Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa
fiction
non è stata scritta a scopo di lucro.
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Autore: beat
Titolo:
Smiling silence – Nel silenzio basta un sorriso
Personaggi:
Sai, Shino
Genere:
Generale
Rating: Verde
Avvertimenti:
One-shot, Shonen-ai (ma se uno non ce lo vede può
benissimo interpretarle la fic come una friendship)
Introduzione:
*Anche lui sapeva
apprezzare il valore di parlare con il corpo. Bastava un solo sguardo
alle volte.
Un solo sorriso perché tutto fosse chiaro.
Loro due in questo erano
uguali.*
Note Autore:
Tecnicamente
è un seguito. Ma praticamente anche no. Nel senso, ho
cercato comunque di renderla il più completa
possibile. In ogni caso, forse è meglio dare una lettura
anche a
questa: Smiling
Promise -- {Un sorriso per una promessa}
E, sì, lo so che la traduzione del titolo non
è letterale. XD
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Smiling silence
– Nel silenzio basta un sorriso
Shino fissò ancora un attimo l'insetto che stava
passeggiando
sulla punta del suo indice, prima di poggiarlo delicatamente su una
delle foglie del cespuglio presso il quale si era accucciato.
Non appena l'insetto si fu trasferito sulla verde superficie, il
ragazzo che ancora torreggiava su di lui prese dalla tasca della giacca
una matita e scrisse qualche appunto sul suo taccuino.
Muovendosi appena, si spostò di qualche centimetro, per
meglio
osservare l'intensa attività di una laboriosa formica, in
quel
momento intenta a trasportare sul suo dorso il cadavere di un ragno.
Shino seguì interessato il lavoro della formica,
appuntandosi di
tanto in tanto qualche cosa, senza mai staccare gli occhi dall'insetto.
Un lieve fruscio dietro di lui attirò la sua attenzione.
Voltandosi e guardando oltre la propria spalla vide Sai sbucare da un
fitto cespuglio.
Shino corrugò leggermente le sopracciglia: Sai era un tipo
abbastanza puntuale, e il fatto che fosse in ritardo era alquanto
insolito.
Vedendo che l'Aburame lo stava fissando con il suo tipico
cipiglio interrogativo, Sai si affrettò a sorridergli per
tranquillizzarlo. Il ritardo era stata colpa di Sakura e Naruto, che
l'avevano trattenuto a pranzo più del dovuto. Nulla per cui
Shino dovesse preoccuparsi.
E nulla di abbastanza interessante da riportare a voce.
Shino rispose con un lieve cenno del capo, e subito riprese la sua
osservazione. La formica era quasi arrivata al formicaio e da esso
erano sbucate altre operaie per aiutare nel trasporto della preda.
Sai sorrise di nuovo vedendo Shino così preso dalla sua
attività.
Non succedeva spesso che avessero delle giornate libere, e ancor meno
capitava che fossero tutti e due a riposo il medesimo giorno. E questa
era la causa per cui entrambi erano piuttosto indietro rispetto la
tabella di marcia che avevano stilato per il loro lavoro. O meglio, la
tabella che era stata stilata da Shino, premurandosi di occupare tutto
il tempo disponibile di entrambi.
La quasi maniacale puntigliosità dell'Aburame per l'ordine
– spaziale, temporale e, soprattutto, comportamentale
–
divertiva molto Sai. Certo, lui stesso apprezzava immensamente un
piano di lavoro ben organizzato, ma era alquanto divertente vedere
quanto Shino prendesse ogni defezione, anche la più infima e
la
meno controllabile – ad esempio l'improvviso acquazzone di un
paio di settimane prima –, come un affronto personale. Se
qualche
imprevisto sconvolgeva anche di poco i suoi piani eccolo pronto,
solerte e operoso come una di quelle formiche che tanto ammirava, a
riorganizzarsi per poter tirare fuori il meglio anche dalla situazione
peggiore.
Sai si sedette a terra, poggiandosi con la schiena ad un ceppo
d'albero. Dal proprio zaino estrasse il materiale da disegno, un
carboncino e una matita appuntita, e i colori, nonché una
piccola scatola di vetro all'interno della quale stava zampettando uno
scarabeo. Mise la scatola in equilibrio sullo zaino, in modo da averla
esattamente di fronte per poter copiare più facilmente
l'insetto.
Sai tracciò i primi contorni abbozzati, ammirando al
contempo il
colore spettacolare del dorso dell'insetto: era scuro di base, ma non
appena un po' di luce lo colpiva ecco che la dura scorza esterna si
colorava di un meraviglioso verde cangiante. Sarebbe stato piuttosto
difficile ricreare quell'effetto, ma la sfida solleticava l'estro
artistico di Sai.
Quando ebbe finito di tracciare tutti i contorni con il carboncino,
cominciò a cancellare tutti i segni di troppo nel disegno,
in
modo che non si vedessero nonostante la mano di colore che doveva poi
dare.
Alzando un attimo lo sguardo per controllare la luce che filtrava tenue
tra le fitte foglie del bosco, non poté non notare il fatto
che
Shino – talmente concentrato nell'osservare come le formiche
stavano facendo a pezzi il corpo del ragno per farlo passare nella
stretta apertura del formicaio – era talmente assorto in
quello
che stava facendo che si era sdraiato a terra, il viso a pochi
centimetri dalle operaie.
Sai si lasciò scappare un sorriso intenerito.
Non capiva – e mai ci sarebbe riuscito – la
passione di
Shino per quei piccoli esseri brulicanti. Non che ne avesse paura o
cosa, ma Sai aveva sempre trovato qualche cosa di inquietante in tutto
quello strisciare e zampettare. E non osava nemmeno immaginare come
doveva essere provare quel tremendo formicolare sulla propria pelle. O
nel proprio corpo.
Ma rispettava profondamente la passione di Shino per gli insetti.
Sapeva bene quanto importante fosse per lui, e benché non la
capisse non si era mai permesso di criticarla. Non che non ci avesse
provato a cercare di comprendere cosa ci fosse di interessante a stare
tutto il giorno a seguire i movimenti di qualche piccolo esserino con
una miriade di zampe, ma evidentemente la cosa non faceva per lui. Come
pure Shino non era minimamente predisposto per l'arte. Il suo senso
estetico poteva tranquillamente definirsi inesistente.
Se Sai vedeva una farfalla dai colori brillanti e non poteva non
ammirarne la bellezza esteriore, Shino commentava lapidariamente che
con quei colori sarebbe stata una vittima più facile
rispetto ad
una ben più discreta falena.
I loro interessi non collimavano e non perché entrambi non
si
fossero sforzati. Semplicemente gli interessi di uno non
corrispondevano a quelli dell'altro.
Ma non per questo trovavano la reciproca compagnia sgradevole.
Anzi, proprio per questa loro strana opposizione di gusti, avevano
trovato il modo di passare il tempo assieme senza darsi fastidio, senza
problemi, e potendo fare ognuno quello che più gli era
congeniale.
Era nato tutto da una delle rare chiacchierate che avevano avuto.
Sempre nel periodo in cui Shino aveva provato con desolanti risultati a
introdurre Sai nel mondo dell'entomologia, il discorso era finito
indirizzato sul progetto
che
Shino stava portando avanti ormai da qualche tempo. Stava componendo un
libro sugli insetti, e da molti mesi ormai in ogni momento libero
seguiva e studiava tutti gli insetti che trovava, annotandone
caratteristiche, comportamenti e ogni altro genere di dettagli.
Sai si era subito espresso stupefatto, data la mole enorme di lavoro su
cui Shino doveva lavorare. Gliene era stato dato anche un assaggio,
visto che il zelante Aburame si portava sempre dietro i suoi appunti in
ogni momento libero, nel caso avesse dovuto annotare qualche cosa.
Dallo zaino Shino aveva estratto un voluminoso raccoglitore pieno zeppo
di fogli scritti fitti. E da quello che il ragazzo aveva dichiarato,
era il totale del lavoro sulle sole api. Sai, sbalordito, aveva
sfogliato con attenzione tutti quei fogli. Erano riportate una
miriade di informazioni, dalle più interessanti anche per un
profano come lui, alle più tecniche che probabilmente
interessavano solo agli esperti in quel campo.
Ma ci fu una cosa che colpì Sai più di quel
lavoro mastodontico.
Non c'erano illustrazioni.
Certo, c'era qualche abbozzo ogni tanto a fianco di alcune descrizioni,
ma decisamente nulla di adeguato visto il livello del contenuto di quel
manuale.
Per questo era stato quasi naturale per Sai fornire spontaneamente il
proprio aiuto a Shino. Avrebbe disegnato lui tutto quello che serviva.
Certo, avrebbe avuto bisogno di modelli da cui copiare, e magari anche
un supporto tecnico quando si sarebbe trattato di disegni anatomici
particolari, ma l'idea l'aveva fin da subito entusiasmato.
Shino, a quell'inaspettata proposta, era rimasto dapprima in silenzio,
meditabondo.
In effetti anche lui aveva notato che la mancanza di illustrazioni era
una pecca nel suo lavoro. Aveva anche pensato di chiedere a Sai di
aiutarlo, ma il suo era stato un fugace pensiero dettato dal vagliare
razionalmente tutte le possibilità. Non aveva il diritto di
chiedere al ragazzo di intraprendere un lavoro così
impegnativo
ben sapendo quanto fosse pieno di impegni già per conto suo.
Quindi aveva accantonato quella possibilità, risolvendosi di
finire prima tutto il lavoro di raccolta di materiale; solo in un
secondo momento sarebbe tornato su quella questione.
Ma il sorriso così genuinamente entusiasta di Sai l'aveva
spiazzato.
Sapeva bene che l'amico non capiva quasi nulla di entomologia, quindi
non era di certo la persona più adatta ad essere entusiasta
per
quel lavoro. Ma d'altro canto, sapeva altrettanto bene che quel
sorriso sul viso di Sai stava a significare che era profondamente
convinto dell'autenticità dell'entusiasmo della sua proposta.
Quindi, aveva accettato. Composto e formale come sempre.
Ma Sai sapeva che Shino ne era rimasto molto soddisfatto.
E, soprattutto, che era molto felice di averlo a fargli compagnia nelle
sue giornate di ricerca.
Non avrebbe mai accettato che altri lo accompagnassero nel suo lavoro.
Tutti i loro conoscenti erano per lo più chiassosi, sempre
pronti a cicalare. Nemmeno avessero avuto a disposizione
un'unica estate per cantare al mondo la loro esistenza.
Sai invece, diverso da tutti loro, non sentiva il bisogno di parlare a
sproposito. Niente frasi fatte, niente discorsi vuoti.
Anche lui sapeva apprezzare il valore di parlare con il corpo. Bastava
un solo sguardo alle volte. Un solo sorriso perché tutto
fosse
chiaro.
Loro due in questo erano uguali.
Non si scambiavano pettegolezzi o facezie, non si raccontavano
aneddoti. Stavano in silenzio, semplicemente apprezzando uno la
compagnia dell'altro. Ammirando in silenzio il lavoro che
l'altro
svolgeva con tale passione e maestria.
Qualche rada parola ogni tanto, se proprio era necessario. Se i ritardi
di Sai erano stati causati da qualcosa di più grave della
mancanza di puntualità della sua squadra. Se la faccia di
Shino
era più scura del solito, e non a causa della solita
inadeguatezza dei suoi compagni di squadra (a detta di Shino). O se Sai
aveva bisogno di qualche consiglio riguardo gli insetti che stava
illustrando.
Per il resto tra loro c'era solo il silenzio.
Immersi nella Natura non avevano bisogno di null'altro.
Si sentiva solo il dolce frusciare delle foglie al vento, l'allegro
cinguettare di qualche uccellino. Il gorgogliare dell'acqua, quando si
spingevano fino al fiume. Le lievi pennellate di Sai sulla carta.
Per tutto quello, non c'era bisogno di parole.
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Angolo dell'Autrice:
Rieccomi! *C*
Non mi faccio sentire da un pò...chiedo venia!
Questa storia si è classificata terza al contest "Enjoy the silence..."
indetto da Hiko_chan
Allora, che dire riguardo questa fiction? Che è stata molto
difficile da scrivere, sia perché con Naruto sono sempre
più in crisi, sia perché - benché
volessi da un pò scrivere il seguito di Smiling Promise -
ho dovuto adattare l'idea al tema del contest...cosa che, come ha
giustamente sottolinato la giudice, non sono riuscita a svolgere
appieno. Ma a parte questo, sono soddisfata sia del risultato, sia
naturalmente di come è uscita questa storia.
Ringrazio la giudicia,
mi complimento con A_DaRk_FeNnEr
e Happy_Pumpkin
per il primo e il secondo posto, tutte le altre partecipanti...
...e un
ringriamento specialissimo va a meg89
che anche se non se ne è resa conto,
mi ha dato forza e ispirazione per scrivere questa storia.
Per Shino questo e altro! <3
Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o
critiche!
Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti
leggeranno e basta.
Beat
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