Dedicato con infinito
affetto a Shinalia,
affinchè possa strapparle un sorriso!
Ti
voglio bene cognatina & ti sostengo da qui con un maxi
cartellone d'incitamento!
Grazie
anche a Purelove
per l'aiuto sulle questioni universitarie!
Buona
Lettura;
Betato
by Yara89
Odio gli esami,
ovvero: come sopravvivere quando l'unica via di fuga sembra affogarsi
nel bicchiere di Coca Cola?!
Pov Bella.
Avete
presente quella paura che vi domina in certi momenti e non se ne va
nemmeno a pagarla?
La paura
di non farcela, la paura di deludere chi abbiamo vicino, la paura di
deludere noi stessi.
Poi
c’è anche e soprattutto la voglia di mandare tutto
al diavolo e di partire lontano, mettendo chilometri e chilometri tra
te e tutto il mondo.
È
il desiderio più irresistibile e frequente che possa venire
ad un essere umano, specie se sottoposto da mesi a insopportabili
carichi di esami universitari.
Capito di
cosa parlo, no?
Beh, lo
spero.
Quando si
è nella stessa barca denominata ''disperazione'' si sta un
po’ meglio se i ''compagni di viaggio'' sono tanti.
Seduta ad
un tavolino del chiosco dinanzi la facoltà osservo con
pensieri oscuri il bicchiere di Coca cola che ho davanti.
Mi viene
automatico fare un rapido calcolo per capire se sia possibile o meno
affogarsi in due dita di bevanda, ma con amara delusione capisco che il
liquido non è abbastanza e non troverò mai la
morte grazie a questo.
Dire che
sono disperata è poco, tra qualche ora ho l'esame di
pedagogia della devianza e della marginalità.
Non
trovate che solo il nome di questo esame provochi nausea e emicrania?
O magari
è a me che ultimamente tutto quanto causa questi effetti. Ho
sempre pensato che l’università fosse si utile ma
estremamente dannosa per la salute di chi la frequenta. Per me ormai lo
stomaco stretto dall’ansia e le notti insonni sono ordinaria
routine.
- Bella!
Ehi! –
La voce
squillante di Alice, la sorella del mio ragazzo Edward, si fa largo nel
mio cervello. Incredibile come questa ragazza sia sempre di buon umore,
niente sembra scalfirla! Beata lei!
Con uno
sgargiante vestito arancione si fa’ largo tra la folla che
bazzica il chiosco, spintonando malamente tutti quelli che cercando di
bloccarle la strada per arrivare a me.
- Ehi. -
mugugno con voce lugubre disegnando con l'indice cerchi immaginari sul
legno del tavolino. Mi sento tanto uno di quei strani disegni che si
vedono sul web.
Com’è
che si chiama?
Cipollino?
Va beh,
qualcosa del genere. Sono depressa e questo basta per descrivere la mia
situazione attuale. Non ne posso più, un viaggio lontano da
questo posto mi farebbe più che bene. Dovrei parlarne con
Edward!
- Sempre
di buon umore, eh? - ridacchia sedendosi dinanzi a me.
Alice
è sempre stata così, una ventiduenne genio della
biologia e frequentante con successo la facoltà di
veterinaria. Incredibile come nel suo metro e sessanta risieda una
carica di allegria e forza infinita.
- Ho
l'esame. - borbotto sconsolata. - Non so niente di niente e ormai il
fallimento è assicurato! Tanto vale che me ne rimanga a casa
a ingozzarmi di gelato al cioccolato e che non mi presenti! La
situazione non cambierebbe... –
Alice
riduce gli occhi a due fessure sottili, incenerendomi con lo sguardo. -
Lo dici ogni volta, Bella. Ogni volta non fai che borbottare il tuo
ipotetico fallimento per poi rimediare un brillante successo. Quindi
piantala di piangerti addosso e alza quelle chiappe enormi! - mi ordina
a denti stretti. – E tra parentesi, non hai di certo bisogno
di ingurgitare altro gelato! -
Mi tasto
leggermente preoccupata il posteriore. - Io non ho le chiappe enormi e
posso mangiare tutto il gelato che mi pare! - ribatto irritata. Mica
devono essere tutti sulla via dell'anoressia come lei!
Solleva
un sopraciglio e mi guarda perplessa. - Hai bisogno di riposo,
è chiaro che stai dando i numeri. Ho sempre pensato che tu
fossi fuori di testa ed è chiaro che avevo ragione. Certo,
se non ti senti sicura non dovresti andarci, ma tentar non nuoce. O no?
–
Un attimo
di silenzio mentre la mia mente elabora una risposta da dare ad Alice.
- Ma
perché ho scelto quel maledetto corso di scienze
dell'educazione! - strillo accasciandomi in maniera teatrale sul
tavolino e attirando su di noi parecchie occhiate sconcertate.
Alice si
guarda attorno facendo finta di niente e ignorando i miei borbottii e
piagnucolii vari. Non è chiaramente in vena di darmi
sostegno psicologico o morale, continua a fissarsi interessata le
unghie laccate di viola ed a ignorami bellamente.
- Di
nuovo in crisi per l'esame? - una voce maschile e lo strisciare di una
sedia mi avvertono dell'arrivo di Edward.
Sollevo
gli occhi e mentre lo osservo con sguardo di disapprovazione i miei
problemi sembrano momentaneamente dileguarsi.
I capelli
bronzei sono una massa informe e arruffata e la felpa nera è
totalmente spiegazzata, come se l’avesse appallottolata in un
angolo della stanza e poi rimessa.
Inarco un
sopraciglio. Beh, conoscendolo è andata di sicuro
così, è un casinista di prima
categoria! Sembra un po’ un giovane genio
incompreso, di quelli che stanno nei laboratori a fare esperimenti
esplosivi e pericolosi.
- Eddy...
- piagnucolo allungando la mano sul suo braccio. - Aiutami! -
- Che ti
aspetti che faccia? - mi chiede allibito sollevando un braccio a
chiamare una cameriera. – Un cappuccino, grazie. -
- Non lo
so! Inventati qualcosa, sei o no un piccolo genio? Potresti distruggere
le tubature della facoltà e farla allagare, qualcosa del
genere! - propongo con occhi carichi di aspettativa. Mi blocco
ripetendo mentalmente quanto ho appena proposto. - È un'idea
geniale! - urlo sbattendo la mano sul tavolo.
Edward e
Alice mi osservano con due identici sguardi allucinati, di sicuro
pensano che io sia in lista d'attesa per una visita dei simpatici omini
vestiti di bianco.
In
effetti un mio sogno, o incubo che dir si voglia, è di
essere prelevata a casa da degli omini vestiti di bianco e che hanno
come meta il più vicino ospedale psichiatrico. La cosa
allucinante è che questa sorta di rapimento si svolge con la
musichetta del carretto dei gelati in sottofondo!
Scuoto la
testa cercando di scacciare via questi pensieri totalmente assurdi e
inutili. Finisce che divento pazza, me lo sento!
- Tu stai
male, tesoro. Senza offesa ma non stai proprio bene. Non puoi davvero
pensare che io vada alla tua facoltà e la allaghi!
È da fuori di testa. –
Edward
distrugge i miei sogni di gloria in pochi istanti, riportandomi nel
triste mondo di ''ho un esame tra poco e non so un cazzo!''
- Forse
non ti è chiaro che sono disperata! Dovrò pur
vagliare ogni possibilità, no? –
- No. -
rispondono in coro i due fratelli.
- Andate
al diavolo! Siete utili quanto un cane guida cieco! - ringhio
sollevando il braccio e ordinando un caffè doppio. Al
diavolo tutto, ho bisogno di qualcosa di forte!
Edward
sfoggia la sua irritantissima aria da saputello. - Sbaglio o il medico
ti ha detto di smetterla con tutta questa cafféina?
–
Sollevo
gli occhi al cielo con un sonoro sbuffo. – Peggio di
così non può andare, credimi. Ho lo stomaco
annodato e non scenderebbe giù nemmeno un ago. Posso solo
sperare nel sacro potere del caffè. –
Edward si
limita a scuotere la testa arrendevole mentre io quasi strappo dalle
mani del cameriere la mia ordinazione. Mi sento tanto come una drogata
che sta andando in crisi d’astinenza ma non ne posso fare a
meno.
L’università
mi sta uccidendo e il dramma è che ancora non ho preso la
tanta agognata laurea. Non posso fare a meno di chiedermi chi me
l’ha fatto fare a star qui a distruggermi cervello e fegato
mentre tutti scorrazzano indisturbati al mare!
Mi alzo
in piedi colta da un’improvvisa quanto illuminante e
brillante intuizione. – Andiamo al mare! Sono più
che certa che mi aiuterà a distendere i nervi. –
Alice e
Edward non si muovono di un millimetro, sembrano assolutamente decisi a
non darmi retta. –Beh? Andiamo o no? –
- No.
– inizia Alice.
- Hai un
esame da fare! – conclude Edward.
***
Ora so
come si sentiva Dante mentre attraversava l’Inferno.
Anzi, di
sicuro si sentiva più rilassato e tranquillo di quanto non
lo sia io in questo istante. La facoltà non mi è
mai sembrata così scura e minacciosa, sembrava incombere su
di me come una malefica creatura. Con i suoi mattoni rossi e la
tinteggiatura sbiadita è un vero e proprio suicidio degli
occhi.
Le mie
mani sono completamente sudate e la testa continua a girarmi come se
fossi su una giostra. Penso davvero di riuscire a superare una giornata
simile?
Illusa.
Mi cacceranno via a calci.
Anzi no,
mi prenderanno di peso e legheranno ad una palo, scrivendomi addosso
“asino”.
Anzi no!
Mi denunceranno per uso indebito delle conoscenze italiane! Non che
esista una denuncia simile, ma vabbè.
Sarei
stata umiliata, flagellata e cacciata dal corso, dopodiché
mi avrebbero…
- Ehi
Bella! Stai andando a dare l’esame? –
La mia
attenzione si sposta da scenari catastrofici a Jasper Hale, fidanzato
storico di Alice. Frequenta il mio stesso corso ed è ormai
prossimo alla laurea, una sorta di cervellone super carino.
- Si.
– rispondo con una voce che sembra provenire
dall’Oltre Tomba. Sono ancora visibilmente scossa dai viaggi
assurdi intrapresi dal mio cervello, e pensare che
c’è chi si fa’ di droghe per ottenere
quello che la mia mente partorisce in condizioni normali.
Mia madre
può stare tranquilla: io e la droga non abbiamo bisogno di
conoscerci, anzi! Semmai è lei che dovrebbe venire a lezione
da me!
-
Oh… emh… allora ti lascio andare a farlo! Buona
fortuna! – mi comunica Jasper con voce tesa, dileguandosi
velocemente alla sicura ricerca di Alice.
Raggiungo
la porta dell’Inferno e dopo uno sguardo al cielo mi preparo
al peggio.
***
-
L’ho sempre detto di avere una cognata cretina, ma questo
è veramente il raggiungimento del limite! Sul serio, sono
sconvolta! – sibila a denti stretti Alice.
Rido
tutta soddisfatta ripensando all’esame dato il giorno prima.
Okay, non
è stato affatto facile. Il mio esaminatore, un certo Aro
Stewart, mi ha tenuta incollata sulla sedia per un esame da infarto e
al cardiopalma, ma in compenso ne sono uscita con un bel ventinove.
Meritatissimo
e sudatissimo aggiungerei, visto che quella carogna ha preteso un
ragionamento a dir poco complicato a partire dalla definizione di
devianza e di marginalità, per poi arrivare ad un esempio
tangibile di tutto quello che avevo esposto poco prima.
La sua
frase-incipit per l’esempio?
"Se
considererai un soggetto un ladro, la persona si comporterà
automaticamente secondo il ruolo che gli è stato attribuito"
Naturalmente
Alice ha chiesto la mia testa su un piatto d’argento, e
così Edward.
A quanto
pare non hanno gradito poi tanto la mia disperazione pre-esame, ma a
soggetti come loro – perfetti e senza alcun problema
– è difficile capire la mia posizione.
Non
sopporto le pressioni e lavorare sotto di esse è disarmante.
Se poi anche chi mi sta attorno non fa’ che farmi la predica
diventa un vero e proprio massacro!
Infondo
io mica vado a rompere le scatole ad Edward, Alice o Jasper!
Loro
hanno il loro corso e gestiscono i loro esami come vogliono e
così devono lasciar fare a me!
- Ehi,
piano con le parole! – la ammonisco. – Ero tesa,
okay? Questo esame mi ha fatto venire una paura del diavolo ma almeno
sono felice di essermelo tolto dai piedi! Che sia andato bene
è solamente un fattore secondario! –
-
Bella… - sibila Alice avvicinandosi a me. – Stavi
cercando di affogarti nel bicchiere di Coca cola! –
Sollevo
gli occhi al cielo scuotendo la mano. – La solita esagerata!
– la liquido con superiorità. Non che quello che
sta dicendo sia una bugia, anzi, semplicemente non mi va di rivangare i
brutti istanti della mia vita universitaria.
Alice si
volta di scatto a fissare Edward. – Io non la voglio come
cognata! Sia chiaro! – sghignazza puntandomi con il dito.
Edward le
rivolge un’occhiata esasperata, osservando Jasper dirigersi
verso di noi con un vassoio carico di bibite e stuzzichini vari.
- Hai
deciso di farmi diventare una balena? – ridacchia Alice non
appena Jasper le si siede accanto. Deposita un bacio leggero sulla sua
guancia pallida e ruba un tramezzino.
- Non ti
farebbe mica male, sai? Un bel po’ di ciccia ai
bordi… mmm… - ridacchia pizzicandole un fianco
sin troppo magro.
- Come
mai tutta questa roba? – chiede Edward interrompendo quel
momento pseudo romantico tra Jasper e sua sorella.
- Beh,
dobbiamo festeggiare per il brillante superamento dell’esame
di Bella, no? – risponde con un sorrisone Jasper.
Tra noi
si diffonde un basso mormorio di assenso e tutti ci chiniamo a prendere
qualcosa con cui brindare. Con in mano una birra tutti urlano
congratulazioni e complimenti più o meno seri, ma come al
solito è Alice a smorzare il clima gioioso del momento.
Ha uno
speciale talento per farlo, ormai è diventato il suo marchio
di fabbrica distruggere i momenti di serenità che
coinvolgono il nostro gruppo.
-
Cognatina, ma il prossimo esame quando lo dai? -
Silenzio.
- Vai al
diavolo, Alice! – strillo innervosita.
Ne ho
appena dato uno, perché rovinarmi l’estate
pensando a quello che devo dare prossimamente?
Una
risata cristallina si leva dal nostro tavolo, mentre Alice ride
divertita. Mi fingo un attimo immusonita per poi lasciarmi andare anche
io ad una risata liberatoria.
Infondo
ora come ora sono libera da tutto, no?
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Note **
Ecco
qui, One Shot senza pretese con il fine di strappare almeno un sorriso,
perchè questo è l'obbiettivo! ^__^
PS: Per
"scommettiamo?" vedrò cosa posso fare, in quanto ho una
storia originale da consegnare per un concorso e rischio di non
rientrare con i tempi! Scusate! (__.__)
Mio gruppo su Fb: Tra
le righe delle mie storie --- Vale_cullen1992.
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