Ma quanto ci mettete?
Harry non sapeva decidersi. Era
convinto della sua decisione
di abbandonarla, o meglio lasciarla temporaneamente al sicuro, però non
era
ancora pronto a lasciare quella casa. La SUA casa in un certo senso. E
la casa
della donna che aveva capito, anche se tardi, di amare alla follia.
Sentì dei
rumori inquietanti dai piani alti della Tana, tutta miracolosamente
vuota perché
quasi tutti gli abitanti avevano qualche cosa da recuperare da lontani
parenti
o inviti da consegnare per l'imminente matrimonio Weasley-Delacour.
Harry si
decise a scollarsi un attimo dal divano per versarsi qualcosa da bere,
indifferente a tutto il resto.
Qualche secondo più tardi, dopo
un’esplosione di rumore più forte
delle altre, si sentì il fracasso di passi pesanti ed infuriati, quindi
Ron lo
oltrepassò con la faccia abbattuta dirigendosi dalla cucina verso il
perfettamente caotico soggiorno della Tana. - Ehilà- gli disse con un
tono
tanto tetro da far pensare ad un depresso cronico durante un funerale.
- Ehi, amico, cos'è successo? -
gli chiese il moro
preoccupato raggiungendolo sul divano. Ron non lo guardò nemmeno mentre
rispondeva in tono monocorde. - Ho litigato di nuovo con Hermione. -
Harry alzò
un sopracciglio - Non capisco quale sia il problema, litigate tutti i
momenti... - L'altro scosse la testa - Ma questa è così stupida! Le
avevo detto
di mettere nella sua valigia formato borsetta (ancora non capisco come
abbia
fatto), la mia vecchia felpa dei Cannoni, hai presente? Sì, mi va un
po' corta,
ma... -
Harry si mise a ridere di gusto. -
Un po'? Ma se ti spunta
fuori tutto l'avambraccio! - Ron arrossì violentemente, mandando quasi
in
fiamme le sue orecchie. - Sì, comunque... Gliel'ho chiesto gentilmente,
no? e
quella mi fa: "Ti sta troppo piccola ormai, Ron, meglio portare
qualcosa
che serva davvero". Ma dico ti rendi conto? Così ci siamo messi a
litigare... Dovevi vederla. Sembrava davvero arrabbiata stavolta! - Il
rosso si
mise la testa fra le mani, distrutto.
Harry gli diede qualche pacca
sulla spalla. - Su, vedi di
ragionare. Hermione è sempre stata molto irascibile e tu il solito
testardo. In
più in questo periodo siamo tutti stressati dato che dovremmo partire
tra
poco... - aggiunse, incupendosi anche lui. - Va da lei, inghiotti un
po' di
orgoglio e vedrai che lei farà altrettanto. - "Come fate a
venire con me se neanche vi parlate?" Chiese
con lo sguardo.
Ron alzò la testa, ancora un po'
abbattuto ma sorridente. -
E' vero, scusa. E' che sto facendo di tutto per dimenticarmi quello che
dobbiamo fare.
"Beato te che ci
riesci!" avrebbe voluto rispondere Harry, ma disse soltanto - Non è
con
me che ti devi scusare! Va da lei. -
Il rosso accolse entusiasticamente
il suo suggerimento,
scattando in piedi come una molla e rischiando di far balzare Harry giù
dal
divano per il contraccolpo. Corse sulle scale a velocità parossistica,
quasi
tentando di inciampare ad ogni passo. "Ma
quando lo capiranno quei due?" Pensò Harry con un sorriso a metà
tra
il rassegnato e l'invidioso.
***X***
Ron arrivò con un po' di fiatone
davanti a camera sua,
fermandosi davanti alla porta di legno. Alzò subito la mano per
bussare, ma si
fermò prima che le sue nocche arrivassero a contatto con la porta. "Aspetta, dannazione! Ragiona!"
si ammonì. Dopo qualche minuto, passato appoggiato con la schiena
contro la sua
stessa porta e senza che gli venisse uno straccio di idea su come
chiedere
scusa, Hermione tentò di uscire. Aprendosi, però, la porta si tirò
dietro un
Ron colto completamente alla sprovvista in uno dei suoi ragionamenti
contorti.
Hermione fece un salto indietro,
evitando di venire
trascinata nella caduta. - Oh Ron! - esclamò istupidita dall'accaduto -
Tutto
ok? -
Ron grugnì- Beh, non è che stia
proprio benissimo. - disse
arrabbiato con se stesso. Hermione si chinò su di lui e lo aiutò ad
alzarsi. -
Ti fa male qualcosa? - domandò. Il rosso non disse niente, ma a denti
stretti
tentò di raggiungere il letto, tenendosi la schiena dolorante. - Dai,
stenditi.
- gli disse lei in un tono che non ammetteva repliche, spingendolo a
sdraiarsi
prono sul letto. Ron, anche lui confuso dalla caduta e perso nei
ragionamenti
su come chiederle scusa, la lasciò fare.
Hermione gli si sedette accanto,
cominciando a massaggiargli
la schiena. Ron s'irrigidì all'istante. - Che c'è? Ti ho fatto male? -
chiese
la ragazza preoccupata.
- Non... no. No, non mi hai fatto
male. - Rispose lui,
balbettando. Più tranquilla, Hermione riprese a manipolare la schiena
del
ragazzo, cercando di fargli passare un po' del dolore. Ron cominciò a
mugugnare
qualcosa. - Dove hai imparato? - le chiese dopo qualche minuto di
quella
piacevolissima tortura.
- Dove ho imparato cosa? - chiese
lei fermandosi un'altra
volta. - Questo! Dove hai imparato a fare massaggi? Sei bravissima! -
disse
lui. Hermione non rispose per un po', rossissima per il complimento.
- Grazie. - disse imbarazzata - Ho
letto un sacco di cose
sulla medicina babbana e credo che si possa applicare con successo
anche con i
metodi magici. Vedi... - Hermione era partita in quarta e stava
tentando di
spiegargli le sue idee innovative sulla medicina magica. - Aspetta un
attimo! -
la fermò Ron, girandosi a metà.
Lei bloccò quel fiume di parole,
ricordandosi quello che
stava facendo. Arrossì violentemente. - Perché eri appoggiato alla
porta,
comunque? - chiese con un filo di voce.
Il rosso cercò di combattere la
secchezza che gli aveva
preso la bocca, mentre le sue orecchie già si confondevano coi suoi
capelli. -
Ero venuto a chiederti scusa. - mugugnò. In uno slancio di coraggio Ron
le
prese le mani, girandosi del tutto. - Non mi piace che litighiamo,
tu... tu sei
importante per me, Mione. -
Lei, che lo aveva fissato
incredula negli occhi per tutto il
tempo, distolse lo sguardo. - Grazie. - rispose piano - Neanche a me
piace
litigare, non con te soprattutto. Eppure sembra che ci venga naturale,
vero? -
- Già, come ad una coppia di
sposi! - disse una voce diversa
dalle loro. Quando entrambi si girarono videro Harry appoggiato allo
stipite
della porta, con un sorriso sornione stampato sul volto. - Erano ore
che
aspettavo giù sul divano, ma voi non scendevate e ho deciso di venire a
vedere
di persona. - disse ancora sorridendo. - C'è la signora Weasley che ti
aspetta
in cucina, Hermione. - le disse, ricordandosi le istruzioni della madre
di Ron "... e Ginny"
Dopo che Hermione uscì chiudendosi
la porta alle spalle, Ron
si rilassò sul letto. - Allora? - domandò Harry con ancora quel sorriso
stampato in faccia. Ron aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta.
Harry glielo
aveva visto solo in un altra occasione, l'anno prima, quando Fleur era
entrata
improvvisamente ed era uscita altrettanto in fretta dopo aver salutato
"Harrì".
- A-allora cosa? - trovò la forza
per chiedere.
Harry si mise a ridere forte. -
Come "cosa?".
Corri su come un forsennato per chiederle scusa, ti trovo mezz'ora dopo
con le
sue mani comodamente tra le tue e lei seduta sul tuo letto. In più la
chiami
"Mione". Vuoi farmi credere che non è successo niente? - chiese con
aria quasi da cospiratore. Ron arrossì fino alla punta dei capelli
(modo di
dire, perché più rossi di così...). - E cosa doveva succedere? -
domandò quasi
sfidandolo.
- Comunque devo scusarmi anche con
te, amico. - disse Ron a
sorpresa. - Per... per il giorno del tuo compleanno. Sono stato
insensibile,
non pensavo davvero quelle cose. E' solo che non mi piace vedere mia
sorella
che soffre e si dispera. -
Harry perse tutta la sua baldanza.
- Lo so. E sai anche che
non l'ho voluta io questa situazione. Potessi lo sai che... - Ron lo
fermò con
un gesto. - Non sono sicuro di volerlo sapere! - gli disse con un
sorriso,
segno che aveva dopotutto accettato la relazione tra Harry e la sua
sorellina.
- Su con la vita. Dopo domani partiamo alla ricerca degli Horcrux, li
distruggiamo, distruggiamo Voldemort e poi torniamo a casa e vissero
tutti per
sempre felice e contenti. Che ne dici? - Harry non rispose e scese
insieme
all'amico, andando ad aiutare la signora Weasley ed Hermione, intente
ad
apparecchiare per il pranzo in famiglia.
***X***
Ginny si alzò dal letto e aprì la
porta, controllando che i
due fossero veramente scesi per aiutare la madre. Senza far rumore
corse su,
nella camera del fratello. "Non
crederai mica che me ne stia buona buona ad aspettare mentre voi
rischiate la
vita!" pensò la ragazza, presa dal suo progetto. Nascosto sotto il
letto del suo caro fratello, infatti, si trovava un grosso zaino, pieno
di
cinghie e corde. Non essendo brava quanto Hermione, infatti, non aveva
potuto
estendere una borsetta per farci stare tutto ciò che aveva in mente di
portare,
perciò aveva ripiegato su quello zaino babbano. Con qualche
aggiustatina.
Improvvisamente, mentre stava
aggiungendo una o due cose che
aveva dimenticato, sentì un rumore di passi, seguiti dalle voci comiche
ed
eccitate dei gemelli. - Vedrai che salto farà Ronnino piccino quando se
lo
troverà nel letto! - Ginny si infilò velocemente sotto la branda di
Harry,
spingendo contemporaneamente il suo zaino sotto il letto di Ron. Da
quella
posizione privilegiata vide Fred e George mettere fra le lenzuola uno
dei loro
fuochi d'artificio. "Siete
grandi!" pensò ridendo la piccola Weasley.
Non appena i gemelli scesero,
Ginny finì in fretta il suo
lavoro, illudendo lo zaino per maggior sicurezza, e se ne andò
tranquillamente
in cucina. Lì trovò Harry e Ron che si schizzavano allegramente con la
schiuma,
mentre la signora Weasley cercava di fermarli con svariati incantesimi.
- Oh Ginny, cara. Potresti andare
ad aiutare Hermione per
mettere a posto la tavola. - la ragazza sorrise - Non c'è problema,
mamma. -
- Grazie, ma con tutti questi
invitati tutte le sere, non ce
la faccio da sola. -
Passò oltre la cucina, uscendo dal
retro, e trovò Hermione
immersa nella lettura di uno dei suoi mattoni. - Finalmente! - la
salutò appena
la vide.
- Ma non hai ancora cominciato? -
chiese Ginny. Non
immaginava che la sua amica potesse essere una scansafatiche. -
Figurati, con
le tovaglie che usa tua madre potremmo coprirci tutti e quattro i
tavoli della
Sala Grande a Hogwarts! -
Si mossero in fretta, stendendo le
lunghe tele di stoffa su
due dei grandi tavoli di legno che il signor Weasley aveva recuperato
dal
magazzino e rimontato quel pomeriggio. Poi si ritirarono in soggiorno,
mentre i
ragazzi, esiliati dalla cucina, portavano piatti, bicchieri e posate.
- Hai ancora intenzione di andare
avanti? - chiese Hermione
all'amica - Sai come la pensano... -
Ginny continuò a guardarla,
risoluta - Sì, lo so. E sì, sono
sicura. - sorrise - Non vi lascerò scappare ancora a lungo. - Hermione
si
rimmerse nella lettura. Dopo poco la rossa rialzò lo sguardo con un
sorriso
malizioso. - A proposito di scappare... come sta andando con il mio
fratellino?
-
Hermione non disse niente e cercò
di alzare il libro per nascondere
il volto. - Dai "Mione", vi ho sentito. - la stuzzicò l'amica - Fai
anche massaggi ora? -
La bruna borbottò qualcosa - Dai,
Hemione! E' facile! Di
"Sì, Ron mi piace!" - scandì Ginny come se parlasse ad una bambina
piccola. L'altra mise da parte il libro.
- Non è che... cioè sì... non mi
dispiace, ma... mi piace la
sua compagnia. Come con Harry. - La rossa sorrise, maliziosa più che
mai. -
Devo preoccuparmi di un attacco al mio... beh, diciamo quasi ragazzo? -
La
rossa sorrise, fiera di riuscire per una volta a mettere in scacco la
grande
Hermione Granger.
Dopo qualche secondo la bruna aprì
la bocca, come per
parlare. - In effetti... -
Proprio in quel momento arrivarono
Harry e Ron. Il moro
superò l'amico, sedendosi sull'unica poltrona disponibile, mentre
l'unico altro
posto a sedere nel soggiorno era vicino a Hermione. Ron stette in piedi
per
qualche secondo. - Mi fai posto? - chiese alla sorella
Ginny
gli rispose male - Ma
siediti di là, non vedi che sono così comoda qui? – Così Ron si decise
e, rosso
per l'imbarazzo, si sedette di fianco a Hermione. Entrambi erano seduti
tanto
rigidamente da poter essere scambiati per figura impagliate.
-
Uff. Per fortuna che questa
giornata è finita! - sospirò Harry, stendendosi con un sorriso. - Io ho
fame. -
disse Ron, quasi a ricordargli che non era ancora finita fino all'ora
di cena.
- Tu hai sempre fame, Ronald. - disse Ginny, ridendo poi insieme ad
Harry.
- E
pensate che i prossimi giorni
saranno ancora più duri... - disse Hermione smettendo di ridacchiare.
Tre
occhiate impaurite e stupefatte si calamitarono su dei lei, intimandole
di non
aggiungere altro davanti a testimoni pericolosi. - Dopotutto, Bill e
Fleur
rimarranno qui ancora per qualche giorno dopo il matrimonio, no? -
Harry
e Ron sospirarono, mentre
Ginny fece l'occhiolino all'amica. "Dopo
dobbiamo parlare!" sillabò. Parlarono ancora a lungo, mentre Ron
continuava a lamentarsi per la fame. Circa una mezz'oretta dopo la
signora
Weasley li chiamò per mangiare.
-
Finalmente! - esplose Ron
felicemente
-
"Finalmente" sì. -
disse Ginny agli altri due, lasciando che il fratello corresse avanti -
Davvero
non riuscivo più a sopportarlo! -
***X***
Il
pranzo fu, come sempre, ottimo
e abbondante grazie alla cucina della signora Weasley, alla quale toccò
un
brindisi in quanto futura suocera e cuoca impagabile. Almeno quel
giorno non
vennero ministri ad interrompere l'intimità della festa così che Lupin
e Tonks
potessero partecipare, festeggiando una specie di secondo compleanno
per Harry.
Gli avevano anche portato un libro in regalo. - E' l'ultimo lavoro di
Scamandro! - aveva detto Hermione, sempre informatissima su tutto ciò
che
riguarda i libri.
-
Già! - sorrise Lupin, fiero del
suo regalo. - E' l'opera più aggiornata in commercio sulle Creature
Magiche. C'è
anche un'intera sezione dedicata agli Schiopodi Sparacoda, vero Hagrid?
-
L'attenzione
di tutti si concentrò
sul mezzogigante, tutto rosso per l'imbarazzo. - Newt mi aveva chiesto
di
parlarci degli Schiopodi. - Ammise dopo qualche secondo - Ma credevo
che era
così, per fare due chiacchiere. Mi dice che ha letto quello che aveva
scritto
la Skeeter sugli Schiopodi e io gli chiedo se gli interessa vederne
uno. Lui
dice sì e ci ritroviamo a parlare tranquillamente. Poi, giorni dopo mi
arriva
una borsa intera piena d'oro con un lettera di Newt "Questa è solo la
prima parte caro amico. Il nostro libro venderà milioni di copie" mi
scrive. -
Hermione
s'illuminò, come se
fosse sempre stato il suo sogno aiutare a scrivere un libro. Harry
sorrise ad
Hagrid. - Sono felice per te. Un brindisi al nuovo collaboratore di
Scamandro!
- disse levando il bicchiere. Tutti si unirono al brindisi spontaneo,
festeggiandolo.
- E
grazie del regalo,
professore. - disse rivolgendosi a Lupin. Lui si schermì - Dai, Harry,
non sono
tuo professore da anni e sono stato molto amico dei tuoi genitori.
Chiamami
pure Remus. O Lunastorta, se preferisci! - aggiunse ridendo, come non
faceva da
anni. Gli faceva davvero bene stare con una donna allegra e vivace come
Tonks.
Per
tutta la cena sembrò che la
malvagità e la tristezza fossero scomparse dal mondo, o almeno che
fossero
relegate in una dimensione tanto lontana da non rappresentare un
pericolo. Per
molto tempo, anche dopo aver finito il dolce (una favolosa crostata di
lamponi
fatta dall'impareggiabile signora Weasley), rimasero alzati a
chiacchierare
felicemente, mentre Fred e George facevano i loro scherzi a chicchessia
ed il
signor Weasley continuava a tartassare Harry ed Hermione con domande
sul mondo
babbano. Fleur era stupefatta e chiese al suo futuro sposo di spiegarle
la
situazione. - Ma chi se ne impòrta di come fano a survivre. Che
fasciano come
voliono, non? -
- No,
cara, non capisci. Per papà
è una specie di mania! - disse ridendo Bill
La
signora Weasley intervenne,
inaspettatamente in favore della futura nuora - Però sono d'accordo con
Fleur.
Per fortuna non dobbiamo arrabattarci come i Babbani, senza offesa
Hermione
cara. -
La
riccia scosse la testa
sorridendo, scioccata per la parte presa dalla signora Weasley. In
effetti la
trasformazione avvenuta nella capofamiglia dei Weasley, da quando Bill
era
stato aggredito da Greyback, era impressionante. Non solo non attaccava
più Fleur,
né fingeva di non prestarle attenzione, ma addirittura si trovava
d'accordo con
lei su molti punti e le nozze erano state organizzate quasi senza
litigi tra le
due donne.
-
Mamma, papà, smettetela di dare
addosso a Hermione... - disse Ron. Accorgendosi del suo errore tentò di
rimediare
aggiungendo - ... e ad Harry - Ma era troppo tardi. Infatti, mentre la
ragazza
arrossiva sempre di più e cercava di scivolare sulla sedia sparendo
dalla
circolazione, i gemelli cominciavano a fare battute.
- Che
cosa dolce, Ronnino! -
disse Fred
-
Cosa ode il mio orecchio? -
fece George, con una sorta di macabro umorismo.
Continuarono
così per qualche
tempo, fino a quando la signora Weasley non diede il "tuttinbranda" -
Domani c'è un matrimonio e non voglio che facciate tardi! Chi dorme è
perduto!
- avvisò non del tutto ilare la padrona di casa.
Ognuno
corse in casa, prima fra
tutti un'Hermione che aveva assunto ormai tonalità violacee. Dopo i
soliti
turni per il bagno, che aumentarono la confusione alla Tana, tutti si
ritirarono tra le coperte per godersi un po' di ore di meritato riposo.
***X***
Ron
era sdraiato sul suo letto,
intento a rimirare il soffitto dipinto coi colori dei Cannoni di
Chudley quando
Harry fece capolino di ritorno dal bagno, reggendo la maglia del
pigiama che
non aveva ancora infilato. - Vuoi far colpo su mia sorella mostrandoti
sempre a
petto nudo, grande uomo virile? - domandò il rosso prendendolo in giro.
-
Haha, ridi pure, Ronnino.
Ricordami di dirlo a Hermione la prossima volta! - Forse la battuta era
stata
un po' troppo pungente, perché Ron smise di ridere e tornò a fissare il
soffitto. Harry lo guardò preoccupato, dopo aver lottato qualche minuto
con la
maglia che gli aveva mandato di traverso gli occhiali. - Ehi amico, non
fare
così! Era solo una battuta! - l'altro annuì, piano.
-
Credo di amarla. - disse Ron
dopo un po'. Il moro lo osservò preoccupato, mentre tentava di
districarsi
dalla magia che stava seriamente tentando di ucciderlo, poi si mise a
ridere
senza controllo. Dopo alcuni secondi Ron chiese - Ma che ti prende? -
Harry
continuò a ridere per
qualche minuto. - E' la stessa cosa che hai detto quando... hai bevuto
il
filtro d'amore di Romilda Vane! - Ron arrossì, mandando a fuoco di
nuovo le sue
orecchie. - Smettila amico. E' una cosa seria! - lo rimbeccò,
leggermene
arrabbiato.
- Sì,
lo so. - rispose l'altro -
Lo sa tutta Hogwarts che tra te e Hermione è una cosa seria. Lo sai
qual è il
prossimo passo, vero? - Il rosso lo guardò spaesato ed Harry sospirò -
Tu-devi-assolutamente-dire-a-Hermione-quello-che-provi - disse
scandendo per
bene ogni parola.
Ron
scosse la testa - Non lo farei
mai, mi prenderebbe per matto o, peggio, riderebbe di me. Non posso,
proprio
non posso... -
- Va
bene, fa come vuoi. Tanto
verrà fuori da solo, prima o poi. - commentò filosoficamente l'amico.
Ron
si girò verso di lui. -
Secondo te perché ha detto quelle cose prima? Con Ginny, dico. - Harry
lo fissò
pensieroso. - Non starà mica cercando di dirle cosa dobbiamo fare, no?
Insomma,
sì... sono amiche, no? -
-
Spero proprio di no. Non penso
sia sicuro neanche per voi due venire con me. Se viene anche Ginny...
Sai
quello che provo per lei. -
Ron
sbuffò - Sì, lo so. Anch'io
preferirei che non venisse, ma è una testarda e se Hermione le ha detto
cosa
succede, sta sicuro che smuoverà mari e monti per venire con noi. -
Per
uscire da quel pericoloso terreno
minato, Harry provò una manovra difensiva. - Comunque, tornando a
Hermione, non
voglio vederti sempre abbarbicato a lei come con Lavanda. E' come una
sorella
per me e non voglio vedere scene troppo spinte, chiaro? -
-
Come con te e Ginny, vuoi dire?
- incalzò maliziosamente. Harry non rispose. - Dai, non fare quella
faccia. Sai
benissimo che quella testona di mia sorella ti aspetterà in eterno. E
poi non
manca molto, no? dobbiamo solo fare qualcosina e poi vi rimettete
insieme.
Potrei persino diventare zio... -
Ron
sbiancò di colpo, rendendosi
conto di ciò che aveva detto - Non subito, eh? Tra molto tempo... mesi,
anni...
molti anni. - Harry rise forte - Non preoccuparti, prima dobbiamo solo
affrontare Voldemort. Una cosa da niente, come hai detto tu. -
-
Già. Meglio dormire ora. Un
brutale duplice omicidio ad opera della madre dello sposo raggelerebbe
l'atmosfera, credo. –
***X***
Intanto,
nella camera delle
ragazze, le due amiche erano immerse in una discussione simile. - Si
può sapere
perché diavolo hai detto quelle cose? Ci mancava solo che mi
scoprissero. Certo
non Ron, ma Harry non è così scemo. -
Hermione
rise piano - Non ci
giurerei. Quando si tratta di te riesce persino ad uguagliare tuo
fratello. -
Ginny
sbuffò, girandosi tra le
coperte per guardare in faccia la sua amica. - Già, perché non l'hai
mai
sentito quando parla di te. Si rimbecillisce totalmente. Farebbe
qualunque cosa
per te... ehi! - si alzò folgorata. Hermione la minacciò con un dito -
Non
credo che cercare di manipolare tuo fratello sia una buona idea! - la
rossa si
rigettò sul letto, delusa - E comunque non credo di avere tutto questo
ascendente su Ron... - continuò meditabonda.
- Non
sembra che la notizia ti
sia indifferente, comunque... - disse Ginny, con apparente casualità. -
Ancora
con questa storia? - disse la bruna arrossendo.
- Sì,
ancora, finché non
deciderai di essere onesta. Diamine, Hermione, mancate veramente solo
voi due
all'appello! - confessò esasperata. L'altra arrossì ancora di più,
chiudendosi
in un assoluto mutismo, tanto che dopo alcuni minuti di interrogatorio,
la
rossa temette che avesse perso la lingua.
- E'
mai possibile che quando si
parla di cuore tu non riesca a spiccicare parola? Ah, lasciamo perdere.
Hai
qualche idea su dove trovare quei cosi? -
- No,
nessuna. Molte ipotesi, ma
poche probabili. - ammise Hermione.
- Non
mi attira molto l'idea di
vagare senza meta per tutta l'Inghilterra. Se sono solo qui, ti rendi
conto che
possono essere dovunque? - Ginny sembrava quasi spaventata dalla mole
del lavoro,
ed Hermione ne approfittò. Non poteva certo lasciare che la sua amica
si
mettesse in pericolo, se poteva evitarlo.
- Se
vuoi fai ancora in tempo a
rimanere qui. Non c'è nessun problema. -
Ginny
alzò un sopracciglio - Non
credo proprio. Non pensare che ti lasci andare in giro senza di me. Ci
vuole
qualcuno che tenga freno te e Ron ed Harry sarà troppo impegnato per
farlo! -
disse sorridendo maliziosamente.
Hermione
sospirò - Quei due mi
ammazzeranno, quando lo sapranno. Va beh, meglio andare a dormire. -
-
Già, domani la mamma ci butterà
di nuovo giù dal letto come stamattina - sorrisero entrambe al ricordo
della
signora Weasley che entrava nella stanza come una furia urlando che
erano in
ritardo per il matrimonio. - Buonanotte! -disse Hermione
-
'Notte - rispose la rossa
spegnendo la candela
-
Ginny? -
-
Mmmh? -
- Su
Ron... Mi sa che avevi
ragione tu -
|