Bambola
Doll
Ciao a tutti, mi chiamo Francesca e questa è la mia prima ff.
L’idea è saltata fuori dopo aver guardato l’anime “Honey x Honey Drops”.
In
sintesi, parla di un gruppo di ragazzi, piuttosto ricchi (ok ricchi
sfondati xD Nda), il cui carattere verrà profondamente mutato da
sei ragazze.
Per favore, siate clementi! *.*
1. Nuovo Anno, Nuove Emozioni!
Quindici Settembre.
Giorno normale per i più, o meglio, per gli adulti, ma non di certo per i ragazzi.
Infatti, per loro questo giorno voleva dire solamente: “Ritorno in Prigione”.
Malgrado “l’ottimo” umore di tutti, era complessivamente una giornata stupenda!
-fantastico! Ecco che ricomincia un
altro anno in questa prigione! Il mio livello di felicità
è alle stelle!- borbottò un ragazzo
-su su botolo, vedrai che quest’anno a ragazze andrà meglio!- rispose uno al suo fianco
-quante volte ti ho detto di non chiamarmi botolo, lupastro?!-
-e tu come osi chiamarmi lupastro?!-
Entrambi i ragazzi si guardarono con astio, facendo scintille e ringhiando.
-piantatela di fare i bambini, siete in quarta- li rimproverò un terzo, simile al primo, senza ammettere repliche.
Ma nonostante questo uno rispose.
-e piantala Sesshomaru, non stavamo facendo nien...-
Inuyasha si zittì immediatamente dopo l’occhiata glaciale del fratello.
-ahah cuginetto! Ti ha messo proprio a tacere eh!- lo canzonò Koga
-grr!-
Sesshomaru li guardò malissimo entrambi, così alla fine si zittirono del tutto.
Inuyasha e Sesshomaru erano fratelli, mentre Koga era loro cugino.
I due si assomigliavano nei capelli
argentei e negli occhi dorati, ma sicuramente non nel carattere, il
primo attaccava briga facilmente, ma sapeva anche scherzare, il secondo
invece era freddo e non gli serviva niente per farsi rispettare.
Il più piccolo frequentava la quarta e l’altro la quinta.
Koga, infine, aveva i capelli mori
legati in una coda alta e gli occhi azzurri come il cielo, di carattere
assomigliava molto ad Inuyasha, infatti si punzecchiavano sempre.
Fortunatamente, però, nonostante avessero la medesima
età, non erano in classe insieme.
-ahah ragazzi! Siamo solo al primo giorno di scuola, ma siete già a litigare voi due!-
-che fai? Sfotti Miroku?!- rispose acido Inuyasha
-ma come ti permetti?!- disse anche Koga alzando un pugno
-eh dai! Stavo solo scherzando, non scaldatevi per così poco!- disse alzando le mani in segno di resa
Il quarto ragazzo che era arrivato
si chiamava Miroku, era nella stessa classe di Inuyasha, infatti, anche
insieme a Koga, erano migliori amici.
Miroku aveva i capelli mori legati in un codino basso e gli occhi blu scurissimi, tanto che arrivavano a diventare viola o neri.
Nella scuola era conosciuto come il
ragazzo più libertino di tutti e non si faceva problemi a
palpare le ragazze, per questo il più delle volte loro cercavano
di evitarlo.
-ma guardate un po’, vedo che siete già tutti arrivati- fece un’ennesima voce
I quattro si girarono e videro che un ragazzo camminava verso di loro.
Lui era Naraku, era in classe con Sesshomaru ed era uno dei suoi migliori amici.
Aveva capelli mori, scurissimi, lasciati liberi e occhi rosso fuoco, che facevano colorare le guance delle ragazze.
Come ragazzo era simpatico e socievole, ma era uguale a tutti i suoi amici.
Guardava dall’alto al basso gli studenti che non erano ricchi sfondati come loro.
-strano, tu che sei uno che arriva sempre per primo, oggi sei il penultimo ad arrivare- constatò Koga
-già, ma almeno non sono in ritardo come Bankotsu, lui è imbattibile!- rispose facendo l’occhiolino
-ah! Eccolo là!- indicò Miroku.
Un ragazzo scese dalla limousine ed entrò nel giardino della scuola.
Era abbastanza alto e aveva un fisico invidiabile, come gli altri.
Camminava guardando avanti, fiero e composto, mentre le ragazze morivano per lui.
Sfoggiava un sorrisetto da
sbruffone e da uno che la sa lunga sull’altro sesso ma, infondo,
era così per lui e i suoi amici.
Aveva l’età di Inuyasha e co. Ed era in classe con Koga.
Ma nonostante questo, i suoi
migliori amici erano Naraku e Sesshomaru. Infatti nel gruppo erano in
sei, ma tra migliori amici erano divisi in due gruppi formati da tre
persone.
Bankotsu era rispettato da tutti,
come anche Naraku e Sesshomaru, solo che era stato l’unico ad
aver ricevuto la stima di quest’ultimi.
Aveva un carattere socievole, ma tra tutti era, insieme a Sesshomaru e Inuyasha, il più snob.
Era un gran playboy e non si faceva scrupoli a usare le ragazze solo per interessi personali.
Aveva capelli mori e lunghi, legati in una treccia stretta, e occhi blu intensi, che ricordavano l’oceano.
-ciao ragazzi, come va?-
-bene- risposero uno per volta
-ehi, avete notato che ora che siamo al completo, tutte le ragazze e i ragazzi ci stanno guardando?- chiese Miroku
-beh mi sembra ovvio!- rispose Inuyasha
Loro sono i ragazzi più invidiati della scuola, loro sono i migliori!
Quella mattina la temperatura era mite e si stava bene.
Una ragazza camminava in silenzio.
Era il primo giorno di scuola, in un liceo nuovo e in una città nuova.
Si era trasferita da poco, aveva
avuto brutte esperienze all’ex liceo e così i suoi
genitori avevano deciso di cambiare tutto, tanto il posto in cui
lavoravano non era lontano e ci si poteva arrivare facilmente.
Kikyo era una ragazza seria e
silenziosa, ma non le dispiaceva la compagnia, tutt’altro; aveva
un corpo invidiabile, era alta e aveva i capelli mori lunghissimi, con
occhi nocciola, accesi e freddi, ma allo stesso tempo rincuoranti.
Non aveva più di tanto paura
di cominciare la quarta in un nuovo liceo, non la spaventava affatto,
era felice di cominciare una nuova vita e fare nuove conoscenze.
Una ragazza era ferma che aspettava il suo turno per salire sull’autobus che l’avrebbe portata a scuola.
“Se riesco a sopravvivere alla folla di gente, sono un mito”
Senza paura salì e immediatamente, venne schiacciata come una sardina dal turbinio di gente.
“Dai Kagome”
A forza di gomitate e spintoni, riuscì a sopravvivere e quando si mise a sedere, tirò un sospiro di sollievo.
Ormai era diventata un’esperta di autobus, dato che l’aveva sempre dovuto prendere.
L’unica cosa nuova era il liceo che stava per frequentare.
Non si era affatto trovata bene in
quello che aveva scelto, il clima era sgradevole, sapeva che
c’era un po’ dappertutto competizione tra le ragazze, sia
per i ragazzi, che per lo studio, ma quel liceo era davvero il massimo.
Se per una volta non avevi studiato
e chiedevi suggerimento alla tua compagna di banco, lei ti suggeriva
sbagliato, se non avevi le qualità giuste, non ti voleva nessuno
ed i gruppi erano formati da persone troppo snob, e lei era molto
timida ma soprattutto, odiava gli snob.
Però almeno non si trovava brutta, però neanche bella, si considerava normale.
Aveva capelli d’ebano e occhi color nocciola, dolcissimi, da cerbiatta.
Aveva scelto quel liceo
perché era uno dei migliori e lei aveva sempre preso 10 in
qualsiasi materia ma... lì era andata in depressione e aveva
cominciato a non studiare più, così l’anno scorso,
in seconda, aveva raggiunto il limite ed ora che doveva andare in terza
era felice, ma al contempo spaventata.
Doveva farsi coraggio e sperare che quest’anno sarebbe andata meglio, anzi, sarebbe sicuramente andato benissimo.
Con gli occhi pieni di sicurezza ritrovata, non temette l’arrivo a scuola.
-dai papà muoviti, muoviti!!- urlò una ragazza sul sedile posteriore della macchina
-Rin stai calma! Siamo quasi
arrivati e poi non è colpa mia, è tuo fratello Kokei che
si alzato e ha detto di non star bene e di aver mal di testa!-
-ma papà!!! Perché
non capisci che era una balla per non portarmi?! E poi non si chiama
Kokei, si chiama cocaina- fece la finta offesa.
Rin aveva diciassette anni e doveva fare la quarta.
Si era trasferita quest’estate in quella città.
Suo padre aveva trovato un buon
lavoro lì da tempo, ma anche i nonni abitavano lì, quindi
non era rimasto altro da fare che trasferirsi.
Il motivo era anche un altro, sua nonna era caduta dalle scale e l’avevano operata d’urgenza.
Ora si muoveva sulle stampelle, stava meglio, ma aveva bisogno non solo del nonno, ma anche del resto della famiglia.
Sua madre non c’era
più da molto tempo ormai, era morta per un tumore quando lei
aveva tre anni e suo fratello sei, quindi Rin non se la ricordava molto
bene, ma tutti le dicevano che le assomigliava molto.
Lei aveva capelli lunghi e una
parte della frangia legata in uno strano codino, che però le
donava molto. Gli occhi color cioccolato, erano profondi e capaci di
riscaldare chiunque.
Aveva una figura esile, per questo
suo fratello la prendeva sempre in giro chiamandola
“piccoletta” e lei rispondeva chiamandolo
“cocaina” per via del suo nome.
Si punzecchiavano sempre, ma infondo, si volevano molto bene.
Rin si sentiva un po’
agitata, era il primo giorno in una nuova scuola, piena di ricchi, ma
anche la migliore della città, quindi era il liceo più
giusto da frequentare e questo, oltre a suo padre, lo pensava anche lei.
“Fatti coraggio Rin, ce la farai”
Sango, una ragazza di terza liceo, percorreva tranquillamente la strada per andare a scuola in bici.
Aveva un fisico allenato e non era affatto stanca.
Il vento le pizzicava le guance che
erano diventate rossicce e gli occhi color caffè le bruciavano
un poco, ma non si faceva certo intimidire.
I capelli bruni, raccolti in una stretta coda di cavallo alta, svolazzavano sensualmente.
Sospirò, era quasi arrivata nella sua nuova scuola.
Era un po’ nervosa, ma non
più di tanto, l’aveva dovuta cambiare perché quella
che aveva scelto prima era fin troppo facile per il suo potenziale, lei
andava bene per il livello del nuovo liceo.
Non ne era stata subito
particolarmente entusiasta, quel posto era pieno di ricconi che
credevano di poter avere tutto, ma almeno era prestigiosa e le avrebbe
garantito un gran futuro.
Quindi ora doveva solo pensare a farsi nuove amiche e al suo futuro, dei ricconi non doveva importargliene una cicca!
“aspettami nuova scuola, sto arrivando!”
La strada che stava fiancheggiando
una ragazza dai capelli rossi, era piuttosto trafficata, anzi, lo era
così tanto che le macchine non si muovevano quasi e lei era in
un RITARDO PAZZESCO!!!
Quella mattina non aveva assolutamente voglia di andare a scuola, lei odiava la scuola!
Solo che era costretta ad andarci, non poteva proprio rinunciarci.
Scosse la testa, muovendo i codini rossi.
Ma a che pensava?! Ora l’unica cosa che doveva avere in testa era CORRERE CORRERE CORRERE!!!
Maledetta lei e la sua pigrizia!
Ayame, che doveva andare in terza
liceo, aveva un fisico da paura, era sempre stata un maschiaccio e lo
era tutt’ora, non aveva un seno enorme, ma comunque giusto, gli
occhi ricordavano gli smeraldi e in tanti glieli invidiavano e lei,
sinceramente, non ne capiva proprio il perché, avevano un colore
normale, assolutamente normale, non avevano niente di più,
niente di meno degli altri!
Bah! Valla a capire la gente!
Arrivò davanti alla scuola,
ora doveva solo attraversare la strada... facile a dirsi! C’era
talmente traffico che nessuno faceva passare.
Strinse i denti.
-fanculo a tutti! Io passo!-
E senza paura alcuna, si fiondò nel traffico, schivando alcune macchine per pura fortuna!
Quando fu di nuovo sul marciapiede, guardò il suo nuovo liceo e sgranò gli occhi.
Era davvero imponente e il giardino era super elegante, le sembrava di essere diventata straricca!
Si guardò attorno e vide che alcuni ragazzi la stavano fissando.
Subito non capì, poi
spalancò gli occhi e arrossì, sicuramente mentre schivava
tutte le auto, quella maledetta gonna, così corta, si era alzata
e si era visto qualcosa.
-beh? Che avete da guardare?
Andatevene o giuro che vi faccio fare una brutta fine!- ringhiò
e all’istante tutti si dileguarono.
Ayame era una ragazza sicura di sé stessa e non aveva mai avuto alcun problema ad imporsi e di questo, ne era fiera!
Una limousine nera percorreva le trafficate strade della città.
Una ragazza, seduta dietro,
guardava i suoi coetanei correre verso la scuola perché erano in
ritardo e la sua macchina, non passava di certo inosservata. Tutti la
guardavano e ammiravano quell’auto e la persona che vi era al suo
interno. Lei.
Quanto avrebbe voluto essere una ragazza normale e andare a scuola a piedi, ma suo padre non voleva.
“Kaname, tesoro, non
disprezzo le persone meno ricche o importanti di noi, ma sai che lavoro
faccio, tutti mi conoscono e molti conoscono almeno il tuo nome, non
posso lasciarti andare a scuola a piedi, o almeno, non sempre.
Potrebbero rapirti, ma non preoccuparti, qualche volta ti farò
anche andare a piedi, da sola”
Queste erano le consuete parole di suo padre.
Lo capiva, e aveva ragione, era un
politico e lo conoscevano tutti, ma per colpa di ciò, lei non
poteva andare a scuola a piedi.
D’accordo, il primo giorno ci stava, era il suo nuovo liceo dove avrebbe cominciato la quarta.
Ovviamente era una scuola piena di ricchi e snob.
Certo, lei era ricca, e molto anche, ma non le importava, avrebbe preferito di gran lunga andare a scuola come persone normali.
Sospirò.
Kaname si era trasferita in quella città qualche giorno fa.
Alcuni conoscenti di suo padre
abitavano nelle vicinanze e, guarda caso, i suoi genitori avevano
acquistato una villa quando lei non era ancora nata.
Già... i suoi genitori... sua madre le avrebbe lasciato molte più libertà del padre.
La mamma era morta per un tumore al seno quando lei aveva solo sei anni.
Da allora, suo padre era diventato
estremamente protettivo nei suoi confronti, glielo diceva sempre: Sua
madre era l’unico amore della sua vita ed ora non voleva perdere
anche l’unica figlia.
Peccato solo, che papà non
ci fosse mai, lavorando in politica, dormiva raramente a casa,
così lei rimaneva sola con il suo maggiordomo, con cui aveva un
ottimo rapporto, e le decine di cameriere.
Era trattata come una principessa, tranne da Philip, il maggiordomo, che le dava del tu e spesso giocavano a carte o a scacchi.
Ma lei non era guardata solo per la ricchezza che aveva, anche per il suo corpo.
Sua madre era un’attrice e
lei aveva preso il suo fisico da modella, perfetto e proporzionato, con
un seno prosperoso, fin troppo per i suoi gusti.
Da lei aveva anche preso gli occhi blu, simili a luccicanti e rarissimi zaffiri, rari come la sua bellezza.
Dal padre invece, aveva preso i
capelli corvini, che teneva solitamente sciolti, oppure legati in una
coda alta, con una frangia che copriva la maggior parte della fronte,
ma che non le copriva gli occhi.
Sempre da lui aveva anche preso il
carattere, forte e deciso, entrambi non si faceva mai imporre da
nessuno, ma aveva anche un carattere dolce, uguale a quello della madre.
Più cresceva e più assomigliava a lei e sia suo papà, che Philip, le lo dicevano.
Ne era contenta, aveva sempre ammirato sua madre.
Aprì i bellissimi occhi blu e guardò fuori.
Era arrivata, ora doveva solo cercare di sopravvivere nella sua nuova scuola.
Scese dalla macchina ed entrò nel grande giardino, forza e coraggio.
ANGOLINO:
Grazie a tutti per aver almeno dato una letta!^^
Mi scuso inizialmente per la poca descrizione della maggior parte dei personaggi maschili e femminili.
Se avete un po’ di tempo, vi pregherei di lasciare un commentino.
Grazie ancora, Ciao a tutti e un Bacione!
harua_96
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