Questa fic è stata scritta come sfogo ieri sera dopo che ho scoperto che
mio fratello mi ha disintegrato il disco fisso in cui tenevo
Questa fic è stata scritta come sfogo ieri sera dopo che ho
scoperto che mio fratello mi ha disintegrato il disco fisso in cui tenevo il mio
adorato archivio di fanfic ed altro.
Spero che il tecnico riesca a recuperare i dati perché il
solo pensiero di dover recuperare tutto da internet mi fa sentire male.
Visto la lentezza della mia connessione in internet o del mio
computer ci metterei dei mesi.
Speriamo in bene.
E per fortuna che almeno i nuovi capitoli delle mie fic (V, L’amante,
…fu…, I malandrini ed il torneo tre maghi) li ho recuperati dato che li
avevo già salvati su dischetto per portarmeli appresso.
A questo proposito spero la prossima settimana di aggiornare
almeno sia "V", che L’amante.
A parte questo, per farla breve, invece che ammazzare mio
fratello, ieri sera ho deciso di scrivere una fic one shot ex novo.
L’idea base è stata ispirata da una puntata del telefilm
"Doc" trasmesso su canale 5 il sabato e la domenica dalle 12.00 alle
13.00.
E’ una fic senza grosse pretese, è solo molto dolce.
I pensieri dei personaggi non sono resi al meglio ed è piena
di ingenuità ma mi andava di scrivere una storia così, che non mi facesse
pensare molto.
L’ho scritta per il gusto di scriverla, per sfogare la mia
rabbia in qualcosa che mi piace senza dover scrivere capitoli e capitoli di
spiegazioni.
E’ semplice ma spero che la gradirete comunque.
Lo so…il titolo non è granché, ma è l’unico che mi è
venuto in mente.
Grazie per l’attenzione.
Agartha
DIMENTICARE L’AMORE PER POI RITROVARLO…
Successe tutto così all’improvviso che nessuno ebbe modo
di impedirlo.
Un momento prima Remus seduto sull’erba vicino al laghetto
del parco di Hogwarts, stava parlando con i suoi amici tenendo per mano quello
che da poco meno di tre mesi era diventato il suo ragazzo, ed il momento dopo
era riverso a terra in una posizione scomposta: un’ematoma bluastro in
prossimità della fronte era l’unico segno rimasto visibile del colpo che l’aveva
abbattuto.
Un gufo nero a tutta velocità si era scontrato con il
ragazzo senza un perché, per poi rialzarsi in volo nuovamente come se niente
fosse successo.
Remus era caduto all’indietro battendo la nuca ed era
svenuto per lo shock.
Subito Sirius, il suo ragazzo, l’aveva raggiunto per
soccorrerlo. Poggiandogli le mani sulle spalle aveva tentato di farlo rinvenire
ma nulla, non c’era stato verso. Allora l’aveva sollevato di peso e
trascinato in infermeria.
Madame Chips era stata subito prodiga di cure, dopo tutto gli
ematomi in testa non devono mai essere presi sotto gamba, anche se grazie ai
nuovi ritrovati magici degli ultimi due secoli non capitava più che qualcuno
morisse per una semplice percossa.
Il ragazzo aveva risposto bene alle cure e così nel giro di
un paio di ore l’infermiera era pronta ad obbligarlo ad ingurgitare una
pozione per farlo rinvenire.
A piccoli sorsi, sollevandogli il capo e schiacciandogli l’esofago
la donna riuscì a far bere al giovane il liquido verde che emetteva un odore
nauseante contenuto in un ampollina; il ragazzo cominciò a tossire di
conseguenza.
Remus riaprì gli occhi e si guardò intorno tentando di
capire cosa fosse successo.
Era confuso.
Madame Chips lo lasciò cadere sul lettino dell’infermeria
e lo guardò dolcemente.
Lui le sorrise.
"Ti ricordi cos’è successo?", gli chiese la
donna.
Remus ci pensò un po’ su e poi dovette ammettere:
"No."
"Sai che giorno è oggi?", allora continuò a porre
le sue domande l’infermiera per controllare in che stato confusionario era il
suo paziente.
A fatica Lupin riuscì a dire: "Giovedì."
"Esatto."
Proprio in quel momento, gli amici del ragazzo sentendolo
parlare, si affacciarono dal séparé con cui l’infermiera aveva circondato
per tre quarti il letto, e sollevati nel vederlo sveglio, gli sorrisero.
Remus li chiamò uno ad uno per nome per tranquillizzarli
definitivamente. "Sirius, James, Lily, Peter. Sono felice di vedervi."
"Ci hai fatto preoccupare", biascicò Sirius
avvicinandosi al lettino e prendendo fra le sue la mano del malato.
"Non dovevate. Ma cosa è successo?"
"Un gufo ti ha colpito mentre eravamo fuori nel parco,
non ti ricordi?"
"No."
"E’ naturale.", la voce di Madame Chips
intervenne nella discussione. "Deve essere lo shock. Ora vi lascio da soli
con Lupin ma non fatelo stancare troppo. State qui un pochino e poi tornate alla
Torre dei Grifondoro. Per sta notte Lupin dormirà qui e domani lo dimetterò. E’
solo una precauzione. Sembra un po’ confuso ma si ricorda che giorno è oggi,
quindi non dovrebbero esserci problemi."
La donna sparì ed i cinque ragazzi rimasero da soli.
Subito Sirius approfittando del momento abbracciò il suo
ragazzo e lo baciò sulle labbra.
Con Madame Chips si era trattenuto ma ora che c’erano solo
le persone a cui voleva più bene poteva permettersi di lasciarsi andare.
Gli era venuto un colpo quando aveva visto Remus esangue a
terra.
Lui e Remus si erano scoperti solo da poco tempo innamorati,
prima erano stati per ben sei anni solo amici, poi però nel corso di quell’anno
le cose erano cambiate. Sirius si rendeva conto che, nonostante fossero solo tre
mesi che stavano insieme, l’amore del compagno gli era di già indispensabile.
Senza si sentiva vuoto, il solo pensiero di perderlo gli raggelava il sangue
nelle vene e gli faceva provare un forte senso di panico.
Fu per questo che la reazione di Remus lo sconvolse fin nel
profondo.
Lupin sorpreso dal bacio di Sirius, lo allontanò da sé
brusco.
Lo guardò profondamente sconvolto e gli disse: "Cosa
cavolo stai facendo?"
"Ti bacio. Mi hai fatto così preoccupare oggi quando
sei svenuto."
"Mi baci?", ripeté Remus scosso.
"Sì. Che male c’è. Sei il mio ragazzo, no?"
"Tu sei il mio ragazzo?", chiese sorpreso Remus.
"Sì. Non scherzare, Moony. Ci siamo messi insieme quasi
tre mesi fa, non te lo ricordi?"
"Tre mesi fa? In novembre?"
"No. Tre mesi fa in febbraio."
Remus proprio in quel momento guardò fuori dalla finestra.
Il sole alto nel cielo, il clima mite e temperato della
primavera inoltrata, gli alberi che si vedevano in lontananza lussureggianti.
"Che mese è?"
"Siamo in maggio.", fu James a rispondere capendo
che c’era qualcosa che non andava.
"Il 12 maggio.", precisò Lily.
"Non state scherzando? Non siamo il 10 febbraio?",
chiese speranzoso Remus.
"No. Siamo proprio il 12 maggio.", confermò Peter.
Lupin si passò una mano sulla fronte ora madida di sudore a
toccare l’ematoma che ancora gli faceva male. "Io credevo di essere in
febbraio. Ho dimenticati tre mesi della mia vita.", disse con aria
afflitta.
Poi, gli sovvenne qualcosa. "Come farò con i M.A.G.O.?
Sirius lo guardava sbigottito. Remus pensava ai M.A.G.O.
quando lui era tutto in subbuglio. Se Remus si era dimenticato gli ultimi tre
mesi della sua vita, allora non si ricordava più nemmeno il modo in cui le cose
fra loro si erano evolute. Il modo in cui nel giro di dieci giorni, l’amicizia
particolare che li aveva sempre legati si era trasformata in amore facendoli
diventare una coppia.
"Vuol dire che proprio non ti ricordi gli ultimi tre
mesi?"
Remus scosse la testa.
"Non ti ricordi di noi due insieme come coppia?",
chiese di nuovo Sirius sperando di aver capito sbagliato.
"No. Mi dispiace.", rispose sinceramente Remus.
"Io ti considero solo un amico, od almeno per me fino a tre mesi fa eri
solo questo. Non so cosa c’è stato fra noi ma non mi ricordo di essermi messo
con te."
Sirius sbiancò e barcollò.
James lesto lo sostenne.
Lily più pratica capì che era meglio chiamare l’infermiera.
Raggiunse Madame Chips e le spiegò la situazione.
La donna si avvicinò di nuovo a Remus e chiese agli altri di
uscire.
Forse l’ematoma aveva privato il ragazzo di alcuni ricordi,
avrebbero potuto tornargli come no, però per saperlo bisognava permettergli di
riposare.
James trascinò Sirius fino al dormitorio.
Il ragazzo di solito incapace di stare fermo per più di
dieci secondi era così sconvolto dal fatto che Remus si fosse dimenticato di
loro che ora sembrava un automa, si muoveva senza convinzione e guardava davanti
a sé con sguardo perso nel vuoto.
Potter mise a letto l’amico capendo che anche all’altro
avrebbe fatto bene dormire.
Però il sonno quel giorno non volle saperne di venire a fare
compagnia a Black.
Rimase tutta la notte a pensare alla sua storia con Remus,
sperando in cuor suo che il suo amico si ricordasse di lui.
Non poteva essersi dimenticato delle sensazioni che provavano
quando stavano insieme, dei baci a volte dolci ed a volte passionali che si
erano scambiati in quei tre mesi, delle passeggiate mano nella mano, di come fra
loro non servivano le parole quando si abbracciavano, di come si capivano al
volo, delle loro chiacchierate proiettate nel futuro, di come i loro cuori
battevano all’unisono quando stavano insieme.
Non poteva essersi dimenticato di come tutto quello che c’era
stato fra loro era nato all’improvviso.
Una settimana prima erano amici, la settimana dopo erano
qualcosa di più.
Era bastata una chiacchierata chiarificatrice, uno sguardo
diverso dal solito, il capire che erano fatti l’uno per l’altro ed era
scoppiata l’incendio che prendeva il nome di Amore.
Ma Remus non se lo ricordava, per lui ora erano solo amici.
Sperava che l’indomani tutto fosse tornato alla normalità,
che come aveva detto Madame Chips Remus si ricordasse, ma purtroppo non fu
così.
Lupin non si ricordava ancora nulla.
Per lui era febbraio, non maggio.
Per lui Sirius era solo un amico, non il suo ragazzo.
E Madame Chips con una certa pena dovette dire ai suoi amici
che se dopo una notte di sonno, il ragazzo non si era ancora ricordato di nulla,
allora era probabile che non lo avrebbe mai più fatto, che quei tre mesi per
lui non sarebbero mai più esistititi, che bisognava farglieli rivivere a
parole.
Ma le parole non sono sentimenti e ben presto Sirius dovette
rendersene conto.
Lily s’impegnò a far recuperare i tre mesi di studio a
Remus per prepararlo ai M.A.G.O.
James gli parlò degli scherzi organizzati in quei tre mesi e
delle loro scorribande.
Peter gli parlò delle ultime lune piene che avevano
trascorso insieme: Remus in veste di licantropo ed i suoi amici come animagus.
Sirius provò a parlargli di loro nel disperato tentativo di
ricordargli ciò che era stato, ma con scarsi risultati.
Remus lo guardava con degli occhi privi del sentimento che in
tre mesi era riuscito ad insinuarsi fin nel profondo nell’animo di Sirius.
Quella con Remus era stata la sua prima vera storia
importante. Lui che era stato diseredato dalla sua famiglia per i suoi principi
così diversi da quelli dei suoi genitori, aveva riposto in Remus tutti i suoi
sentimenti, l’aveva fatto diventare la sua famiglia ed ora l’aveva perso.
Non poteva crederci.
Per Remus lui non era più niente se non un amico, come James,
come Peter, come Lily.
E glielo disse tre giorni dopo, quando una volta dimesso, i
due ragazzi si ritrovarono da soli nel dormitorio. Sirius gli aveva appena
parlato del loro primo bacio e si era deciso a consegnare a Remus il regalo che
avrebbe voluto dargli nell’occasione dei loro tre mesi insieme. A dirla tutta
mancavano ancora cinque giorni perché fosse l’anniversario ma visto che Lupin
non si ricordava nulla sperava con quel gesto di fargli sovvenire almeno le
sensazioni, se non i ricordi, di quando stavano insieme.
Estrasse dalla tasca un piccolo contenitore e lo porse all’amico.
Remus lo prese in mano dubbioso e lo aprì.
C’era un anello: una fedina semplice in oro.
Remus la guardò bene per qualche secondo.
Nella parte interna della fedina c’era una data 20.02
seguita da delle iniziali SB/RL.
Sirius intanto cominciò a parlare: "Volevo
consegnartelo il venti maggio e chiederti di portarlo. Ti amo Remus, ti amo
davvero. La nostra storia per me è molto importante, è una cosa seria e con
quell’anello volevo chiederti se volevi rimanere per sempre al mio fianco come
mio compagno di vita. Lo so che ora non ti ricordi di noi, ma…"
Remus lo interruppe dicendo: "Mi dispiace, Sirius ma per
me tutto questo non ha senso. Io non provo gli stessi sentimenti che tu provi
per me ed ora come ora non so se riuscirò mai a provarli. Ti considero solo un
amico così come lo sono Peter, James e Lily. Io non mi ricordo come il nostro
rapporto si è evoluto in questi tre mesi, per me questo anello, ciò che mi
dici c’è stato tra noi sono solo racconti a me estranei. Mi dispiace ma non
posso accettare l’anello. Non posso prometterti di diventare il tuo compagno
per un sentimento che ora non provo più."
Sirius sospirò: "Sapevo che avresti risposto così ed
è per questo che non ho aspettato il venti maggio per dartelo. Sarebbe stato
inutile continuare per altri cinque giorni a raccontarti di cose che tu non
riesci a comprendere, tentare di farti ricordare sentimenti che tu non provi. Ti
ho dato quell’anello perché nonostante tutto vorrei che tu lo tenessi.
Tienilo come un ricordo di questi tre mesi di vuoto assoluto per te. D’ora in
poi io non ti assillerò più con la nostra storia. Ti amo ma tornerò ad essere
solo l’amico che conoscevi. Te lo prometto."
Detto questo Black girò le spalle all’amico ed uscì dalla
stanza.
I suoi occhi erano lucidi.
"Sirius…", lo chiamò Remus, ma non c’era nulla
d’aggiungere. Lui non l’amava, cosa poteva fare?
James che aveva sentito da dietro la porta senza volerlo a
ciò che i due si erano detti, seguì Sirius per offrirgli una spalla su cui
piangere.
Sirius però non pianse.
Andò nella Torre di Astronomia e lì si fermò a guardare le
stelle per un po’.
James gli chiese: "Sei sicuro che è la soluzione giusta
rinunciare così a Remus?"
"Sì."
"Non è da te arrenderti così presto. Potresti provare
a riconquistarlo."
"No. E’ giusto così. Se fosse qualcun altro e non
Remus potrei riprovare a conquistarlo, ma in questo caso, cosa possa fare? Lui
è mio amico e prova solo amicizia per me. La scintilla che aveva scatenato il
suo amore è stata dimenticata, come posso riaccendere la miccia senza il
rischio di perderlo anche solo come amico? Non voglio perderlo come amico, per
cui è meglio rinunciare a fargli provare amore per me. Vedrai presto tutto
tornerà come tre mesi fa. Lo dimenticherò."
James poggiò la mano sulla spalla del compagno e non disse
più nulla.
Lo confortò senza una parola ma dentro di sé ormai Potter
aveva preso una decisione per aiutare l’amico.
Il giorno dopo James cominciò a passare più tempo con Remus
di quanto non facesse qualcun altro.
Lily, la sua ragazza, a cui aveva spiegato il suo piano lo
assecondò.
Mentre James e Remus erano insieme, il primo non faceva che
parlare all’amico di Sirius.
E non solo del Sirius degli ultimi tre mesi ma anche di
quello di sempre.
Riportò alla memoria di Remus tutti gli episodi che l’avevano
visto insieme a Black.
Lupin a volte si ritrovò a ridere senza un perché
ricordando un suo scherzo, a volte si lasciò commuovere ricordando di come
molto spesso l’aveva protetto dagli sgherri dei Serpeverde, a volte sorrise
ripensando alla dolcezza che trasmettevano gli occhi di Sirius quando andava a
trovarlo in infermeria dopo la notte di luna piena.
Sempre però lo sguardo di Remus era velato da una certa
malinconia.
Il fatto che dopo avergli donato l’anello, ora nascosto in
un cassetto, Black lo evitasse o si sforzasse e si vedeva di essergli solo
amico, aveva fatto capire al licantropo che fra lui e Sirius era sorta una
barriera; una barriera che l’addolorava. Stare insieme non era più naturale
come un tempo. Gli mancava qualcosa.
Per lui Sirius era importante, lo era sempre stato, ma solo
come amico o si sbagliava?
Cosa provava esattamente per Black?
Dopo quattro giorni James si decise a dire ciò che gli
premeva: "Immagino che in questi giorni ti sarai chiesto perché ti ho
parlato così spesso di Sirius, perché ho voluto farti ricordare i sette anni
in cui siete stati solo amici, beh…il motivo è semplice. Sei sicuro Remus di
non poterlo amare? Il vostro rapporto è sempre stato particolare e speciale, se
io e Sirius possiamo ritenerci amici e quasi fratelli, se tu ed io siamo solo
amici così come lo siamo tutti con Peter, cosa c’è sempre stato tra te e
Sirius? Forse la scintilla dell’amore è scoccata tre mesi fa ma è scaturita
dalla vostra amicizia particolare, la più particolare sorta in seno tra i
malandrini. Per accendersi l’amore ha bisogno solo di un’occasione, sei
sicuro di non poterla dare a Sirius?"
Remus non rispose, quella era la stessa domanda che si era
posto lui stesso molte volte dopo che Sirius gli aveva dato l’anello, ma
ancora non aveva una risposta.
Per tutta quella notte ci pensò su. Cosa doveva fare?
Quel senso di vuoto che provava nel sentire Sirius distante
in quei giorni, non poteva significare che lui era di già un po’ innamorato
dell’amico?
Il giorno dopo prese una decisione.
Era il venti maggio, tre mesi dopo il loro primo bacio, tre
mesi giusti da quando si erano messi insieme la prima volta.
Remus aveva appena finito di studiare con Lily e stava
tornado in dormitorio.
James e Peter erano al campo di Quidditch, Sirius era rimasto
per tutto il giorno nella sua camera.
Con il cuore in gola Remus entrò nel dormitorio e si guardò
intorno in cerca di Black.
Era disteso sul letto.
Quando lo vide Sirius si alzò e lo salutò.
Era imbarazzato.
Da quando gli aveva dato l’anello erano rimasti altre volte
da soli ma mai in dormitorio.
Sirius fece per andarsene biascicando una scusa: "Forse
è meglio se raggiungo anch’io James al campo di Quidditch."
"No. Rimani un attimo qui. Ti devo parlare.",
subito Remus tentò di fermarlo.
L’altro acconsentì senza dire una parola.
Lupin andò alla finestra e guardò fuori mentre Sirius l’osservava
confuso chiedendosi cosa gli dovesse dire.
Passarono diversi minuti in cui Remus stava tentando di
trovare le parole giuste per iniziare il suo discorso.
Poi, sospirò e si girò verso l’amico.
"Da quando mi hai dato l’anello, ho pensato molto a
noi due."
Lo sguardo di Sirius s’illuminò.
"No. Non fraintendere. Io non ti amo od …"
L’espressione di Sirius s’adombrò.
"…almeno non come tu pensi.", fu lesto ad
aggiungere il licantropo.
Sirius lo osservò senza capire.
Remus allora si decise a spiegarsi.
"James in questi giorni mi ha aiutato a riflettere sulla
nostra amicizia ed ho capito che ci sono sempre state le basi affinché il
nostra rapporto si trasformasse in amore. Questo mi ha fatto pensare ad una
cosa. Ora io non ti amo ma…Questo…Non preclude che un giorno potrei farlo,
anzi…Credo…Che…Potrebbe essere più facile di quanto si pensi."
Remus abbassò gli occhi.
Sirius non parlava. Non sapeva ancora come reagire di fronte
a quelle parole, non riusciva a capire cosa l’altro volesse sottintendere.
Lupin allora sospirando si decise a dire di nuovo qualcosa.
Riguardò l’amico ed afferrò la collana d’oro ricordo
dei suoi genitori che portava al collo mostrando a Sirius ciò che vi era
infilato in mezzo. "Non sono ancora pronto a portare il tuo anello al dito
ma, ho deciso di metterlo nella mia catenina con il ciondolo che mi ha regalato
mia madre. Così è più vicino al mio cuore e forse mi aiuterà non dico a
ricordare ciò che c’è stato tra noi in questi mesi ma a farmi riprovare di
nuovo gli stessi sentimenti. Tu mi piaci Sirius, per ora posso solo dirti
questo. Non ti amo, ma mi piaci."
Quelle parole furono abbastanza per Sirius. Remus gli stava
dando un’occasione per farlo innamorare di lui di nuovo.
Sorrise all’amico. Con passi prima lenti e poi sempre più
veloci lo raggiunse e lo abbracciò. "Vedrai presto, ti scoprirai
follemente innamorato del sottoscritto.", ridacchiò convinto.
Remus portò le sue mani a cingere il collo del compagno.
"Non pensiamo al futuro, ma al presente. Dammi il nostro
secondo primo bacio. Fammi sentire cosa si prova."
Sirius lo accontentò.
I due ragazzi si baciarono.
Prima fu solo un contatto di labbra, ma poi quando la lingua
di Sirius chiese accesso alla bocca dell’altro, Remus fu solerte ad
accontentarlo.
Il bacio si fece sempre più passionale, mentre le mani dei
due ragazzi vagavano le une nel corpo dell’altro.
In quel bacio ed in quei gesti, Remus cominciò a provare
strane sensazioni. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.
Forse era vero. Ben presto la scintilla d’amore sarebbe
scoppiata per la seconda volta in lui ed avrebbe amato Sirius alla follia così
da come aveva capito, era stato negli ultimi tre mesi.
Dopo tutto quando i sentimenti sono veri e sinceri trovano
sempre il modo di riemergere, basta solo avere pazienza.
DIMENTICARE L’AMORE PER POI RITROVARLO…
Allora come la trovate?
Secondo me non sono molto portata per le one shot.
Infatti anche quando scrivevo questa storia, nella mia testa
s’insinuavano diecimila idee che avrebbero fatto diventare questa fic
secolare.
Ho dovuto ricacciarle indietro a forza ma chissà forse un
giorno potrei utilizzarle adattando la storia alle mie esigenze.
Comunque a voi l’ultima parola.
Se potete, commentate.
Un bacione
Agartha
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