Era quasi mezzanotte, nella Londra Babbana. La notte avvolgeva tutte le
vie, e un vento frustava gli alberi e le siepi.
Le case a schiera, rigorosamente piene di abitanti addormentati, si
susseguivano uguali ed impersonali.
In una di esse però, all'improvviso si accese una luce. Dei
passi risuonarono all'interno, un mantello scuro cadde su una poltrona,
e una borsa atterrò rumorosamente sul pavimento.
Una figura sottile si affacciò alla soglia di una graziosa
cucina, che venne a sua volta inondata di luce.
Chiunque avesse visto la scena, non avrebbe mai dubitato del fatto che
colei che abitava in quella casa fosse una ragazza come tutte le altre.
Qualche perplessità sarebbe però sicuramente
potuta sorgere nel momento in cui la suddetta ragazza, essendosi
accorta che il fornello non accennava ad accendersi, estrasse un arnese
lungo e sottile e, dopo aver mormorato qualche parola, fece
nascere dalla punta di esso fiamme bluastre e allegre.
No, decisamente lei non era una ragazza qualunque.
Era una strega.
Con
un sospiro la ragazza mise una teiera sul fuoco e si diresse al piano
di sopra, decisa a farsi una doccia nell'attesa che il tè
bollisse.
Era stata una giornata lunga...
Si spogliò velocemente e, dopo essersi sciolta i lunghi
capelli castani, si infilò sotto il getto caldo.
Rilassò le spalle e chiuse gli occhi, non appena l'acqua
inizò a scrosciarle addosso. Non aveva voglia di pensare a
niente...
Si sforzò di annegare i rumori delle ore appena trascorse
nel dolce scivolare delle gocce sulle sue braccia.
E un'altra giornata era finita. Un altro lungo giorno senza fine, senza
uno scopo, senza una meta.
Senza....
No, dannazione. Bloccare la mente, vigilanza costante.
Mai andare più in là, mai uscire dai ranghi.
La ragazza si appoggiò al muro bagnato, aumentando il getto
della doccia, in modo che coprisse il fragore dei suoi pensieri.
Si preparò ad uscire, sentendo il fischio della teiera che
l'avvisava che l'acqua era ormai bollente, quando a quel rumore se ne
sovrappose un altro, ancora più sibilante.
Emise un gemito, udendo quel suono ormai familiare, e lasciò
che la testa le ricadesse in avanti per un istante.
Era proprio cominciato il week-end....Mai che si potesse rimanere in
pace.
E proprio l'indomani sarebbe stata una giornata importante. Aveva
bisogno di un buon sonno.
Dopo aver consumato qualche secondo a formulare maledizioni contro il
suo lavoro e il suo Capo che non le lasciavano mai un attimo di
respiro, scattò.
Infilò l'accappatoio e, di corsa, uscì dal bagno.
Proprio davanti a lei, a mezz'aria, brillava un lampo rosso.
Il segnale...
La ragazza si vestì in un lampo, si gettò il
mantello sul capo, coprendosi i ricci ribelli, afferrò la
bacchetta e, ignorando la teiera che fischiava all'impazzata, si
lanciò fuori di casa e con un CRACK si
Smaterializzò.
Riapparve in un vicolo piuttosto angusto e quasi totalmente buio.
Capì di essere in una delle zone più periferiche
di Londra, almeno a giudicare dalle case scolorite e dai lampioni
sporchi e quasi tutti fulminati.
Si guardò attorno con circospezione, cercando di capire per
quale motivo fosse stata mandata con urgenza proprio in quel luogo.
-Ehilà, è qui la festa?- sussurrò una
voce con finta allegria alle sue spalle, facendola sussultare e alzare
di scatto la bacchetta.
Un uomo uscì dall'ombra, parandolesi davanti. Il cappuccio
calato sugli occhi malcelava ciuffi di capelli rossi ribelli.
-Idiota- mormorò la ragazza, alzando gli occhi al cielo.
Il rosso ridacchiò, scostandosi il cappuccio dal volto.
Lei lo guardò. Occhi azzurri, lentiggini, inconfondibili
capelli rossi.
In altre parole, Ronald Weasley.
-Piuttosto, perchè le uscite a questi orari indecenti
toccano sempre a noi?- bofonchiò la ragazza.
-Perchè il Capo sa benissimo che nessun altro si
scomoderebbe ad uscire...A quest'ora si stanno tutti dando alla pazza
gioia- fece Ron, allegro come sempre -E' il lato negativo di essere
single!-
La ragazza si rabbuiò.
-Vogliamo fare salotto tutta la notte o darci da fare?-
sibilò acida.
Weasley annuì, serrando la presa sulla bacchetta e facendo
qualche passo verso il fondo del vicolo, badando ad essere il
più silenzioso possibile.
I due si fermarono di colpo, quando videro qualcosa muoversi.
-Lumos- mormorarono in coro, illuminando di colpo la scena davanti a
loro.
Le due figure davanti a loro, chine su qualcosa, si voltarono di
scatto, socchiudendo gli occhi per il bagliore improvviso. A
uno di essi cadde il cappuccio dalla testa.
-Lasko....- mormorò la ragazza con voce nervosa,
riconoscendolo.
-Dannati Auror- sbottò questi, trattenendo al contempo il
suo compagno, che sembrava volesse sferrare un attacco - Sempre in
mezzo-
-Sì, è una delle nostre caratteristiche-
commentò pacifico Ron. -Allora, Lasko, che stai combinando
qui?- chiese, facendosi più deciso.
-Un giro- bofonchiò l'altro.
-Senti- si intromise la ragazza, spazientita - E' tardi, e domani
noi dobbiamo alzarci presto. Se ci fai perdere tempo
peggiorerai solo la situazione-
-E non è il caso di far arrabbiare la grande Hermione
Granger, giusto?- sogghignò Lasko.
Ron si intromise, prima che la sua amica potesse scoppiare.
-Avanti, muoviti. E non prendermi in giro con le cazzate delle boccate
d'aria- ringhiò, avvicinandosi di un paio di passi, la
bacchetta sempre ben dritta davanti a lui. -So perfettamente che a voi
Efreet non piacciono le notti ventose come questa. Chi è il
tuo amico?-
-Allora Lasko, che dici?- lo interruppe l'altro uomo incappucciato -Li
sistemiamo questi due?-
-Io starei molto attento a quello che dici- sibilò Hermione
con tono ammonitore, ormai talmente vicina che la punta della sua
bacchetta quasi sfiorava il collo dello sconosciuto.
Lasko gettò un'occhiataccia ai due Auror, poi uno sguardo a
ciò che si trovava alle sue spalle. La situazione si stava
facendo spinosa...
-Elenie non ne sarà per niente contenta- mormorò
la Granger. -Sai benissimo quanta fiducia aveva riposto su di te-
-Non sono al suo servizio. Nessuno le ha mai chiesto niente-
Ron lo guardò disgustato. -Credo che sia ora di farci un bel
giretto al Quartier Generale- annunciò.
-Io non penso proprio- rise l'Efreet, accompagnato in sottofondo dai
singulti divertiti del suo compagno. Fece un cenno del capo a
quest'ultimo, che annuì.
Nel giro di qualche secondo il vicolo brillò di due rosse
lingue di fuoco, esattamente nel luogo dove si trovavano i due loschi
figuri.
Le fiamme si esaurirono in qualche secondo, e i due Auror si
ritrovarono soli.
-Odio gli Efreet- sentenziò Weasley, passandosi una mano
stanca tra i capelli.
Hermione sospirò. -Ora ci tocca passare al Ministero a fare
rapporto-
-Ah per me se lo sognano!- esclamò il rosso- Prima di
domattina non mi vedranno di certo!-
-Hai dimenticato che giorno è domani? Non avremo sicuramente
il tempo per andare al lavoro!-
-Dannazione- brontolò Ron - D'accordo...Andiamo allora, ma
che sia una cosa veloce! Non ho intenzione di aspettarti mentre scrivi
uno dei tuoi soliti rapporti chilometrici!-
La ragazza sogghignò. Stavano quasi per Smaterializzarsi,
quando le parve di notare qualcosa poco più in là.
Afferrò il braccio dell'amico, che già stava
girando su sè stesso, e per poco non lo fece cadere a terra.
-Ehi ma sei impazzita?- rantolò lui, barcollando.
-Shhh...- lo zittì Hermione- Guarda là-
Avanzarono di qualche passo, per poi accelerare quando si accorsero
che, qualche metro più in là, avvolta nel buio,
giaceva una persona. Una ragazza, per l'esattezza.
-Respira?- domandò Ron angosciato.
-E io che ne so?- mormorò la Granger, col cuore che le
batteva all'impazzata. Si chinò su di lei, posandole due
dita tremanti sul collo.
-Il cuore batte- annunciò. -Ma dobbiamo portarla d'urgenza
al San Mungo.-
Per tutta risposta Weasley si affrettò a prendere la ragazza
in braccio. Era molto carina, con i capelli scuri raccolti in una coda.
Respirava a fatica.
-Dici che è una strega?- chiese Hermione, scrutandola
attentamente.
-Non vedo bacchette qui in giro...Ma potrebbero avergliela portata via.
Faremo delle ricerche- borbottò Ron- Ora è meglio
muoversi-
Hermione annuì ma...
-Aspetta!- lo bloccò-
-Che c'è adesso?- chiese esasperato il ragazzo, alzando gli
occhi al cielo -Vabbè che non pesa tanto, ma sai
com'è....-
-Cos'ha qui sul collo?-
Il rosso allungò il viso per osservare il punto
indicatogli dall'amica, e non potè impedirsi di rabbrividire.
Impresso sulla pelle della ragazza vi era, come marchiato a fuoco, uno
strano simbolo.
-Che roba è?- domandò Ron allibito.
-Sembra l'immagine del tassello di un puzzle -mormorò
Hermione, osservandolo più da vicino. -Non ho mai visto
niente di questo genere-
Il simbolo era rosso vivo, e sembrava non essere stato terminato del
tutto. Non appariva infatti nitido, ma appena accennato.
-Forza andiamocene da qui-
Qundo Hermione tornò a casa il sole era già sorto.
Stanca, si sdraiò sul divano. Aveva solo qualche ora per
dormire, poi avrebbe dovuto cominciare a prepararsi.
Chissà quella ragazza....chissà che c'entravano
gli Efreet in tutto quel casino...chissà come l'avrebbe
presa Elenie...
Lo squillo del telefono la fece svegliare di soprassalto poco tempo
dopo. Mosse la mano a tentoni per trovarlo e rispose con voce impastata
di sonno.
-Che diavolo è successo stanotte?- esordì una
voce dall'altra parte della cornetta.
-Lo sapresti anche tu, se avessi risposto all'appello di Carrigan. So
perfettamente che l'hai ignorato per continuare a dormire.-
-Uff....- sbuffò l'altro.
-Chissà cosa direbbe la gente se sapesse che il Salvatore
del Mondo Magico la notte dorme, invece di accorrere alle richieste di
aiuto- rise Hermione.
Dall'altra parte cadde un silenzio tombale. La ragazza
sospirò: Harry James Potter era la persona più
permalosa del mondo.
-Ehi- lo chiamò la Granger -ci sei?-
-Si-
-Dai...scherzavo- tentò di blandirlo.
In quel momento qualcuno bussò alla porta, così
Hermione salutò e riagganciò.
Andò ad aprire e si ritrovò davanti un Ronald
distrutto.
-Che ci fai qui?-
-Sono stato finora in Ospedale...Stanno cercando di capire cos'abbia la
ragazza- spiegò.
-Nessuna novità?- domandò la riccia, ansiosa.
-E' sotto incantesimo, ma non hanno ancora capito quale-
-Ma si riprenderà?-
Ron non rispose subito, si sedette sul divano e lasciò
cadere la testa sullo schienale.
-Allora?- sussurrò Hermione, angosciata.
-Allora bisogna solo aspettare.....e sperare-
Come
promesso, ecco il secondo capitolo della seconda parte. Ci sono un po'
di punti interrogativi in sospeso, lo so, ma saranno chiariti nei
prossimi capitoli. Spero davvero che questo seguito non vi deluda.
Voglio scusarmi per questo enorme ritardo, spero non mi abbiate
dimenticata!!! Un abbraccio!
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