Il gioco degli Equivoci

di Isy_264
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Il gioco degli Equivoci


“L'amore comporta un'insondabile
combinazione
di comprensioni ed equivoci.”
Diane Arbus


Capitolo 1 - Processo a un Vampiro:

Si stava odiando!
Odiava se stesso e odiava quelle stupide feste in maschera dove, nella piena consapevolezza delle proprie facoltà mentali, non sarebbe mai e poi mai andato! E invece si trovava lì, chissà per quale motivo, certo almeno che, in primis, fosse del tutto irriconoscibile, in secundis, che nessuno dei suoi amici sarebbe stato presente.
Voleva passare una serata diversa e quella gli era sembrata una buona idea all'inizio, ma ora come ora la pazzia della cosa gli era sempre più visibile!
Joshua scosse la chioma nera della parrucca a disagio, osservando le persone attorno a lui divertirsi al suono di quei Tunz Tunz che a lui martellavano solo la testa, stava così per allontanarsi dalla pista da ballo e avvicinarsi a quelle graziose poltroncine bianche che tanto lo attivano, che una bella ragazza, una Ninfa credette di capire, gli si avvicinò sensuale.
Ah, perfetto...davvero perfetto, peccato solo che lui fosse gay!
"Balli?" si sentì chiedere da una voce roca, chiaramente brilla.
"N-no, scusa non mi va..."
"Eddai!!! No-non farti...non farti pregare!"
Le sorrise gentilmente scuotendo la testa, un po' imbarazzato:
- Mmm, e ora cosa faccio? A chi la lascio? - pensò nervoso guardandosi attorno. Stava iniziando a preoccuparsi quando una voce squillante lo rassicurò:
"Sarah! Oh grazie, non la trovavo più!"
Si voltò speranzoso verso la ragazza che aveva parlato, immaginando che fosse diretta a lui e notando poco dopo un’altra Ninfa avvicinarsi sorridente.
“Figurati!” sospirò sollevato, indietreggiando contento, gli mancava solo una complicazione con una ragazza brilla quella sera!!!
Era così sollevato di potersi finalmente allontanare che sentì appena una risatina alle sue spalle, vicino al tavolo del bar, ed era anche talmente distratto che quasi non si accorse di essere finito contro qualcuno:
“Ehi!”
E adesso cosa c’è?!?!?
“S-scusa...”
Si voltò di scatto, alzando lo sguardo verso un ragazzo che notò ad osservarsi la maglietta grigia ormai completamente bagnata…
“Oh, no…mi spiace…” ci mancava solo questa per finire in bellezza la serata – pensò esasperato – con la sua fortuna era anche qualcosa di indelebile!
Scosse la testa mentre istintivamente maledì quella sua imbranataggine, permettendosi di risalire però i pettorali del giovane per arrivare fino al suo viso e guardarlo finalmente in volto...sembrava proprio un bel ragazzo – pensò poco dopo.
Aprì così la bocca per scusarsi ancora…quando il respiro gli si mozzò di colpo.
Oddio.
No, non lui! Tutti ma non lui! Oh, ma non gli aveva detto che sarebbe andato lì, non lo aveva fatto!
Accidenti al suo vicino di casa e alla cotta che aveva per lui praticamente da sempre! Visto che era proprio lui la persona a cui era andato contro! Al suo biondissimo, carinissimo ed eterissimo vicino di casa! Alex!
Sua madre gli avrebbe detto che aveva Saturno contro...*
L’avrebbe preso in giro a vita se l’avesse visto così, sperava solo non lo riconoscesse, insomma a differenza sua lui almeno portava una maschera, era un anche un bel vampiro! Aveva le lenti a contatto bianche e la parrucca e…e cosa poteva fare se non bastava?
Si guardò attorno disperato finché, notando un vetro opaco che portava ai bagni, vi si nascose dietro, indifferente. Forse lì l’avrebbe lasciato in…
“Ehi, dove vai? Mi devi almeno una bibita…”
Accidenti, ma non poteva ignorarlo?
“I-io…”
Si sistemò la parrucca e quel vestito nero da vampiro che l'aveva infastidito per tutta la serata, portò il lungo mantello dietro la schiena automaticamente, tirando la cintura dei pantaloni in alto:
“Ehm…non, non ho soldi e devo andare, ciao!”
“Ehi! Aspetta!!!”
Josh corse verso il bagno e trovandone uno vuoto vi si chiuse dentro con un sospiro. "Maccheschifo!" I bagni degli uomini facevano davvero schifo! - pensò orripilato notando il pavimento e aggirando la parte bagnata per scaricare.
"Speriamo almeno di non bagnare il mantello..." mormorò schifato.
“Hey, con chi parli?”
Sobbalzò spaventato alla voce del suo ostinato vicino, non poteva credere che l’avesse davvero seguito! E cos'era quella nota divertita? Con chi pensava stesse…no, questo era meglio non saperlo…
“Non sono gay!”
Ecco, e ora quella da dove gli veniva?
O più che altro cosa c'entrava in quel momento???
“Ehm, okay, volevo solo informarti che mi devi almeno i soldi della lav...senti ma non puoi uscire?”
No!
"NO!!!"
“Sai che la tua voce mi sembra familiare?”
Aahhh…insisteva anche!
"Senti, ti mando un assegno per posta!" Ma vattene, vattene, vattene! "E come fai a sapere dove abito? Mi conosci?"
Ops...
“No! Non ti conosco, e comunque non mi interessa…io…io sono innamorato di un altro!”
Si gelò di colpo, ma non gli aveva appena detto di non essere...? E poi lui non era! Il problema era proprio quello... - si disse malinconico, ricordando i momenti in cui si era dovuto accontentare di essere solo un vicino di casa petulante.
“Niente è definitivo nella vita!!!”
“Mmm...?” si riscosse dai suoi pensieri poi aggrottò la fronte: cosa c'era in quella conversazione che non tornava?
"Non avevi detto che non eri gay, però?"
Ecco. Ora andava già meglio...
"E-e tu lo sei?" si ritrovò a chiedere. Ed ecco che ancora qualcosa non tornava! Ma perché quella conversazione stava continuando?
Passò una mano tra i capelli castani, sfilandosi quell'enorme parruccone che l’aveva infastidito per tutta la serata. Il suo vicino era troppo ostinato per andarsene, lo sapeva, avrebbe dovuto trovare una scusa per farlo allontanare!
"Bisex...eh, e de he vlo so i sld dea lavnr...**"
"Come?"
La musica aveva frammentato le sue parole che, distorte già dalla porta del bagno e dal tono basso con cui erano state pronunciate, gli arrivarono confuse. Cosa aveva detto?
"Nulla, pensavo tra me e me! Esci?"
"Dal bagno?"
"E dove sennò, con me?"
Joshua arrossì terribilmente e sbuffò, si trovava in una situazione ridicola: era chiuso in un bagno pubblico – e sporco - e stava parlando con la persona che amava da almeno un anno che sperava non sapesse chi lui era. E dire che l'aveva visto tornare con un milione di ragazze a casa, non poteva sentirsi attratto anche da...da lui! Non poteva essere bisex!
Non...lui!
“Tanto sono...innamorato..."
"Mmm...Dimenticalo!"
"Uff...e se non volessi?” mormorò e aveva pronunciato quelle parole a voce così bassa che era sicuro non l’avesse nemmeno sentito...
“Proprio innamorato, eh?”
Sussultò sorpreso per poi sorridere sarcastico, “E tu?”
“Io amo tutti e nessuno!”
“Pff…immaginavo!” mormorò nervoso, alzando gli occhi al cielo.
“Come?”
“E non c'è nessuno che ti piaccia un po' di più?” domandò - in fondo che costava essere ancora un po' più masochisti del solito? Ormai!
Lo sentì sorridere e appoggiarsi alla porta scrostata del bagno, “Ma non è che ci conosciamo? la tua voce ha un che di familiare...”
“Oh...No, nono...” si schiarì la voce abbassandola di qualche tono “figurati...”
“No, forse hai ragione, mi ricorderei di te!”
..certo, come no…
“Mmm, e quindi?”
“Non ti arrendi, eh?” lo sentì rimanere in silenzio per un po’, “...no..nessuno… E tu? Il tuo lui ti ama?”
Non so, che ne dici Alex, mi ami?
“No...”
...
“Gliel'hai detto almeno?” Josh grugnì, si metteva pure a fare il sarcastico ora? - pensò irritato.
“Cosa c'è, vuoi farmi da confidente?”
“Beh, si dice che gli psicologi rimorchino molto...”
“...”
“Ehi, tutto bene? Cos'era quel rumore?”
Il “vampiro” si massaggiò la testa che aveva posato violentemente sulla porta del bagno e sbuffò. Possibile che non riuscisse ad essere serio una volta? Eppure non gli era mai sembrato così…spiritoso, lui era il macho volubile, il gentleman arguto che un giorno lo salutava allegramente per le scale rischiarandogli la giornata e il giorno dopo a mala pena gli rivolgeva un cenno se lo vedeva per strada…ma quante personalità aveva quel ragazzo?
“..sto bene...”
“Quindi? Lo sa?”
Chiuse gli occhi rassegnato mentre la sua voce calda e profonda attraversava la porta del bagno, e desiderò poterlo guardare in viso:
“Mi spieghi perché ti ostini a parlare con me?” gli chiese con tono stanco.
L'altro rimase in silenzio per un po’, poi rispose:
“E perché no?”
“Oh, perché no?” mormorò appena e sorrise un po’ amaro alla sua immagine, riflessa nelle mattonelle verdi davanti a lui, già, perché no? ”ci sono sicuramente centinaia di donne o uomini in sala che non ti rifiuterebbero…”
“Certo, ma loro posso conquistarli quando voglio!”
“Quindi sarei una sfida…”
“Mmm…ma non è che vuoi diventare tu uno psicologo? Perché non c’è bisogno di rimorchiarmi, sai!”
Ridacchiò esasperato, decisamente troppo stanco per quei discorsi, senza, in realtà, notare il modo in cui l'altro aveva abilmente deviato la conversazione quando si era fatta più seria.
"Ma non è che sei un po' bruttino?"
Sobbalzò, "Come? Io brutto? Ma sei impazzito? Ma chi ti conosce, guarda tu questo..."
"Scusa! Boh, prova…mmm, a dargli tempo...” gli suggerì Alex con uno strano tono di voce, tornando all'argomento principale.
Il ragazzo aprì la bocca per poi richiuderla, un po' interdetto, poi si passò una mano tra i capelli come faceva sempre per calmarsi:
Fin troppo... - e non si accorse di averlo sussurrato.
Rimasero entrambi in silenzio, immersi nei propri pensieri, uno con la testa appoggiata alla porta del bagno, una cannuccia mordicchiata stretta tra le labbra, l’altro appoggiato alla stessa porta, ancora rosso in volto, le dita incrociate che si tormentavano instancabilmente.
"Ehi, non mi ha detto il tuo nome"
Josh sobbalzò alla ripresa improvvisa dell’argomento – e ora???
“C-come? È-è una festa in maschera, no? Lo scopo non è rimanere mascherati?” sussurrò incerto, mentre il panico lo prendeva.
“Se preferisci ti dico prima il mio!” continuò l'altro allegro.
“M-meglio di no...”
“Eddai, io sono...”
“Ehy! Ma allora eri qui! Sono secoli che ti cerco, esci o rimani a parlare da solo? O stai facendo altro?”
La voce estranea – vagamente maliziosa - di un amico di Alex li interruppe facendolo sospirare di sollievo mentre, col cuore in gola, non poté non permettersi una smorfia alla frase sentita: Porco.
"Porco!" giusto! "Arrivo..." e indeciso, dopo un altro incitamento da parte dell'amico uscì.
Ma non prima di avergli sussurrato:
"Ti ritroverò."

Continua…


* Niente a che fare col film di Ozpetek... questa frase è una frase che la mamma di una mia amica dice sempre se c'è qualcosa che non va...a lei il copyright!^^
** "E dire che volevo solo i soldi della lavanderia!"
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Uuuhh...la mia prima Slash!!! Ma benvenuti mie care e miei cari!
Voi siete gli spettatori della prima mia creazione di questo genere!
Sempre disposta a darmi all'ippica, basta dirmelo e sono aperta a ogni veduta!XD eh, che dirvi, il primo capitolo di questa storia è stato ripreso dal prologo di un'altra mia ff (mi sono autoplagiata!) quindi se vedete somiglianze è normale!
Comunque dubito abbiate mai letto l'altra mia ff...quindi il problema non si pone. E naturalmente la somiglianza è limitata a questo cap. qui!
E vediam vediamo...la ff non durerà che pochissimi capitoli (3 o 4) e seguirà molto lo stile della citazione della Arbus (la fotografa americana!), quindi se non volete ritrovarvi fra i piedi una storiella fatta per divertirsi, piena di equivoci come il titolo annuncia, uscite tranquillamente da qui!^^
Bon! Detto questo, alla ff ci tengo molto davvero proprio perché è un esperimento come prima Slash, so che in questa sezione è impossibile avere molti commenti quindi non ci spero nemmeno, anche perché non ho scritto un capolavoro, però se almeno uno o due di voi (è gratissss!!!) mi dicessero con sincerità cosa ne pensano spererò che almeno non ho faticato per nulla, giusto per migliorare...!
Detto questo, alla prossima e grazie a tutti!





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