
assorbito la gravità di quel discorso.
- Si si, quante volte te lo devo dire?! Non sono mica ritardata! -
sbottai infastidita.
Perchè la gente non si fidava mai?
Le labbra di Elena si incresparono in un sorrisetto.
- Non intendevo offederti, è solo che sono.. preoccupata,
ecco. - aggiunse con una scrollata di spalle.
- Non serve una laurea per capire che è pericoloso,
l'ho sentito da me. -
- Druidi, già - aggiunse alzando gli occhi al cielo come se
si fosse appena ricordata una cosa decisamente elementare.
Odiavo quando facevano solo finta di prendere sul serio il fatto della
mia discendenza. Mi dava su i nervi, letteralmente.
Mi sedetti sul letto incrociando le braccia e sbuffando.
- Beh, druidi o non druidi tu non devi assolutamente invitarlo ad
entrare, chiaro? - disse Elena dura.
- Peccato, pensavo potessimo prendere un caffè insieme! -
esclamai irritata.
- Bonnie.. - iniziò la bionda.
- Ho capito, ho capito! perchè continuate a fare
così? tutti voi! tu, Meredith, Matt e ora persino Stefan! -
- Siamo solo preoccupati per te.. - sussurrò dolcemente
stando in equilibrio fuori dalla finestra.
Il fatto che non poteva più girare felicemente per la
città, rendeva queste visite sempre più segrete
e..
scomode.
- Lo so, scusa.. - risposi mortificata per la mia reazione.
Elena mi fece un sorriso comprensivo.
- Ci vediamo domani, riposati e cerca di riprenderti Bonnie. Buona
notte. -
- Notte anche a te.. - aggiunsi prima di vederla velocemente sparire
dalla mia vista.
Rimasi a guardare per qualche secondo fuori dalla finestra dal quale
Elena era appena saltata.
Il crepuscolo, uno spettacolo della natura.
Il sole, che sembrava stesse sanguinando tanto era rosso, dipingeva le
nuvole chiare che si trovavano contro il cielo che man mano diventava
sempre più scuro e, in lontananza si potevano vedere le
prime
stelle luccicare.
Poggiai la mano dove poco prima era posata quella della mia amica.
Non invitarlo ad
entrare! per nessun motivo! Fu l'ultimo messaggio in
lontananza che riuscì ad udire prima che sparisse nella
foresta.
Mi ero messa a letto presto, quella sera.
Sentivo il calore causato dalla febbre che si alzava dalle mie guance
avvolgermi.
Era quasi doloroso sentire le tempie pulsare nel silenzio della mia
stanza.
I sole era del tutto scomparso, lasciando il posto a timide stelle che
prendevano silenziose il loro posto in
quel cielo tanto scuro. Uniche fonti di luce, insieme a quella luna
piena, nella mia stanza.
Con gli occhi socchiusi respiravo a bocca aperta, quasi a fatica.
Voltai lievemente la testa verso la finestra. Scattai a sedere
spalancando gli occhi.
La luna era piena ed era... rosso
sangue.
Si diceva che quando la luna era di quel colore voleva dire che del
sangue stava per essere versato.
Un brivido per scese lungo la schiena e, terrorizzata da quel pensiero,
strinsi il lenzuolo che mi copriva con le mani.
Mi coricai di nuovo, senza riuscire a chiedere gli occhi, fissavo il
soffitto attentamente, le orecchie allerta per qualsiasi ruomore
estraneo potesse arrivarvi.
Il tempo passava e i miei occhi pian piano si chiusero. Ma una
fastidiosa sensazione, un formicolio sulla nuca come se sentissi di
essere osservata, cosa impossibile dato che ero sola nella mia camera.
Aprì di scatto gli occhi e mi voltai automaticamente verso
la finestra. Mi morsi un labbro cercando di soffocare un urlo.
Seduto sul davanzale, come se fosse la cosa più naturale da
fare, se non fosse che la finestra si trovava al terzo piano della
casa, c'era Damon.
La schiena poggiata al muro, lo sguardo basso, quasi incantato da
qualche cosa nel cortile, i capelli lisci, scuri come il cielo di
quella sera erano scompigliati da una leggera brezza.
Portava una giacca nera di pelle lucida e, sotto di essa, una maglietta
dello stesso colore. Notai che era abbastanza
aderente, risaltando così il suo corpo perfetto.
Indecisa sul da farsi, rimasi seduta immobile a fissarlo. Sapevo che
prima o poi si sarebbe accorto che ero sveglia, ma non riuscivo a
muovermi.
Sentivo rimbombare la voce di Elena e tutte le sue raccomandazioni di
qualche ora prima. Avrei dovuto coricarmi e fingere di dormire, da
fuori sarebbe stato innoquo, ma una parte di me non riusciva, anzi, non
voleva
togliergli gli occhi di dosso, sperando si accorgesse della mia
presenza.
In quel secondo il ragazzo voltò il viso e i suoi occhi
incontrarono i miei nella penombra. Sarebbe risultato difficile per un
occhio umano vedere nitidamente in quel buio, ma lui non era umano e
sapevo che vedeva perfettamente attraverso il vetro.
Lo vidi alzare un lato della bocca e sfoderare uno dei suoi soliti
sorrisi compiaciuti verso di me.
Non intendevo svegliarti
mia piccola strega.
Sentì chiaramente la voce di Damon nella mia
testa, stava comunicando con me mentalmente.
Che cosa fai qui?
chiesi sempre telepaticamente.
Adoro guardarti.. mente
dormi. Mise un'accento strano sulla parola guardarti.
Un altro brivido naque sulla mia pelle, ma non aveva nulla a che vedere
con il precedente. Sentivo che anche il sangue
stava salendo al viso, colorandomi le guance chiare.
Sperai che non si accorgesse del mio rossore improvviso, ma sapevo che
poteva sentire l'odore più
forte del mio sangue anche attraverso la finestra.
Non c'è che
dire dolcezza, il lilla ti dona. aggiunse scoccandomi
un'occhiata maliziosa. Si stava
sicuramente riferendo alla mia vestaglia da notte. Quanto avrei voluto
indossare qualcosa di diverso!
Cercai di alzare fino al collo il lenzuolo per coprirmi, ma fu inutile.
Lo vedi sorridere quasi teneramente a quel mio gesto.
Sapevo che serviva a poco, decisi di alzarmi per mettermi addosso
qualcos'altro.
Lanciai dalla parte opposta il lenzuolo e mi avvicinai all'armadio a
piedi nudi. Sentivo lo sguardo di Damon seguire ogni mio piccolo gesto
e, cosa ancora peggiore, l'armadio era accanto alla finestra e quindi
era molto, molto
vicino.
Freddo? e
rieccola, quella voce vellutata nella mia testa.
Facevo finta di cercare qualcosa che non sapevo nemmeno io e intanto
temporeggiavo, perchè sapevo che appena avrei chiuso quella
maledetta anta me lo sarei ritrovato accanto.
Feci un ultimo grosso respiro prima di afferrare una maglia qualsiasi
dal primo scaffale, richiusi l'armadio velocemente e feci l'errore di
voltarmi verso destra per tornare nel letto.
I miei occhi incontrarono quelli scuri di Damon, separati solo da un
sottile strato di vetro, talmente sottile che per lui poteva sembrare
un semplice foglio di carta, avrebbe potuto romperlo in qualsiasi
momento se non fosse che non poteva entrare in camera mia.
Ti faccio paura?
il sussurrò arrivò impercettibile nella mia testa.
Trattenni il respiro e sentì la maglia scivolarmi dalle
mani.
Era lui che stava usando il suo potere di persuasione su di me o ero
solo io che ero incredibilmente e fortemente attratta da quello
sguardo? Commettendo uno sbaglio, mi avvicinai lentamente al vetro.
Gli occhi di Damon seguivano ogni mio più piccolo gesto.
Ormai
eravamo vicini, tanto vicini. Solo il vetro ormai ci separava.
Lui aveva il suo sorriso sbieco di sempre dipinto in volto. Quello
stesso sorriso che il più delle volte odiavo, ma non quella
sera.
In quel momento, fece una cosa inaspettata.
Alzò lentamente una mano e l'appoggiò sul vetro.
Il mio
cervello rispose a quel segnale mandando un impulso al braccio e
facendo così alzare la mano posandola esattamente su quella
di
Damon.
Il freddo della finestra a contatto con la mia pelle calda mi fece
venire i brividi... ma era davvero solo quello?
Il suo sguardo era impassibile, fermo sulle nostre mani quasi
unite. Io guardavo lui. Così bello alla luce opaca di quella
luna rossa, faceva risaltare ancora di più i tratti nobili
del
suo volto.
Socchiusi gli occhi espirando forte, sempre tenendo la mano sul vetro
accanto a quella di Damon.
Quello che accadde dopo non riuscì a spiegarlo.
Sentì come se il vetro sotto la mia mano si stesse
scogliendo e,
in pochi attimi, le mie dita toccarono quelle del vampiro.
Aprì gli occhi di scatto e lo guardai. Anche il suo sguardo
era sorpreso, non era stata opera sua?
Mi sorprendi sempre di
più streghetta...
dise stringendo le mie dita nelle sue. Per quanto sapevo che avrei
dovuto ritirare subito la mano, non lo feci. Risposi alla stretta,
anche se debolmente e nel frattempo cercavo di calmare il cuore che
aveva preso a martellare e pompare sangue a più non posso. I
miei sforzi furono inutili quando sentì le sue labbra
accostarsi
alla mia mano.
Calma
Bonnie, devi stare calma.
Eh si facile da dire.
Sapevo che Damon sentiva tutto quello che pensavo, e ne sembrava
divertito. Vorrei poter
baciare il tuo collo allo stesso modo..
percepì nella mia testa mentre i suoi occhi si posavano di
nuovo
su di me. Come risvegliandomi da un sogno, sentì le parole
di
Elena che mi intimavano di stare attenta. Certo, baciare o mordere il mio
collo? Senza fare movimenti bruschi,
ritirai la mano sotto il suo sguardo, un misto tra il sorpreso e
l'infastidito.
Mi guardai la mano e poi il vetro, era intatto nessun segno ne
scalfitura.
La mano di Damon era rimasta immobile, si era riappoggiata al vetro. Fammi entrare.
percepì quel sussurro come se fosse arrivato da qualcuno al
mio fianco.
- No. - dissi ferma ad alta voce.
La sua mano si chiuse in un pugno e la mascella si contrasse. Avevo
paura che da un momento all'altro si sarebbe messo a rompere il fragile
vetro della finestra. Ma non successe.
La mano serrata a pugno si scostò e scese, nel frattempo
aveva voltato la testa, non mi guardava più.
Mi sarei aspettata qualsiasi reazione, violenta da parte sua, ma non
questo. sembrava quasi deluso
dalla mia risposta.
Pensavo che semplicemente se ne sarebbe andato insultandomi, ma non
successe. Rimase li, fermo immobile.
Mi sedetti sul bordo del letto rivolta verso di lui. Perchè vorresti
entrare? chiedi telepaticamente.
Non ricevetti risposta, Damon continuava a non guardarmi e fare come se
non esistessi. Mi infastidiva terribilmente quel comportamento.
Cos'è non hai
trovato nessuna
ragazza che cedesse alle tue tecniche persuasive stasera che sei venuto
qui invece di spassartela e dissanguare vergini innocenti?!
inviai il messaggio con rabbia, tanto che vidi Damon quasi perdere la
stabilità e sgranare gli occhi.
Voltò velocemente la testa nella mia direzione e lo sguardo
non prometteva nulla di buono.
Piccola insolente di una
strega, non sono affari che ti riguardano cosa faccio o non faccio la
notte chiaro?! sbottò seccato perdendo il
calore della voce. Ma pensa te, fa pure l'offeso adesso. E allora cosa diavolo ci fai
qui? e non dire passavo per caso perchè non è la
prima notte che vieni qui... un fremito colpì
il suo sguardo fermo si,
ti ho sentito le notti scorse..
Sembrava sorpreso che lo avessi scoperto. Non sono affari tuoi.
ruggì dentro la mia testa. Avrò il diritto di
sapere cosa fai fuori da casa mia!
Per la prima volta da quando lo conoscevo, vidi Damon a disagio. Non era da
tutti.
La mascella si contrasse di nuovo e le narici si dilatarono in un
respiro infastidito e pieno di rabbia.
Se ti diverte farti
fantasie su ragazze che dormono.. aggiunsi scuotendo la
testa e voltandomi per rimettermi a letto.
Ho sentito da una
conversazione tra Elena e Meredith che eri malata... mi
voltai a guardarlo, ma lui non rispondeva al mio sguardo.
Damon Salvatore era preoccupato per me?
In due secondi scesi dal letto per tornare davanti a lui. Eri in pensiero per me?
domandai con un mezzo sorriso.
Se non vuoi farmi
entrare almeno apri
la finestra così possiamo parlare normalmente, odio il fatto
che
qualcuno potrebbe sentirci! se avesse potuto, in quel
momento sarebbe diventato color cremisi. Evidentemente si stava
riferendo ad Elena e Stefan.
Con una mano sbloccai la sicura e alzai il vetro, appoggiandomi al
davanzale con entrambe le mani.
- Contento? - domandai guardandolo.
- Decisamente si - rispose ritrovando quel sorriso strafottente.
Con una velocità inumana la sua mano si fece strada fino al
mio
volto. Le lunghe dita affusolate mi accarezzavano delicatamente la
guancia.
- E' così inebriante il profumo della tua pelle quando il
sangue colora le tue guance... oserei dire al quanto eccitante.. -
sussurrò lanciandomi un languido sguardo.
Non dissi ne feci nulla, il mio corpo era paralizzato da qualcosa che
stava tra la paura e la voglia di poter essere stretta da quelle
braccia che sembravano scolpite nel marmo.
Forse era destino, forse quella luna rossa era per me. Ma non trovavo
nulla di più piacevole del voler morire tra le sue braccia
in
quel momento.
- Bonnie, non ti farò del male... - dimenticavo che poteva
leggere i miei pensieri.
- Non mi sorprenderebbe il contrario -
Il suo sguardo si indurì.
- Pensi veramente che ti ucciderò? - domandò
deluso
- Non lo so.. - non sapevo veramente cosa pensare.
Avevo ancora le mani saldamente attaccate al bordo della finestra,
smettendo di accarezzarmi Damon posò le sue sulle mie, il
contatto provocò altri piccoli brividi sulla mia schiena.
- Non voglio che tu abbia paura di me, Bonnie. Per la prima volta non
voglio che tu abbia paura di me! -
- E che cosa vuoi? -
Per un secondo, che mi sembrò un eternità, il suo
sguardo rimase fisso su di me.
In questo momento potrebbe uccidermi, e se non lo fa... non saprei
proprio cosa potrebbe farmi.
Lo vidi fare un respiro e, lentamente, chinarsi su di me. Se fossi
stata una persona con del senno, mi sarei allontanata di colpo. Invece
rimasi ferma fino a che le nostri fronti si sfiorarono facendomi
socchiudere gli occhi. Potevo percepire il suo respiro caldo sul mio
viso.
Il suo profumo era inebriante, non avevo mai sentito niente del genere.
In quel momento sentivo di aver dimenticato come si faceva a parlare.
Sentivo che stava sforzando il proprio viso ad avvicinarsi al mio, ma
ero oltre la finestra e lui non riusciva ad entrarvi.
Non sapendo bene cosa fare, socchiusi gli occhi e lo guardai. Aveva le
palpebre serrate e sembrava scocciato dal fatto che non poteva avere il
controllo della situazione. Interita, spavalda e sicura per la
situazione che si presentava, fui io ad avvicinarmi alle sue labbra.
Le sfiorai appena, senza toccarle. Il corpo di Damon si
irrigidì, e un brivido lo percorse. Udì un
ringhio
sommesso provenire dal suo interno.
Divertita da quella situazione, iniziai a torturarlo un po', senza
baciarlo, senza toccarlo soltanto sfiorandolo.
Sapevo che non lo sopportava, che voleva lui il controllo, ma in quel
momento la situazione era in mano mia.
Decisi di tentare ancora di più, sapevo che già
stavo
giocando con il fuoco e rischiavo la vita, e non era solo un frase
fatta in quel momento.
Smisi di torturarlo per un secondo, lui sembrò calmarsi ma
non aprì gli occhi.
Mi avvicinai di nuovo e gli morsi,
delicatamente il labbro inferiore.
Lo sentì aggrapparsi con forza al bordo della finestra e
irrigidirsi ancora di più, sembrava esplodere tanta la forza
che
sprigionava.
Fu allora che, continuando a mordicchiarli il labbro, sussurrai sulle
sue labbra
- Entra.. -
Fu questione di un secondo.
Apriì gli occhi, si sporse in avanti facendo cadere me
all'indietro, ma non sentì mai il freddo del pavimento,
perchè le sue braccia mi strinsero a lui attutendo la caduta.
Mi ritrovai stesa per terra tra le braccia di Damon. Nel frattempo
avevo smesso di morderlo e lo guardavo in religioso silenzio.
- Non te l'hanno detto che non bisogna mai tentare un vampiro? -
domandò in un sussurro guardandomi.
Deglutì a fatica mentre non riuscivo a staccargli gli occhi
di
dosso. Damon allentò la presa ed io riuscì a
poggiarmi
sui gomiti, sempre con lui addosso.
Ora che lo avevo così vicino sembravo aver perso la
sicurezza di
poco prima, qualcosa che non riuscivo a decifrare mi paralizzava.
- E' la prima volta che riesci a stare zitta così a lungo -
rise
lui - e non parlo solo delle parole, anche nella tua mente non sento
assolutamente nulla in questo momento. -
Una sua mano si alzò e mi sfiorò i ricci. Poi si
guardò intorno.
- Sono un po' scomodo qui.. - In mezzo secondo si alzò
tenendomi
tra le braccia e si incammino verso il letto posandomi sopra.
Mi fece stendere e poi si diresse verso la finestra.
Il terrore che potesse sparire prese possesso di me facendomi alzare e
mettere seduta.
- Non vorrei prendessi freddo.. - aggiunse rispondendo alla mia tacita
domanda.
Quasi senza che me ne accorgessi tornò a sedersi accanto a
me.
Era una cosa indescrivibile essere coricata nel mio letto, nella
penombra con coricato a fianco questa bellezza mozzafiato dai tratti
perfetti.
Il solito mezzo sorriso non tardò a tornare sul suo vito
- Di solito queste sono parole da uomo. - aggiunse facendo seguire una
risata cristallina.
Era la prima volta che sentivo Damon ridere, e rimpiansi il fatto che
non lo faceva più spesso.
Tornò quasi immediatamente serio fermandosi a guardarmi. Nel
frattempo mi ero rimessa seduta sulle ginocchia, lui era mezzo coricato
al mio fianco.
Sentivo il sangue che pulsava quasi dolorosamente nelle vene mentre la
sua mano si alzava di nuovo su di me fino a toccare il mio viso.
Il silenzio di quella situazione era troppo pensante da sopportare,
così dissi la prima cosa che mi venne in mente.
-Perchè mi hai baciata alla festa di Alaric? -
Lui fermò i miei occhi dentro ai miei sorpreso da quella
domanda.
- E perchè mi hai salvata, più di una volta?
perchè mi hai fatto bere il tuo sangue invece di mordermi e
uccidermi come tutte le altre? -
Notai che il mio tono si stava incrinando, avevo paura della risposta
che avrei sentito.
Damon si limitava a guardarmi dalla sua posizione, immobile, quasi
fosse finto.
Sentivo che la gola iniziava a farmi male nel tentativo di trattenere
le lacrime. Brava Bonnie, complimenti ti sei invaghita dell'unico
ragazzo che potrebbe ucciderti e che sicuramente così
farà prima o poi.
La mano di Damon si staccò dal mio viso e la
poggiò insieme all'altra sul materesso per mettersi a sedere.
Io sentivo che stavo per piangere, che non riuscivo più a
trattenere le lacrime. Lacrime di paura, angoscia, tristezza e
delusione. Ennesima delusione amorosa. Perchè tendo sempre
ad...
innamorarmi?
delle persone sbagliate?
Cercai di abbassare la testa ed allontanarmi, ma Damon fu
più veloce di me.
Mi tirò delicatamente a se e le sue labbra incontrarono
le mie. Fu un bacio a fior di labbra, leggero, delicato come una brezza
estiva.
Si scostò da me pochi centimetri, quelli che bastavano per
guardarmi negli occhi.
Ricambiai lo sguardo mettendo una mano tra quella chioma corvina lucida
e morbida, che qualsiasi persona normale avrebbe invidiato. Lui rispose
ritornando sulle mie labbra, questa volta il bacio fu diverso, le sue
labbra facevano da padrone sulle mie.
Una sua mano scivolò tra i miei ricci, mentre la mia
stringeva ciuffi neri dei suoi.
La sua bocca allentò la presa un secondo, ma solo per
iniziare a
torturarmi il labbro inferiore come avevo fatto io precedentemente. Lo
trovai tremendamente eccitante.
- Vuoi sapere perchè ti ho baciata alla festa? -
iniziò a pochi centimetri dalle mie labbra
- Perchè ti desideravo
in mezzo a tutte. Vuoi sapere perchè ti ho salvata
più e
più volte? Perchè non avrei potuto soffrire di
vederti
star male e vedere qualcuno che ti faceva e poi di lasciarlo in vita.
Vuoi sapere perchè ti ho fatto bere il mio sangue?
perchè
volevo renderti parte di me. Vuoi sapere perchè non ti ho
uccisa? perchè ti
amo e non riuscirei a stare senza la tua sola presenza un
giorno di più. -
Rimasi senza fiato mentre il cuore mi batteva all'impazzata nel petto.
Senza stare a pensare troppo mi rituffai sulle sue labbra cercando,
inutilmente di prenderne il controllo. Damon era più forte
di me
e io lo lasciavo volentieri avere la meglio.
Il bacio si fece sempre più appassionato, io inziavo ad
avere
caldo. Damon riprese a fare il suo giochetto con il labbro fino a che
non sentì un dolore, smile ad una puntura sul labbro
inferiore.
- Ma che.. - disse staccandomi da lui e toccandomi con la mano.
Sanguinavo.
Evidentemente giocando con il labbro mi aveva tagliato.
Guardai lui, potevo vedere i canini sporgenti, era con quelli che mi
ero tagliata.
Aveva gli occhi spalancati e completamente neri, si allontanava da me.
Cercai di avvicinarmi ma lui mise una mano tra me e lui.
- Bonnie non voglio rischiare di farti male, scusa avrei dovuto
saperlo, non voglio perdere il controllo.. -
Sembrava quasi spaventato. Senza pensarci troppo mi raccolsi i capelli
ribelli di lato.
- Damon.. - sussurrai avvicinandomi con il collo scoperto - Voglio che
mi mordi, voglio essere anche io parte di te. -
Non avevo il minimo terrore, sapevo che se non fosse riuscito a
controllarsi sarei morta, ma non mi importava in quel momento. Volevo
solo essere sua.
- No, non posso.. potrei perdere il controllo.. -
- Non lo farai! - dissi dura guardandolo. - Mi fido di te... -
Mi buttai tra le sue braccia, già preparate ad accogliermi.
Appoggiai il viso sulla sua spalla e attesi. Non avevo idea di cosa
avrei sentito, Elena non mi aveva mai parlato di cosa sentiva quando
Stefan la mordeva. Sapevo solo che se non facevo resistenza, non avrei
sentito male.
Qualche secondo dopo sentì la testa di Damon abbassarsi e,
dopo
avermi dato un leggero bacio, i suoi denti affondarono nel mio collo.
Provai un brivido di dolore, che trovai quasi piacevole. Sentivo che si
stava nutrendo di me, che il mio sangue stava diventando il suo sangue
così come il suo era diventato mio qualche tempo prima.
Immagino
non potesse esserci qualcosa di più appagante.
Le sue labbra poggiavano sulla mia pelle, appena sopra dei denti e
anche solo quel contatto mi mandava in estasi totale.
Dopo qualche minuto sentì le labbra di Damon allontanarsi e
la
testa alzarsi, le sue labbra baciarono le mie ancora sporche del mio
sapore.
Lo vidi poi trafficare con qualcosa nella tasca. Ne estrasse un piccolo
coltello. Capì subito, e non aspettavo altro.
Presi l'oggetto che le sue mani mi stavano offrendo e rimasi incerta
per un secondo.
- Non posso sentire male.. vai tranquilla - disse dolcemente
accarezzandomi i capelli.
Mi avvicinai alla base del suo collo e, decisa, feci un taglio
orizzontale. Qualche lacrima di quel liquido rosso tanto prezioso
iniziò ad uscire.
Poggiai le mie labbra sul taglietto e iniziai anche io a nutrirmi di
lui.
Un ruggito di piacere provenì dalla sua gola mentre la sua
testa rimaneva piegata all'indietro con gli occhi serrati.
Dopo qualche secondo sentì le sue braccia avvolgermi e venni
strappata dal suo collo per incontrare di nuovo le sue labbra.
- Non voglio rischiare di Cambiarti.. - sussurrò
- Perchè no? -
Non avevo mai pensato a questa opportunità, ma al momento
era la
cosa più vicina a quello che volevo: stare con lui.
- Perchè no... per il momento. -
Sorrisi mentre le sue braccia mi avvolgevano e il suo petto scolpito
aderiva al mio.
In quel momento, eravamo diventati davvero una cosa sola.
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