del come
Del come
Del come - ancora una volta – fosse finito tra le dita ferine di Viral non riusciva davvero a comprenderlo.
Delle semplici, cilindriche sbarre
ghiacciate separavano la sua cella da quella dell’altro, il suo
corpo da quello della Bestia. Come se davvero un simile e così
patetico ostacolo avesse fermato la volontà di
quell’animale.
Aveva ghignato, Viral, se lo
ricordava bene il suo viso contorto in una smorfia saccente e fin
troppo divertita. Come se la consapevolezza di una fine vicina non lo
toccasse poi così tanto.
-Paura della morte, scimmia nuda?-
le sbarre non avevano fermato le
sue parole né le sue intenzioni, ma queste avevano colpito Simon
in tutta la loro perfida crudeltà.
S’era ritrovato a soffiargli contro tutta la sua rabbia, come un gatto inferocito e collerico.
Lui, lì rinchiuso; gli altri, fuori a farsi ammazzare dagli Anti spiral.
Non era certo nella situazione più idonea per farsi prendere in giro e passarci sopra con tanta leggerezza.
-Non mi sembra il momento per fare del sarcasmo!-
S’era alzata, la Bestia, ed
era andata alle sbarre poggiando le spalle contro di quelle,
perché il viso fosse ben visibile tra lo scuro della prigione e
dell’ombra e perché il suo sguardo aureo potesse fissare
con precisione tutta la figura esile dell’uomo.
-Ti rode il fatto di essere
impotente, scimmia nuda? Tu sei qui, ad aspettare che i topi ti
mangino, ad aspettare che la terra ti inghiotti con tutto il
resto… e i tuoi compagni sono fuori da questa prigione, a
sconfiggere i tuoi nemici, il tuo target… dimmi, ex governatore
Simon… quant’è eccitante essere un carcerato?-
Simon aveva fatto, a quel punto,
l’errore più grosso della sua vita. L’aveva preso
per il collo della maglia lercia, avvicinando pericolosamente il viso
al suo.
Troppo, troppo vicino.
-Sei fastidioso…-
Le
labbra furono accarezzate dalla lingua – calda, bollente,
tremendamente sensuale – della Bestia, la cui punta aveva
tracciato il bordo roseo, prima sopra e poi sotto, con calma e
dedizione.
Aveva preso a succhiarlo, il labbro inferiore, mentre gli occhi si
schiudevano appena perché il cervello, nel provare piacere, non
fosse distratto da altro.
Infine, con una certa qual urgenza, gli aveva infilato la lingua in
gola, per quanto le sbarre glielo per mettessero, e l’aveva
mossa, l’aveva fatta danzare, occupando, toccando, leccando ogni
cosa.
Simon rispose, avvicinandolo ancora di più tirando la sua
maglietta, finché le mani salirono ai capelli, e presero a
tirarli in cerca – forse – di un appiglio al quale
aggrapparsi.
I corpi dei due si avvicinarono fino a toccarsi, impediti dalle sbarre
della cella ma non per questo trattenuti da un deterrente alquanto
frivolo e inconsistente.
Tremarono al contatto, sia l’uno che l’altro, mentre le lingue presero a danzare con più frenesia.
Questa volta a staccarsi fu Simon,
che con una spinta allontanò Viral dal proprio corpo, arretrando
di qualche flebile e incerto passo e guardandolo stranito.
Negli occhi della Bestia,
spalancati per la sorpresa d’essere stati così malamente
respinti, v’era la stessa identica luce che l’uomo aveva
visto la prima volta.
Era fame, fame insaziabile.
Dopo un solo attimo di smarrimento, il ghigno di Viral tornò là dove doveva essere.
-Scimmia nuda… non sai manco reggerti in piedi da solo?-
Se c’era una cosa su cui contare, quella era la lealtà integerrima di quella Bestia idiota.
E Simon lo sapeva più che bene.
Un ghigno, sicuro, perfetto, nacque sulle pallide labbra.
-Io non sono abituato a camminare nel fango, Bestia… io miro al Cielo!-
Legata a "Non capiva".
Ma immagino si fosse capito xD
Povero, piccino Simon <3 Quante gliene fa, Viral <3
xDxD
Grazie di aver letto <3
Vi adoro <3<3
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