Rieccomi!
Col primo capitolo! Volevo solo precisare che la descrizione della sala del
trono l’ ho presa dal libro Il Ritorno del Re, nel capitolo Minas Tirith. Spero
vi piaccia! Ciao!!
Capitolo 1
Quella era la prima volta che Niniel entrava nella Sala del
Trono. Spesso si era domandata come fosse e aveva cercato di immaginarla,
basandosi sui racconti del padre, che vi si era recato circa un paio di volte
anni addietro.
Camminava dietro ai suoi genitori, cercando di non guardare
troppo in giro, ma la sua curiosità le impediva di tenere gli occhi fissi sul
pavimento di marmo bianco per più di tre secondi. Ogni cosa in quella sala dava
l’impressione di voler rappresentare la grandezza dei re del passato. Alte
colonne di marmo nero terminavano con capitelli sui quali erano scolpite figure
di foglie e bestie, che sembravano sorreggere il pesante soffitto, pesante com'
era sempre stato il compito dei grandi Re del passato e delle genti del
presente.
Gli occhi di Niniel passarono in rassegna una ad una le
statue di marmo rappresentanti i re che furono, situate tra le varie colonne.
Abbassò di nuovo gli occhi, ma non poté fare a meno di
spalancarli quando, rialzandoli, vide una scalinata bianca, in cima alla quale
dominava un alto trono altrettanto bianco sovrastato da un baldacchino che
raffigurava un elmo incoronato mentre, sul muro dietro di esso, spiccava
l’immagine di un albero in fiore incastonata di pietre preziose.
Ai piedi di questa scalinata vi era una sedia nera, sulla
quale era accomodato sire Denethor, il Sovrintendente, e rispettivamente alla
sua destra e alla sua sinistra si trovavano, in piedi, Boromir e Faramir.
« Benvenuti! » esclamò Denethor non appena giunsero
abbastanza vicini al suo seggio.
« Earine ci ha riferito che volevate vederci, sire. » disse
Adhort dopo essersi inchinato di fronte a Denethor, seguito immediatamente nel
gesto dalla moglie e dalla figlia.
« Certo! E ditemi, come vi chiamate? »
« Io sono Adhort, figlio di Arhn, e queste sono mia moglie
Erith e nostra figlia Niniel. » spiegò il cuoco.
Denethor squadrò le due donne, poi riprese a parlare con
Adhort:
« Vi ho fatti chiamare perché io e i miei figli » disse
facendo un gesto alla sua destra dove si trovava Boromir « Volevamo
assolutamente conoscere le persone che ci preparano ogni giorno i pasti. »
Niniel alzò leggermente lo sguardo verso i figli del
Sovrintendente, li conosceva, certo, come poteva non conoscerli? Li aveva già
visti molte volte girare per la città, soprattutto Faramir che spesso, di
nascosto dal padre, cercava di aiutare la popolazione in difficoltà.
Intanto, Denethor continuava:
« Ci siamo accorti che da una settimana a questa parte ciò
che preparate ha un gusto particolare, un tocco in più che prima non aveva. »
« È tutto merito di nostra figlia, mio sire! » esclamò
Adhort, facendo un gesto verso Niniel, invitandola ad avvicinarsi. La ragazza
era, infatti, rimasta a qualche passo di distanza.
« Sogna di diventare cuoca, proprio come noi, e da poco più
di una settimana ha iniziato ad aiutarci. » spiegò il padre della ragazza.
Lei si affiancò a Adhort, e fece un inchino.
« I miei complimenti, ragazza! Sei già molto brava! » le
disse il Sovrintendente.
« È un onore per me, poter lavorare per un così gran signore
degli uomini. » lo riverì lei, alzando leggermente il viso per guardarlo in
faccia.
« E dimmi, quanti anni hai? »
« 25 »
« Sono certo che tra qualche anno sarai tra le migliori
cuoche di tutta Gondor! » la elogiò di nuovo lui.
« Vi ringrazio, mio signore, ma il merito va tutto ai miei
genitori che mi hanno insegnato. » disse ancora lei, spostando poi lo sguardo
su Boromir e Faramir.
Il fratello più giovane non si accorse che Niniel lo stava
guardando, sembrava quasi assente, perso nei suoi pensieri. Boromir invece
ricambiò lo sguardo, anzi fu costretto ad ammettere che nessuna ragazza aveva
mai sostenuto il suo sguardo così a lungo.
« Oltre che una brava cuoca sei anche modesta! Sarai di
sicuro una buona moglie per chi ti chiederà in sposa! » si complimentò
nuovamente Denethor.
Niniel non rispose, si limitò a chinare il capo in segno di
ringraziamento, con un’espressione seria sul volto.
Così andarono avanti ancora per alcuni minuti, il
Sovrintendente e Adhort, il padre della ragazza, mentre lei se ne stava zitta
sperando di non essere più interpellata e spostava gli occhi di qua e di là,
cercando di carpire ogni più piccolo particolare della Sala del Trono. Spesso
le veniva difficile spostare solo gli occhi, non bastava per osservare tutta la
bellezza di quel luogo, quindi iniziò a girarsi di qua e di là, ignorando
completamente Denethor e gli sguardi infuocati che le lanciava la madre, nel
tentativo di ottenere dalla figlia un po’ di contegno.
Quando finalmente si decise a tornare un po’ composta, notò
che Boromir la stava osservando quasi divertito con un sorrisino sulle labbra.
Lei lo fissò dritto negli occhi, come a voler scoraggiare quel suo sorriso.
Continuarono la loro silenziosa battaglia per alcuni secondi, poi lei distolse
lo sguardo.
« Potevi almeno far finta di dimostrarti interessata alla
conversazione! » la rimproverò la madre appena lasciarono la Cittadella.
« Uffa mamma! Ne avevo basta di sentire tutti quegli stupidi
complimenti che mi stava facendo quel vecchiaccio! » esclamò Niniel esasperata.
« Non parlare così! E se qualcuno ti sentisse? Magari una
delle sua guardie! »
La ragazza rispose con una vistosa alzata di spalle.
« Dovresti essere orgogliosa invece! » le fece notare Adhort
« Il Sovrintendente ha voluto complimentarsi con te perché gli sono piaciute le
pietanze che gli hai preparato! »
« E ne sono orgogliosa, infatti! » ammise lei « Ma quando
poi ha iniziato con tutti gli altri complimenti e quelle chiacchiere, proprio
non lo sopportavo più! »
Erith sospirò, non sapeva più come comportarsi con sua
figlia.
« Ehi Niniel! » la ragazza si voltò, era Earine, la sua
migliore amica nonché cameriera del Sovrintendente, che stava arrivando di
corsa.
« Ci vediamo dopo! » disse la ragazza salutando i genitori e
correndo verso Earine.
« Allora com’ è andata? Cosa ti ha detto Denethor? »
« Ha voluto complimentarsi perché ha gradito il pranzo. »
tagliò corto Niniel.
« E lo chiami niente? »
« Ma no, no… sono contenta… è solo che sai che non sopporto
quel vecchiaccio! »
« Beh, per questo ti capisco! Anch’io non lo sopporto… e
pensa che io quando lo servo a tavola ci ho a che fare molto più di te! »
« Infatti non so come fai! Io non ci riuscirei mai! »
esclamò Niniel ridendo mentre con l’amica camminava per le vie della città.
« Pensa che oggi ha litigato ancora con Faramir! » le spiegò
Earine.
« Di nuovo? Ma litigano tutti i giorni? »
« Praticamente sì. Hanno idee completamente diverse, e
Denethor non sopporta quando Faramir gli dà contro! Per esempio, oggi Faramir
gli ha fatto notare che la popolazione sta finendo le provviste e gli ha
consigliato di dare una mano ai cittadini, ma Denethor non ha voluto saperne. »
« E Boromir? » domandò Niniel « Con Boromir com’è? »
« Boromir è sempre stato il suo preferito. » spiegò Earine «
Un po’ perché è il primogenito, e un po’ perché le loro idee si assomigliano di
più. Almeno credo… non ne sono certa perché non li conosco personalmente. Oggi
per esempio Boromir ha dato ragione a Faramir, ma con lui il vecchiaccio non se
l’è presa come invece ha fatto con Faramir. »
« Mah… chi lo capisce è bravo! » commentò Niniel ridendo.
« Hai visto cosa faceva quella ragazza mentre nostro padre
parlava? »
« Mh… non l’ ho notato. »
« Ma come, non hai notato che continuava a guardarsi in
giro, non avrà ascoltato praticamente niente di quello che ha detto nostro
padre! »
« Come la capisco… » sospirò Faramir ridendo, facendo ridere
a sua volta anche il fratello maggiore.
« Beh, non mi sarò accorto di cosa faceva lei mentre nostro
padre parlava, però ho notato un’altra cosa… » disse ad un tratto Faramir.
« Cosa? »
« Oh, niente… solo che l’ hai fissata praticamente per tutto
il tempo! »
« Ci credo… se tu
avessi visto certe sue espressioni quando parlava nostro padre l’ avresti
guardata anche tu! »
« Certo… cercati un’altra scusa Boromir… » rise Faramir.
« Cosa stai insinuando scusa? » esclamò l’altro offeso.
« Oh, niente… Comunque credo che tu ci possa arrivare da
solo! »
« Boromir!» la voce del padre risuonò forte nel corridoio
che i due fratelli stavano percorrendo.
Boromir si voltò e sospirò sconsolato:
« Lascio perdere solo perché mi sta chiamando… ma questa
sera continuiamo il discorso! » lo ammonì, mentre si dirigeva verso il padre.