Capitolo 2
Quando un vaso si
rompe,perché caduto a terra,o colpito violentemente da
qualcosa,è difficile ricomporlo. Riunire i pezzi nel giusto
ordine richiede pazienza e perizia. La colla serve a nascondere i segni
delle incrinature,ma nemmeno quella più resistente
è in grado di riportare il vaso rotto al suo stato
originale,perfettamente intatto; si tratta di un'operazione
delicata,dopodiché è necessario aspettare che la
colla sia completamente asciutta. Altrimenti si può dire
addio al vaso.
Questo è
quello che era successo al nostro Amore,quello con la a maiuscola:
qualcosa si era incrinato. Qualcosa era cambiato.
Non ci eravamo
persi per strada,semplicemente avevamo preso una direzione diversa,io
per un motivo,lui per un'altro. E mano a mano che i giorni passavano la
lontananza tra di noi continuava ad aumentare.
Era questo l'amore
vero? Così volubile...Così
rapido...Così fuggente?
Avevo sempre
pensato che l'amore vero fosse come una fiamma perenne: il vento
l'avrebbe potuta smuovere,allora essa si sarebbe ribellata
ardentemente,con passione,facendo risplendere il fuoco che l'animava
con una nuova forza,sempre più luminosa e calda,ogni volta
che avrebbe incontrato un ostacolo intenzionato a spegnerla. L'amore
vero non si sarebbe fermato davanti a nessun problema,in un modo o
nell'altro ce l'avrebbe fatta a sopravvivere incontrastato.
Avevo superato la
fase di vita in cui si credeva che fosse tutto rose e fiori,sapevo che
ci sarebbero stati degli alti e bassi in amore. Ma non pensavo che il
sentimento scaturito dall'incontro fra me ed Edward potesse
affievolirsi così velocemente.
Qualcosa di intenso
e profondo fra di noi c'era stato,ma sentivo che ormai era finito. La
mia favola era durata troppo poco.
Forse quello non
era mai stato il mio Amore con la maiuscola...Forse lo avevo creduto
presto,e mi ero sbagliata.
Dopo l'insuccesso
della mia festa di compleanno a casa Cullen,Edward aveva assunto un
atteggiamento più discostante nei miei confronti. Ogni
mattina passava a prendermi per portarmi a scuola; durante le lezioni
sedevamo vicini come al solito,negli ultimi posti in fondo all'aula,poi
lui mi accompagnava a casa o a lavoro. Ma non c'era dialogo,non c'era
la complicità di un tempo tra me e lui.
Per quanto mi
riguardava,il vaso si era rotto...
E sapevo anche il
perché.
-Bella,devo
parlarti.-
-...Ehm,Bella...t-ti
deve parlare...-
Spostai la mia
attenzione dagli zaini che stavo sistemando negli scaffali quando mi
sentii chiamare per nome. Mike aveva usato un tono di voce incerto. Mi
voltai.
Alice se ne stava
con le mani appoggiate al bancone,gli occhi dorati che lampeggiavano
nella mia direzione,mettendo in risalto il suo sguardo già
di per se acceso e penetrante. Non mi ero accorta che fosse entrata nel
negozio,tanta era la grazia con cui si muoveva.
Era da un po' che
non la vedevo. Trattenei l'impulso di gettarle le braccia al collo.
-Alice! Che ci fai
qui?-,le domandai sinceramente sorpresa.
Sospirò
fissando il soffitto. -Lo ripeto: ti devo parlare.-
Evidentemente si
trattava di un argomento delicato,che non si poteva discutere in
pubblico. Mike assisteva alla scena con un'espressione ansiosa,l'arrivo
di Alice e il modo in cui mi si era rivolta lo avevano messo in
agitazione.
-Se vuoi,puoi
andare...Non preoccuparti,tanto ti mancano solo dieci minuti e oggi non
c'è molto movimento.-
Decisi di dargli
retta. -Oh beh,ti ringrazio Mike-
Più che
altro lui sembrava felice all'idea di togliersi di torno Alice.
Quando salimmo nel
pick-up,non feci in tempo a mettere in moto che una delicata mano da
folletto mi fermò mentre stavo per inserire la chiave.
-No,ho bisogno che
tu sia concentrata sul discorso.-
Cominciai a
preoccuparmi. La faccenda doveva essere grave,se Alice era venuta a
cercarmi a lavoro con quell'aria arrabbiata. Nelle sue vivide iridi
ambrate leggevo che in lei si stava verificando una lotta di sentimenti
contrastanti: shock,delusione,tristezza e furia repressa.
Improvvisamente capii. Come avevo fatto a non soppesare l'ipotesi che...
Mi sentii
smascherata,colpita a segno. Dispiacere,rimorso e vergogna erano parole
troppo insignificanti per descrivere il mio stato d'animo.
-Bella...sono
veramente...- Tentò di iniziare Alice. Ma anche lei non
trovava le parole. Scosse la testa e abbassò lo sguardo.
- Lo avevo visto.
Ma non vi ho voluti fermare. Spettava a voi controllarvi. Non mi piace
intervenire in faccende di questo tipo. L'amore è un
sentimento troppo potente e capriccioso per essere interpretato
correttamente da una visione e fermato del tutto interferendo una sola
volta. Sapevo che non avrei potuto cambiare il vostro destino...-
-Alice io...-
-No,Bella. Adesso
fammi parlare.-
Ammutolii. Mi
avrebbe mai perdonata? Cosa stava pensando di me in quel momento?
Rividi la scena in cui lei,quella sera,mi passava davanti rivolgendomi
un timido sorriso prima di uscire dalla stanza. Quel
sorriso,compresi,racchiudeva un significato profondo:non rivelava
timidezza,ma rassegnazione. Rassegnazione a ciò che,lei
sapeva,stava per accadere tra me e Carlisle.
- Non dovrei essere
io a dirtelo. Ma temo che se non sarai preparata ad affrontare la cosa
in anticipo,in quel fatidico giorno...tu impazzirai.-
Mi sentii gelare.
-Dirmi cosa?
Alice,io non mi merito di sapere niente,dopo quello che ho fatto.-
-La tua colpa non
sta in ciò che hai fatto,ma in ciò che hai
taciuto. Amare non è un peccato,mentire invece lo
è. Non posso sopportare l'idea che tu dovrai soffrire in
quella maniera...-
In quel momento
leggevo solamente dolore nei suoi occhi. Non feci alcuno sforzo per
fermare le lacrime che mi avevano annebbiato la vista e mi stavano
pizzicando le ciglia,forse perché non mi ero accorta in
tempo che stavano percorrendo le mie guance,forse perché
avevo altro a cui pensare.
-Stiamo per
andarcene.-
Come? Quando?
Perché? Chi?
Quella frase
risuonava nelle mie orecchie come l'incessante rintocco di un orologio
dai circuiti arrugginiti.
-Intendo io e la
mia famiglia. Lasceremo Forks.-
Un pugnale mi
perforò il petto e vi rimase saldamente conficcato. Smisi di
compiere qualsiasi movimento volontario. I pensieri scivolarono via
dalla mia mente colando al di fuori come olio freddo.
- L-lo hai visto in
una visione?-
Rimasi sorpresa
quando sentii che la mia bocca era ancora capace di articolare suoni.
-No,io ho visto
solo dove andremo a stabilirci. La decisione è stata presa
ieri sera. Da Edward.-
Alice
esitò prima di pronunciare il suo nome,come se tra le mani
tenesse un oggetto molto delicato e stesse facendo il possibile per
maneggiarlo con cura.
Ma tra
l'incredibile quadrato amoroso- mi venne la nausea ad immaginarlo- che
si era creato tra me e i Cullen,sicuramente io era quella che meritava
di essere trattata peggio.
Se ne andavano...
Lontano...
E non sarebbero mai
ritornati.
Brancolavo nel
nulla,uniche mie compagne erano l'angoscia e la ragione,la
quale,capricciosamente,rifiutava di credere che le parole di Alice
fossero vere,che tutto ciò che stava accadendo fosse reale.
- Edward sa cosa
è successo?-
- No. In famiglia
c'è un immenso rispetto reciproco. Lui non usa i suoi poteri
su di noi,ci tiene a non violare la nostra privacy e a non intrufolarsi
nelle nostre menti.-
La pioggia
picchiettava fitta contro i vetri del pick-up. Anche il cielo stava
piangendo.
- Ringrazia che
Edward abbia la mania di essere leale. Spetta a te prendere una
decisione: dirgli addio senza confessare la verità,oppure
parlargli affrontando le conseguenze.-
Mi sentivo
squarciata in due,come se mi avessero tirata per le braccia fino a
strapparmi. Edward aveva occupato il posto più importante
nella mia vita,e stavo da schifo all'idea di perderlo,ma in quel
momento il dolore più grande che provavo non era per lui.
Nel mio cuore,inciso con inchiostro di sangue,stava un nome.
Carlisle.
Ma dovevo accettare
la realtà.
-Oh,Alice...-
gemetti senza riuscire a trattenere un singhiozzo. La strinsi a me tra
le lacrime.
-Bella. Bella,ti
prego...calmati.-,mi sussurrava dolcemente all'orecchio,accarezzandomi
la testa.
-Ho fatto un
casino...-
-E allora cerca di
rimediare. Fai la cosa giusta,anche se questo significa che dovrai
soffrire. Liberati dal peso che ti opprime,ti sentirai pulita.
Ricomincerai a vivere poco alla volta. Per voi umani è
più facile dimenticare.-
Dimenticare?
Spalancai gli
occhi,scioccata. Il terrore m'invase. Pura paura.
...Come slittavano
armoniosamente quelle due parole,insieme...Pura paura.Eppure
esprimevano qualcosa di altamente negativo.
Com'era strana la
vita: a volte non faceva altro che prendersi gioco dei sentimenti
altrui.
Io non volevo
dimenticare. Dimenticare significava far morire una parte di me.
-Bella,Edward aveva
intenzione di dirtelo. Non pensare che sarebbe fuggito via senza
salutarti.-
Non capivo
più niente. Perché i Cullen se ne volevano
andare,perché Edward se ne voleva andare,se non aveva letto
nella mente di Alice la sua visione?
-M-mi aveva
detto...che tu eri andata via con Jasper. Non ti vedevo più
a scuola.-
- No,stavamo
organizzando i preparativi.-,mi rivelò.
-Ma
perché? Perché ve ne andate?...-
E Carlisle? Mi
sarebbe venuto a salutare?
- Ieri sera ci
siamo riuniti al completo e ne abbiamo discusso. Edward ha parlato di
te. Domani te li spiegherà lui i motivi.-
Alice rispondeva
con dolcezza e pazienza alle mie domande.
Edward Edward
Edward. Non era di lui che volevo sapere. Mi sentii egoista.
- Carlisle...-
Alice
sbatté le palpebre,come se da quel movimento elegante ed
impercettibile potesse trarre una nuova forza e mi fissò dritto negli
occhi. - Preferisce non salutarti-
Non mi ero accorta
di aver pronunciato il suo splendido,melodioso nome,ad alta voce. Mi
appoggiai al volante,afferrandolo saldamente con le mani. Chiusi gli
occhi,cercai di fare dei respiri profondi,ma non ci riuscivo,non sapevo
più come si facesse. A quel punto mi lasciai andare ad un
pianto disperato. La pioggia mi bombardava le orecchie,le gocce
parevano dardi esplosivi che si rigettavano sul parabrezza.
La mano di Alice mi
afferrò e mi strinse il polso.
-Oh,mio Dio...-
Ma non la stavo
ascoltando.
-Bella...Bella,presto,metti
in moto! Svelta!-,mi intimò. Alice era andata
improvvisamente nel panico.
Cercai di
guardarla,ma,accecata dalle lacrime,non riuscivo a mettere a fuoco i
contorni della sua figura. Gli occhi erano spalancati,e con la mano
destra si teneva stretta il petto,ansimando.
Capii che aveva
avuto una visione.
-Bella,Edward e
Carlisle...-
Un'altra fitta di
paura mi inondò impetuosa. - Alice,parla! Edward e Carlisle
cosa!?-
La circolazione
sanguigna lungo il mio polso,che Alice mi stava stritolando,si era
bloccata,ma non badavo al dolore.
- BELLA VUOI
METTERE IN MOTO QUEL MALEDETTO PICK-UP!?!?-
Obbedii
immediatamente,come ustionata dall'impeto di quelle parole.
Mi asciugai le
lacrime e diedi gas,cercando di vedere la strada in mezzo alla pioggia
e alla nebbia. Alice al mio fianco era terribilmente scossa.
-Dove devo andare!?-
- All'ospedale!
Dobbiamo impedire che Carlisle parli con Edward,altrimenti si
ammazzeranno!-
-Oh mio Dio!-
Il panico mi
avvolse,le mani mi tremavano sul volante.
-Alice,scendi dalla
macchina e corri!! Io vi raggiungerò!-
- E' troppo
pericoloso per te percorrere questa strada da sola! Attenta,una moto
là!-
Feci una manovra
fulminea per evitare di schiantare il pick-up contro il tizio alla
guida del veicolo che mi aveva tagliato la strada.
Tum tum tum tum tum
tum! Il cuore tamburellava nel mio petto,talmente forte che avrebbe
potuto esplodere fuori come un proiettile.
-Perché
mai Edward sta andando all'ospedale!?-,ruggii per farmi sentire da
Alice al di sopra della pioggia scrosciante.
Ma non feci in
tempo a sentire la sua risposta. Un'animale enorme dalla chioma fulva
schizzò davanti a noi finendo contro il parabrezza.
Non vedevo
più niente. Sentii che finivamo fuori strada,inesorabilmente
in discesa. Cercai di frenare.
Poi ci fu lo
schianto. Due braccia mi afferrarono per proteggermi. Io urlai stretta
ad Alice,e chiusi gli occhi.
Tutto si era
fermato.In lontananza sentivamo lo scorrere delle auto sulla strada.
Ero ancora viva,mi ero salvata grazie a lei.
-Alice??...-
La sentivo
respirare accanto a me. Aprii gli occhi e vidi che era tutta intera e
che anche lei stava bene.
-Ma che diavolo
è stato!?...-
Il pick-up era in
bilico,si era conficcato nel terreno fangoso e si stava sollevando
verticalmente. Dal parabrezza incrinato,bagnato e sporco di
terra,intravidi lo scenario che si presentava davanti a noi: eravamo
finite nel fiume che si trovava sotto la strada.
Alice diede una
botta contro la portiera,poi un'altra,e un'altra
ancora,finché non la sfondò.
-Resisti,Bella! Ti
tiro fuori immediatamente!-,mi assicurò uscendo fuori con un
balzo felino.
-Fai
presto!-,implorai,il pick-up si stava scaravoltando lentamente dentro
le acque gelide. Poi mi accorsi di qualcosa di spaventoso. Fui
prosciugata di ogni particella di sangue presente nel mio corpo,come se
un gigante lo avesse aspirato con una cannuccia. Gelai,e mi ritrovai
paralizzata dalla paura.
Non era un'animale
che si era scagliato contro di noi. Avevo appena visto qualcosa
riaffiorare in superficie dal mantello scuro d'acqua...o qualcuno.
Ricoperta di fango,i vestiti strappati e zuppi,fornita della sua
inconfondibile chioma rosso fuoco. La vidi schizzare con un salto sulla
terra.
Mi raggomitolai nel
sedile opposto a quello di guida quando vidi la portiera ripiegarsi.
Un'altro colpo,e quella si staccò. Alice si era adoperata
per tirarmi fuori.
-Presto!-,mi
intimò. Fu una gioia per il cuore vedere il suo visino
spuntare davanti a me. Afferrai la sua mano e mi sentii trascinare
fuori. Mi aveva riportata a terra.
Confusa e
disorientata barcollai su di me.
-Salve,donzelle.
Ora vi siete messe comode?-
Eccola,davanti a
noi. I riccioli infuocati e zuppi,simili a fruste,disordinatamente
aggrovigliati davanti al viso pallido. Sembrava il mostro del
più inquietante film horror che avessi mai visto.
-La pioggia non
smorza l'odore gustosissimo del tuo sangue! E' un piacere
rivederti,bocconcino!-,ruggì per farsi sentire.
Accanto a me Alice.
Mi sentii mancare,eravamo in trappola. Dietro di noi sentimmo il
pick-up stridere e cigolare,sollevare ampi spruzzi,e sprofondare nel
fiume.
-Mi dispiace per il
vostro giocattolino. Ma sono sicura che la mia visita vi
tirerà su di morale.-
Era finita.
Victoria mi avrebbe uccisa.
*************
Spazio dell'autrice:
beh,che ve ne pare? A quanto pare un bacio è riuscito a
creare una catastrofe. Aggiungiamoci la sfiga di aver beccato Victoria
e... eccovi il ben servito! Fatemi sapere se vi
è piaciuto il capitolo,perché è grazie
ai vostri commenti che mi è venuta la voglia di creare un
seguito ^^
Ringrazio con tutto il mio cuore AshG,Bimba sognatrice,Mr Darcy,chiaretta90,SIXY,alessandraxxx81,gegge
cullenina,Florence,Luna1312,OnLu
per
il loro sostegno.
AshG e SIXY,sono d'accordo con voi. Bella e Carlisle sono una coppia
bellissima,ed è un peccato che in pochi scrivano di loro.
Spero che la mia storia non vi stia deludendo. E per quanto riguarda
Esme...beh,se volete vedere cosa succederà...
faccio un appello a tutti: fatemi sapere che ne pensate!!^^
|