HI MUM, THIS IS MY BOSS
12. Needing More Time
We live and we learn to take
One step at a time
There's no need to rush
It's like learning to fly
Or falling in love
It's gonna happen and it's
Supposed to happen and we
Find the reasons why
One step at a time
Jordin Sparks – One step a time
Era stanca e affaticata. I piedi gonfi e le caviglie
pesanti. Aveva caldo, poi freddo, poi di nuovo caldo. Ma era felice,
finalmente.
Era felice di esibire la sua bella pancia rotonda, abbinata
ad un sorriso caldo e raggiante. Era felice di avere al suo fianco l’uomo
dei suoi sogni. Era felice perché l’uomo dei suoi sogni era il
padre del suo bambino.
E pioveva.
Camminò a passo lento lungo le vie di Londra, per
quei pochi isolati che la separavano dalla casa del suo migliore amico. Harry
Potter. E della sua migliore amica. Ginny Weasley.
“Sei stanca? Vuoi riposarti un po’?”
Ron le posò delicatamente una mano sul braccio,
tenendo un ombrellino con l’altra, e lei si voltò per guardarlo
negli occhi. Sorrise e scosse la testa facendo ballare i riccioli sulle spalle.
“No, va bene. Siamo quasi arrivati”
Ron annuì e continuò a camminare al suo
fianco, passandole delicatamente un braccio attorno alle spalle. Delicatamente.
Da quando il pancione aveva cominciato a gonfiare, Ron la trattava come se
fosse diventata di cristallo. Aveva paura di romperla.
Hermione si accomodò nel suo abbraccio e
allungò un po’ il collo per guardare sul fondo della strada. La
casa di Harry si vedeva già.
Sulle scale dell’ingresso, Kessy, la portinaia,
spazzava via l’acqua piovana che si era depositata sugli scalini ora
scivolosi. Sorrise quando li vide arrivare da lontano e fece un cenno col capo
verso Ron in segno di saluto. Ron ricambiò con un sorriso quasi
imbarazzato, imbarazzato da essere lì con Hermione e non con Lavanda.
“Quando scade il tempo?” Chiese Kessy
cordialmente, riferendosi al pancione di Hermione.
Hermione si accarezzò il pancione con tenerezza.
“Ancora un paio di mesi.”
“Fatemi sapere del lieto evento, mi raccomando.”
Hermione e Ron annuirono cominciando a salire le scale
interne al palazzo. Con un po’ di fatica da parte di Hermione, riuscirono
ad arrivare davanti alla porta con la targhetta che luceva e che ora diceva
‘Potter’. Non H. Potter, ma solo Potter. Ron bussò.
Un passo. Due passi. Tre passi. Poi la porta si aprì
e i due occhi cioccolato di Ginny li accolsero calorosamente. Un sorriso
gentile. Provato, ma gentile.
Hermione sorrise di rimando. Ron piegò appena le
labbra. Era una situazione strana. Surreale. Eppure era tutto vero.
“Entrate.” Disse Ginny con calma, spostandosi
dalla porta. “Harry si sta cambiando.”
“Zia Hermione!”
Due furie si scaraventarono sulla porta e si attaccarono con
l’orecchio sul pancione di Hermione. Hermione sorrise e alzò lo
sguardo su Ginny che accennò un sorriso. Il braccio di Ron le
circondò la vita. Caldo. Gentile. Pronto a sorreggerla.
“Ciao bambini.” Fece lei con un sorriso.
“Lasciate che la zia si sieda, va bene?”
Hermione entrò con i bambini e si sedette sul divano.
I due fratelli rimasero sulla porta. Si fissarono. Si compresero. Sospirarono.
Ginny cercò di abbozzare un sorriso. “Serve
tempo.”
Ron abbassò la voce e scosse la testa. “Ho
tutto quello che voglio adesso, Ginny, però…”
“Serve tempo.” Ripeté lei.
**
“Stai bene?”
Hermione si voltò verso di lui con un sorriso. Un
sorriso rassegnato. “Sono solo un paio di scale.”
Ron la prese sottobraccio per sorreggerla, aiutandola a
finire gli ultimi scalini. Risalutò Kessy, prima di avviarsi per la
città. Pioveva. Sorrise tra sé.
Alzò la testa verso l’alto e chiuse gli occhi.
La pioggia gli bagnò la fronte, le palpebre, le labbra. Inspirò.
Adorava la pioggia. Adorava il profumo della pioggia.
Qualcuno lo urtò improvvisamente.
“Scusi.” Disse istintivamente. Poi un profumo
familiare. Due occhi chiari. Una chioma bionda. Il fiato gli morì in
gola. “Lavanda…”
“Ron!”
Per un breve attimo il tempo attorno a loro si fermò.
Hermione fece un passo avanti. Timidamente. Lavanda la
accolse con un sorriso. “Hermione! … Come… come state?”
“Ah… noi… bene.” Riuscì
appena a dire Ron.
“Tesoro, andiamo siamo in ritardo.” Un uomo alto fasciò il bacino di
Lavanda con un braccio. “Oh, salve Ron!”
Hermione e Ron non poterono fare a meno di spalancare gli
occhi dalla sorpresa. Mark stava al fianco di Lavanda con una naturalezza
disarmante. Lavanda fece un piccolo sorriso.
“Va’ avanti, ti raggiungo.” Disse
flebilmente.
Mark annuì e sporse la mano verso Ron, che gliela
strinse di rimando. “E’ stato un piacere rivederti, anche se per
poco tempo.” Fece un piccolo inchino. “Hermione.”
Hermione sorrise di rimando. Tossicchiò “Devo
aver lasciato la mia sciarpa in casa di Ginny. Torno subito.”
Ron annuì e capì. Lui e Lavanda si trovarono
da soli sul marciapiede. Sotto la pioggia. L’uno immersi negli occhi
dell’altra.
“Non sapevo… tu e Mark…”
“Oh.” Disse Lavanda imbarazzata. “Beh, ci
siamo trovati fuori per caso e abbiamo preso un caffè insieme e
poi… una cosa tira l’altra… ma tu questo dovresti
saperlo.”
Ron si sentì un verme. “Potrai mai
perdonarmi?”
“Tu la ami?”
Silenzio.
Lavanda si passò una ciocca bionda dietro
l’orecchio. “Tu la ami, Ron?”
“Sì.” Sussurrò. “Io la
amo.”
“Allora non c’è niente da
perdonare.” Scosse la testa. “Hai agito solo secondo il tuo cuore.
E ho sempre saputo di non essere la numero uno, è un rischio che ho
corso fin dall’inizio.”
Ron sorrise amaramente. “E tu, Lavanda? Tu sei
felice?”
Esitò. “Io…” Si morse un labbro.
“E’ ancora presto per dirlo.”
“Già.”
Cominciò a piovere più forte. Ron si morse un
labbro. Si sentì un bambino. Non ricordava di essere mai stato
così imbarazzato.
“Lavanda…”
“Sì?”
Silenzio.
Aveva paura. Paura di dire la cosa sbagliata. Ma doveva
dirglielo.
“Anche… anche se adesso il nostro matrimonio
è finito… sono stato felice con te.”
Lavanda piegò le labbra in un sorriso e annuì.
“Anche per me è stato lo stesso Ron.”
“Ti ho amata.”
“Lo so.” Sospirò. “Ma adesso ami
lei.” Si voltò verso il fondo della strada. “E spero un
giorno di potermi innamorare di Mark.”
“Me lo auguro.”
Dei passi delicati li interruppero. Hermione era riapparsa
al fianco di Ron. Lavanda sorrise di nuovo e indicò il fondo della
strada.
“Devo andare.” Cominciò a camminare.
“Spero che siate felici. Davvero.”
I due annuirono e Lavanda si allontanò. Rimasero a
guardarla finché i suoi capelli biondi non si videro più.
Hermione strinse il braccio di Ron.
“Tutto bene?”
Ron fissò il fondo della strada. Alzò gli
occhi su di lei. Sorrise.
“Mai stato meglio.”
**
Lo so che è
stato un finale un po’ deludente, pensavate ad uno dei miei soliti
eclatanti e pensati finaloni… invece voglio lasciarla un po’ in
sospeso così che ognuno di voi possa fantasticare sul resto.
Vorrei dirvi che mi
arrivano e leggo tutte le vostre mail, non temete, ma non posso rispondere a
tutti perché non ho tempo. Sto lavorando parecchio in questo periodo e
non sono quasi mai a casa.
Saluti a tutti i
fedelissimi e fedelissime e non!
Un baciotto forte forte da zia Fufù! E (spero) a presto con una nuova ff