Note: il seguente scritto contiene
riferimenti pre-slash solo ad interpretazione personale.
Premessa: quando l’ho fatta leggere a mia sorella in
anteprima, le ho chiesto di dirmi se, secondo lei, questa storia fosse slash/pre-slash oppure no; e lei,
ancor prima di aprire il file, mi guarda e sbotta: “L’hai scritta tu, quindi è ovviamente slash!”
Detto questo, la storia non era nata con intenti Merthur, ma il mio inconscio è abile a fare ciò che vuole
anche contro la mia volontà; perciò mi rimetto a voi, miei lettori.
Nel dubbio io ho messo
l’avvertimento, ma leggetela con la chiave che preferite.
Ed eccoci alla
mia 20ª fic su Merlin, l’ultima per
quest’anno.
Arrivederci all’anno prossimo!
Vorrei dedicarla a
ciascuno di voi,
Augurandovi un Natale (in ritardo) e un Nuovo Anno (in anticipo)
accanto a chi amate.
Un abbraccio.
Ely
If on a winter’s night...
(Il mio scaldasonno)
Merlino non era certo un grande esperto della situazione
climatica della futura Albion.
Lui sapeva solo com’era battere i denti a Ealdor,
nelle lunghe giornate della fredda stagione, e sperava che al castello la cosa fosse
meno drammatica.
Ma un inverno così rigido – a memoria d’uomo – non si era
mai visto a Camelot.
Benché i focolari reali ardessero giorno e notte
incessantemente, l’aria non era mai più che tiepida.
E Artù – dannato asino cocciuto – si ostinava a dormire
vestito leggero, malgrado il gelo inclemente.
Questo suo capriccio aveva portato a delle ulteriori
incombenze per Merlino, come il continuo dover ravvivare il fuoco nei suoi
appartamenti regali: erano ormai tre giorni che non vedeva Gaius,
perché era costantemente intento a fare la spola dalle cucine al caminetto del
principe con nuova legna. Aveva passato due notti di fila fuori nell’anticamera
piena di spifferi, avvolto in due coperte prestategli per pietà dall’erede al
trono.
Poi, quel mattino, lui aveva sbottato le sue obiezioni al
principe, perché era stanco e indolenzito da quella sedia scomoda su cui era
stato costretto ad appollaiarsi – manco fosse un uccello su di un trespolo – e
intirizzito perché fuori nel corridoio la temperatura sarebbe stata congeniale
solo ad un orso del Nord.
Artù aveva ascoltando le sue rimostranze in un inconsueto
silenzio e poi se n’era uscito con un ordine così assurdo che sul principio lui
aveva creduto scherzasse.
Il punto era che, invece, il futuro re era serissimo e non
voleva che si transigesse: così lui avrebbe avuto ugualmente il calore a cui il
suo nobile corpo d’asino era avvezzo e Merlino sarebbe potuto tornare a
riposare nel suo comodissimo
lettuccio a casa di Gaius.
Quest’idea al povero servo non andava proprio giù, ma ormai
il danno era fatto, ed era giunta infine l’ora di coricarsi.
Mentre Artù si stava cambiando per la notte, Merlino gli aveva
piegato le vesti che lui aveva gettato di malagrazia oltre il paravento, aveva sistemato
il braciere affastellando diversi ciocchi resinosi e poi aveva riempito la
coppa che Artù era solito bere prima di addormentarsi.
Dopo averla affidata al principe, che lo attendeva con annoiata
grazia davanti alla finestra, Merlino si tolse gli stivali e la giacca sopra alla
casacca e si infilò a letto, mentre il suo signore guardava il paesaggio illuminato
dalle fiaccole perenni sopra i torrioni e sorseggiava il suo vino speziato.
“Deve fare un freddo cane la fuori!” considerò d’un tratto
il nobile, quasi parlando a se stesso. “Ha persino smesso di nevicare,
la temperatura è scesa parecchio.”
Il servo si limitò ad annuire, per nulla certo che all’altro
interessasse davvero la sua opinione.
“Merlino? E’
pronto?” gli fu chiesto, infatti, qualche istante dopo, mentre centellinava
l’ultimo sorso.
“Sì, mio signore.” Rispose il mago, scivolando fuori dalle lenzuola
intiepidite, rabbrividendo.
Artù posò sul tavolo il calice vuoto e si sdraiò sotto le
coltri con un mugolio di piacere.
Merlino invece si lasciò sfuggire un
sospiro sconsolato, cercando il suo mantello per coprirsi alla meno peggio. Gaius gli aveva vietato di scaldarsi con la magia, per non
destare sospetti diventando l’unico servo del reame a non avere freddo e a non patire
dolorosi geloni; e lui aveva dovuto obbedire.
Lanciò anch’egli un’occhiataccia oltre i vetri alla neve che
si era ghiacciata sui rami degli abeti: quello non era mai un buon segno,
significava altro gelo in arrivo.
Poi sbirciò la piazza e la strada, che avrebbe dovuto
percorrere di lì a poco, lastricate di ghiaccio e neve congelata alta fino alle
ginocchia. Rabbrividì nuovamente a quello sgradevole pensiero anticipatore.
“Buonanotte, sire.” Gli augurò a malincuore, mentre le accoglienti
coltri di poco prima erano ormai un ricordo lontano.
“Dove credi di andare?”
“A casa.” Soffiò. Non
era così che avevano pattuito?
“Idiota che non sei altro, chi scalderà i miei regali piedi
verso l’alba?”
Merlino sorrise e corse a raggiungerlo, mentre l’altro gli
sollevava le coperte facendogli posto.
“Buonanotte,
sire.” Ripeté, con tutt’altro tono.
“Anche a te.”
-
Fine -
Disclaimer: I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Note: “If on a winter’s night…”
“Se una notte d’inverno…” è anche il titolo del nuovo lavoro
di Sting, una bellissima raccolta di canti invernali, non solo natalizi – è
piuttosto un omaggio all’inverno – ed essa prende a sua volta il titolo dal
celebre incipit di un romanzo di Italo Calvino.
“La neve si era ghiacciata sui rami degli abeti, quello non
era mai un buon segno, significava altro freddo in arrivo.” E’ una convinzione
presa dalla saggezza popolare e del mio nonnino ^__=
Per chi se la fosse persa, la mia ultima fic
su Merlin è questa: Il Grande Drago e il Piccolo Principe
Un grazie di cuore a chi commenterà.
Caro Babbo Natale,
sono ancora io, ely.
Credo ci sia stato un
qualche problema con la mia letterina dei desideri, perché non ho trovato
Bradley James sotto l’albero la mattina di Natale, come invece ti avevo
chiesto. Ç____ç
Non c’erano neppure
Arthur e Merlin a pomiciare sul divano, come avevo specificato nella seconda
scelta delle possibilità. >_____<
Come sai, sono stata
una bambina buonissima e bravissima tutto l’anno, ho pubblicato 20 fic nel fandom e altre 30 idee
sono lì in attesa.
Ti prego, caro Babbo, di risolvere questo inconveniente del mio regalo mancato,
ma – se non potessi farlo – vorrei almeno che per quest’anno il fandom fosse riempito da tante bellissime fic slash (e non) che ci tengano
compagnia e che gli autori possano venire ricompensati da altrettante
recensioni.
Grazie Babbo, io ci
conto!
In fede.
elyxyz
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Grazie (_ _)
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