Salve a tutti!
Come scritto nell'oggetto, siamo Beatrix e Yuki689 con l'account
dedicato ai nostri lavori di coppia, e questa è la
nostra prima storia scritta a quattro mani. Abbiamo iniziato questa
splendida esperienza a Giugno 2009, per terminarla esattamente l'1
Febbraio 2010, dandoci dentro a ritmo di due capitoli (in media) a
settimana e, se
devo essere sincera, abbiamo fatto pure in fretta vista la lunghezza
della storia (che sì, sarà lunga davvero e vi
terrà compagnia, se lo vorrete, per parecchio tempo ^^)!
Abbiamo avuto una mente un pò contorta per partorire una
storia del genere, ne siamo consapevoli! Speriamo solo che possa essere
di vostro gradimento. Personalmente noi, sarà che
è la nostra prima opera scritta assieme, ci siamo
affezionatissime e, quando l'abbiamo finita, assieme all'esultanza, una
lacrimuccia probabilmente ci è scappata. ^^'''
E' stata comunque scritta con l'intento di farne un seguito, tuttavia
dobbiamo aspettare che Oda si porti avanti con l'opera principale
(capirete il perchè). Ora come ora, probabilmente, ci
dedicheremo alle nostre storie personale, ma non nascondiamo che la
nostra collaborazione potrà essere destinata a durare a
lungo.
Essenzialmente, i protagonista principali, attorno ai quali si svolge
la vicenda sono Ace e il Nuovo Personaggio. A sua volta, attorno a
loro, gireranno
altri due personaggi: Shanks e Smoker. Non vi anticipiamo altro,
perchè non vogliamo rovinarvi la sorpresa, solo, non pensate
che sia la solita storia con la coppietta di mezzo. Perchè
non è assolutamente così, di casini in merito ce
ne saranno eccome, e sarà tutt'altro da quello che può sembrare da
queste righe! :p
Ah, sarò io a pubblicare (Beatrix), tuttavia Yuki
risponderà a parte alle recensioni che saranno postate (ed
io posterò anche i suoi pareri, assieme ai miei):
sarà un angolo delle risposte LUNGHISSIMO. :D Questo per
permetterle di portarsi avanti con i suoi lavori (e di destreggiarsi
con i suoi impegni, visto che è mortalmente sommersa!).
Aggiornerò regolarmente (incrociamo le dita!) il
martedì
sera e la pubblicazione sarà settimanale. Ogni capitolo
avrà anche la sua colonna sonora personale (se cliccate
sopra vi
si aprirà la pagina di youtube con la canzone linkata).
Bene, avrete capito che il dono della sintesi di certo non è
di
casa, qui da me. u_u Credo, dunque, sia anche l'ora di lasciarvi al
primo capitolo! Buona lettura a tutti quanti!
..:: Beatrix e Yuki ::..
CAPITOLO 1: CONVOCAZIONE.
Quella mattina si era alzato di malumore, forse dovuto al caldo
insopportabile che non dava tregua nemmeno di notte, forse per via di
quegli idioti dei suoi sottoposti che non sapevano far nulla di buono
se non combinare guai.
Si era seduto su di una sedia collocata all'ombra, sul ponte, per poter
osservare l'orizzonte. Stava inspirando profondamente fumo dai suoi due
sigari in modo da riuscire a riottenere un po' di
tranquillità interiore ed evitare che i suoi nervi fossero a
fiori di pelle, cosa che sarebbe andata a discapito dei suoi
subordinati e della sua lucidità. Soprattutto quest'ultima
non poteva lasciarsela venire meno se voleva riuscire a mettere le mani
su Cappello di Paglia che ormai era divenuto il suo obbiettivo
principale.
Liberò una nuvola di fumo, che uscì con
prepotenza dalle sue labbra incurvate all'in giù, il quale
si disperse velocemente nell'aria, complice il vento arido che soffiava
su quel tratto della Rotta Maggiore. Si stavano avvicinando a un'isola
estiva e ciò spiegava quel clima torrido il cui unico
effetto era sfiancare gli umani imprigionati sulla nave.
"Signore! Signore!" lo chiamò una voce femminile alle sua
spalle che lo costrinse a voltarsi.
Tashigi era arrivata correndo e grazie alla sua prodigiosa sbadataggine
inciampò, andando a finire addosso al commodoro. Con un
sopracciglio alzato per la solita goffaggine che dimostrava la sua
sottoposta e quella leggera irritazione sempre impressa sul suo volto,
l'aiutò in modo rude a rialzarsi.
Le avrebbe voluto far notare che se aveva degli occhiali da vista tanto
valeva usarli, invece che tenerli come accessorio decorativo sui
capelli. La osservò intanto che si prodigava in inutili
scuse visto che a lui non servivano. Come tutti anche lei cercava di
tenere il meno possibile abiti addosso e questo andava a favore della
messa in mostra delle sue forme. Tuttavia, visto l'espressione
preoccupata della giovane, l'attenzione di Smoker ora era tutta rivolta
a ciò che stava per comunicargli.
- Ho l'impressione che
questa sia davvero una pessima giornata -
pensò in attesa, con volto severo, mentre i sigari in bocca
si consumavano lentamente.
"Una chiamata per voi, Commodoro!" ansimò Tashigi per il
caldo e per l'imbarazzo di essere finita addosso al suo capo "Pare sia
molto urgente e viene direttamente dal Quartier Generale della Marina".
"Che cosa vogliono?" chiese seccato.
"Solo che hanno una comunicazione di massima urgenza per voi".
Non riusciva a immaginarsi un valido motivo per cui dovesse essere
fatta una chiamata a lui proprio dai piani alti della Marina. Sperava
solo che non fosse nulla di rilevante visto che, finalmente, aveva
l'opportunità dopo molto tempo di rimettersi
all'inseguimento di Cappello di Paglia. Un'opportunità che
non voleva perdere, anzi, sfruttare al massimo per mettere finalmente
le mani su quel moccioso che sapeva irritarlo profondamente.
Una nuova nuvola di fumo si disperse nell'aria mentre Smoker rientrava
nella cabina dov'era collocato il lumacofono, a passi pesanti e decisi.
Sentiva la spadaccina seguirlo e la lasciò fare.
"Qui Smoker" aprì la conversazione con voce aggressiva e
scocciata.
Non aveva voglia di perdere tempo dietro la burocrazia o giochetti di
potere, a lui interessava solo fare il suo lavoro, nient'altro. Dunque
voleva chiudere il più in fretta quella comunicazione e le
formalità varie per potersi dedicare alla cattura dei pirati
che infestavano l'oceano.
Tutti i suoi piani vennero sbriciolati nel momento stesso in cui la
voce dall'altra parte del lumacofono proferì parola.
Appena la riconobbe ebbe la sgradevole sensazione che la sua
opportunità per confrontarsi con Cappello di Paglia si
stesse riducendo in polvere davanti ai suoi occhi e che lui non avrebbe
potuto farci nulla.
"Commodoro Smoker, qui è Sengoku che vi parla"
s’interruppe per lasciare tempo che quell'informazione
essenziale e shoccante prendesse possesso della mente del suo
interlocutore, prima di continuare "La vostra presenza è
richiesta, d'urgenza, al Quartier Generale".
Smoker non si lasciò incantare troppo dal fatto di star
parlando con il Grande Ammiraglio in persona. Anche se quelli erano
ordini, voleva almeno una spiegazione che potesse chiarirgli per quale
motivo gli fosse stata fatta una simile richiesta.
"Signore, sto dando la caccia a dei pirati..."
"Non importa, manderemo altri. L'aspettiamo presto. Buona giornata,
Commodoro Smoker".
La comunicazione venne interrotta prima ancora che dall'altra parte si
potesse ribattere.
Un moto di rabbia si andò lentamente a sovrapporre allo
stupore che quella chiamata aveva suscitato in lui. La sentiva
divampare nel suo petto impetuosa, tanto che dovette trarre profondi e
ampi respiri, che andarono a consumare rapidamente i sigari che ancora
stringeva tra i denti.
Gettò quello che rimaneva nel cestino prima di accendersene
altri con il viso contratto in una smorfia di pura ira per l'ordine che
aveva appena ricevuto.
La cosa che lo faceva infuriare non era tanto l'abbandonare la caccia,
lasciare ancora una volta il suo inseguimento a Cappello di Paglia e
dedicarsi a un'altro lavoro. No, quello che in quel momento gli rodeva
nell'anima era il modo in cui aveva ricevuto tale comando: quel tono
pacato, ma che non ammetteva repliche e non ascoltava, non gli aveva
offerto nemmeno una scusa dietro la quale nascondere quell'ordine
improvviso.
"Commodoro?" la voce preoccupata di Tashigi lo riportò alla
realtà.
Posò i suoi occhi grigi sulla giovane donna che lo fissava
in attesa di una qualche spiegazione, ma come poteva darne a lei quando
non ce le aveva nemmeno lui?
Si alzò di scatto, uscendo nuovamente all'aria aperta.
- E' davvero una
pessima giornata - sbottò mentalmente prima
di cominciare a dare ordini sull'inversione di rotta che li avrebbe
condotti al Quartier Generale della Marina. Sentiva su di sé
gli occhi zaffiri e interrogativi della ragazza che non osava
rivolgergli alcuna domanda.
Ormai lo conosceva abbastanza da capire quando non era dell'umore
adatto per mettersi a parlare e, segretamente, le era grato per la sua
non insistenza in quel momento nell'ottenere delle risposte.
Infondo, non c'era nemmeno molto da dire.
Il Quartier Generale era una costruzione imponente. La sua struttura
era antica, ma continuava a essere solida e a trasmettere un senso di
potenza e impenetrabilità. Mai, quel luogo, era stato
violato e lì regnava sovrana la giustizia suprema che, con
enorme fatica, la Marina tentava di diffondere nel mondo corrotto dai
pirati. Lì, da secoli, gli ufficiali tentavano di coordinare
le tattiche migliori per riuscire finalmente a portare pace in tutte le
terre, distruggendo una volta per tutte la feccia che ricopriva il
mondo.
Smoker non era fatto per rimanere chiuso in quattro mura, per quanto
solide e maestose. L'attività passiva non gli si addiceva e
tanto meno quella fatta di convenevoli, fogli da firmare, piani da
preparare e quella politica sempre un po' sporca e marcia che viveva
tranquillamente in quei luoghi.
Nonostante credesse ancora nella Marina, non era così illuso
da credere che al suo interno non vi fossero i corrotti e gli
arrivisti, che tentavano solo di guadagnarsi una posizione. Quella
sporcizia esisteva anche lì, semplicemente pensava che il
sistema potesse funzionare abbastanza bene da non risentire della loro
presenza.
Percorreva a gran passi i corridoi, ignorando le persone che li
popolavano e le loro occhiate.
Ricordava dove fosse collocato l'ufficio di Sengoku, nonostante non vi
andasse da molti anni ormai. La sua memoria era ottima tanto da
riuscire persino a riportare alla mente gli altri luoghi del Quartiere
che aveva visitato quando era più giovane.
"Signore".
Un soldato in divisa, impeccabile e senza nemmeno una piega, gli si era
avvicinato con aria severa. Non riusciva a scorgerne il viso a causa
della visiera del cappello, ma aveva la vaga impressione che fosse
contrariato anche se si sforzava di trattenere quel sentimento.
"Che c'è?" sbottò poco paziente Smoker.
"E' vietato fumare nei corridoi".
Per tutta risposta il commodoro fece uscire un'ingente
quantità di fumo dalla bocca indirizzandola al giovanotto di
fronte a sé. Non era proprio dell'umore adatto per mettersi
a discutere con una recluta che passava le sue giornate a far lavoro
d'ufficio, senza contare che mentre quel soldato si preoccupava di una
cosa tanto insignificante, per i mari scorrazzavano bande di pirati che
assaltavano, saccheggiavano e depredavano.
"Finisco questo sigaro" borbottò allontanandosi.
Ci aveva impiegato tre giorni di navigazione per tornare al Quartier
Generale. Giorni che avrebbe potuto spendere alla ricerca di Cappello
di Paglia, quindi sperava fermamente che il motivo di tale chiamata
avesse alla base fondate motivazioni. Eppure un presentimento negativo
gli riempiva lo spirito e lo metteva in guardia.
Purtroppo davanti a Sengoku non poteva lamentarsi più di
tanto essendo il Grande Ammiraglio, tuttavia nutriva ancora una vaga
speranza di poterlo persuadere adottando magari la giusta strategia.
Non era certo un oratore, il che poteva rivelarsi un problema se si
fosse dovuto mettere a discutere qualche ordine, ma in faccia a Sengoku
non poteva rispondere in malo modo o troppo bruscamente.
Arrivò davanti alla porta del suo ufficio e bussò.
Non attese molto per trovarselo davanti, con quel suo assurdo cappello
con il gabbiano, gli occhiali rotondi e quella barba intrecciata e
lunga. Come sempre aveva un'aria mite e pacifica, ma era tutta
apparenza. Questo era ciò che pensava Smoker e buona parte
del resto della Marina, perché infondo un uomo non poteva
certo diventare la seconda carica più importante del mondo
senza avere una certa forza e uno spirito tutt'altro che misericordioso.
"Buongiorno, Commodoro Smoker" lo salutò bonariamente
Sengoku.
"Salve" borbottò cercando di trattenere il più
possibile il suo tono rude.
"Pensavo di ricevervi prima".
"Purtroppo eravamo parecchio distanti dal Quartier Generale della
Marina, ci abbiamo impiegato parecchio per raggiungervi".
"Comprendo, non ci sono problemi se le cose stanno in questo modo".
Smoker strinse tra i denti i sigari con maggior forza per evitare di
rispondere sgarbatamente, ripetendosi che era meglio attendere in
silenzio gli ordini che doveva comunicargli. Doveva trattarsi di
qualcosa si grosso per aver richiesto la sua presenza lì,
per comunicargli personalmente le direttive volevano evitare
intercettazioni nonostante le loro linee fossero le più
sicure del mondo.
"Vi ho tenuto sotto controllo" esordì Sengoku intanto che
cominciava a camminare lentamente per i corridoi con le mani incrociate
dietro la schiena "Il vostro è un lavoro impeccabile e la
vostra dedizione assoluta alla Marina".
"E dovevate spiarmi per saperlo?" sbottò incapace di
trattenersi il Commodoro.
"Siate paziente" lo pregò con tono affabile l'altro uomo
"D'altronde questi sono periodi estremamente delicati e volevano essere
assolutamente certi che voi foste incorruttibile, soprattutto per la
missione di massima segretezza che vi stiamo per impartire. Quindi
capirete bene la nostra premura, la spia che vi ha seguito doveva solo
assicurarsi che voi foste impeccabile".
"Che missione?" chiese Smoker cercando di non pensare al fatto che
fosse stato pedinato.
Se non avesse abbandonato quella parte della conversazione rischiava di
perdere la già poca pazienza di cui disponeva e che in quei
tre giorni era stata seriamente stata messa a repentaglio.
Non riusciva a comprendere a che gioco stessero giocando i piani alti e
non era nemmeno certo di volerlo sapere, sperando che alla fine fosse
tutto finalizzato al raggiungimento dei loro scopi di giustizia.
"Si tratta di Ace Pugno di Fuoco" rispose con naturalezza come se
stessero disquisendo sul tempo o su quanto zucchero andasse messo nel
caffè "Tuttavia, approfondiremo tra poco, non appena
arriveremo al cospetto dei Cinque Astri".
Gli occhi di Smoker si sbarrarono per la sorpresa a quelle parole. Ora
la sua mente aspettava solo risposte, impazientemente, che non riusciva
a trovare da solo.
Proseguirono in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, anche se
quelli del Commodoro parevano più tumultuosi e confusi di
quelli dell'altro uomo che tranquillamente passeggiava con noncuranza
tra i corridoi del Quartier Generale.
Infine giunsero davanti a un'immensa porta di legno che venne
spalancata con solennità da due guardie ai due lati di essa.
All'interno, in una stanza circolare e ampia, vi erano due divani e su
di essi sedevano cinque anziani signori, dagli sguardi severi e saggi,
i cui lineamenti parevano dove incarnare l'apice della somma giustizia,
bontà e armonia che il mondo potesse conoscere. Quelle
persone componevano l'organo al vertice del Governo Mondiale.
Smoker non li aveva mai incontrati di persona, non sapeva nemmeno che
facce avessero e trovava ridicolo che per un misero incarico fosse
stato convocato dinnanzi a loro. Che cosa c'era dietro di
così grosso?
Ormai sapeva che non avrebbe più nemmeno potuto tentare di
svincolarsi dall'ordine che gli avrebbero dato,
perché
dinnanzi a loro non avrebbe retto il suo desiderio di dare la caccia a
Cappello di Paglia, per quanto quest'ultimo fosse pericoloso. Era stato
convocato lì perché volevano essere certi che
comprendesse l'importanza della missione che stavano per conferirgli e
la portasse a termine con la conseguente diligenza.
Strinse tra i denti i tre sigari che ormai si erano per metà
consumati da quando insistentemente continuava a inspirare.
"Salve Commodoro" lo salutò uno dei Cinque Astri.
"Buongiorno".
"Lei è stato convocato qui perché le stiamo per
affidare un compito di assoluta delicatezza" prese la parola un altro.
"Più precisamente la cattura del pirata conosciuto come
Pugno di Fuoco, comandante della seconda flotta di Barbabianca.
Vogliamo che ce lo porti vivo e usando la riservatezza più
alta" intervenne quello al suo fianco.
"Questa missione sarà segreta, il che comporta che oltre a
lei solo poche persone potranno esserne informate e qualsiasi fuga di
notizia sarà considerata una sua mancanza"
continuò il quarto.
"Può usare la sua ammiraglia naturalmente, ma del suo
equipaggio sarebbe meglio che non venga rivelata la sua nuova missione,
se non strettamente necessario" concluse l'ultimo.
"Quindi dovrei lasciare l'inseguimento di Rufy Cappello di Paglia per
dedicarmi a quella del fratello maggiore, in massima segretezza?! Per
quale motivo, se mi è concesso chiedere?"
controllò come meglio poté il proprio tono per
evitare di sembrare troppo acido.
"Vogliamo che Pugno di Fuoco subisca un'esemplare punizione che
andrà come deterrente per tutti gli altri pirati" rispose
Sengoku prima di porgergli un foglio.
"Qui ci sono le coordinate dell'ultimo avvistamento che abbiamo
ricevuto del suddetto soggetto, speriamo che possa risalire a lui
facilmente. Buona giornata, Commodoro Smoker".
Era stato liquidato e la consapevolezza di ciò lo faceva
imbestialire.
I sigari vennero ridotti in cenere in due secondi una volta fuori dalla
sala.
Non gli avevano dato una spiegazione decente, ne si erano sforzati di
trovare una menzogna che almeno stesse in piedi, dato che per dare una
punizione esemplare andava benissimo anche Cappello di Paglia dopo i
fatti di Alabasta. L'unico motivo per cui lo avevano fatto arrivare
fino al Quartier Generale era per fargli comprendere che non poteva
assolutamente fallire e che non aveva modo di divincolarsi da
quell'ordine.
Poco male in fin dei conti.
Pugno di Fuoco era comunque un ottima preda ed era meglio pensare a
catturarlo che cercare di comprendere i secondi fini dei Cinque Astri,
cosa che lo avrebbe sicuramente portato in acque agitate.
Riaccendendosi i sigari una volta uscito dalla struttura, si
incamminò con passo deciso verso la sua ammiraglia.
- TO BE CONTINUED -
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