Ginny

di SenzaFiato
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Le persone corrono. Continuamente.
Corrono per prendere l'ultimo treno, per arrivare in tempo al lavoro, per portare i figli a  scuola.
Corrono , senza mai fermarsi un secondo a chiedersi dove stanno andando.
Questo pensava Ginny,una barbona all’angolo della Cinquantaduesima strada.
Piccola  e minuta,capelli lunghi e ricci e due occhi scuri solcati da profonde occhiaie.
Ogni giorno era lì e cantava, auspicando a qualcosa di più di una semplice banconota.
Ma ormai aveva perso ogni speranza.
Cosa puoi ricevere  da stupidi passanti?
 
24 dicembre.
Ore 20,15
Il buio e la fitta nebbia davano alla città un aspetto mostruoso.
La Grande Mela non è poi così bella.
Ma alla gente non importa. Non in questo momento,almeno.
Le strade sono affollate.
Donne,bambini,vecchi e uomini d’affari.
Perché?Ultime spese natalizie.
Insomma, un inutile spreco di soldi.
 
Questo pensa Ginny mentre beve vodka insieme a un po’ di...rum?
Non sa nemmeno lei cosa sta bevendo.
La testa le gira.
Ha conati di vomito.
Ed è quasi Natale.
Nonostante il forte mal di testa continua a cantare.
 E la gente continua a passarle accanto,incurante della sua esistenza.
A Natale sono tutti più buoni?
Non a New York a quanto pare.
 
E’ stanca.
Smette di cantare e si lascia andare giù per terra.
Chiude gli occhi.
 
Quanto è passato?Un’ora?Due?Chi può dirlo.
Il cielo è ancora scuro,la nebbia aleggia imperterrita sulla città e la gente non c’è più.
E Ginny?
Ginny continua a bere.
Perché?
Perché è stanca di elemosinare affetto dai passanti.


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Non scrivo da secoli ,ma oggi la Signora Ispirazione è tornata a trovarmi.
Molto probabilmente questo brano è un disastro,ma vabbe.
Bisogna sbattere la testa contro il muro varie volte prima di decidere di smetterla definitivamente.Vero?
Grazie per l'attenzione.
Bye bye.




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