Sorreggimi
Sorreggimi
L’ultimo sole del
pomeriggio brillava arancio all’orizzonte. Già la brezza rinfrescante della
sera faceva tremare i fili d’erba, ma la campagna intorno alla villa era ancora
calda e luminosa. L’unico rumore che muoveva l’aria, così stonato rispetto alla
pace che regnava, era un frenetico frusciare di carta.
Narcissa Malfoy
sedeva al centro di una stanza vuota, abbandonata al rigido schienale di legno
di una preziosa poltroncina. Ai suoi piedi c’era un gran numero di giornali
divelti, confusi e stropicciati. Narcissa reggeva un foglio con mani tremanti,
esaminandone ogni centimetro. Scorse con attenzione tutte le righe, osservò con
cura ciascuna foto; poi, con un gemito, gettò a terra anche quella pagina.
Aveva letto e riletto ogni articolo, anche il più insignificante, alla ricerca
di notizie esplicite o nascoste che potessero darle un microscopico accenno, un
impercettibile indizio che Lucius stesse bene.
Erano passate due
settimane dalla rocambolesca fuga di Draco da Hogwarts, e da allora il ragazzo
era rimasto chiuso nella villa. Severus aveva praticato l’incanto Fidelius
sulla dimora e Bellatrix era stata designata come Custode Segreta: per chiunque
altro era impossibile vedere il maniero dei Malfoy. Narcissa avrebbe voluto
rimanere sola con il suo bambino, ma per ordine di Piton due o tre Mangiamorte
si aggiravano sempre per la casa controllando che tutto fosse in ordine.
Nonostante Severus
non avesse voluto dirle nulla, la donna aveva intuito che le cose stavano
nuovamente cambiando: il Ministero stava lentamente cedendo sotto il potere
dell'Oscuro Sire, i buoni diventavano fuorilegge e i maghi oscuri prendevano il
sopravvento, occupando i migliori posti di potere e creando un clima di terrore
sempre più fitto. Non si pensi che i Mangiamorte fossero dunque favoriti dalla
situazione: Narcissa ne era l’esempio più lampante. Nel suo unico e breve
incontro con Bellatrix, la sorella le aveva annunciato l’ira del Signore Oscuro
per l’ennesimo fallimento dei Malfoy. Ma
non vi concederà l’onore di essere tolti di mezzo le aveva sussurrato,
roca. Giocherà con la vostra disgrazia e
vi farà pagare lentamente il vostro errore.
Cosa stava
succedendo a Lucius? Nonostante fossero dello schieramento opposto, i tempi
migliori per i Malfoy erano stati quelli in cui il Ministero aveva il potere.
Scomparso l’Oscuro, Draco era potuto crescere con il padre al suo fianco e, per
quattordici anni, Narcissa si era addormentata libera dal terrore di non veder tornare
il marito.
Cosa stava
succedendo a Lucius? Paradossalmente, ad Azkaban era più al sicuro che alla
corte del suo padrone, infuriato per il fallimento all’Ufficio Misteri. Ora che
i Mangiamorte premevano, però, il Ministero si teneva stretti i suoi prigionieri;
nonostante la Gazzetta
del Profeta censurasse tutto, erano trapelate in quei giorni voci di torture ai
limiti dell’umano.
Cosa stava
succedendo a Lucius? Draco rimaneva chiuso nella sua camera, disteso al buio,
pallido come un cadavere. Narcissa aveva provato a farlo parlare, a
rassicurarlo, a distrarlo, ma il suo bambino rimaneva a fissare il vuoto con
occhi spalancati e atterriti. La madre non poteva far altro che abbracciarlo e
piangere con lui, in silenzio, tenendolo stretto perché non le sfuggisse più.
Quando torna papà? Le aveva sussurrato Draco una sera, mentre
i passi pesanti di Avery si spegnevano in lontananza. Narcissa non aveva saputo
rispondergli con sincerità a una domanda che si poneva lei stessa, ma gli aveva
sussurrato il suo desiderio: Presto.
Di certo non avrebbe risolto i loro guai, ma se Lucius fosse stato al suo
fianco, a sorreggere lei e il figlio e a proteggerli come aveva sempre fatto,
Narcissa avrebbe certamente avuto meno paura di affrontare l’avvenire.
Cosa stava succedendo
a Lucius?
Il sole era ormai
tramontato, e la brezza si era fatta più insistente. Freddi soffi di vento
entravano dalla finestra e si infilavano tra i giornali e nelle vesti di
Narcissa, andando a raggiungere il suo cuore già in agonia. La donna giaceva
scompostamente sulla poltroncina, con le palpebre abbassate e un singhiozzo a
scuoterla. Lucius le mancava terribilmente, aveva paura di quello che sarebbe
successo e se non fosse stato per Draco, il cui bene contava per lei più della
sua stessa vita, sarebbe rimasta immobile ad aspettare la morte. Mentre l’aria
fredda le muoveva i capelli, cercò di convincersi ad alzarsi. Doveva aprire gli
occhi. Ancora un istante… un altro attimo
di oblio… Doveva alzarsi. Non ancora…
tra poco lo farò… Forse, doveva solo rimanere dov’era. Non valeva la pena
di lottar-
-Cissy!-
Il cuore di
Narcissa rischiò di uscirle dal petto. Con il fiato corto e i battiti a mille
si rizzò a sedere, gli occhi spalancati e le orecchie tese. Le era parso di
sentire… no, doveva esserselo immaginato, per forza…
-Cissy!-
La donna si alzò e
corse in corridoio. Sembrava proprio… no, come poteva essere…?
-Cissy! Draco!-
Il figlio comparve
alle sue spalle, improvvisamente vivo. I due si scambiarono un’occhiata
stupita, poi cominciarono a correre con tutte le loro forze fino alla balaustra
affacciata sull’ingresso. Là, a pochi metri dal portone, sporco e lacero,
stanco e segnato ma radioso, c’era Lucius.
Fu come se qualcuno
avesse spalancato una finestra e una luce calda e accecante avesse investito
Narcissa: finalmente le corde che le stringevano il cuore si sciolsero,
lasciandolo libero di battere.
Come se fosse
semplicemente tornato dal lavoro e quella fosse stata una serata qualunque dei
quattordici anni trascorsi felici, Lucius guardò la moglie e il figlio e,
sorridendo, disse: -Papà è a casa-.
Piangendo, Narcissa
scese di corsa i gradini, seguendo il figlio che già singhiozzava tra le
braccia del padre. Con un braccio Lucius lo teneva stretto a sé, con l’altro
abbracciò forte la moglie, baciandola senza sosta per recuperare il tempo
passato lontani. Narcissa si strinse al forte corpo del marito, immergendo
nuovamente il viso nei suoi capelli e respirando a pieni polmoni il suo
profumo.
Quello non era
l’inizio di tempi felici, ma nessuno parve prestarvi attenzione. Di lì a poco
Lucius avrebbe comunicato i tristi piani che l’Oscuro Sire aveva su di loro, ma
per il momento non aveva importanza.
In quell’abbraccio
silenzioso non c’era bisogno di dire nulla, perché questa volta le lacrime
versate erano di felicità: finalmente il sole dell’estate era entrato a Villa
Malfoy, riscaldando una famiglia nuovamente riunita.
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Scritta per il compleanno della mia Vale... ma superata da una lettera molto più bella. ;)
Questi
sono i miei Malfoy... altro che freddi e distaccati. Ho immaginato
mille volte questa scena, e alla fine è uscito questo!
Mi scrivete cosa ne pensate? Sì, vero? Graaaaazie!
Nina
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