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Prima
di passare alla pubblicazione di questo prologo è doveroso da parte mia fare
alcune precisazioni.
La
fanfic, strano ma vero, è a buon punto (ho scritto già sette capitoli e ne
mancherebbero, il condizionale è d’obbligo, altrettanti!) e la pubblicazione
sarà regolare. Una volta la settimana, quindi tra otto giorni come oggi,
troverete il primo vero capitolo della storia.
Si tratta di una AU e,
tenetevi forte, sarà una AU meno impegnativa delle altre. In assoluto credo che
sia la fic più leggera che abbia mai scritto. Non ho intenzione di toccare temi
particolarmente delicati ma non posso darvi l’assoluta certezza di ciò. È
ancora in stesura, ergo, potrei anche cambiare idea strada facendo, dipende
tutto dai miei due neuroni, Augusto e Mattia!
Dedico
questa fanfic a Tania.
La
mia Hatori sempre pronta a rincuorarmi e trasmettermi entusiasmo.
Doveva
essere il regalo del tuo compleanno
Ma
lo sai, non sono brava nel gestire a tempo a mia disposizione!
Sperando
che questa storia sia degna di te,
sperando
di regalarti qualche sorriso.
Prendendo
esempio da Ellephedre (semmai stessi leggendo, perdonami se non riesco più
a commentare!) le note sono tutte all’inizio del capitolo.
-
Kenpō: è un’arte marziale giapponese di origine cinese. Comunque per la
definizione più corretta cercate su Wikipedia, è da lì che ho preso le
informazioni.
Disclaimer:
i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Ad
un passo da te
Prologo
-
Forse non parliamo la stessa lingua!
- Ti assicuro che ho capito, solo che non mi convinci!
-
Sei patetico! E di grazia, cosa dovrei fare per convincerti?
-
A dire il vero un modo ci sarebbe…
-
E quale sarebbe?
-
Che ne diresti di uscire con me?
-
Certo, come no! Dove e quando… anzi! Tu passa avanti ed io, poi, ti raggiungo!
Una
ciocca le era sfuggita dalla coda finendole davanti gli occhi, con rabbia
l’aveva ricacciata indietro. Mamoru aveva sorriso davanti a quel gesto
dettato, ne era sicuro, dalla frustrazione per quella situazione.
Erano
finiti a litigare, ancora, per un qualche motivo in quel momento dimenticato da
entrambi… accantonato da entrambi!
-
Parlo sul serio! Usciamo per un periodo di tempo e ti dimostrerò che sono
diverso da ciò che credi. Conoscerai un'altra persona!
-
Ma anche no!
-
Hai paura!
-
Cavolo mi hai scoperto!
-
E di cosa avresti paura?
-
Ho paura per te…
-
Per me? Non credo… tu hai paura di me…
-
Nella vita l’importante è crederci sempre e comunque!
-
Esci con me, per un mese… trenta giorni e poi vedremo se hai ragione o no!
- Forse non hai capito… io-non-uscirò-mai-con-te!
Aveva
scandito quelle singole parole fissando gli occhi scuri di lui. Le mani sui
fianchi la facevano assomigliare ad una teiera sbuffante.
-
Io non capisco cosa ti costa fare un tentativo…
-
Una fatica incredibile!
- Siamo qui che parliamo da più di mezz’ora ed ancora non ci siamo
lanciati coltelli… è un buon inizio, non credi?
-
No! Non sai la fatica che faccio per trattenermi dallo strozzarti con le mie
stesse mani… non userei mai dei coltelli per una cosa così piacevole!
-
Credi che per me sia facile restare qui? Non è mica colpa mia!
Un
sopracciglio biondo le si era inarcato, chiaro segno del suo nervosismo. Sbuffò
e la somiglianza con la teiera fu accentuata. Il piede martellava
insistentemente sul parquet di legno. Dopo aver contato fino a dieci, ed evitato
mille imprecazioni, aveva ripreso a parlare.
-
Penso di sì!
-
Accetti di uscire con me?
- MAI! Penso che lo hai
fatto di proposito a rimanere qui con me!
-
Certo e magari adesso ti salto addosso!
-
Non ti conviene neanche pensarlo!
-
Oh, adesso sì che mi stai facendo paura!
-
Ho preso lezioni di autodifesa, sei avvertito!
-
Sono un esperto di Kenpō!
-
Non avresti mai il coraggio di alzare un dito su di me! Il codice d’onore
delle arti marziali lo impedisce!
- Non mi occorrono le arti marziali per stenderti!
-
Sei maledettamente presuntuoso!
-
Accetta la mia proposta! Poi vedremo chi ha ragione…
-
Perché?
-
Tu accetta e poi te lo dirò!
-
Non compro a scatola chiusa!
-
Fidati! È un ottimo acquisto!
-
Non sei nelle condizioni per poter negoziare! Dimmi perché altrimenti non se ne
fa nulla!
-
È un sì?
-
È un forse che sta diventando un no se non ti decidi a rispondere!
Adesso
era il turno di Mamoru di fissare perplesso la figura minuta di Usagi. Lei
sorrideva soddisfatta perché sapeva che, ormai, aveva la vittoria in tasca:
Mamoru era costretto a dirle il perché di quella proposta altrimenti, lei, non
avrebbe acconsentito mai alla sua folle idea.
-
Mi piacerebbe conoscerti…
-
Il vero motivo! Se vuoi un sì devi essere sincero!
-
Sono sincero… sei tu che non vuoi capire!
- Ti assicuro che ho capito, solo che non mi convinci!
-
Non prendermi in giro!
-
IO prenderti in giro!? Sei tu quello che si sta prendendo gioco di me! Sputa il
rospo Chiba e cerca di essere convincente!
Usagi
aveva pronunciato il cognome con disgusto ed aveva calcato di proposito sulla
parole convincente e Mamoru, suo malgrado, si ritrovò a sorridere: adorava
battibeccare con lei; senza fare sparire l’ilarità dal suo viso, prese posto
sul divano e lasciando le braccia sulla spalliera, accavallò le gambe
mostrandole un sorriso ancora più ampio, forse in parte rassegnato.
-
Da quanti anni ci conosciamo?
-
Cosa?
Usagi
era visibilmente sorpresa dal cambio di tonalità nella voce del ragazzo, adesso
più garbato, senza contare l’imprevedibilità di quella domanda .
-
Sì Usagi, da quanti anni ci conosciamo? Dieci, quindici, quanti?
-
Io… bhè ci conosciamo da tanto. Forse da… venti?
-
Così tanti?
Il tono di Mamoru era
sorpreso ma ad Usagi era apparso arrabbiato – aggressivo era più corretto –
per questo aveva risposto alzando la voce.
-
Ehi! Hai fatto tu la domanda non prendertela con me! E comunque attendo
spiegazioni!
Mamoru
si sistemò meglio sul divano blu osservandola, era rimasta in piedi accanto al
camino scoppiettante.
-
Ci conosciamo da venti anni e siamo due perfetti estranei!
Stavolta
la voce di Mamoru era suonata nostalgica… triste.
-
Adesso non esagerare!
Ed
Usagi, senza accorgersene, aveva addolcito la sua regalando al ragazzo un
sorriso sereno, come quello che regalava ai suoi piccoli pazienti.
- Non esagerare? Usagi piantala! Conosco meglio tua madre che te!
-
Tu mia madre neanche la conosci!
Adesso
anche Usagi si era seduta sul divano al fianco di Mamoru, però non era del
tutto convinta del cambio di umore di lui che, al contrario, aveva abbandonata
l’aria contrita e delusa per lasciare spazio ad un sorriso ironico.
-
Vedi? Conosco meglio una persona che non conosco che te!
Usagi
scosse la testa e sorrise davanti quel gioco di parole! Quel ragazzo era davvero
divertente quando voleva!
-
Non è colpa mia se sei così… borioso!
Sentendo
Mamoru più rilassato si era lasciata trascinare dalla situazione ed aveva
risposto anche lei con un pizzico di ironia, sventolando la mano come ad
indicare un fatto ovvio.
-
Io non sono borioso! Semplicemente non sono un finto modesto! E poi questo cosa
ha a che fare con il non conoscerci?
-
Io non sono solita frequentare persone… come te! E fammi capire… vorresti
uscire per un mese intero con me per conoscermi?
-
Sorvolando sul fatto dell’essere borioso o meno… bhè sì! Adesso potresti
accettare?
Usagi
si portò l’indice destro al mento e fissò gli occhi azzurri al soffitto in
un atteggiamento simil-pensante! In realtà si tratteneva dallo scoppiare a
ridere. Mamoru doveva crederla una stupida se pensava di avergliela fatta. Lo
conosceva – molto più di quello che credeva lui – e sicuramente doveva
esserci sotto qualcos’altro, ma cosa? La voce del ragazzo la costrinse a
smettere con quella messinscena!
-
Accetti o no?
-
Certo! Sarà divertente!
Così
dicendo tese la mano a Mamoru con un sorriso sincero… finto sincero!
-
Piacere, Usagi Tsukino!
Mamoru
sorrise – forse anche lui con un sorriso-finto-sincero? – e prese la mano
che Usagi gli porgeva.
-
Mamoru Chiba! Enchanté!
A quelle parole seguì un
baciamano che fece arrossire Usagi…
Nessuno dei due sapeva, però, che con quel patto avevano dato
il via ad una battaglia senza esclusione di colpi!
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