Capitolo
1
In quel
momento avrei voluto sparire dalla faccia del pianeta terra,cancellare
ogni traccia della mia esistenza dai pensieri della gente. Avrei voluto
che i ricordi,i ricordi che sapevano di me,abbandonassero le menti di
coloro che mi avevano conosciuta,e volassero via come uccelli migratori
intenzionati a non fare mai più ritorno,diretti in una terra
remota.
Si,avrei
tanto voluto che un battito d'ali e un soffio di vento fossero potuti
bastare per avverare la mia volontà...
Eppure
proprio quando si desiderava una fine,la vita capricciosamente imponeva
di restare. Così eccomi lì,ancorata al suolo,a
respirare per nutrire i miei polmoni,a sprecare aria,ad obbligare
qualcuno a spendere il suo tempo per medicarmi,a creare problemi ad una
famiglia,a rovinare una serata che avrebbe dovuto essere una semplice
festa di compleanno.
...La
mia festa di compleanno.
Feci
un rapido calcolo mentale: se non fossi mai esistita,non ci sarebbe
stato nessun compleanno da festeggiare per Isabella Swan. E non ci
sarebbe stato alcun rompicapo per i Cullen. Dio,se Edward fosse stato
lì e i suoi poteri avessero funzionato su di me,mi avrebbe
dato della patetica.
-Bella
non devi sentirti in colpa.-
La
voce morbida e rassicurante di Carlisle mi riportò alla
realtà. Fu come ricevere un abbraccio confortante capace di
lenire l'imbarazzo che provavo.
Mi concedetti per
un istante di distogliere lo sguardo dal suo braccio sanguinante
e di guardarla negli occhi. Brillavano di una luce
timida,impaurita,e avevano la straordinaria capacità
di suscitare curiosità a chi li incrociava; non
erano di un penetrante colore azzurro o di una sfavillante
tonalità di verde,ne avevano il fascino vampiresco di quelli
dorati che possedevano i miei simili: tuttavia,per quanto potessero
essere semplici,gli occhi di Bella catturavano con la loro
oscurità,trasportando chi li guardava in uno scenario
indefinibile e tormentato,che suscitava inquietudine. Da
tempo la loro luce mi aveva indotto a pensare che fossero animati da un
misterioso e sconcertante incantesimo.
La confusione si
stava facendo strada dentro di me. Tornai a concentrarmi
sull'estrazione delle schegge di vetro che le erano penetrate nella
carne. Il battito del suo polso era troppo veloce. Quando un mio
paziente era agitato cercavo di distrarlo chiacchierando.
-A che pensi?-
Sentivo
un fastidioso pizzicore,e sapevo bene da dove provenisse,ma cercavo di
ignorarlo con tutte le mie forze. Carlisle era concentrato nella sua
operazione,e procedeva con assoluta tranquillità.
-Penso
a quante volte mi hanno dovuta ricucire.-
Feci
un sorriso imbarazzato,gli occhi fissi sul quadro appeso alla
parete,oltre la sua nuca. Lui rise.
-Sono
cose che capitano. Certo,bisogna ammettere che nel tuo caso avvengono
con una frequenza maggiore rispetto al normale...ma c'è pur
sempre di peggio nella vita.-
Sospirai
e venni contagiata dalla sua calma risata. Il pizzicore al braccio
somigliava ai morsi di tanti dispettosi esserini,ma il dolore era
svanito.
-Immagino
tu lo sappia bene,hai vissuto tanto.-
-Non
si vive mai abbastanza per sapere troppo.-
Quella
frase mi colpì,pronunciata da lui che aveva vissuto per
secoli.
-Come
fai a sopportare continuamente l'odore del sangue con il lavoro che
fai?-
-E'
una questione di abitudine,ormai non ci faccio neanche caso. Non
s'impara a controllare la propria debolezza evitandola,ma affrontandola
e convivendo con essa.
-Beh
io non imparerei a controllare il disgusto per il sangue se mi mettessi
ad osservarlo.- dichiarai.
Ma
forse non ero l'unica che non aveva una completa padronanza di se.
Rividi l'immagine di Jasper,collerico,assetato del mio
sangue,lottare mentre Emmet cercava di tenerlo fermo,Esme che si
scusava e usciva dal salotto tenendosi il naso tappato,Edward con i
muscoli tesi e l'espressione sofferente, Alice che ci lasciava per
ultima con un sorriso timido dipinto sulle labbra: non tutti erano
abili a controllare la loro sete quanto il capo famiglia.
-Coraggio,abbiamo
quasi finito.-
Carlisle
procedeva sicuro il suo lavoro,con espressione serena. Più
lo osservavo e più capivo quanto amasse fare il medico.
-
Non sento nemmeno dolore.-
Dichiarai
grata. Poi mi azzardai a fargli la domanda che mi stava tormentando da
un po'.
-Jasper
dove sarà finito?-
Osservai
il suo volto: le guance d'avorio le si erano
teneramente tinte di rosso. Quando gli umani si sentivano in imbarazzo
il sangue affluiva alle loro gote e le colorava vivacemente.
In me era lontano
il ricordo di quella sensazione sulla pelle,tuttavia non era scomparso.
Un tempo,pensai,con
nostalgia,anch'io ero in grado di arrossire.
Mi piaceva
osservare Bella in quella circostanza,il rossore delle guance aveva
acceso le sue labbra di un delicato colore rosato e aveva
inevitabilmente portato il mio sguardo a posarsi su di esse.
-Starà
bene,Edward lo farà ragionare. Non preoccuparti.-
Mi decisi poi a
rispondere.
La linea sottile
delle sopracciglia che evidenziava la sua espressione
preoccupata, si distese leggermente. Cercai di distogliere lo sguardo
dalle sue labbra.
I capelli
leggermente crespi le incorniciavano il viso e le ricadevano
morbidamente lungo le candide braccia,quasi fino a sfiorare
lo ferita che io ormai avevo ripulito. Quella maledetta ferita.
Fragile come un
fiore,delicata come un petalo,la mia bella. E Bella era anche il suo
nome.
Era sbagliato. Era
ingiusto. Non dovevo.
Se potevo
controllare il mio istinto omicida,potevo controllare anche il
desiderio.
Nel mio
caso,sfiorarla equivaleva a violarla completamente. Bella viveva per
Edward,e mio figlio viveva per lei: non potevo spezzare il loro
equilibrio,non potevo intromettermi.
Non potevo
toccarla. No,non dovevo.
Per
un breve attimo mi parve di scorgere un'inspiegabile sofferenza nei
magnetici occhi di Carlisle. Ma forse era stata solo la mia
immaginazione.
-
Se Edward acconsentisse alla mia richiesta di farmi diventare come
voi,incidenti come questo non capiterebbero.
Ignorai
ago e filo che,inesorabili,si stavano avvicinando al mio
braccio,dopotutto sapevo che erano le mani di un esperto a guidarli.
-Mio
figlio...tiene estremamente a te. Le sue decisioni sono influenzate
dalle sue paure. Edward non crede esista il Paradiso per i vampiri.
La
voce di Carlisle accarezzava le mie orecchie come le note di un flauto.
Volevo sentirla ancora.
-Teme
di condannarmi ad un'esistenza dannata trasformandomi?
Formulare
quella frase mi era costato dolore. Improvvisamente capivo
perché Edward lottasse così ostinatamente per
farmi cambiare idea.
-Non
potrebbe accettare di essere stato la causa della tua rovina. In futuro
troverà il coraggio di parlartene e allora sono sicuro che
riuscirete a trovare un accordo.
-Lo
spero. Io so già quello che voglio. Il mio Paradiso
è lui,non mi importa se la sua tesi potrebbe essere vera.-
ammisi.
Non
volevo invecchiare al suo fianco,tanto meno dirgli addio morendo.
Di
nuovo credei di vedere gli occhi di Carlisle spegnersi. Ma cosa gli
stava succedendo?
-
Vedo che hai le idee chiare. Spero che presto anche mio figlio possa
essere in grado di fare la sua scelta.
L'ago
mi pungeva leggermente il braccio e il filo mi solleticava la pelle,ma
quel leggero fastidio non aveva niente a che vedere con il mio tormento
interiore.
Quando
Carlisle smetteva di parlare mi sentivo come prosciugare da dentro,non
sapevo se di acqua o di respiro,forse di entrambi. Mi sentivo come se
dopo una lunga corsa estenuante qualcuno mi avesse offerto un bicchiere
colmo di acqua fresca,e poi mi avesse obbligato a risputarla tutta
fuori,proprio quando stavo per mandarla giù per la gola a
rigenerare l'organismo stanco: la bocca insoddisfatta pretendeva di
riavere ciò che non aveva potuto gustare appieno e il
desiderio la rendeva ancora più arida.
Non
mi ero mai resa conto di quanto potesse essere letale osservare
Carlisle. Era bello e dannato,proprio come Edward,ma i lineamenti del
suo volto erano più decisi,più maturi,rispetto a
quelli del mio vampiro. L'angelo che lo aveva scolpito aveva calcato
con profondità e precisione i suoi tratti,per conferirgli
un'aria nobile,saggia. In quel momento una ruga di
perplessità gli solcava la fronte marmorea,gli occhi di
falco brillavano di una luce triste,una luce disarmante. Cosa si stava
agitando in quel mare dorato? Avrei voluto annegarvi per saperlo,tanto
ne ero attratta. Mi faceva male il cuore,una morsa opprimente mi
stritolava i polmoni,come se mi si fossero annodati al collo.
Quello
che mi stava accadendo non era normale.
-
Beh dopotutto tu hai trasformato Esme,la donna che ami...- mormorai
quasi ansimando.
Cosa
centrava Esme? Perché l'avevo messa in mezzo?
Staccai il filo
rimanente e posai l'ago nella valigetta.
Esme?
Si,Esme era la
donna che amavo. Ma in quel momento non riuscivo a fare altro che
pensare a Bella.
Isabella
Swan,un'umana appena diciottenne,ancora acerba.
...Eppure ero
attratto da lei.
La
verità mi pugnalò alla schiena,mi colse di
sorpresa,non ebbe pietà.
Soffriva.
E la sua sofferenza penetrava in me attraverso quegli specchi d'oro
liquido,fino a spogliarmi.
Ma
il mio era solo un capriccio. Se amavo Edward,perché
desideravo anche Carlisle?
"Non
si possono amare due persone contemporaneamente allo stesso modo."
Avvicinai
una mano per sfiorargli una spalla,la feci scorrere sul suo collo e
sulla sua guancia sinistra,gli scompigliai i capelli biondi sulla
fronte,e rimasi ad osservare quel capolavoro d'arte.
Lentamente afferrai
la sua mano e la posai sulle mie labbra.
-Non voglio farti
commettere questo sbaglio.-
Sussurrai ad occhi
chiusi,e dopo averle baciato le dita abbandonai la presa su di essa.
La sua bocca era
rimasta semiaperta per lo stupore. Lessi dolore struggente nei suoi
occhi.
Mi si
avvicinò esitante,incatenando il suo sguardo al mio. Potevo
sentire il suo respiro sul mio viso,il suo profumo farsi più
intenso e avvolgente.
Mi
avrebbe fatto male. Ma se non avessi agito subito sarei morta. Gli
sfiorai il petto con una carezza. Anche i vampiri hanno un cuore.
Quello di Carlisle pulsava forte,vi appoggiai la testa sopra e presi un
grosso respiro,inebriandomi del buonissimo odore della sua camicia,un
odore che mi mandò in estasi. Volevo rimanere
così per sempre.
-Mi
prenderò le mie responsabilità- sussurrai
faticando a parlare.
Ma
quali responsabilità? Forse stavo vivendo il più
meraviglioso dei miei incubi. Dovevo svegliarmi al più
presto.
-Oh,Bella...-
sospirò lui con voce rotta.
Ero
una maledetta serpe che lo stava costringendo a fare ciò che
non voleva fare,ecco cos'ero.
Mi
afferrò il mento con la sua mano fredda e dalle dita
affusolate. Un sorriso gli increspò le labbra,i suoi occhi
splendettero.
Mi avvicinai a
quelle labbra tanto agognate e vi posai sopra le mie. Il respiro le si
mozzò. I nostri corpi tremarono e si irrigidirono. Mentre le
nostre bocche si tuffavano l'una nell'altra e si assaporavano di
baci,strinsi quel fragile corpo al mio. Il battito del suo cuore sopra
il mio mi fece sentire vivo come non mai,era il suono più
meraviglioso che avessi mai udito,il dolce vibrare di una corda di
violino che faceva rabbrividire d'emozione al primo ascolto.
Tum...tum...tum...Quel suono mi cullava,mi trasportava in un mondo
chiamato completezza,bussava gentilmente e con passione contro la mia
anima. Tum...tum...tum... Perché i vampiri un'anima ce
l'hanno.
Le nostre lingue
danzavano e si rincorrevano con dolcezza. Il respiro di Bella mi
rilassava,era un soffio di vento che mi scuoteva completamente da
dentro.
Le sue labbra erano
il frutto più invitante che avessi mai assaggiato,non potevo
farne a meno.
Ma mentre lei mi
donava calore,io lentamente la facevo gelare con la temperatura fredda
del mio corpo.
Eppure la sentii
premere una mano sulla mia nuca e afferrarmi i capelli saldamente,non
voleva allontanarsi da me.
Avevamo sete l'uno
dell'altra.
Non
volevo perdere Carlisle,mi piaceva essere pervasa dal
gelo,perché era lui a procurarmelo. Mi strinsi con
più decisione al suo petto. I brividi testimoniavano che
ciò che stava accadendo era reale,che non era un sogno. Non
ero mai stata così nemmeno con Edward.
Volevo
immergermi completamente nel sapore dei suoi baci,non riuscivo a
saziarmene,ne volevo ancora.
...e
ancora...
Sentivo
di avere un uomo,un uomo maturo a tutti gli effetti,accanto a me. Un
vampiro,per essere precisi. Sapeva di vita vissuta,di sapienza...di
sofferenza...
E
mi attraeva,perché mi faceva sentire ancora più
viva.
La
sua voce che sussurrava il mio nome era la nota dolente di un
piano,ultraterrena,angelica.
Avrei
voluto piangere,qualcosa si stava muovendo dentro di me.
Perché era dovuto succedere tutto questo?
Fu come morire.
Morii. Ma dovetti farlo:mi staccai dalle sue labbra.
Riaprimmo gli
occhi. Dovemmo fronteggiarci l'uno nello sguardo dell'altra.
-Avrei
voluto...avrei voluto scoprirlo prima di incontrare Edward.
Mormorò.
-Avrei voluto non
scoprirlo mai...-
Quella
frase mi fu fatale.
Capii
tutto. Lui amava Esme. "Non si possono amare due persone
contemporaneamente allo stesso modo."
Non
poteva...non potevamo.
Mi
immersi nell'oro liquido dei suoi occhi,palpitanti per il dolore. Avrei
potuto vederli piangere lacrime dorate,tanto erano lucidi. Lucidi fino
a bruciare.
-Bella,dimentichiamo
tutto questo...-
Non
riuscivo neppure a piangere. Gli incubi finivano sempre
così: ti lasciavano senza speranze,ad annegare in un mare di
angoscia e disperazione pura.
Mi
sollevò in piedi,con presa ferrea.
-Farò
il possibile perché tu possa dimenticare...Lo prometto.
"Quando
si desiderava una fine,la vita capricciosamente t'imponeva di
restare"...
Era
assurdo quanto le parole potessero essere taglienti:una lama mi aveva
squarciata trapassandomi completamente da parte a parte,eppure ero
ancora viva. Perché? Perché!? Volevo morire
all'istante.
-Bella?
Carlisle?-
Mi voltai. Sulla
soglia della cucina era comparsa la figura di mio
figlio:Edward. Aveva un'espressione preoccupata sul volto,era
in ansia per Bella.
Lei si accorse
della sua presenza solo quando la sua voce spezzò il
doloroso silenzio nell'aria.
-Vedo che avete
quasi finito. Ti aspetto fuori,così ti riaccompagno a casa.-
Si rivolse alla sua
anima,pieno di amore nei suoi confronti che traspariva da ogni suo
gesto.
Lei lo
guardò negli occhi e annuì. Fece uno sforzo
inumano per sorridergli.
"Inizia
a morire da adesso,inizia a dimenticare. Ma almeno fai in modo di
morire tu sola,senza di Edward. Soffri in silenzio. E dimentica...Non
essere egoista..."
E
iniziai a morire poco per volta.
***************
Spazio dell'autrice:
non so se abbia un senso,non so se vi sia piaciuta e non so se la
continuerò. Lascio a voi il diritto di commentare
sinceramente. Per adesso la imposto come completa. Ma nel caso dovessi
vedere che il primo capitolo vi ha preso,potrei azzardare l'ipotesi di
un continuo,massimo di due o tre capitoli in più. Beh,vi
saluto cari twilighters!
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