Capitolo 60 - Di nuovo e per sempre
Di nuovo e per sempre
Rebecca fece finalmente ritorno a casa, stanca ma felice.
E ignara di tutto.
Il
congresso a Manchester era stato interessante, e la compagnia di
Augustus si era rivelata come al solito divertente e piacevole.
Durante
le pause del congresso si erano divertiti a fare i turisti ed erano
anche usciti a cena insieme, e Rebecca aveva iniziato a sentirsi di
nuovo ammirata e considerata come donna, e iniziava a pensare che forse
era davvero tempo di rifarsi una vita, ma ancora non riusciva a
lasciarsi andare del tutto.
Eppure con Sirius
era successo tutto così in fretta...
Ma quando aveva conosciuto
Sirius era una ragazza di 25 anni senza legami di alcun genere, mentre ora aveva 35 anni, aveva un figlio ed era vedova
da dieci anni... non era nemmeno riuscita a festeggiare il primo
anniversario di matrimonio!
Sapeva che non avrebbe mai
potuto amare qualcun altro come aveva amato Sirius, però
l'idea di trascorrere tutta la vita in solitudine iniziava a
spaventarla, e troppo grande era il vuoto che sentiva nel cuore.
Forse era ora di provare a colmare quel vuoto.
Per la prima volta si ritrovò a pensare a come l'avrebbe
presa
Jupiter se avesse iniziato a frequentare il padre del suo migliore
amico.
E, per la prima volta, iniziò a chiedersi che cosa
avrebbe provato se un giorno Augustus l'avesse baciata.
"Sirius... Ti amerò per sempre amore mio... Ma mi sento così
sola... "
Lanciò uno sguardo alla foto del suo matrimonio, e fu allora
che
si accorse che l'orologio magico appeso sulla parete era cambiato.
C'era una prima
lancetta, che indicava Rebecca al Castello di Alphard.
C'era una seconda lancetta,
quella di Jupiter, puntata su Hogwarts.
E c'era una terza lancetta, mai
apparsa prima, che indicava la casa di Harry e Ginny: la lancetta di Sirius.
Rebecca
iniziò a tremare mentre il cuore le batteva impazzito nel
petto.
Cos'era successo, cosa stava succedendo?
Non poteva essere uno scherzo
dei Weasley, nessuno di loro le avrebbe mai giocato un tiro così crudele.
Fuori dalla finestra Leotordo picchiava
insistentemente sul vetro, tenendo nel becco il messaggio di Harry per Rebecca, ma lei nemmeno
se ne accorse, perchè in quel momento niente e nessuno
avrebbe
potuto distogliere i suoi occhi dal nome di Sirius apparso
misteriosamente sull'orologio magico.
"Devo andare da Harry...
subito!"
Afferrò una
manciata di Polvere Magica, la gettò nel
camino e, nel giro di pochi secondi, si
ritrovò lunga e distesa nel salotto dei Potter.
Si
rialzò togliendosi di dosso la fuliggine: era da tanto che
non
le capitava più di atterrare così rovinosamente,
ma in
quel momento era già un miracolo che non avesse sbagliato destinazione da tanto era scossa.
Si guardò intorno,
sembrava non esserci nessuno in casa, e sentì delle voci
provenire dal giardino.
"Dai basta ragazzi... non esagerate adesso!" stava
dicendo Harry ad Albus, James e Teddy che ancora non
si erano stancati di giocare insieme a Felpato, anche se questo aveva
permesso a Sirius di distrarsi e di non pensare troppo a Rebecca che
ancora non si era fatta viva.
Harry
si stava chiedendo se non fosse il caso di recarsi a
Castleblack quando una voce disperata alle sue spalle lo fece
trasalire.
"Harry... Aiutami ti
prego... Sull'orologio che mi ha
regalato Molly è apparsa una lancetta e c'è
scritto sopra il nome di Sirius!"
Tutti
si voltarono a guardarla ma lei non si accorse di nessuno, nemmeno di
Felpato che rimaneva immobile a fissarla, sforzandosi di riprendere il
suo aspetto originale senza però riuscirci
da tanto era stata grande l'emozione di ritrovarsela davanti
così all'improvviso.
"L'orologio... chi l'avrebbe mai
detto... "
pensò Harry, e strinse forte le mani di Rebecca tra
le sue
per calmarla e rassicurarla.
"Rebecca... Rebecca, stai tranquilla... E'
tutto a posto, va tutto bene... "
“No che non va tutto bene,
Harry! Secondo il mio orologio Sirius è qui, a casa
tua, ma non è possibile, non è vero, non
può essere, perché lui è…
perché il mio Sirius è… “
Rebecca si
interruppe, oppressa da un dolore che le toglieva il respiro.
Perché?
Perché
tutto questo, di nuovo?
Non aveva
già sofferto abbastanza?
E poi, improvvisamente, accadde.
Accadde
ciò che per dieci anni aveva sempre sognato, sperato e
desiderato ma che mai avrebbe creduto si potesse avverare.
Sentì
una presenza alle sue spalle, sentì due braccia cingerle la
vita, sentì nelle orecchie una voce rotta
dall’emozione.
“Rebecca... Rebecca sono io... “
Rebecca
trattenne il respiro e chiuse gli occhi, il cuore impazzito, la testa
che girava, e posò le sue mani che tremavano su quelle mani
che
la stringevano forte, e non ebbe alcun dubbio.
Quante volte quelle
braccia l'avevano stretta, e quante volte quelle mani l'avevano
accarezzata...
“Avevi
promesso che saresti tornato... e l'hai fatto... ” pensò Rebecca sul
punto di svenire, eppure non osava muoversi, non osava
voltarsi, non osava guardarlo, non osava crederci.
Avrebbe voluto rimanere per
sempre così, nell’incertezza, piuttosto che cedere
alla speranza e scoprire che era stato tutto un sogno o
una magia destinata a svanire.
"Rebecca..." disse di nuovo Sirius facendola lentamente voltare verso
di sè.
Domande, chiarimenti,
spiegazioni... tutto questo sarebbe venuto dopo.
Lo aveva aspettato per dieci
anni.
Era giunto il momento di porre fine a quella lunga
attesa.
Rebecca si voltò e i
suoi occhi incontrarono di nuovo gli occhi di Sirius, quegli stessi occhi che aveva continuato a vedere ogni giorno nel viso di suo
figlio.
“Amore
mio... amore mio sei proprio tu... “ sussurrò
Rebecca
accarezzandogli il viso, e poi non riuscì più a
dire
nulla, accecata dalle lacrime.
Si
gettò tra le sue braccia e lo strinse più forte
che
poteva per essere certa che era vero, che non era un sogno, e pianse
disperatamente, come aveva pianto quando non era
più tornato dall’Ufficio Misteri.
Stavolta il suo cuore non era
straziato da un insopportabile dolore ma rischiava ugualmente di
spezzarsi, incapace di reggere il peso di quella grande, immensa,
inaspettata e indescrivibile felicità.
Sirius non ricordava nulla di
ciò che era successo, non aveva memoria di quello che aveva visto e
sentito mentre era nel Velo, ma in quel momento capì di
nuovo essere veramente stato lontano da lei per dieci anni perché
percepì tutto il suo dolore mentre la teneva tra le braccia, e non riuscì a
trattenere le lacrime pensando a quanto dovevano avere
sofferto lei e Jupiter, a tutti gli anni che avrebbero
dovuto passare insieme e che invece erano andati perduti.
"Sirius... Il mio Sirius... " disse Rebecca incapace di aggiungere altro, incapace di credere che davvero era
lui che la stringeva, e che erano le sue labbra quelle che le
sfioravano i capelli e scendevano sul suo viso coprendolo di baci.
"E' tutto
finito, sono qui con te adesso..." disse Sirius avvolgendola tra
le sue braccia, proteggendola con il suo amore e stringendosi a lei in un
abbraccio infinito.
Quella sera Rebecca non ebbe
bisogno di usare la Metropolvere per tornare a
casa perché, per la prima volta dopo tanti anni,
tornò ad usare la Materializzazione Congiunta insieme a Sirius.
Una volta rimasti soli Rebecca lo strinse di nuovo in
un lungo abbraccio, incapace di separarsi da lui,
temendo che se lo avesse lasciato andare sarebbe sparito di nuovo per
non tornare mai più.
“Mi sembra di avere pianto di
più ora che
sei tornato rispetto a quando ti ho perso...” disse Rebecca.
“ Ora
basta Rebecca, altrimenti fai piangere anche me, e sai che non me lo
posso permettere... sono pur sempre un Black!” disse Sirius,
e Rebecca finalmente sorrise.
“ Continuo
a pensare alla faccia che hanno fatto i miei genitori quando ti hanno
rivisto!” disse Rebecca. “Avresti potuto dirmelo
che volevi
passare da loro, hai colto di sorpresa anche me quando mi sono
ritrovata fuori dalla porta della loro casa!”
“ Non
è andata così male alla fine... Certo, tua mamma
è
quasi svenuta e tuo padre non ha praticamente parlato per tutto il
tempo, ma visto che domani sera saremo e cena da loro credo che non ci
sia nulla di cui preoccuparsi!"
"Ma c'è ancora la mia poltrona preferita! Non è
cambiato nulla qui dentro!" esclamò
lasciandosi cadere sulla Poltrona
di Felpato e trascinando
con sè Rebecca che gli cadde addosso ridendo.
“Il
mio Felpato... “ disse Rebecca mentre lo guardava e
lo
accarezzava ancora stupita ed incredula, e Sirius le prese il viso tra
le mani e baciò a lungo quelle labbra che gli avevano
regalato
non solo baci e sorrisi ma anche parole di conforto e speranza ogni
volta che gli incubi del passato si ripresentavano.
Sapeva che avrebbe avuto ancora
bisogno del suo sostegno, perché per dieci anni non era esistito e
gli sembrava di impazzire ogni volta che ci pensava, e sapeva anche che
gli ci sarebbe voluto del tempo prima di superare questo ennesimo
trauma.
Pensare
al futuro era il modo migliore per rendere più leggero il
peso
di un passato che avrebbe sempre fatto parte di lui, e il futuro in
quel momento era davanti ai suoi occhi e tra le sue braccia.
Ma per rendere completa la sua
felicità mancava ancora qualcosa, anzi, qualcuno, e tra tutte le prove che Sirius aveva affrontato e che ancora
avrebbe dovuto affrontare ce n'era una che temeva più di
tutte.
Harry
aveva cercato mostrargli delle foto di Jupiter mentre attendevano
l'arrivo di Rebecca, ma Sirius non aveva voluto guardarle, non si
sentiva ancora pronto, non sapeva come avrebbe reagito vedendo quella
“nuova versione” di suo figlio, e aveva preferito
aspettare
Rebecca per poter vivere quel momento da solo con lei.
“Prima
hai detto che non era cambiato nulla ma non è vero, non hai
guardato con attenzione... O forse credevi che questo bel ragazzo nella
foto fossi tu da giovane?”
Rebecca
aveva usato un tono scherzoso per stemperare la tensione, ma il suo
cuore batteva forte mentre porgeva a Sirius la cornice in cui era
rinchiusa la foto di Jupiter con la divisa di Hogwarts.
Si
sedette accanto a lui e gli cinse la vita con un braccio e, nonostante
i suoi buoni propositi, non riuscì ad impedire alle lacrime
di
scendere mentre Sirius vedeva per la prima volta il viso di suo figlio.
“E' bellissimo
vero?” sussurrò Rebecca.
Sirius rimase a
lungo in silenzio, incapace di parlare e di staccare gli occhi da suo
figlio.
“Fino a poche ore fa era ancora un neonato...
Mancava solo una settimana al suo primo compleanno... Dovevamo
festeggiare insieme... E invece ho perso tutto di lui... Quando mi
vedrà non mi riconoscerà nemmeno... Non sa nulla
di me...
"
"No Sirius, non fare così... Jupiter sa tutto di
te, ti vuole bene... Sei suo padre e lui lo sa, lo ha sempre
saputo! Gli
ho mostrato le tue foto, gli ho raccontato la storia dei Black, e l'ho
sempre portato al Castello di Alphard, dove poteva dare libero sfogo
alla sua magia e leggere i libri di incantesimi! E' sempre stato
orgoglioso di essere tuo figlio, e ha sentito tanto la tua mancanza...
non riesco nemmeno ad immaginare quanto sarà felice di
vederti!
Ha anche scritto di nuovo il tuo nome
sull'albero genealogico!"
"Che cosa ha fatto?" esclamò Sirius, e Rebecca
gli raccontò ogni cosa.
"Sono felice... orgoglioso... non so nemmeno io come mi sento... "
disse Sirius mentre tornava
a guardare la foto di Jupiter, studiando a fondo ogni dettaglio di quel
viso sconosciuto e familiare al tempo stesso, nei cui tratti
riconosceva ancora il bambino che così tante volte aveva
tenuto
in braccio, con quegli occhi così uguali ai suoi e quel
sorriso
che ogni volta lo riempiva di gioia e di orgoglio.
E
adesso era uno studente di Hogwarts, indossava l'uniforme, e stringeva
fiero tra le mani la sua bacchetta magica.
“ Ma questa
è la bacchetta di zio Alphard!” esclamò
Sirius.
“ Sì
è proprio lei... anche se Jupiter direbbe che è
la bacchetta di suo padre!” disse Rebecca.
“ Ma com'è
possibile?“ chiese Sirius.
Rebecca
gli spiegò ogni cosa, e ogni parola le costò
grande
fatica perché significava rivivere quella maledetta notte di
dieci anni prima e,
soprattutto, doveva parlare di Remus e
mettere Sirius ancora una volta di fronte alla dura
realtà.
“ Jupiter grazie a
Remus ha potuto portare a Hogwarts una parte di te... Come avrebbe mai
potuto dimenticarti?”
“ Lunastorta...
“ disse Sirius esprimendo con una sola parola tutto il suo
dolore e tutta la sua gratitudine.
“ Remus è
stato un padrino fantastico, Jupiter lo adorava, e ha voluto un bene
infinito anche a Tonks... La chiamava zia
Dora, e Tonks
mi diceva sempre che Jupiter era l'unico al mondo a cui avrebbe mai
permesso di chiamarla Ninfadora! Era pazza di lui... E Jupiter rideva
sempre quando era con lei... A proposito, una
delle grandi passioni di Jupiter sono le Cioccorane... Remus
è riuscito a trasmettere la dipendenza da cioccolato anche a
tuo
figlio! Ricordiamoci di passare da Hogsmeade domani prima di andare a
Hogwarts, perchè proprio l'altro giorno Jupiter mi
ha
scritto chiedendo di mandargli una
confenzione gigante di Cioccorane... dice che gli servono per
sopportare lo stress delle lezioni! Ma ti rendi conto?” disse
Rebecca scuotendo la testa divertita.
“ E ha ragione!
Lunastorta gli ha proprio insegnato tutto...” disse Sirius
sorridendo tristemente.
Rebecca lo
abbracciò di nuovo e continuò a parlargli di
Jupiter.
“ Ci sono due negozi
che tuo figlio ama più di ogni altra cosa... Mielandia e Accessori
di Prima Qualità per il Quidditch!
Sai che è un Cercatore? Per il momento gioca come riserva e
non
l'ha presa affatto bene, lui vorrebbe essere un titolare! Tuo figlio adora lo sport, sia
magico che Babbano... guarda con i tuoi occhi!”
Rebecca
lo prese per mano e lo portò nella camera di Jupiter e
ancora
una volta fu uno choc per Sirius, che ricordava la stanza di un
neonato, mentre adesso era la stanza di un ragazzino decisamente amante
del calcio visto che sulla parete faceva bella mostra di sé
un
poster dei Glasgow Rangers insieme alle foto della squadra in cui
Jupiter aveva giocato quando frequentava le scuole elementari.
“ Qui
c'è di mezzo tuo padre!” disse Sirius ridendo
mentre
osservava la crescita di Jupiter attraverso quelle foto. “Ha
sempre cercato di farmi diventare un tifoso, ma io e lo sport non siamo
mai andati d'accordo, lo sportivo in famiglia era mio fratello...
Jupiter ha preso da lui, e infatti un po' gli somiglia... “
“ Lo
so, me lo ha detto sempre anche Andromeda, soprattutto per quel che
riguarda il Quidditch, e non è un caso se giocano nello
stesso
ruolo!” disse Rebecca, e poi si rese conto che Sirius ancora
non
sapeva come era morto suo fratello e di nuovo lottò per
respingere le lacrime: un giorno lo avrebbe saputo, e sarebbe stato un
altro duro colpo per lui.
Sirius
notò una foto che Jupiter teneva sul suo comodino.
Era
stata scattata ad Hyde Park all'epoca delle loro uscite clandestine da
Grimmauld Place, e Jupiter era seduto sull'erba accanto a Rebecca... e
a Felpato.
“ E'
da quando aveva circa cinque anni che tiene questa foto sul comodino...
Felpato è uno dei ricordi più belli della sua
infanzia”.
“ Dev'essere stata
dura per te crescerlo da sola... “ disse Sirius
abbracciandola stretta.
“ Sarebbe
stata dura non averlo accanto a me! E' stato il dono più
bello
che tu potessi farmi Sirius... E tu
sei sempre stato con noi, nei nostri pensieri e nel nostro cuore, ogni
giorno... E Jupiter è sempre stato bravo, sia a casa che a
scuola... Certo, qualche volta mi ha anche fatta arrabbiare, ed
è logico, non sarebbe stato normale altrimenti! Non sai
quanto
mi manca ora che è a Hogwarts, ma sono così
felice per
lui, che può finalmente essere un mago come aveva sempre
sognato! Jupiter è sempre
stato orgoglioso di essere un mago ma non si è mai sentito
superiore ai Babbani, si è sempre sentito parte di entrambi
i
mondi, se fosse per lui abolirebbe lo Statuto di Segretezza!”
“ Non vedo l'ora di
conoscerlo... “ disse Sirius incapace di credere di essere
davvero lui il padre di quel bambino.
“ Sai
che voleva fondare la prima squadra di calcio a Hogwarts? Ma credo che
per il momento abbia abbandonato il progetto, adesso è
troppo
preso dal Quidditch, te ne accorgerai quando vedrai la sua stanza al
Castello di Alphard!”
Sirius prese per
mano Rebecca e si Materializzò con lei al Castello.
“ Sirius...
avvisami prima! Sei sempre il solito!” disse Rebecca ridendo
mentre Sirius la portava nella camera di Jupiter, che era praticamente
la “versione magica” della sua stanza di
Castleblack.
Non
c'era un poster dei Glasgow Rangers ma uno del Puddlemere United, e
invece delle foto della squadra di calcio c'erano le foto della squadra
del Quidditch Grifondoro di Hogwarts, e Jupiter sfoggiava orgoglioso la
sua divisa da Cercatore.
E poi c'era una
foto di Jupiter Harry e Teddy che cavalcavano le loro scope con il
Castello di Alphard sullo sfondo.
“ Questa
foto è dello scorso Natale... Harry ha regalato a Teddy e
Jupiter la Firebolt 3000, il massimo quest'anno! Jupiter la tiene
chiusa in questo armadio ma io non lo posso aprire, solo Jupiter
può farlo! Nulla di magico, solo un banalissimo lucchetto
Babbano!” disse Rebecca ridendo. “A
proposito, guarda la scopa di Harry... non ti ricorda nulla?”
“ Non dirmi che
è la Firebolt che gli ho regalato io!”
“ Esatto!
Harry l'ha sempre conservata e l'ha regalata a Jupiter, anche lei si
trova in questo armadio! Jupiter si è portato la
chiave a Hogwarts, è gelosissimo dei suoi manici di scopa...
come se io potessi usarli! A meno che non abbia paura che io li
utilizzi per fare le pulizie! Tuo figlio a volte è quasi
insopportabile, mi domando da chi abbia preso!” disse Rebecca
ridendo.
“ Se
penso a quello che Harry ha fatto per me... “ disse Sirius
guardando il suo figlioccio volare nella foto con Jupiter e Teddy che
si divertivano ad inseguirlo.
“ Avevo
notato che era un po' strano negli ultimi giorni, ma mai avrei
immaginato quello che aveva in mente di fare... Da un parte sento che
non mi basterà una vita intera per ringraziarlo ma nello
stesso
tempo sono furiosa con lui, perché avrebbe potuto rimanere
intrappolato nel Velo e lasciare sola Ginny con i bambini! E lei
è di nuovo incinta!” esclamò
Rebecca.
“ Tu furiosa con
Harry? Mi dispiace ma non ci credo!” disse Sirius ridendo.
“ Hai ragione... gli
voglio troppo bene! E Jupiter e Teddy lo adorano,
è il loro capo e la loro guida! Harry non ti ha mai
dimenticato, sei stato un padre per lui... E adesso lo so cosa
stai per dire, tu sei
il suo padrino e non hai mai voluto prendere il posto di James! Stai
tranquillo, Harry ha ben presente chi è suo padre e non lo
dimentica! Ma tu sei sempre stato importante per lui e lo sarai
sempre... Gli sei mancato tanto... Sei mancato a tutti noi...
“
Sirius
abbracciò Rebecca sopraffatto da mille emozioni e dal
pensiero che l'indomani ci sarebbe stato anche Jupiter stretto
in
quell'abbraccio, e Rebecca sentì il suo
cuore tremare mentre si abbandonava tra le braccia di Sirius, e tra un bacio e l'altro gli disse infinite volte quanto
lo amava.
Sirius la tenne
stretta e la baciò a lungo finchè
non ci furono più lacrime, non ci fu più dolore,
ma ci
furono soltanto Sirius e Rebecca, di nuovo soli con il loro amore.
Di nuovo insieme.
E stavolta per
sempre.
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