red 1
Salve a tutti!
Vi chiederete: che cosa
cavolo ci fai, qui??
Bella domanda... -.-
Vabbè...
allora, questa è una storiella in tre parti, nata da un
sogno fatto la scorsa settimana. Anzi, più correttamente, da
un incubo.
Avete presente quando un
pensiero non fa' che ronzarvi nella testa?
Ecco, a me è
successo questo. Ho deciso quindi di scrivere questo sogno,
così da levarmelo dalle scatole - o dalla testa, che dir si
voglia. -
Non è niente
di che, ma se vi va lasciatemi un commentino. Non mi offendo.
Un bacio.
Buona lettura.
Betato By Yara89
Red.
Part I
Pov Bella.
- Coraggio Bella! Vedrai che
sarà divertente! – strepita Jessica, saltandomi addosso e
stringendomi in un abbraccio stritolatore.
Le scocco un’occhiataccia, per poi continuare a fissare un punto
indefinito davanti a me. – Dovrei essere da Edward ora, non
al freddo aspettando un stupido pullman, oltretutto in ritardo! –
mi lamento, mentre iniziano a cadere alcuni fiocchi di neve. Ecco, per
l’appunto. Il colpo finale al mio umore.
Angela, seduta sulle
ginocchia di Ben, mi guarda compassionevole. Beh, almeno lei dimostra
un po’ di pietà verso la sottoscritta. Tutta
un’altra cosa rispetto Jessica, che non fa’ che alzare gli
occhi al cielo e sbuffare.
- Cullen lo vedrai appena
torniamo, non essere seccante, per favore. State sempre appiccicati,
per una volta stai con le tue fantastiche amiche, no? – mi
rimbecca acidamente. Le mostro il dito medio, senza risponderle. -
Complimenti, stai uccidendo la mia euforia. - si lamenta, cercando di
farmi sentire in colpa.
Le scocco un'occhiataccia. - Si, lo vedo quanto la sto uccidendo. - dico sarcastica.
- Ehi, è il nostro!
Il pullman per Seattle! – strilla Lauren, saltando in piedi e
indicando un bus giallo, in arrivo dalla parte opposta.
Inizio a ringraziare una
lunga carrellata di Santi e Sante, mentre tolgo dal mio viso un fiocco
di neve. Odio questo freddo, e odio dover andare a fare shopping in
queste condizioni. Meglio un letto caldo e un buon libro, decisamente.
O un letto caldo e Edward. Una delle due, insomma.
- Ehi? Muoviti Bella! – mi chiama Angela, in fila per salire.
Afferro la borsa Nike
accanto a me, alzandomi in piedi e camminando prudentemente verso gli
altri. Meglio evitare di scivolare sull’asfalto ghiacciato. Non
mi va di ritrovarmi la testa fasciata. Edward non ne sarebbe troppo
felice.
Mi blocco, quando una serie
di brividi mi scuotono. Non posso vederlo a causa degli indumenti che
indosso, ma sono sicura di avere una maxi pelle d’oca.
Avete presente quando vi colgono quelle brutte sensazioni?
È come se ci fosse un
campanello che suona incessantemente, indicando “pericolo”.
La maggior parte delle persone non da mai retta a questo campanello,
preferendo passarci sopra e ignorare tutto.
Beh, io sono una di queste persone.
Salgo sul pullman,
rilasciando un sospiro di puro piacere quando una ventata di aria calda
mi raggiunge il viso. Raggiungo uno degli ultimi posti, sedendomi e
tirando fuori il mio Ipod fucsia. Metto le cuffie, scegliendo la lista
delle canzoni da ascoltare. Parte la prima, “I’m Outta
Time”, degli Oasis.
Mi rilasso sullo schienale,
osservando la strada che scorre davanti a me e ignorando gli schiamazzi
delle persone che mi circondano.
Canticchio la canzone,
pensando a Edward. Chissà che starà facendo. Non era
molto contento di questa gita, anzi. Non fa’ che ripetermi che
attiro disgrazie, andare a Seattle, secondo lui, era come buttarsi tra
le braccia di innumerevoli casini e guai.
Afferro il cellulare dalla
tasca, scrivendoli un sms. Gli avevo promesso che appena sarei salita
in pullman gli avrei scritto, giusto per rassicurarlo un po’.
“Amore,
sono in pullman. Come vedi non sono morta, ne ferita, ne altro.
Continua a nevicare e il pullman va a rilento. È una palla
immane, ma non posso mica prendere a pugni l’autista e
costringerlo ad accelerare, no? Cioè, teoricamente potrei. Ma
meglio stare buona qui. Ci sentiamo dopo, Eddy. Ti amo. “
Chiudo il cellulare non appena l’sms risulta inviato. Parte un’altra canzone, “The Resistence” dei Muse.
Mi coglie nuovamente quell’odiosa sensazione di poco prima, che mi fa’ agitare inquieta sul sedile.
Accade tutto così in fretta.
A causa della musica, non sento il pullman che slitta e cerca di frenare sull’asfalto ghiacciato.
Finisco contro il vetro,
sbattendo violentemente la testa. Le cuffie mi cadono, facendomi
sentire le urla spaventate di tutte le persone sul pullman. Attorno a
me, sembra sia scoppiato l'Inferno, ovunque vi sono urla spaventate.
Il pullman esce fuori
strada, finendo contro una quercia secolare, enorme. L’impatto
è talmente forte che i vetri vanno in mille pezzi, mentre io
vengo sbalzata sull’asfalto ricoperto di neve.
La caduta è tremenda,
dolorosa. È come cadere su dei coltelli o sul vetro. Non trovo
qualcosa di anche solo lontanamente simile al dolore che provo.
Continuo a rotolare. Sbatto
nuovamente la testa, ferendomi. La spalla esce fuori, scomposta. Il
braccio destro si spezza di netto. La tortura si blocca quando sbatto
contro un grosso masso, che mi rompe almeno tre costole.
Fatico a respirare.
Tossisco sangue.
Le costole sono penetrate nei polmoni.
L’unica cosa che sento
è un ronzio sordo alle orecchie. Ormai il mio corpo ha fatto
l’abitudine al dolore che mi opprime, non fa’ più
nemmeno tanto male.
Calde lacrime iniziano a
rigarmi le guance, mentre rantolo alla ricerca di ossigeno, spaventata.
Sento freddo, un freddo diverso da quello che si prova in una giornata
invernale.
È come se mi stessi spegnendo. E come se stessi… morendo.
Accanto alla mia mano sento
un piccolo trillo, il cellulare. Lo afferro con mani tremanti, gemendo
dal dolore. Apro lo sportellino e lo metto accanto a me, non ho la
forza di tenerlo tra le mani.
- Amore? – la voce
calda di Edward è un colpo allo stomaco, mi fa’
singhiozzare forte, togliendomi quel poco fiato che mi è
rimasto. – BELLA! – strilla Edward, spaventato.
- Edward… - riesco a
mormorare. – Non… Fa’ male, Edward… Aiutami,
ti prego… per favore… - scoppio a piangere, mentre al
contempo mi assale nuovamente la paura. Il silenzio tombale, attorno a
me, non aiuta di certo. Da un ultimo tocco di agghiacciante
spettralità.
- BELLA! DOVE SEI? CHE
È SUCCESSO? – Edward urla. Non capisce. Non immagina
nemmeno lontanamente che sto per dirgli addio. Che sto morendo.
- Io non… non lo
so… c’è la neve… e fa’ freddo…
c’è sangue… Edward… - mi blocco, rilasciando
un sospiro tremolante e ricolmo di dolore. – Mi… mi
dispiace… -
Non sento la risposta di Edward, è come un lontano ronzio.
Dinanzi a me si para una figura. Un ragazzo alto.
È bello, una bellezza
sconvolgente e inquietante. Ha capelli neri come la notte, e occhi
dello stesso colore. È pallido, e sorride in una maniera
agghiacciante. Si china verso di me, afferrando il cellulare.
- Questo non serve
più. – mormora, chiudendo la chiamata. Mi agito, pensando
a Edward e a cosa sta facendo. Non sentendomi più al telefono
potrebbe fare qualche follia, ne sono certa.
- Ora, passerotto, a te ci penso io. – il ragazzo si china, sorridendo crudelmente, e io vengo avvolta dalle tenebre.
*****
** Note **
Solo io posso
fare sogni allucinanti e orribili come questo... -.-
E ancora è
all'inizio!! Vi chiederete: chi è il ragazzo e cosa le
farà??!!
Eh eh eh... io lo so... =P
Le tre parti sono
già scritte, quindi non aspetterete secoli... ^_^
La seconda parte
verrà postata Giovedì, e l'ultima
Lunedì.
Sabato ho una festa - l'ennesima... >_< - e non
sarò a casa.
Un bacione a tutti.
Vale_cullen1992
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