Questo è un
esercizio che mi è stato proposto ad un laboratorio di
scrittura creativa: mi è venuta fuori una cosa carina quindi
ho deciso di condividerla con chi, come me, rimane spesso invischiato
nella burocrazia e nella propria ingenuità.
Fatemi sapere se vi ha
strappato un sorrisetto!
P.S È quasi tutto vero!:)
Il
libro
Sul giornale leggo la recensione di un libro: interessante, mi dico, ma
forse non abbastanza da giustificare un acquisto.
Meglio andarci cauti e procedere con un prestito bibliotecario.
Oltrepasso l'entrata della prestigiosa biblioteca e mi dirigo,
grazie alle indicazioni, verso la sala rincipale:
non faccio in tempo ad appoggiare il piede sul primo gradino che un
urlo straziante raggiunge i miei timpani...
"LA BORSA! DEVE LASCIARE LA BORSA NELL'ARMADIETTO!"
L'inserviente è rossa in volto e, per evitarle un colpo
apoplettico, esco velocemente dalla sala sentendomi un'assassina e
riguadagno l'ingresso.
A destra trovo l'armadietto.
Torno in sala, sorvegliata a vista dallo sguardo torvo dell'inserviente.
Dopo poco mi accorgo di essermi dimenticata il cognome dell'autore del
libro e, essendo l'intero patrimonio bibliotecario ordinato per autore,
mi tocca tornare al mio armadietto e controllare su giornale.
Bene, ce l'ho.
Torno in sala.
L'inservente mi odia.
Cerco tra gli scaffali la categoria che mi interessa.
Letteratura ucraina:
no.
Harmony: no.
Idealisti norvegesi:
no.
Narrativa turca:
no.
Narrativa inglese:
ecco.
Cerco la lettera G
cominciando dal basso: nella quarta mensola c'è ancora la C.
Cavolo.
Alzo la testa: qualche chilometro più in alto mi sembra di
distinguere una F.
Afferro con decisione la scala di alluminio e mi arrampico: arrivata in
quota scandaglio tutti i libri di fronte a me, mantenendo una stretta
convulsa alla scala instabile e traballante.
Del mio autore, nessuna traccia.
Torno all'ingresso ed entro in ufficio.
"Salve, mi serviva..."
"Lì c'è il catalogo degli autori, signorina."
"Ah, grazie..."
Comincio a cercare tra i foglietti accuratamente riposti in quei
minuscoli ma chilometrici cassettini.
Non ci posso credere.
Sono ordinati per nome.
Torno all'armadietto, guardo il nome.
Torno in ufficio, trovo il foglietto con la collocazione, mi appunto il
praticissimo codice ad 11 cifre e 8 lettere e parto decisa per la sala.
Dopo i primi minuti di entusiasmo mi rendo conto che non sono ancora in
grado di trovare il libro.
Torno all'ufficio.
"Salve, non trovo..."
"Lì c'è il catalogo.."
"Si, lo so, ma il libro non c'è."
"Titolo e autore, prego"
Parlo e attendo.
"Non c'è perchè abbiamo spostato la sezione. Ora
è nella cripta."
Nella cripta?
Il mio sguardo angosciato è eloquente e l'impiegata ha un
improvviso moto di empatia nei miei confronti.
Prende una torcia e mi guida nei sotterranei.
Con grande disapunto mi guarda.
"Non lo trovo."
"Mi dispiace..."
Torniamo in ufficio, dove comincia la febbrile ricerca al computer.
Ere geologiche dopo mi dice, estenuata, che non ha idea di dove sia.
Però può darmi un modulo di richiesta di prestito
per farmelo avere appena può.
Comincio a compilare: dopo aver dichiarato il tipo di lavoro della mia
bisnonna, il numero di figli che non ho, il mio piatto preferito e nome
e cognome, consegno il modulo.
Nel frattempo l'inserviente, che ha seguito da lontano la vicenda, si
avvicina a passo di marcia con un libro in mano.
"Eccolo! L'avevano lasciato sul tavolo nella sala di lettura!"
L'impiegata si mette a piangere e procede a registrare il prestito.
Io, cercando di resistere all'imminente collasso, afferro il libro ed
esco.
Una sirena a 90 mila decibel rompe il sacro silenzio e sento una voce
familiare che mi grida...
"NON HA SMAGNETIZZATO IL LIBRO!"
Svengo.
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