Questa
“cosa” non è nata per essere
scritta come one-shot ma è successo che è
arrivato il compleanno di Baekho, e ho pensato le dedico questa storia.
Non è affatto qualcosa di demenziale anzi è
seria!!!!! O.O Sono arrivata alla triste consapevolezza che per
crescere come scrittrice devo riuscire anche a far soffrire qualcuno
nelle mie storie.
Se siete amanti della coppia GiapponexAlfred non è per voi.
Baekho tu che hai confessato che ti piacciono anche le FF tristi
deprimenti ti becchi ciò al tuo compleanno.
L'ennesimo boccone di sushi venne ingoiato con voracia.
-B...buono. - Urlacchiò con la sua solita voce stridula
America sputacchiando alcuni chicchi di riso.
-Sono contento che ti piaccia America-san – Disse Giappone
tirando su un angolo della bocca mostrando così un timido sorriso.
-Molto più buono del cibo di Inghilterra. -
Asserì l'americano prendendo con le mani un onigiri e
pucciandolo nel wasabi.
-America-san è piccante! - Urlò Kiku per
avvertire l'altro.
-Un eroe non può aver paura di un cibo. - E detto
ciò mangiò in un sol boccone la pietanza facendo
così sbiancare il giapponese.
La reazione di Alfred non si fece troppo attendere,
incominciò a divenire paonazzo e poi si alzò di
scatto incominciando a correre intorno al basso tavolo, urlando frasi
senza senso.
-Questa è la tremenda vendetta di Inghilterra
perché ho detto che il suo cibo non è buono!!!!
Brucia! Brucia! BRUCIAAAAAA!!! -
L'idea di bere un po' di acqua, per coprire almeno un poco quel senso
di bruciore alla gola, gli venne dopo cinque minuti di corsa e urla.
Prese dal tavolo quella specie di brocca bianca contenente di sicuro
acqua.
-ACQUA!!!!!!- Urlò prima di far scendere la bevanda
giù per la gola.
-America-san quella non è acqua è
sakè! -
Troppo tardi l'americano aveva già svuotato la brocca e ora
dondolava paurosamente.
-America-san? - Domandò Giappone in ansia.
TUMP, Alfred era caduto come un peso morto sul tavolo e si era
addormentato.
Kiku sospirò rassegnato, quando si trattava di America gli
sembrava di trattare con un bambino.
Spostò con delicatezza alcuni ciuffi dalla fronte del biondo
mentre le guance gli si imporporavano leggermente.
-Arthur... - Sussurrò l'americano in quel frangente.
Giappone ritrasse di scatto la mano come se il corpo dell'altro fosse
divenuto incandescente.
Cosa stava facendo? Perché l'aveva toccato? Che diavolo
pensava?
-Arthur... il tuo cibo fa schifo. - Il giapponese rimase lì
immobile, mentre un moto di felicità inondava il suo petto,
con questo rinnovato buono umore ritirò le ciotole sul
tavolo e trascinò America verso il tatami.
***
Mangiò con fatica l'ennesima portata cucinata da Arthur,
pensando che quello che cucinava Francis fosse molto ma molto
più buono.
Sollevò per un attimo lo sguardo color del cielo
sul suo tutore, incontrando due iridi
calme come un mare di smeraldo, la testa pigramente appoggiate su una
mano, sulle labbra un sorriso felice.
Se avesse smesso di mangiare quel cibo, avrebbe reso triste Arthur.
Con foga finì il piatto.
-Buonissimo! - Esordì il piccolo Alfred.
Il sorriso sulle labbra dell'inglese si allargò.
-Che bravo che sei Alfred! - Esordì Inghilterra
accarezzandogli il capo.
Gli piaceva essere elogiato e ricevere quei sorrisi, anche se doveva
mangiare quel cibo.
Il ricordo incominciò a incrinarsi, il volto felice di
Arthur divenne una maschera di sofferenza, lui da bambino divenne un
giovane uomo, la cucina dove aveva mangiato per anni divenne un campo
di battaglia e infine il sole che filtrava dalla finestra divenne una
pioggia che li bagnava.
-Perché hai rovinato tutto, Alfred? -
-Il mio popolo voleva io... non ho potuto. -
-Mi odi così tanto? -
America spalancò gli occhi.
-Arthur io non ti odio io ti... -
Delle urla trapassavano la sua mente
Lui è solo Inghilterra
il monarca crudele, finalmente ce ne siamo liberati. Libertà
per l'America via gli inglesi tiranni.
Quelle voci appartenevano al
suo popolo.
Lo stesso succedeva anche all'inglese
Tu non hai bisogno di
lui. E' solo uno stupido.
L'americano si tenne la testa fra le mani urlando. Non poteva andare a
finire così, Arthur non doveva pensare che lui lo odiasse.
Perché stava accadendo tutto quello? Eppure era successo
tanto di quel tempo fa. Perché veniva ancora tormentato?
-Non è vero, non è vero! -
***
Giappone incominciò a scuotere il corpo di America
con preoccupazione, all'inizio sembrava calmo anzi felice ma
improvvisamente aveva incominciato a tremare e piangere.
-Non è vero! - incominciò a ripetere l'americano
ogni volta sempre più forte e quando questo divenne un
urlò, si svegliò.
-America-san? - Chiese Kiku.
L'americano si voltò verso di lui con sguardo vacuo non
vedendolo, lo abbracciò con disperazione.
-Mi dispiace. - Incominciò a sussurrargli singhiozzando un
po'.
-Mi dispiace così tanto. -
Il giapponese era ormai in fiamme mentre sentiva il calore
dell'abbraccio di America, approfittò di quel momento per
contraccambiare il gesto.
-America-san ti voglio bene. - Sussurrò dolcemente
appoggiando la testa sulla spalla del biondo.
Alfred trasalì svegliandosi completamente e rendendosi conto
di quello che stava facendo, Kiku non era Arthur. Per quanto gentile e
buono era il moro, non sarebbe mai stato allo stesso livello del suo
ex-conquistatore.
Infondo lui non aveva niente da farsi perdonare a Giappone, non gli
aveva fatto niente. E chi dice
che sarà così
anche per il futuro? Quella voce
fastidiosa lo fece tremare,
perché sapeva che aveva ragione, aveva sempre avuto ragione.
Aspettò che fosse il giapponese a sciogliere l'abbraccio,
non se la sentiva di respingerlo dopo che era stato lui ad abbracciarlo.
-America-san va tutto bene? - Domandò il moro
accarezzandogli la guancia sentendola ancora umida sotto le dita, a
quel contatto il biondo si sottrasse.
-Oh, scusami... io... ecco non volevo. -
-Scusami tu, io devo andare! - Disse Alfred alzandosi di botto.
-Ti accompagno alla porta. - Propose il giapponese mentre seguiva
l'altro all'uscio.
-Tornerò a mangiare le tue delizie e a visitare il tuo
paese. - Disse con quella quasi formale gentilezza che non gli
apparteneva.
-Ti aspetterò! - Disse mostrando un po' troppa
felicità nel pronunciare la frase.
America lo salutò con un breve inchino prima di voltarsi.
Anche se era uno stupido si era accorto del modo in cui Kiku lo
guardava, si stava facendo schifo lo stava soltanto illudendo
comportandosi in quel modo.
Quella sera mentre andava in bagno a fare quel compito ingrato che era
lavarsi i denti, sentì come la voce di Inghilterra che gli
raccomandava di fare l'operazione con cura.
La scena di lui che insieme al suo tutore cercava di imitarlo in ogni
sua mossa, nel lavarsi i denti, nel bere il tè, nel modo di
camminare e di far finta di leggere il giornale.
Alfred appoggiò la testa contro lo specchio trattenendo un
singhiozzo.
E' brutto arrivare alla fredda consapevolezza che è stato
lui ha insegnarti quello che sai fare, e che ora non è al
tuo fianco.
Che depressione che mi viene.
Chiaramente la faccenda si tiene durante la seconda guerra mondiale.
Grazie per essere riusciti a leggere fino alla fine!
Recensite in molti!!!!!!!!! ^-^
La storia doveva essere pubblicata il 13 giugno data del compleanno di
Baekho ma causa pioggia che ci ha costrette per ore sotto un tendone di
un ristorante non sono riuscita a pubblicarla!!!!!!!! T.T
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