Nel mezzo del cammin di
nostra vita
Mi ritrovai per una
selva oscura
Che la dritta via era
smarrita
Oh! Quanto è doloroso descrivere come era brutta questa
selva selvaggia, intricata e piena di insidie.. Al solo pensiero mi
torna la paura! Era così buia e spaventosa, che solo la
morte lo era di più.. Ma per raccontare del bene che vi
trovai, vi narrerò delle altre cose che io vi ho incontrato.
Non saprei ridirvi il modo in cui vi entrai, poiché ero un
po’ assonnato allora, quando la retta via abbandonai.. Ma
dopo che arrivato fui ai piedi di un collicello, dove finalmente
terminava la selva selvaggia che tanto mi angosciava, in alto guardai e
vidi i suoi pendii illuminati dal sole, quel pianeta che tutti ci guida
lungo al nostro sentiero. Codesta visione fece calmare un poco la mia
paura, che nel profondo del cuor mi era cresciuta durante la notte
passata con tanto affanno.
E come il naufrago, che con molta ansia e pericolo giunge a riva e si
volge indietro a guardar le onde piene di pericolo, così
l’animo mio, che ancor stava fuggendo, si girò ad
osservare quella selva selvaggia che mai lasciò persona viva.
Dopo che ebbi riposato un poco il corpo stanco, ripresi il cammino per
quel colle solitario, con passo tanto incerto che il piede fermo era
sempre il più basso. Ed ecco, quasi al principio della
salita, mi apparve un’agile lonza dal manto maculato, la
quale non si allontanava dal mio volto, anzi! Ostacolava
così tanto il mio cammino che fui più volte
tentato di tornarmene indietro.
“Io sono la lonza e simboleggio la Lussuria! Peccato che
allieta gli uomini e seduce il mondo con le sue lusinghe!” mi
disse allor la lonza, togliendosi dalle spalle il mantello maculato.
Quindi io rimasi allibito, vedendo che tal lonza altro non era che un
giovane dai lucenti capelli scuri e gli occhi color del bosco.
“Oh tu non sei una vera bestia!” urlai io,
più che mai intimorito. La lonza si avvicinò
dunque a me, povero ed indifeso poeta fiorentino.
“Ti sembro forse un gatto??”
“Orsù! Non mi pare affatto!!”
Era il principio del mattino ed il sole sorgeva insieme a quelle stelle
che erano con lui nel momento della creazione.. Così il
cuore mio spaventato ebbe motivo di speranza, contro quella terribile
fiera dall’aspetto umano, poiché l’alba
era e la dolce stagione mi chetava. Ma la speranza di salvarmi
sparì all’apparizione di un leone, il quale contro
di me veniva, tanto spaventoso che l’aria stessa pareva
tremare.
“Sono il leone, grrr!! Faccio tanta paura e rappresento la
Superbia!”
“Oh, ma nemmeno tu sei una reale belva!”
Pure codesta fiera aveva l’aspetto umano, un giovane dagli
stretti occhi ed il sorrisetto da giullare. Ma presto dopo, una lupa
talmente affamata da sembrar carica nella sua magrezza, si
unì al resto delle fiere col suo aspetto minaccioso.
“Sono la lupa e ora ti mangio!”
Tale bestia mi suscitò una paura tanto tremenda che io persi
la speranza di raggiunger la vetta.
“George, hai saltato un pezzo!!”
rimproverò il leone, agitando il suo inquietante indice.
“Sono la lupa, ho tanta fame e ora ti mangio!!”
ripeté la lupa, mostrando gli aguzzi denti.
“Non hai capito un accidente! Devi dire cosa
rappresenti!!” corresse la lonza, con fare superiore. La
lupa, or dunque, sorrise diabolicamente.
“Sono la lupa, rappresento l’Avarizia, ho tanta
fame e ora ti mangio!!!”
“Ma tu non sei avaro, George!” commentò
il leone, non essendo convinto.
“Però ho tanta fame e ora lo mangio!!”
Quelle bestie senza pace mi resero tanto disperato, da farmi
indietreggiare verso la selva selvaggia priva di luce. E mentre io
precipitavo verso tale luogo oscuro, mi apparve dinnanzi agli occhi chi
per lungo silenzio pareva fioco.
“Abbi pietà di me, chiunque tu sia! Spirito o uomo
vero!”
E lui mi rispose: “Non sono uomo, ma lo fui! E i parenti miei
furono ebrei, tal che il mio vero cognome fu Zimmerman. Nacqui al tempo
del grande Elvis e vissi in America da buon cantastorie, negli anni del
folk e del rock’n’roll. Cantautore fui, e cantai
gli ideali miei, poiché il superbo mondo fu corrotto. Ma tu
perché ritorni nella selva? Perché non sali il
dilettoso monte, principio e causa di perfetta
felicità?”
“Oh non sei tu quel famoso Virgilio, sorgente di cultura e
fiume di eloquenza?” domandai io, con vergognosa fronte.
“No, sono Bob Dylan!”
“Oh, tu che sei l’onore e la guida degli altri
poeti, tu che sei il mio grande maestro e autore, vedi le bestie di cui
tanta ho paura? Difendimi da loro, famoso saggio, poiché mi
fanno tremare le vene e i polsi!”
“Ma ti ha appena detto di essere Bob Dylan,
coglione!!”
“Zitto, John.. Voglio proprio vedere cosa succede!”
“Paul.. Ho fame!!”
“Sssh! Te lo mangi dopo Dante!!”
Il sommo Virgilio mi guardò dunque con i suoi illustri
occhi, seppur me li ricordassi assai diversi.
“A te conviene seguire un diverso percorso, se uscire vuoi da
questo luogo selvaggio. Poiché queste bestie, per le quali
tu strilli tanto, non lasciano passare nessuno per la loro strada, ed
hanno una natura tanto perfida da uccidere chiunque le
incontri.”
“Ma noi non siamo così cattivi.. Giusto un
pizzichino!” si lamentò la lupa, un poco
dispiaciuta.
“Vedi, George.. Si riferisce a te, che dopo ogni pasto hai
più fame di prima!” ridacchiò il leone,
mostrando le sue terribili fauci. “Eih.. Io non ho delle
terribili fauci! I miei denti sono bellissimi!!”
“Molti sono gli animali con cui si accoppiano e saranno
sempre di più, finché non verrà il
veltro a cacciarli.” predisse il fier Virgilio, suonando la
propria chitarra. E a quel punto arrivò correndo il cane di
cui egli cantava.
“Io sono il veltro e ristabilirò
l’ordine, la pace e la giustizia nel mondo!”
“Uh che paura, sto tremando!!” commentò
il leone, digrignando le sue terribili fauci. “Ancora con
queste fauci?? Ah Dante, hai rotto il BIIIIIIIIIP!!!”
“Oh che carino! Ringo è un cagnolino!”
esclamò la lupa, desiderosa qual’era di divorarsi
anche il veltro. “Non è vero!! Non sono
così affamato!!”
“Zitto, George! Io sono qui per punirvi!!”
“Questi non sarà avido né di dominio,
né di ricchezze, ma di sapienza, amore e virtù, e
la sua origine sarà fra la gente umile.”
continuava a cantare il fier Virgilio. E il veltro osservava i propri
avversari con disprezzo, facendosi bello di tutti i suoi valori.
“Sentito?? Io sono il bene e voi il male!!”
“Ma vaffanculo!!!” urlarono le tre fiere in coro,
puntandogli avverso le loro malevoli braccia.
“Il mio braccino non è malevolo!”
piagnucolò la lonza, ferita nella propria vanità.
“Almeno stavolta non ha avuto da ridire sui miei
denti!” considerò il leone ignaro, avente delle
terribili fauci. “Ma.. Ma.. Ma.. Sticazzi!!”
“Ed il veltro inseguirà le fiere per ogni
città, fino a ricacciarle nell’Inferno, da dove il
Demonio le fece uscire.” narrava il saggio Virgilio con la
sua rauca voce ed un suono di armonica.
“Ma quello non è Bob Dylan?”
domandò il veltro, assai incuriosito.
“Oh certo! È lui per davvero!” rispose
la lupa, affamata qual’era del buon Virgilio.
“Uffa!!”
“E allora perché lo chiama Virgilio?”
“Lo chiedi a me? Io per lui sono un lupo, tu un cane, John un
leone e Paul un gatto!!”
“Oh fiere!! Fate silenzio e lasciate parlare il mio
maestro!!” le zittii io, seppur con molto timore. A quel
punto Messer Virgilio poté continuare.
“Perciò per il tuo bene, ritengo che tu debba
seguire questi animali attraverso il luogo eterno, dove udrai le grida
disperate e vedrai le anime dolenti di famosi personaggi. E vedrai poi
coloro che, seppur nel fuoco, sono felici perché sperano un
giorno di poter raggiungere le anime beate, alle quali poi tu
salirai.”
E io a lui: “Poeta, io ti chiedo, in nome di quel Dio che non
hai mai conosciuto, affinché io scampi da codesto male o da
altro peggiore, perché non sarai tu a guidarmi dove hai
detto ora?”
“Hai sentito cosa ha detto Dylan? Tu vieni con
noi!” mi importunò la lonza, trattenendomi con i
suoi taglienti artigli. “Guarda che ho le unghie corte io,
bellino!!”
Mi volsi a rimirar il fidato Virgilio, ma con immensa paura scoprii che
solo mi aveva lasciato. Con quelle fiere dall’aspetto umano,
la lonza, il leone, la lupa ed il veltro.
“Andiamo, Dante! L’inferno ci aspetta!!”
Allor si mossero, ed io le seguii.
Si lo so.. E' una cazzata! u.u Ma vi prego di capirmi.. Sto
preparando un esame su Dante e si sa, la mente fa brutti scherzi!! ;)
Zazar Ramone
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