Titolo: "You are the only exception"
Autrice: fofiiz
Rating:
Verde
Note: io non conosco i
protagonisti di questa storia Hayley Williams e Jared Leto (magari
°ç°), quindi la storia scritta da me
è frutto solo della mia immaginazione. Non è mai
successo niente tra di loro, ma mi piacevano come coppia personalmente,
perciò ho scritto due righe per puro divertimento.
I testi menzionati sono delle canzoni e degli artisti scritti
appositamente sotto questi. Le tag sono tutte e due opere mie ^^
La one-shot è stata corretta con tanto amore <3
(almeno spero XD) da Nemo
from Mars , spero che sia soddisfatta di me *__*
Vi consiglio di ascoltare le canzoni che ho aggiunto alla storia, sono
proprio azzeccate e dolci ^^
e adesso a voi la storia, godetevela *_*
You are
the only exception
“Sing
us a song and we'll sing it back to you
We could sing our own but
what would it be without you?
This heart, it beats, beats for only
you “
Paramore
. My Heart
Anima
Gemella:
la persona che ti aiuta, ti completa. La persona che ti fa sentire
viva anche quando pensi di aver toccato il fondo per sempre, la
persona che pensi di conoscere da una vita già dalla prima
volta che
la vedi, quella persona che ti fa battere il cuore così
tanto
velocemente che sembra che stia uscendo dal tuo petto per donarsi
completamente a questa. Quella persona che ti completa, che mentre ti
abbraccia ti apre le porte del paradiso e spiega le sue ali bianche e
luminose, quella persona il cui profumo ricorderai per sempre:mentre
cammini in mezzo alla strada, mentre la penserai, o mentre sfogli le
vecchie foto... Bhe da questo si può dedurre che non
c'è proprio
una definizione di queste, si sa solo che ognuno di noi, in questo
mondo ha una parte della sua anima, una parte del suo cuore, e una
parte del suo essere. Perchè in fondo, chi l'ha trovata, sa
che la
amerà per sempre anche senza guardare i difetti, senza
pensare mai
al futuro e senza proccupazioni, a parte quella di perdere questo
tassello di questa dannata vita umana. Chissà se poi le
anime
gemelle si seguono anche dopo la morte? Dopo la fine ci saranno
sempre, unite, come se tutto cuontinuasse in una dimensione
completamente astratta? Sono eterne? Questo non si sa, si sa solo che
ognuno dovrebbe incontrare la propria e non perderla per nulla al
mondo.
“Here
we are at the start
I can feel the beating
of our hearts
Here
we are at the start...”
30
Seconds To Mars – Vox Populi
Sfaccettature
di blu graffiavano l'azzurro intenso e dolce di occhi fin troppo
maturi. Della matita nera era sciolta attorno ad essi, segno di una
notte finita come tutte le altre. I cuscini bianchi erano sgualciti e
un leggero lenzuolo copriva il petto duro e definito da pettorali
scolpiti. Le braccia erano dietro ai capelli spettinati, scuri,
mentre quegli occhi guardavano il soffitto. Erano persi, ad
immaginarsi chissà cosa. Li chiuse per un momento lentamente
e
delicatamente mentre aspettava il suono del telefono che avrebbe
annunciato la sveglia mattutina. Non aveva chiuso occhio dopo quella
notte. No, come avrebbe potuto dimenticarla così facilmente?
I suoi
occhi verdi, delicati e ingenui su di lui, il suo corpicino, piccolo
ed indifeso fasciato da un vestito a palloncino arancione che le
scopriva leggermente fino al ginocchio le gambe fin troppo pallide. I
suoi capelli probabilmente la facevano distinguere tra la folla,
infatti grazie a questo dettaglio l'uomo aveva potuto seguirla con lo
sguardo tutta la sera, non perdendosi un battito di ciglia, uno
spostamento della frangia con le sue piccole mani, e un sorriso
smagliante degno di una che ha carattere. La frangia della ragazza si
presentava con uno strano arancione acceso, mentre il resto dei
capelli erano rosso fuoco. No, non era una ragazza molto famosa,
l'avrebbe notata, eppure quando pronunciarono il nome della band di
cui lei insieme ad un altro ragazzo (di cui non ricordava il
nome..forse Jhon..) facevano parte, per presentare uno show della
serata a lui sembrò di averli già sentiti... I paramore
era
la band e lei era Hayley
Williams,
la cantante con più energia forse di tutta l'America. Si
chiese come
aveva potuto non notarla? Il suo viso di porcellana non se ne andava
dalla sua mente, e quando chiudeva gli occhi, si ritrovava davanti
quello stesso volto che lo fissava, immergendo i propri occhi in
quelli di lei.
Iniziava
a chiedersi
quando l'avrebbe rivista. Aveva paura di averla persa per sempre.
Poco
dopo aver risposto al telefono per avvertire che si sarebbe
presentato a colazione, si mise una camicia e i soliti pantaloni neri
con un paio di scarpe da ginnastica e scese di corsa le scale.
Iniziò
a camminare per i lunghi corridoi dell'hotel che quella notte avrebbe
ospitato le star che avevano preso parte allo show della sera prima.
Il
suo blackberry squillò: era Shannon, notò Jared
sullo schermo,
maledicendolo e rallentando il passo di fronte alla porta di una
camera per rispondere :
-Ehi
Shan! Cazzo sto
arrivando! Questo h...- non fece in tempo a finire la frase che si
ritrovò contro qualcosa, o meglio qualcuno. La ragazzina
cadde e
Jared senza accorgersene le prese una mano per tirarla su.
-Oddio
scusa, non volevo...- Disse schivo. Solo quando lei tornò in
piedi
si accorse di chi fosse. Lei
e i suoi occhi verdi, la sua carnagione pallida, i lineamenti
,leggeri e i capelli dai colori assurdi. Rimase a bocca aperta come
un pesce, sembrava anche abbastanza ridicolo in quella posizione, ma
in quel momento il suo cuore batteva così velocemente che
non
riusciva quasi a respirare.
-Non
ti preoccupare...-
Disse sorridente la ragazzina, come se non fosse successo niente. Era
davvero piccola rispetto a Jared.
-Ma
stai bene?- Disse
lei preuccupata toccandogli delicatamente una guancia. Jared
continuò
a fissarla mentre in lui si scatenava un uragano di emozioni. Non gli
era mai capitato di essere in balia di una tempesta emotiva
così
forte. Era come una scarica di adrenalina, di quelle che provava
durante i concerti, ma molto più delicata, dal sapore dolce
come il
miele, ma aspro come il limone. Due gusti completamente diversi, che
però si accoppiavano così bene insieme, quasi da
non far notare che
erano due opposti. E così era per loro, pensava Jared: lui
una
pioggia incessante, lei un sole splendente e brillante; lui
l'oscurità e lei la luce. Non si sarebbe mai reso conto, se
non
grazie a questo incidente, di quanto Hayley fosse bella nella sua
semplicità degna di una persona che ha tanto da dire e da
mostrare
agli altri.
Dopo
ben due minuti di
silezio tra i due, un silenzio che valeva più di mille
parole, Jared
riuscì a biascicare qualcosa di simile a delle parole:
-Sì
sì, tutto ok...
Vie- Vieni a colazione?- Sorrise ingenuamente. Quasi non ricordava
quando aveva sorriso così ad una donna. Non che non
sorridesse mai,
ma lo faceva con malizia, per evidenziare i suoi tratti
maledettamente belli.
-Sì,
ma non ti vedo
molto bene, credimi, meglio se andiamo a prendere un caffè!-
Disse
sicura Hayley. Indossava una felpa di tre taglie più grandi
della
sua, un paio di jeans aderenti neri e le solite scarpe basse. Aveva
un cappello e il cappuccio da cui uscivano ciocche rosse di capelli.
Tutti quando la vedevano pensavano che fosse una ragazza strana,
già
dai tempi del liceo. Ma lei era come tutte le ragazze di questo
mondo. Solo perchè era alta circa venti centimetri meno di
Jared,
che le era accanto, non voleva dire che non avesse carattere, anzi
ne aveva fin troppo. E lo mostrava soprattutto sopra a un palco, con
un microfono in mano e la sua voce. Dannazione, quella sì
che era la
parte di lei più grintosa.
La
ragazzina iniziò a camminare e lui la seguì come
un cagnolino.
Pensava che non avrebbe mai parlato con lei, figurarsi
andarci a prendere un caffè. E poi a lui non piaceva nemmeno
il
caffè. Non che glielo avrebbe detto, per adesso.
Scesero
le scale ed entrarono nella sala colazioni. Shanno vide il fratello
sconvolto con la ragazza e non disse niente, rimase solo in silenzio
con il compagno di band Tomo.
Hayley
e Jared si sedettero allo stesso tavolo, come se fosse un abitudine,
e finalmente, trovandosi faccia a faccia, si guardarono neglio occhi:
Jared trovò un'isola sperduta nei suoi, una sabbia che non
era mai
stata calpestata da nessuno, un mare così pulito e limpido
come
l'anima della ragazzina. Sì, lui sapeva leggere bene le
persone.
Sapeva scrutarle, sapeva capirle e raccontare le loro storie senza
sbagliare. Era un attore e un cantante, coglieva le emozioni dalle
altre persone per scriverle nei testi e usare quelle parole che
affascinavano chi le cantava con lui ai concerti. Ma non aveva mai
scritto di sé. Del dolore che quel cuore portava con
sè da troppo
tempo, non aveva mai scritto della sua solitudine, della sua amarezza
di non essere veramente amato, e di essere desiderato solamente dalle
sue groupies.
No, non lo aveva mai fatto, e sicuramente non avrebbe scritto nemmeno
di quello che stava succedendo in quell'istante, di quel fuoco
accesso senza saperne il perchè, della scintilla scagliata.
No, sul
serio, si sarebbe sentito troppo in imbarazzo ad esporsi
così tanto
al suo pubblico.
Eppure
stava così bene in quel limbo di beatitudine, gli
scappò
ingenuamente un sorriso, che la ragazza ricambiò solare.
Appoggiò i
gomiti sul tavolo e poggiò il mento sulle mani e sorridente
gli
chiese:
-Allora,
ti senti meglio, vedo che hai ripreso un po' di cera.-
-Sì
sì grazie.- disse Jared sorridente.
-Non
mi dire come ti chiami! Lo so!... Allora, tu sei... Jared Leto!?? Dio
è vero! Come ho fatto a non riconoscerti! Piacere Hayley
Williams!-
disse convinta e allungando la sua piccola mano.
Jared
ricambiò il gesto divertitò da quell'euforia, era
troppo giovane
per lui, se lo sentiva. Magari non era nemmeno maggiorenne, cazzo a
quel punto sarebbe anche andato nei guai. Vabè una semplice
amicizia
non le avrebbe fatto di certo male. Forse a lui sì, ma cosa
importava? Cosa importava se per una volta si sarebbe sentito vivo,
anche se dopo sarebbe tornato tutto offuscato come sempre?.
-Ieri
sera ti ho visto sul Red Carpet mentre ti facevano un'intervista...-
Disse Hayley mentre arrivava la cameriera che interruppe i pensieri
di Jared.
-Cosa
desiderate signori?- disse sbattendo le ciglia verso Jared, mentre
lui non era che tutt'occhi per Hayley che dolcemente rispose
-Solamente un caffè-
-E
lei signore?- insistette la donna.
-Uhm
niente grazie.- rispose finalmente guardandola.
-NO!
Devi prendere assolutamente qualcosa! Altrimenti ti sentirai male di
nuovo! Un caffè anche per lui...- disse ostinata, mentre la
donna se
ne andava, scocciata.
-Ma...-
-Niente
ma! Adesso tu ti prendi qualcosa di caldo! Non voglio che mi svieni
qui!- disse determinata, prendendogli una mano che era poggiata
inanime sul tavolo. Jared rise e la guardò nel momento del
contatto.
Avrebbe
potuto giurare che avessero entrambi avuto un brivido,
anche Hayley, che era all'oscuro della battaglia all'interno del
corpo di Jared. Avrebbero vinto gli ormoni o la sua anima?
Hayley
abbassò lo sguardo imbarazzata dal colore accesso degli
occhi
dell'uomo. Si sentiva opprimere mentre la guardavano, erano
così
dannatamente belli, e proibiti per una come lei. Non che non potesse
avere uomini, certo che no, ma lui, lui era Jared Leto, e lei una
semplice ragazzina di 21 anni. No, lui non avrebbe guardato lei, e il
suo corpicino ingenuo che sembrava quello di una quattordicenne. Lei
sapeva qualcosa di lui, sapeva che andava dietro a molte attrici, e
aveva sentito dire che stava pure con Paris Hilton. No, di certo non
avrebbe guardato lei. E senza sapere il motivo si sentì
triste,
vuota, senza un pezzo, anche se era felicemente impegna con Chad, che
la rendeva felice sempre, anche quando c'erano chilometri e una
cornetta a dividerli. Lo amava, era sicura. Era sempre presente
quando lei ne aveva bisogno, ed era giusto per lei, era quello che
cercava. Ma dopo aver pensato a quel nome, “Paris
Hilton” lei si
sentì delusa, senza un motivo preciso.
-Che
c'è da ridere?- disse rialzando lo sguardo verso di lui.
-Sei
molto carina quando fai la premurosa...- Jared si morse la lingua per
quel complimento. Gli era venuto naturale, ma non aveva di certo
scuse, non avrebbe dovuto dirlo.
-Scusa
sono stato un...- disse cercandosi di alzarzi dal tavolo.
Ma
Hayley lo fermò, e a lui sembrò che le campane
suonassero accanto a
lui.
-No
resta, lo accetto come un complimento.- Disse Hayley tenendogli la
mano e arrossendo leggermente accorgendosi di quel contatto
involontario, ma necessario per entrambi.
Lui
si mise a sedere di nuovo, rimmergendosi nel colore intenso di quei
due occhi, uno specchio così nitido e deciso, che non si
sarebbero
mai offuscati, non come quelli di Jared.
Iniziarono
a parlare, la gente se ne andava, ma loro non volevano rompere quella
conversazione, come se entrambi ne avessere bisogno fisico. Passarono
ore, finchè per entrambi non fu l'ora di lasciarsi.
Dopo
aver riso e scherzato avevano fatto il resoconto della propria vita,
e di quegli aerei che sarebbero partiti: uno per Nashville, e uno per
Los Angeles qualche ora più tardi. Jared
accompagnò la ragazza alla
porta della sua camera, e lei l'aprì con
difficoltà, non sapendo
usare la carta magnetica, aiutata da Jared naturalmente che rideva
come un pazzo. Si salutarono, mentre fuori iniziava a piovere
lentamente ed incessantemente. Quelle goccie erano lacrime del cuore
di Jared e molto probabilmente anche quelle del cuore di Hayley. Si
abbracciarono dolcemente mentre Hayley in punta di piedi
cercò di
arrivare a parlare ad un orecchio a Jared, inutilmente. Lui la prese
per la vita, senza sforzo, e la tirò su per inebriarsi di
quel
profumo mai sentito ma così familiare a se stesso.
-Ricordati
solo una cosa Jared, tu
sei semplicemente come la luna, hai due facce, e noi giudichiamo solo
quella che vediamo davanti a noi, bella e splendente come il sole. Ma
non è detto che questa sia la più bella. Io
sono stata l'unica a scoprirla, e rimarrà sempre qui
dentro...-
disse indicandosi il cuore con la mano, come avrebbe fatto una
bambina piccola.
-Giuro
che non dimenticherò mai la bellezza di questa faccia,
sarà sempre
tra i miei luoghi preferiti, tra quelli che un giorno
rivisiterò
con saggezza e amore, come se fosse il luogo a cui appartengo...-
disse con le lacrime agli occhi.
-Giuro
anche che ti rincontrerò Jared, lo farò.- Lui la
strinse a sé,
senza guardarla in viso. Dopo qualche minuto, si staccarono e le
prese il viso tra le mani:
-Allora
ti accoglierò come se tu fossi vissuta lì.-
avvicinò le proprie
labbra alle sue, delicate, ce le poggiò: tremavano, forse di
paura,
paura che dopo quel bacio non ci sarebbe stato più niente, e
quell'emozione non sarebbe potuta rivivere il giorno dopo,
né il
mese dopo, né un anno dopo. E poi la lasciò
andare,
inesorabilmente, mentre Hayley chiudeva quella porta maledetta, come
quando era arrivata. Lasciando un vuoto, un vuoto che ci sarebbe
sempre stato dentro a Jared, un uomo che non riusciva a rendersi
felice in alcun modo, senza calore, senza il suo calore. Adesso si
rese conto quanto Hayley fosse importante anche se la conosceva da
poche ore. Inizioò a credere che fosse la sua anima gemella.
Bha che
sciocchezze.
Ma l'avrebbe rivista, e sarebbe stata sua,
per
sempre.
“I
believe in nothing, not the end and not the start
I believe in
nothing, not the earth and not the stars
I believe in nothing, not
the day and not the dark
I believe in nothing but the beating
of our hearts
I
believe in nothing 100
suns until we part
I
believe in nothing not in sin and not in God
I believe in nothing,
not in peace and not in war
I believe in nothing but the
truth and who we are.”
30
Seconds To Mars – 100 Suns
and
that was the day that I promised I'd never sing of love if does not
exist
but
darling you are the only exception
[...]I've
got a tight grip on reality but I can't let go
of whats part of me
here
I
know you're leaving tomorrow when you wake up
leave me of some
kind of proof
it's not a dream
Paramore
– The Only Exception
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