Immobile
A chi ha avuto troppa paura
Era inutile.
Lasciare che le azioni
prevaricassero sui pensieri era dannatamente difficile. Sarebbe stato
più semplice trovare qualche ostacolo, qualche piccolo inciampo
che mi avrebbe dato la scusa di non poterlo fare, di non poter
incontrare davvero le sue labbra, di non potermi lasciare invadere da
quelle emozioni che altrimenti mi avrebbero soggiogata.
Ma questa volta non sembrava
esserci nulla, nessun problema da affrontare, nessuna situazione da
capire, nessuna regola da seguire. Non c'era niente oltre noi due. Ed
era proprio questo il problema. Ero abituata a soffrire, a stare male,
a convivere con il mio personale dolore e struggimento. Al contrario,
non ero affatto abituata a convivere con le piacevoli sensazioni che
accompagnavano un momento come quello. E' paradossale, lo ammetto; ma
la felicità non faceva per me, o almeno non faceva per la Sana
che ero diventata.
Non aveva senso volare se poi si
era costretti a cadere giù, sorridere se poi eri costretto
a piangere, sentirsi completi grazie ad una persona se poi dovevi
vederla andare via, dovevi perderla, dovevi tornare a sentirti vuota.
Perchè se tutto quello che
ancora doveva accadere un giorno sarebbe finito, accontentarmi dei
ricordi non mi sarebbe mai bastato. Preferivo rimanere così, a
terra. Almeno da lì non sarei mai caduta.
Vigliacca.
Lo ero, lo sono.
Lasciai che i suoi occhi
divenissero piccole luci che lentamente si allontanavano da me, che il
suo profumo emanasse una scia che debolmente si dissolse nell'aria...
lasciai che tutto finisse ancora prima di iniziare.
Non avevo provato a spiccare il volo. Impassibile, fredda, immobile.
Un primo lavoro che credo parli da solo.
Spero vi trasmetta qualcosa; accetto commenti, consigli e critiche costruttive.
Sarò felice di confrontarmi con voi.
Grazie di cuore a chiunque leggerà o noterà questa piccola fan fiction. <3
QuellaCheNonSei
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