Roy
correva velocemente, a perdifiato.
Era in un ritardo spaventoso e sapeva che non l'avrebbe
passata liscia... aveva un appuntamento con la morte, lui. Correva per
un
sentiero, di quelli così tetri e silenziosi da chiederti se
esistano per
davvero. Ma lui non aveva mai paura, no... perché sapeva di
essere
costantemente tenuto d'occhio. Sapeva che se anche solo un cane gli
avesse
abbaiato contro, lui sarebbe
intervenuto senza esitare un
istante. Per proteggerlo, per farlo felice, per averlo sempre con
sé. Una
piccola certezza che non sempre lo rasserenava. Ma gli andava bene
così, per
ora. Per cui Roy correva, correva... velocemente, a
perdifiato.
La mezzanotte era passata da un pezzo e il suo orologio da
polso segnava l'una meno dieci. Finalmente l'interminabile corsa si
arrestò, in
una piccola pianura tra una montagna e l'altra: il loro posto. Rimase
in
silenzio, piegato su se stesso con le mani sulle ginocchia per
riprender fiato.
Rialzò il capo e si schiarì la voce "Ci sei?".
Silenzio.
Decise così di attendere... anche per tutta la notte. Aveva
bisogno di vederlo,
anche solo di sapere che c'era. Quanti giorni erano passati dall'ultima
volta
che si erano visti? Molti. Più di un mese fa lo aveva
avvertito che si sarebbe
spostato verso Nord per... nutrirsi.
E già il fatto che si
fosse allontanato così tanto, lasciandolo da solo, era
decisamente strano.
Sbuffò. Comunque fosse, si erano dati appuntamento proprio
oggi, a mezzanotte,
nel loro posto... peccato che lui fosse estremamente in ritardo.
"Dov'eri?" un sibilo terrificante trafisse l'aria,
finendo dentro il suo orecchio. Un respiro gelato gli fece venire la
pelle
d'oca... e la voglia di sbottonarsi il colletto della camicia.
Si girò di scatto. "Edward!" esclamò, ma non lo
vide. "Ma... dove sei?" si alzò, col cuore che cominciava a
battere.
E di nuovo quella voce: "Siediti di nuovo".
Roy obbedì immediatamente, rimettendosi nella posizione di
prima.
Finalmente apparì ai suoi occhi, bello come un Dio, biondo
come il sole a cui
non poteva esporsi e pericoloso più di ogni altra cosa al
mondo.
"Dov'eri?" ripeté, quasi come un padre che sgrida il figlio.
"Ero... in biblioteca. Mi dispiace, lo so che avevamo
un appuntamento ma...!" non fece in tempo a terminare che si
ritrovò a un
millimetro di distanza dal volto di Edward. Il cuore
cominciò a pompare sempre
più sangue e vide un bagliore differente negli occhi del
biondo di fronte a
lui. Era strano... decisamente strano. "C-Com'è andata la
caccia?"
domandò improvvisamente, era certo che la stranezza sul
volto di Edward fosse
dipesa dalla caccia.
"Male..." sussurrò, schiudendo le labbra livide.
Roy deglutì, la bocca arida.
"Perché?".
"Ho bevuto pochissimo sangue... " la voce suadente
lo stava decisamente stordendo e sentiva quasi le vertigini, Roy. "...e
sono in astinenza".
"E... perché? Cioè, come mai?" si corresse, per
non sembrare un disco incantato sullo stesso quesito.
Edward rimase in silenzio, a guardarlo... lo stava forse studiando?
Incredibilmente sorrise, ma, come suo solito, regalò a Roy
un ghigno più che un
sorriso. Avvicinò le labbra invitanti al suo orecchio,
mormorandoci dentro.
"Nessuno aveva un odore buono come il tuo..."
rivelò, con un tono di voce forse un po' troppo malizioso
per l'argomento
trattato.
Roy rabbrividì e inclinò leggermente il capo,
mettendo così, forse
inconsciamente, più in evidenza la giugulare pulsante.
Edward ne rimase incantato e seguì con gli occhi la linea
leggermente violacea,
che pulsava, pulsava... forte, facendo sentire, e soprattutto
ricordare, della
sua presenza.
"A-Ah, sì?" parlò Roy, cercando di ignorare
quell'attrazione sfrenata che sentiva verso Edward.
"Sì..." sussurrò distrattamente, preso a rimirare
il collo candido.
"Edward, io..." fece per cominciare a fare uno dei
suoi interminabili discorsi per cercare di comunicargli qualcosa che,
molto
probabilmente, come al solito, non aveva né capo,
né coda... ma il vampiro lo
zittì. "Ho già capito cosa vuoi dirmi - Roy
fremette - e la mia risposta è
no".
"Ma... Edward! So che devi bere! Lo hai detto tu
stesso! E so anche che vuoi il mio sangue..." la voce era tornata
quella
decisa che sempre caratterizzava Roy e che, sempre, perdeva con Edward.
Gli
poggiò le mani sulle sue spalle e si ritrovò
schiacciato contro il tronco
dell'albero.
"Non. Toccarmi", ringhiò Edward, cattivo.
Roy lo guardò dritto negli occhi, mortificato e anche un po'
impaurito.
"S-scusami...".
Il vampiro lo guardò un po' e lo lasciò andare.
"Non fa niente" lo
tranquillizzò. Non era che non volesse farsi toccare da Roy
- tutto il
contrario, in verità - ma il loro, e lui lo sapeva molto
bene, non sarebbe mai
potuto essere un rapporto normale... era un vampiro, diamine! E poi, il
suo
sangue aveva un odore dannatamente meraviglioso.
Roy, intanto, si stava massaggiando una spalla, dolorante;
Edward gli aveva fatto male.
Il vampiro alzò gli occhi e lo guardò, si
sentì un po' in colpa ma non disse
nulla: daltronde era una lezione in più per quell'umano
pazzo. Ma chissà perché
scostò la mano di Roy e sfiorò con le unghie
lunghissime e perfettamente curate
la spalla.
"Mi chiedo perché tu sia così idiota..."
commentò
il vampiro, senza guardarlo. Stava stringendo i denti per la vicinanza
spaventosamente tentatrice con Roy.
Roy sospirò piano: sì, Edward era molto strano
quella sera.
E lui aveva intenzione di scoprirne le ragioni il prima possibile.
"Perché non vuoi bere il mio sangue? Hai detto che ha un
buon
odore..." insorse improvvisamente;
Edward sbuffò, allontanandosi da lui. "Devo andare,
s'è fatto tardi per
te... e tra poco anche per me", commentò, puntando gli occhi
dorati verso
il cielo nero.
"Ma... mancano ancora sei ore all'alba e..." un
fruscìo leggero ed Edward non c'era più.
Così arrivava, così spariva. Senza salutare.
Senza dire nulla.
Roy si alzò a fatica, tenendosi la spalla molto
probabilmente slogata e
s'incamminò piano verso il sentiero buio. Aveva il capo
chino mentre pensava:
si era innamorato di un vampiro! Ma come diavolo aveva fatto!?
Sospirò
pesantemente.
Sentì un rumore leggero e si voltò verso il lato
da dove proveniva.
"Edward? Sei tu?" si avvicinò piano, ma invece di due occhi
dorati si
ritrovò davanti a due occhi azzurri. Rabbrividì:
erano glaciali e terrificanti.
Fece un passo indietro, spaventato. Si voltò, cercando la
via corretta per
cominciare a correre, ma trovò altri occhi, stavolta viola.
Il cuore cominciò a
battere più forte e quando si girò verso l'unico
lato rimasto trovò davanti
degli occhi grigi. "C-cosa..." provò a spiccicare.
Le loro risate si levarono in aria "Beh? Hai paura?!" lo
sfotté
quello dagli occhi viola.
"Non capisco cosa tu abbia di speciale per aver fatto
perdere la testa a mio fratello..." commentò, invece, quello
dagli occhi
grigi.
Roy tentò di guardarlo meglio, ma nel buio i suoi tratti non
erano facilmente
distinguibili.
"E' molto carino..." insorsero gli occhi azzurri:
evidentemente la proprietaria era una donna, vista la voce.
"Mpf! Ho visto di meglio nei miei centocinquant'anni,
Winry!".
Ecco, la ragazza si chiamava Winry.
Roy intanto si era schiacciato contro un albero, dolorante per la
spalla e col
cuore che stava per uscire dal petto.
"Mh, Envy, il fatto che ti piaccia Edward e che ti
abbia respinto non deve toglierti l'obbiettività!"
ribatté Winry, che
apparve alla luce della luna, incrociando le braccia.
Anche Envy si mise sotto la luce e il suo sguardo incattivito fece
rabbrividire
Roy.
"Chiudi il becco!" esclamò il vampiro dagli occhi
viola.
Improvvisamente apparve agli occhi di Roy anche il vampiro dagli occhi
grigi,
il fratello di Edward.
Deglutì leggermente e lo guardò attentamente: non
si assomigliavano molto, ma
il taglio degli occhi era quello, il naso... sì, erano
fratelli.
"Dobbiamo sbrigarci, sento che Edward sta tornando indietro"
mormorò.
Winry tese le orecchie e sollevò il viso marmoreo e
pressapoco perfetto verso il cielo, concentrata.
"Sì, hai ragione", si voltò di scatto verso Roy.
"Sbrighiamoci..." e si avvicinò pericolosamente.
"Eh, no, eh!" esclamò improvvisamente Envy. "Lui
è mio! Voglio
essere il primo a bere il suo sangue! Alphonse!" ringhiò
contro il ragazzo
dagli occhi grigi. "Avevamo un accordo..." gli ricordò.
"Winry, fa' bere prima lui. Dopo potrai fargli ciò che
vuoi... ma lasciate
qualcosa per me", voltò il viso verso sinistra senza
accorgersi
dell'improvvisa apparizione di Edward dal lato opposto.
"Che diavolo state facendo?!" urlò, parandosi davanti a Roy,
allargando le braccia. Era molto più basso del moro, ma
sicuramente questo non
lo avrebbe penalizzato in un eventuale combattimento.
"Ci prendiamo ciò che tu non vuoi prendere...",
spiegò brevemente
Winry, coi canini appuntiti in bella vista.
"Andate in città! Devo essere io a farlo!"
esclamò
e i tre vampiri si guardarono.
Roy invece sentì spezzarsi qualcosa dentro. Doveva essere
lui a fare cosa? A...
ucciderlo?
Winry e Alphonse si guardarono ancora una volta, prima di
sparire.
Envy, invece, rimase lì a guardare Edward furioso. "Sei un
folle! Non
puoi...",
ma Edward lo zittì, alzando una mano.
"Chiudi il becco, Envy. Sono affari miei. Ora va' a
nutrirti... subito" sibilò. Che il biondo vampiro fosse il
capo del gruppo
era ormai palese agli occhi di Roy.
Il vampiro dagli occhi viola incenerì con lo sguardo
l'umano, per poi
volatilizzarsi in un secondo.
Roy non volle nemmeno guardare in faccia Edward, decidendo di ritornare
a casa
il prima possibile. Era dunque questa la sua fine? Edward aveva
già deciso
tutto? Lui era un capriccio? No! Non ci stava! Non aveva paura della
morte,
prima o poi sarebbe arrivato anche il suo turno, ma era arrabbiato,
deluso,
frustrato dalle parole di Edward. Doveva essere lui a farlo...
Si ritrovò in città in pochissimo tempo, perso
com'era nella
sua frustrazione. Arrivò nel palazzo dove abitava e
alzò il braccio sinistro
per infilare le chiavi dentro il portone. Una fitta dolorosa,
però, si fece
sentire sulla spalla, quella slogata da Edward. Per cui prese le chiavi
con la
mano destra ed entrò nell'ingresso. Lanciò uno
sguardo distratto all'ascensore,
la maggior parte delle volte faceva le scale, anche se abitava al
decimo
piano... ma stavolta non si sentiva per niente in forma, fisicamente ed
emotivamente. Quindi poco dopo fu lì, chiuso nell'ascensore
con delle luci
rosse piuttosto inquietanti - aveva sempre chiesto all'amministratore
che
sarebbe stato meglio cambiare le lampadine, ma non ne aveva mai voluto
sapere!
Si guardò allo specchio che era alle sue spalle e
voltò di scatto il viso: non
voleva guardarsi, specie perché aveva scritto in faccia
"Sono innamorato
ma non mi ricambia".
Presto l'ascensore terminò la sua salita e lui, sempre
più
mogio e stanco aprì le porte - sempre con un braccio solo -,
dirigendosi alla
porta del suo appartamento. L'aprì e la chiuse subito dopo
alle sue spalle.
Lasciò che le chiavi gli scivolassero dalle dita,
schiantandosi piuttosto
fragorosamente sul pavimento in marmo bianco. La prima cosa che la sua
mente
riuscì a far fare al suo corpo, fu andarsi a fare una
doccia. Con molta fatica
riuscì a spogliarsi, una volta entrato nel bagno dai colori
tenui e pastello,
infilandosi sotto il getto dell'acqua calda. Rimase là sotto
per un'infinità di
tempo, cercando di sciogliere i muscoli e, in particolar modo, i nervi.
Uscito
dalla doccia afferrò col suo fedele braccio destro
l'asciugamano, allacciandoselo
alla bell'e meglio in vita. Si diede un'ultima occhiata allo specchio
e,
sospirando sconsolato, prese la garza in cotone che teneva
nell'armadietto dei
medicinali. Cominciò a fasciarsi la spalla e poi il braccio,
usando anche i
denti per tener ferma l'altra estremità. Terminata anche
quest'ultima opera
titanica, uscì dal bagno, andando a gettarsi - sempre con la
dovuta attenzione
per non farsi male - sul letto. Riprese a riflettere su tutto, sulla
sua vita,
sul modo in cui la stava vivendo... insomma, aveva solo ventidue anni,
aveva
davanti ancora un sacco di tempo, avrebbe trovato qualcun altro da
amare.
Sospirò. No, non lo avrebbe trovato. Perlomeno non avrebbe
trovato nessuno che
lo facesse sentire come lo faceva sentire Edward: lui lo teneva in
bilico tra
la vita e la morte ogni secondo, lui lo aveva tra le sue mani e
più lo
maltrattava, più si sentiva irrimediabilmente attratto dal
vampiro. Voltò il
viso, con gli occhi socchiusi. Ma no, non doveva farsi illusioni... a
cosa
sarebbero servite? Edward lo voleva uccidere. Tutto qua. Nulla
più.
"Sei stato molto sgarbato ad andartene senza dire
nulla..." sentì il respiro freddo di Ed sfiorargli il collo
e farlo
rabbrividire... di piacere… come al solito. Tuttavia
digrignò i denti e si
allontanò. "Che c'è? Sei venuto a farmi fuori?"
sbottò, acido.
Il vampiro aggrottò stizzito le sopracciglia: stupidi umani
che saltano sempre
alle conclusioni.
"Non sai di cosa stai parlando", in un istante si
ritrovò all'altra sponda del letto, sempre vicino a Roy.
"Capirai a tempo
debito..." sussurrò, riavvicinando il viso al suo collo.
E stavolta no, il moro non si allontanò da lui. "Non voglio
e non posso
aspettare altro tempo, Edward. Anche perché non ha senso
attendere la morte.
Fallo ora, se lo devi fare!".
Silenzio.
"Voi umani siete così melodrammatici..." aprì un
po' la bocca, i canini che brillavano col riflesso della Luna. Il
biondo spostò
gli occhi dal suo collo, portandoli sul suo corpo. Certo, era un
vampiro, ma
anche un uomo...
Roy era praticamente nudo, e tutto alle sue dipendenze.
"Non sei tu a decidere, qui. Comando io",
dichiarò.
Il moro sbuffò, scocciato, voltando il viso.
Piegò un
ginocchio, così che il bordo dell'asciugamano si sollevasse
irrimediabilmente.
"E chi se ne frega... tanto lo so che non t'importa
nulla di me!" esclamò, arrabbiato.
Edward non lo sentì nemmeno: non riusciva a staccare gli
occhi dorati come il miele dalla sua pelle; il suo udito super
sviluppato gli
faceva avvertire il battito del cuore di Roy che pompava sangue...
Ghignò, furbo e malizioso. Avvicinò una mano alla
sua coscia
e subito captò un cambiamento nel suo battito. Era
notevolmente accelerato. Si
girò a guardarlo, con gli occhi che brillavano di una strana
luce.
"Che... che stai facendo?"
"Ti emozioni per così poco?" fece scendere la mano
sempre più in basso.
"E-Edward!" esclamò e si mise a sedere. "Sei
un vampiro o un pervertito?!". Il biondo roteò gli occhi,
sospirando.
"... Non capisci mai niente. Questa è una cosa che non mi
manca
dell'essere umano..." ammise, distrattamente, senza rendersi conto
della
sua confessione e del peso delle sue parole.
"Invece capisco", borbottò, piccato.
"No, Roy, no. Tu vuoi capire solo ciò che vuoi
tu...", lo guardò, piuttosto eloquente. Si sporse verso di
lui,
guardandolo languido. "Non ti sto facendo un torto, come la tua
testolina
malata e umana crede... ma un favore".
Il moro lo guardò. "Tu non mi dici mai niente, come
pretendi che comprenda anche la tua parte?".
"Non c'è molto da dire..." mormorò, spostandogli
una ciocca di
capelli dagli occhi.
Roy lo lasciò fare, sempre fissandolo. "Come sei diventato
vampiro?"
chiese, improvvisamente e a bruciapelo.
E la sua domanda fu così tanto imprevista che Edward
spalancò gli occhioni
dorati e affondo di più le dita affusolate e marmoree nei
suoi capelli corvini.
"Sono stato morso da un altro vampiro", affermò,
piuttosto atono.
"Quindi qualunque vampiro può trasformare un
umano?" chiese. Pareva quasi un bambino a scuola.
"... Non tutti possono farlo" esalò, senza fiato.
"E tu puoi farlo?" domandò, avvicinando il viso al
suo.
Edward s'irrigidì e cercò di trattenere il
brivido che gli era salito lungo la
schiena non appena aveva sentito il profumo di Roy avvicinarsi e
penetrare
nelle sue narici. Non rispose.
"Edward, tu puoi farlo, vero? Sei il capo, nel tuo
gruppo di vampiri, l'ho visto... e qualcuno li deve aver pur
trasformati quei
tre!" sempre più vicino al volto di Edward.
".... Sì, posso", ammise.
"E allora perché non...!"
Ma Edward lo zittì: "No! Non esiste! Tu devi rimare umano!
Almeno per ora..."
sibilò, aggrottando le sopracciglia. Di riflesso tolse la
mano dai suoi capelli
e incrociò le braccia al petto.
"Ma io voglio stare con te... per sempre.
Mordimi...", si avvicinò a lui, circondandogli il collo con
le braccia.
"Non tocc...!" non fece in tempo a dire altro, che
si ritrovò l'invitate collo di Roy sulla bocca. Chiuse gli
occhi e sciolse le
braccia, cingendogli la vita e facendolo stendere sul letto. Si
ritrovò in men
che non si dica sopra di lui, con la testa vuota, inebriato dal profumo
del suo
sangue.
Roy gettò la testa all'indietro, lasciandogli tutto lo
spazio possibile.
"Io ti darò la scelta che a me non fu mai data",
sussurrò al suo orecchio, i denti sempre più
evidenti.
"Ho già scelto da molto tempo Edward: mordimi", il
biondo tentennò. "Mordimi. Mordimi. Mordimi. Mordimi",
ripeté il più
possibile.
Edward spalancò le fauci e affondò, lentamente ma
molto in profondità i denti.
Roy gemette, di dolore ma un poco anche di piacere ancora una volta,
chiudendo
gli occhi e assaporando quel momento più di quanto fosse di
dovere. Respirò
profondamente, stringendo le mani alle sue spalle.
Voleva abbandonarsi... Abbandonarsi tra le braccia di
Edward... Abbandonarsi sotto il suo tocco... sotto le sue carezze...
E, adesso, lo sarebbe stato per tutta l'eternità.
BEAT ME
DÌ ROY MUSTUNG
SEI UNO GNOCCO
QUINTA CLASSIFICATA
TOTALE SOMMATO: 97
GIUDIZIO DÌ MY
PRIDE
Cominciamo dicendo che la storia è riuscita a tenermi
incollata sulle pagine
per scoprire ciò che sarebbe accaduto.
La grammatica era pressoché perfetta, a parte qualche
piccolo errore di
distrazione, che consisteva nella dimenticanza di una o due virgole o
di
mancati accenti.
I personaggi da te presentati, poi, non sono né IC
né OOC, ma più una via di
mezzo: si sente l’audacia di Roy, la sua determinazione e, al
contempo, la
consapevolezza d’essere in un labirinto la cui unica via
d’uscita è solo la
morte o la rinascita.
La veloce apparizione di Envy, Winry, e Alphonse mi ha ricordata
terribilmente
una scena di Twilight -Quella durante la partita di baseball, per
intenderci-
anche se c’entrava poco e niente con la scena da te
descritta.
Edward, invece, è stato indubbiamente il mio preferito.
Vampiro che ha visto il mondo cambiare, che ha la consapevolezza dei
secoli che
passano e che, forse troppo giovane, è stato costretto a
diventare ciò che è
contro la sua volontà.
Mi ha piacevolmente ricordato l’Edward che ho descritto ne
“Il Bacio”.
Il tema scelto ha un po’ calato
l’originalità perché ormai, e questo lo
dico
per esperienza, l’argomento “amore fra umano e
vampiro” è stato utilizzato
parecchio.
Ma anche così aveva un lato tutto suo, una specie di
rapporto pseudo -
masochista che coinvolgeva i due protagonisti principali.
Il ritmo della storia è calzante, ha enfasi: in poche
parole, riesce ad
affascinare il lettore.
Forse in alcuni punti era un po’ troppo veloce, facevi
accadere il tutto con un
po’ troppa rapidità, tanto che ci troviamo
dinnanzi al fatto quasi compiuto e
all’apparizione di questi nuovi vampiri, che si scoprono
essere alle
“dipendenze” di Edward.
La frase da te scelta, poi, si mescola in modo egregio nel contesto
verso la
fine, anche se forse avresti potuto farla amalgamare ancora un
po’ con il resto
della trama.
Nulla da togliere però al resto del testo, tutta la
situazione si svolge
specialmente su quel punto: non è Edward ad imporre a Roy la
trasformazione in
essere sovrannaturale, ma è egli stesso che chiede
d’essere morso per poter
passare l’eternità con lui.
Gli dona, appunto, la scelta che non ha potuto fare a suo tempo.
Concludo complimentandomi, la Fiction era davvero ben scritta e
“sentita”.
Correttezza grammaticale: 9/10
Originalità: 8,5/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Attinenza al tema: 8/10
Stile e lessico: 9/10
Apprezzamento personale: 5/5
Totale: 48,5/55
GIUDIZIO DÌ
VALERYA90
Davvero una one-shot coinvolgente, ben scritta e con dei personaggi,
anche se
un po’ OOC (come tu stessa hai scritto negli avvertimenti),
ben caratterizzati.
Inoltre, nonostante in alcuni punti la narrazione mi sembrasse un
po’ troppo
“veloce” mi è piaciuto molto lo stile
semplice e chiaro che hai usato. Per
quanto riguarda la grammatica la fic era abbastanza corretta, non
c’erano
errori gravi ( a parte“daltronde” invece di
“d’altronde”, che credo che sia un
errore involontario di battitura, e
“apparì” invece di
“apparve” ) ma solo
qualche vista e anche la punteggiatura era quasi perfetta. Nonostante
tu sia
una scrittrice molto giovane hai già una buona padronanza
della grammatica,
della sintassi e della punteggiatura, complimenti. Questa storia
è molto
originale, specialmente per il fatto che sia una EdxRoy invece che una
più
prevedibile RoyxEd ma anche per l’ articolazione della trama
e anche
l’ambientazione della fic era abbastanza originale. Anche lo
stesso sviluppo
della trama era davvero originale. Infatti, questa storia è
davvero diversa da
molte storie sui vampiri che leggo di solito, per questo ti ho dato un
punteggio alto per quanto riguarda l’originalità.
I personaggi sono davvero ben caratterizzati nonostante siano OOC
(comunque non
sono molto OOC, anzi, a tratti sembrano quasi IC ). Ed e Roy, i
protagonisti di
questa fic, erano resi perfettamente, hai saputo esprimere benissimo le
loro
emozioni tramite il tuo stile semplice e chiaro. Anche Envy, Al e
Winry, seppur
figure marginali della fic, erano caratterizzati molto bene.
Per quanto riguarda l’ attinenza al tema, questa fic era
abbastanza attinente
alla frase da te scelta, specialmente nella parte finale. Tuttavia mi
sarei
aspettata una riflessione più approfondita sulla frase
scelta dato che nella
prima parte della fic, sinceramente, io non ho trovato riferimenti alla
frase
da te scelta (comunque forse è solo una mia impressione, non
ti arrabbiare).
Comunque, nonostante tutto, mi è piaciuto molto il modo in
cui hai utilizzato
la frase; insomma, hai saputo mettere la frase nel punto giusto al
momento
giusto, contribuendo a rendere magnifico il finale della tua storia.
Complimenti .
Lo stile veloce, semplice e chiaro, che hai usato per scrivere questa
fic, mi è
piaciuto moltissimo. Infatti, nonostante a volte alcuni passaggi
sembrassero
troppo “veloci”, hai saputo rendere la fic
coinvolgente e interessante. Le
parti narrative e descrittive erano semplicemente perfette ma anche i
dialoghi,
tramite cui, almeno secondo me, si è visto di più
il carattere dei personaggi,
erano ben strutturati. Ho notato anche un buon uso del lessico, adatto
al ritmo
veloce della narrazione e allo stile con cui hai scritto questa
one-shot .
In conclusione: Davvero una bella fic, interessante e avvincente.
Nonostante
sia un po’ lontana dalle fic sui vampiri che sono abituata a
leggere mi è
piaciuta davvero moltissimo, anzi, forse è proprio in questo
che sta la sua
bellezza. Complimenti davvero, si vede che ci hai messo davvero tanto
impegno
per scrivere questa stupenda one-shot, devi essere fiera di questo tuo
lavoro
(indipendentemente da come andrà il contest).
Spero che scriverai altre fic belle come questa ^^.
Correttezza grammaticale: 8,5/10
Originalità: 8,5/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Attinenza al tema: 8,5/10
Stile e lessico: 9/10
Apprezzamento personale: 5/5
Totale: 48,5/55
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