Let me grab your soul away
Let me grab your soul away
A Heathcliff bastò solo un rapido sguardo per riconoscere la figura femminile
che gli si stava avvicinando. Avrebbe riconosciuto quella sagoma tra mille
altre, in qualunque situazione; quei capelli curati, quei tratti somatici così
delicati, quell’andatura elegante ma allo stesso tempo ribelle e decisa.
Catherine Linton gli si avvicinò ancora, e lo guardò per la prima volta dopo
tanto tempo negli occhi. In breve gli fu accanto, con un sorriso sul volto; lo
stesso sorriso che Heathcliff aveva sognato tante volte, tutte le notti.
“Sei tornato.” disse semplicemente Catherine, passandosi una mano sulla fronte
per rimuovere una ciocca di capelli indisciplinata. Heathcliff distolse lo
sguardo dagli occhi accesi di Catherine, fissando qualcosa che la ragazza non
poteva vedere.
“Sì.” rispose semplicemente.
Doveva ricordarsi qual era il nome di Catherine, adesso. Linton. Non più
Earnshaw. Ciò implicava necessariamente che ogni possibilità di averla era
sfumata per sempre; l’aveva perduta, aveva lasciato che un mediocre benestante
gliela strappasse via.
“Cos’hai? Perché sei così freddo nei miei confronti? E perché sei partito senza
nemmeno una spiegazione? Non mi hai neanche salutata.” osservò Catherine
squadrandolo con più attenzione, portandogli una mano sul volto. L’uomo la
scacciò con un gesto rabbioso, allontanandosi leggermente. Catherine si ritrasse
spaventata e sbalordita: non era abituata ad essere rifiutata, il suo ruolo
comprendeva di essere sempre compresa e vezzeggiata e mai allontanata in quel
modo.
“Heathcliff, perché ti comporti così? Non riesco più a capirti, e questo non mi
era mai successo. Sei sempre stato un libro aperto per me, e adesso mi è
diventato impossibile decifrarti. Non so più chi sei, Heathcliff.” disse ferita,
toccandogli leggermente un braccio. L’uomo non si ritrasse, ma continuò a
fissare la neve davanti a sé con aria spenta. Poi finalmente sospirò e parlò.
“Hai sposato Linton.” disse seccamente, con tono fermo.
Catherine sussultò e abbassò lo sguardo. “Sì, è vero.” rispose piano, come se
non desiderasse parlarne.
“Perché?” chiese ancora Heathcliff, lo sguardo sempre più duro. Sembrava che
stesse facendo uno sforzo immenso per restare calmo.
“Perché mi ama, e sarei stata al sicuro con lui. Era quello che tutti si
aspettavano da me.” replicò Catherine con fredda lucidità, fissando i capelli
ribelli del compagno.
“Io non ero all’altezza, non è vero?” incalzò Heathcliff con rabbia, voltandosi
finalmente a guardarla con una maschera di sfida e di collera. Catherine
sostenne il suo sguardo con fierezza.
“No, non lo eri. Credevi veramente che avrei potuto sposarti? Heathcliff, il
matrimonio non significa nulla. Un contratto stipulato da un comune mortale non
cambierà quello che provo per te, la vera inclinazione della mia anima...
Il mio cuore, il mio spirito, il mio corpo, ogni mio singolo respiro... tutto
di me appartiene a te. Sono tua, e Linton non può fare niente per impedirlo.”
disse con passione, appoggiando le mani sul petto dell’uomo. Heathcliff gliele
prese e le portò al volto, ricoprendole di baci.
“Vorrei non essere ciò che sono per poterti sposare.” mormorò ad occhi chiusi,
inalando il profumo della donna. Catherine sorrise e gli accarezzò una guancia.
“Se non fossi ciò che sei non ti amerei. Forse saremmo sposati, ma i miei
sentimenti verso di te sarebbero niente in paragone a quelli che provo adesso.
Il tuo spirito ribelle, il tuo stesso aspetto indomito, questo amo di te: se non
li possedessi più, diventeresti uno dei tanti altri uomini sulla faccia della
Terra, normale quanto insignificante.” disse commossa, senza smettere di
carezzarlo. L’uomo si chinò su di lei e le depositò un bacio sulla fronte, con
una delicatezza inusuale, e Catherine sorrise leggermente, asciugandosi una
lacrima scesa sul volto.
“Cathy, non lasciarmi mai più. Come hai potuto dimenticarmi?” chiese Heathcliff
ferito, affondando una mano tra i riccioli curati della donna. Catherine lo
fissò negli occhi, confusa.
“Non ti ho mai dimenticato! Non è passato un giorno che non pensassi a te.”
mormorò, beandosi di ogni centimetro del suo volto. Heathcliff la strinse a sé,
sospirando. “Se solo potessi immaginare anche solo un centesimo di quanto ti
amo...” disse accarezzandole dolcemente i capelli, perso nei propri pensieri.
“Adesso non ti permetterò di andartene. Sei tornato, e sei mio. Edgar non ha
importanza.” disse Catherine passionale, appoggiandosi ancora di più sul
compagno. Heathcliff inspirò a pieno il profumo della donna, e chiuse gli occhi
pensando a quanto avesse sempre desiderato morire in quell’aroma.
“Non avrei sopportato di non rivederti.” continuò Catherine, ancora stretta a
lui. “Se dovessi morire adesso sarei felice. La morte sarebbe infinitamente
seducente se avesse il tuo volto. Ricordi quella frase di Shakespeare che
adoravamo? Più dolce sarebbe la morte se il mio ultimo sguardo avesse come
orizzonte il tuo volto. E se così fosse, mille molte vorrei nascere per mille
volte ancor morire.” recitò Heathcliff, prendendole il volto tra le mani e
osservandola negli occhi brillanti di passione e di vita.
Heathcliff, it’s me, Cathy come home
I'm so cold, let me in-a-your window
[Wuthering Heights, Kate Bush]
Pochi secondi prima di morire, Catherine vide il volto di Heathcliff. Vide i
suoi occhi neri come il carbone, ardenti e infuocati, e si perse in quello
sguardo così invitante. Catherine morì guardando Heathcliff, e non avrebbe
potuto immaginare una morte migliore.
Nel suo delirio prima di morire, Heathcliff vide Cathy. La vide che cercava di
entrare dalla finestra come tutte le notti –ma quella notte era più nitida, più
reale, sembrava veramente lì, sembrava che Heathcliff si trovasse davvero
con lei- e capì che non lo stava semplicemente venendo a trovare, no, stava
venendo a prenderlo. Si immerse in quel volto e non riaffiorò più,
annientandosi in esso come aveva tanto desiderato. Heathcliff, alla fine, morì
guardando Catherine.
Questa
fanfiction ha partecipato allo "Shakespeare
Contest" indetto da Mayumi_san sul forum di Efp e si è classificata quarta.
I partecipanti dovevano scegliere una citazione di Shakespeare e costruirci una
storia; la frase che ho scelto è quella pronunciata da Cathy e scritta in
corsivo.
Ringrazio chi
commenta e anche chi si "limita" a leggere, perchè per me la lettura non è meno
importante delle recensioni :)
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