Note: il seguente scritto conterrà
riferimenti slash più avanti.
E’ un secolo che non posto una long-fic, ormai mi sento più a mio agio tra raccolte e one-shot, ma anche questa – come molte altre mie long – è
nata quest’estate sull’onda dell’entusiasmo post-visione della prima serie.
Essa non contiene perciò alcuno spoiler e non tiene conto dei fatti narrati
nella seconda stagione del telefilm.
Non ho ancora stabilito di quanti capitoli sarà composta, ma non saranno molti,
credo sotto la decina: in mano ho tutta la bozza della trama, vedremo dove mi
condurrà l’ispirazione (e il vostro prezioso sostegno morale ^^).
Vorrei dedicarla a quelle
persone che hanno recensito il mio ultimo aggiornamento su Merlin:
Shurei, _ichigo_85,
Orchidea Rosa, Little Fanny, Yuki Eiri
Sensei, angela90, GiulyB,
Tao, chibimayu, Egle e suicidal_love.
E a quanti commenteranno. Ai
vecchi e ai nuovi lettori.
Grazie.
The He in the She
(l’Essenza dentro l’Apparenza)
Capitolo I
Al canto del gallo, Merlin si rigirò nel suo umile letto,
sbadigliando pigramente. Rabbrividì per il freddo e cercò a tentoni
il lenzuolo liso.
Non aveva dormito per niente bene, era ancora distrutto
dalla lotta che aveva ingaggiato – chiaramente senza che Arthur ne fosse stato
cosciente – con lo stregone Ardof il giorno
precedente, ed era quasi certo di avere avuto la febbre quella notte, aveva un ricordo vago di un gran caldo. Per questo aveva
cacciato a terra tutte le coperte e si era tolto le vesti con cui di solito
dormiva. Probabilmente lo aveva fatto nel sonno, perché non se lo rammentava
neppure.
Ora invece gli spifferi gelidi lo facevano tremare, perciò
si risolse ad alzarsi. Ma anche solo aprire una palpebra gli costava un’immensa
fatica… e allora semplicemente attese.
Fu in quel mentre che Gaius bussò
alla porta, per destarlo come ogni dì.
Il medico di corte fece capolino da oltre
lo stipite, intonando il consueto “Sveglia, Mer-!
Uh!”
Il cervello di Merlin registrò d’istinto che qualcosa non
andava. Per questo si levò di scatto a sedere, osservando il suo mentore
basito.
“Perdonate,” pronunciò il cerusico,
compiendo un piccolo inchino col capo e distogliendo lo sguardo dal corpo nudo
di fronte a lui, “Perdonate l’intrusione… io… io non sapevo che-” farfugliò,
accingendosi a tornare da dove era venuto.
“Gaius!
Aspettate! Cosa…?” esclamò il mago, squadrandolo come se
fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma… potrei
sapere chi siete?”
“Sono io!”
sbottò allora, allargando le braccia “Gaius!
Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico,
battendosi il petto. “Non mi ricono-”
Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava
toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il
lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio,
sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce
fosse davvero troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
“Non ne ho idea, non credevo mi avesse colpito con un
sortilegio…” scosse la testa, sconfortato. “Vi prego, aiutatemi!”
“Non so ancora come, ma troveremo una soluzione, vedrai!”
Lo stregone annuì, angosciato, grattandosi la testa con un
gesto nervoso, e rimase impigliato nella folta chioma. Solo allora fece caso ai
lunghi capelli che gli accarezzavano la schiena.
Si tirò una ciocca nera verso il naso, osservandola
sconvolto.
“Non mi ero accorto nemmeno di questo!”
“Probabilmente perché si sono semplicemente allungati; sono
parte del tuo corpo: il tuo cervello non li considera cose estranee.” Ipotizzò
saggiamente il medico. “E non sono neppure il male peggiore.”
Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come
spiegherò questo ad Arthur?”
“Ci inventeremo qualcosa…” propose il vecchio. “Ora io
uscirò da qui, tu alzati e vestiti.”
“Non ho neppure un vestito adeguato!” piagnucolò il mago,
chinando il capo sulle ginocchia piegate.
“Merlin, non fare scene isteriche da donnette!” lo sgridò Gaius, con cipiglio pratico.
“Ma io-!”
Un educato bussare all’ingresso li interruppe.
“Avanti!” rispose il medico, andandosene dalla camera
dell’apprendista.
Il viso gentile di Gwen comparve
nel laboratorio.
“Gaius, per favore, Lady Morgana
non ha riposato stanotte – i soliti incubi, sapete – e vorrebbe un rimedio per
il mal di capo.”
“Certo, glielo preparo subito.” Replicò solerte, trafficando
negli armadietti dei medicinali.
“Merlin si è già alzato?” s’interessò l’ancella, aspettando
che il dottore preparasse l’infuso.
“Oh, beh… lui, vedi…”
“E’ partito!” s’intromise una voce estranea, sbucando nello
studio. “E’ andato da sua madre…”
Gwen rivolse l’attenzione alla
giovane ragazza che vestiva abiti maschili.
“E voi sareste…?” l’incalzò.
I due uomini si scambiarono un’occhiata d’intesa.
“…Sua cugina.” S’immischiò il vecchio. “Mer…
err-”
“Lin!” concluse il mago. “Il mio
nome è Linette, ma gli amici mi chiamano Lin. Piacere.”
“Onorata di fare la tua conoscenza.” Rispose Guinevere, stupita. “Non sapevo che Merlin avesse altri
parenti oltre a sua madre.”
“E’ perché… perché io abito lontano, io non…”
“Il preparato di Lady Morgana è pronto, ecco.” Tagliò corto
il medico, sbattendole la boccetta in mano. “Puoi andare.”
Gwen ringraziò, tuttavia prima di
uscire fu richiamata indietro dal cerusico.
“Ah, Gwen! Non avresti, per caso,
un abito da prestarle? Lin non è abituata alla vita
di corte…”
Merlin arrossì di vergogna. “Sì, per favore.”
E l’altra sorrise di rimando, anche
se l’espressione del suo viso la diceva lunga su parecchie obiezioni.
“Hai intenzione di fermarti a palazzo?”
“Solo fino a che mio cugino non tornerà, gli ho promesso
che… che avrei preso il suo posto al… al servizio del principe, se egli
acconsentirà.”
“Oh!”
“Merlin era molto preoccupato per questa sua assenza improvvisa,
e non voleva che Arthur si adirasse con lui…”
“Comprendo.” Soffiò la popolana. “Però, che io sappia, il
principe non ha mai avuto vallette.”
“Casomai, intercederò io in suo favore.” Chiarì l’anziano
cerusico. “Ora è bene che tu vada dalla tua signora e appena puoi portaci una
veste.”
“Sarà fatto.” Promise e con un inchinò
si licenziò da loro.
Quando Guinevere se ne fu andata,
Merlin e Gaius tirarono un sospiro di sollievo.
“Sei stato bravo a inventarti questa storia su due piedi!” si
complimentò il medico, afferrando due ciotole per la colazione.
La ragazza fece un sorriso colpevole, che sapeva tanto, tanto del vecchio Merlin.
“Sto imparando a mentire come si deve.”
“Ora però mangia qualcosa, la giornata è lunga.”
“A dire il vero, non ho fame; sono ancora tutto
scombussolato.”
“Allora raccontami qualsiasi cosa abbia attinenza con ciò
che ti è successo, anche quello che non ritieni importante…”
E così Merlin ripercorse con lui gli eventi del giorno
prima, fino alla febbre notturna – o qualunque diavoleria fosse – che l’aveva
portato a ridursi così.
“Senti cosa faremo” esordì Gaius,
meditabondo, alla fine del racconto. “Ora tu andrai dal principe e cerca di
essere molto convincente nel farti
mettere al suo servizio – è possibile che la minaccia rappresentata da Ardof non sia ancora debellata – perciò Arthur non è al
sicuro se non è con te.”
“Ma…”
“Niente obiezioni.” Lo rimproverò l’altro. “Non dimenticare
che era l’erede al trono il bersaglio di quello stregone, e potrebbe ritentare.”
Attese che il ragazzo annuisse, poi continuò. “Nel frattempo io inizierò le
ricerche sugli incantesimi di trasformazione, appena si sarà conclusa la
riunione col re a cui – per inciso – dovrei già esser presente.”
Lanciandogli un’occhiataccia di monito, e soffocando in tal
modo ulteriori proteste, l’anziano mentore s’avviò alla porta.
Merlin si accasciò nuovamente contro il tavolo, sbattendo la
fronte sul legno, gemendo. Era un incubo.
Doveva essere un incubo! Perché non poteva semplicemente svegliarsi?
Ma, nel frattempo, una ciocca gli era finita nella ciotola
intonsa, dritta dritta nella
sbobba d’avena.
Continua...
Disclaimer: I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Note: Il titolo
della fic è un esplicito omaggio al telefilm Bones (che io adoro) omonimo alla
puntata 4x07 “The He in the She”.
Ed è un purissimo caso che tale puntata venga trasmessa giusto stasera! ^O^ perché il titolo di questa fic
era prestabilito da mesi ^^.
Un’ultima cosa:
Per chi se la fosse persa, la mia ultima fic
su Merlin è il cap 5 di “Oh, il
principino della sua mamma! (Ovvero: la fu Lady Ygraine e l’istinto materno tardivo)”
Un grazie di cuore a chi commenterà.
E’ un invito rivolto soprattutto a quelle deliziose personcine che mettono sempre-sempre-sempre le fic
tra i preferiti, ma non commentano mai-mai-mai.
Su, non siate timide/i! ^__=
PS: Ho raggiunto le 220 preferenze come autrice tra gli
utenti di EFP, e molti vengono da questo fandom.
Grazie della fiducia. *inchin*
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa
pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Grazie (_ _)
elyxyz