Vedisecosìtipiace
[AVVISO IMPORTANTE: STORIA IN REVISIONE! I primi capitoli presentano errori ancora non corretti, poichè mi sto concentrando alla conclusione della fanfiction!]
Ebbene sì, sono
ancora io. La solita che non ha ancora finito le fan fiction precedenti,
terribilmente lenta ad aggiornare e completamente sommersa dallo
studio.
Indi, rieccomi con un nuovo delirio, ancora più idiota ed
inverosimile degli altri. Cercherò di renderla il meno OOC possibile, anche perché
l'idea è quella di mantenere le personalità dei personaggi IC... Ovviamente è
un'altra fan fiction su Inuyasha.
Bene, non so che altro dire, escluso che ho
già in mente una trama ben definita e che spero di sviluppare
adeguatamente.
N.B. È probabile che cambi il titolo in futuro, poiché questo
è odioso. U_U
Buona lettura!
M.
Wire
Connectors
[Prologo]
È lecito
divertirsi ogni tanto, giusto? È lecito voler dimenticare, seppur per poco,
qualcosa che non si vuole ricordare?
Quella sera ho bevuto, eccome se ho bevuto. Ho riversato nell'alcol un'angoscia
ben nascosta agli occhi con un sorriso finto, la solita maschera. Non ricordo
cosa ho fatto, ma la prova di ciò che ho compiuto è qui, davanti ai miei occhi.
Immagini offuscate e annebbiate riaffiorano come flash nella mia mente a ogni
parola che leggo. Sango è venuta da me con Ayame e ci siamo ubriacate. Tutto
ciò per mia iniziativa: ho voluto festeggiare la mia separazione da Hojo.
Finalmente ho avuto il coraggio di sbattere fuori casa quel rompiscatole. Non
fraintendetemi, Hojo è, probabilmente, il marito ideale: intelligente,
premuroso, ricco... Eppure, non è lui che voglio. Una vita così banale e
monotona non è quello a cui ho sempre aspirato.
Una stupidissima idea si è insidiata, prepotente ed irriverente, nelle menti
delle mie amiche, ulteriormente lese dall'alcol, ormai entrato in circolo.
“Kagome, perché non ci iscriviamo tutte in uno di quei siti per trovare il vero
amore?”. Non è stata una brutta idea, è stata una pessima idea. Non ho mai
creduto che ci si potesse innamorare parlando attraverso uno schermo, stando
dietro ad una “macchina”. Chissà cosa mi ha portato a cedere a quella proposta
idiota e insensata: la malinconia? L'improvvisa consapevolezza che da quel
momento ero “libera”? Il non dipendere più da un uomo? Chi lo sa...
“Uhm... Ok”. Ci siamo sedute tutte e tre attorno al computer e, una ad una, ci
siamo iscritte in quel dannato sito. Da quel momento i nostri nomi non erano
più Ayame, Sango o Kagome ma “Yaya”, “Sachan” e “K”. Non ho scelto certo un
nome originale. Non avevo in mente nulla. Dopo aver confermato quella mail di
registrazione e aver compilato una scheda, nella quale avremmo dovuto scrivere
le nostre caratteristiche caratteriali e fisiche, ci siamo, probabilmente,
addormentate sulla mia scrivania. Unica soluzione possibile, poiché Sango e
Ayame sono ancora assopite al mio fianco.
Che ore sono? Le nove e mezzo. Cerco di alzarmi per preparare il caffè ma ho la
testa che mi scoppia e perfino l'incessante ticchettio delle lancette
dell'orologio riesce a irritarmi causandomi fitte dolorose alle tempie.
Barcollo verso il bagno: mi sciacquo il viso con acqua ghiacciata. Va già
meglio. Apro l'armadietto sopra il lavandino, dove tengo le medicine, e prendo
un'aspirina. Poso la scatoletta del medicinale sul tavolo, vicino alle mie
amiche.
Mi soffermo a guardare, riluttante, il disordine della camera, poi il mio
sguardo si posa nuovamente sul computer. Mi siedo davanti allo schermo e
rileggo quella mail di conferma.
“Benvenuta nella nostra Community! La metteremo in contatto entro quarantotto
ore con un partner scelto dal computer, analizzando i dati da Lei a noi
forniti. In breve dovrebbe ricevere la mail con l'indirizzo di posta
elettronica del Suo nuovo compagno. Cordiali saluti... ”.
Improvvisamente lo schermo lampeggia: è arrivato un nuovo messaggio. Guardo il monitor inarcando un sopracciglio, con apparente indifferenza.
Lo apro e leggo: “odioinomidilogin@chat.com” di certo un nome più originale
del mio.
Lo aggiungo subito ai miei contatti: ebbene sì, sono curiosa, e quanto lo sono.
Questa storia mi sta coinvolgendo più del dovuto. Entro subito in chat e lo
attendo. In quel momento Sango si sveglia e, tenendosi la testa tra le mani
affusolate e ben curate, tenta di sorridermi, ma le sue labbra sottili si
incurvano solo in una smorfia, dovuta all'emicrania post-sbornia.
“Buongiorno!” gracchia con voce roca, ancora impastata dal sonno. Si guarda intorno, cercando di raccapezzarsi in quel disordine. Prende due aspirine e le
butta giù con l'ultimo goccio di birra nella bottiglia davanti a sé. “Ben
svegliata, Sango-chan.” La osservo divertita e sorniona ridacchiando mentre è
intenta a stuzzicare Ayame tirandole le ciocche di capelli rossi raccolti in
due graziosi codini, forse un po' infantili ed inadatti alla sua personalità.
La ragazza si sveglia con un lamento e apre gli occhi verdi, smeraldi limpidi e
trasparenti.
“Sango, ti odio.” sentenzia strappandole di mano la scatola del medicinale, prendendo
anch'ella due compresse. “Buongiorno, Ayame!”. Sango continua a stuzzicarla.
Sorrido e mi dirigo verso la cucina per preparare il caffè. Cammino a piedi
scalzi sulle piastrelle fredde: mi concedo di rabbrividire al contatto con la
loro superficie liscia. Sento le risate delle mie amiche in soggiorno risuonare
come campanelli e propagarsi argentine per tutto l'appartamento. Una serata tra
donne ci voleva proprio. Mi crogiolo in quell'atmosfera familiare che mi
riscalda il cuore, accompagnata dall'aroma amaro del caffè che si disperde
nell'aere e m'inebria. Porto le tre tazze fumanti, accompagnate
ciascuna da un cornetto alla crema, in salone, dove si trovano Sango e Ayame,
che si stanno contendendo un cuscino sedute sul divano. Le osservo ancora un
attimo, divertita e quasi dispiaciuta di doverle separare da quell'improduttivo e
banale capriccio mattutino. Sono più rapide di me: mi rubano le tazze dal
vassoio, con le loro brioche, e si risiedono sul divano, facendomi cenno di
raggiungerle.
“Kagome! Siediti con noi, e prendi anche il portatile!”. A quanto pare la pazzia
della serata precedente non si è cancellata dalla mente di Sango. Riluttante,
appoggio il vassoio sul tavolino di fronte al sofà e prendo con una lentezza
esasperante il computer dalla scrivania.
Mi lascio andare sul divano, mentre le due ragazze si avvicinano a me incuriosite.
Arraffo il mio cornetto gli do un morso, golosa. Appena i miei occhi si posano
sullo schermo, sussulto.
“Ciao, chi sei? Perché mi hai aggiunto?” a scrivere è odioinomidilogin@chat.com.
|