Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro.
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Titolo:
Lacrime
Genere:
Introspettivo, Malinconico, Sentimentale
Rating: Verde
Personaggi:
Sakura (accennati Sasuke e Naruto)
Avvertimenti:
One-shot
Introduzione:
E piangeva, stesa sul
suo letto, ogni qual volta nella
notte silente le tornavano in mente il suo viso sempre accigliato, la
sua voce monocorde e il tocco per nulla gentile delle sue mani callose.
E piangeva, perché era una sciocca.
Note dell'Autore: Premetto che
Sakura è un
personaggio che non sono ancora riuscita a inquadrare completamente. Ha
molte sfaccettature, alcune molto contrastanti tra di loro, per cui
temo sempre di non riuscire a renderla al meglio.
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Lacrime
Puoi piangere se vuoi…
La sofferenza non è un disonore…
(“La perla rossa”)
Un ninja deve dare la priorità alla missione.
Qualunque cosa possa succedere, un ninja non deve mai far trasparire le
proprie emozioni.
Un ninja non deve mai mostrare le proprie lacrime.
Dopo anni e anni passati a studiare, china ore infinite sui libri,
Sakura era diventata una ninja. Era stato il suo sogno fin da
piccolissima.
Era nato tutto una sera in cui suo padre, non sapendo più
che
fiaba della buona notte raccontarle, si era messo ad inventare una
storia con protagonisti un giovane guerriero ninja e la sua bella
principessa che doveva salvare da un nukenin cattivo.
Stranamente, Sakura si era sentita molto più vicina al
protagonista maschile che non alla bionda ragazzina che per tutta la
storia non faceva altro che aspettare in lacrime di essere salvata.
Le era quasi venuto il batticuore quando, ormai allo scontro finale, il
ninja era riuscito a vincere grazie alla grande abilità e
alla
sua straordinaria intelligenza.
Per la piccola Sakura quello era stato il suo primo amore. Ammirava
oltre ogni dire quel ninja immaginario, e voleva a tutti i costi
assomigliare a lui.
Per questo aveva messo tutta se stessa in quel desiderio, studiando e
applicandosi più di ogni altro bambino della sua
età.
Dopo un solo mese di Accademia sapeva già tutti i
centotrenta dogmi del ninja a memoria.
Sapeva recitarli con scioltezza, come se fossero da sempre impressi
nella sua mente.
Li aveva imparati tutti, studiandoli e applicandoli nella vita di tutti
i giorni con la massima diligenza. Erano tutti ugualmente importanti,
ma Sakura si era affezionata ad uno in particolare. Il venticinquesimo.
Non mostrare mai le proprie lacrime.
Non aveva idea del perché, ma le sembrava che quello fosse
uno
dei più importanti. Forse nella sua mente era ancora vivo il
ricordo di quella fiaba, e del bel protagonista che, nonostante tutte
le difficoltà che aveva dovuto affrontare, non si era mai
arreso. Nonostante tutte le battaglie e le ferite, mai che una sola
lacrima aveva mai solcato il suo viso.
Per questo Sakura non aveva pianto, anche se un fiotto di lacrime stava
premendo prepotentemente per uscire, quando a sette anni era malamente
caduta da un albero rompendosi un braccio e una gamba.
Non aveva pianto, quando a nove anni, nonostante l'orgoglio ferito, si
era resa conto di non essere l'unico genio nella sua classe.
Non aveva pianto quando la sua amicizia con Ino si era così
bruscamente interrotta.
Non aveva mai più pianto, per tutto il tempo in cui era
stata all'Accademia.
Era sicura di sé Sakura. La sicurezza ingenua tipica dei
bambini, ma costruita con lunghi anni di impegno e sacrificio.
Conosceva il suo corpo e la sua mente. Aveva imparato a controllare
tutto quanto di se stessa.
Tutto.
Meno una cosa.
Quella forse per lei più importante.
Non era riuscita a tenere sotto controllo il suo cuore.
Come non era riuscita a non far battere forte il suo cuore quando suo
padre le aveva raccontato per la prima volta la fiaba del bel ninja,
allo stesso modo, anni dopo, non riusciva ad impedirsi di arrossire
quando anche solo per sbaglio lo sguardo di Sasuke incrociava il suo.
Non riusciva a impedire al suo cuore di battere forte contro il costato
quando lui le passava vicino, quasi sfiorandola. Perché era
così che aveva sempre immaginato il ninja delle sue fiabe:
bello, altero, gli occhi scuri che guardano lontano.
E con il cuore fuori controllo, anche le lacrime presto presero il
sopravvento sulla sua ferma volontà di essere una brava
ninja.
Non riuscì mai a trattenere le lacrime quando qualche cosa
succedeva a Sasuke.
Aveva pianto calde lacrime di pura sofferenza quando l'aveva visto
– freddo e immobile – steso tra gli specchi di
ghiaccio di
Haku.
Aveva pianto infinite lacrime di dolore quando in quella notte afosa
lui se ne era andato, lasciandola sola con un addio e un grazie che
sapeva di presa in giro.
E piangeva anche adesso, stesa sul suo letto, ogni qual volta nella
notte silente le tornavano in mente il suo viso sempre accigliato, la
sua voce monocorde e il tocco per nulla gentile delle sue mani callose.
E piangeva, perché era stata una sciocca.
Nonostante tutti quegli anni di studio non era riuscita a combinare un
bel niente.
Allora si voltava, il viso premuto con forza sul cuscino, per attutire
i singhiozzi.
E continuava a piangere, nel silenzio della sua stanza.
Perché era una stupida, lo era sempre stata; e nonostante
tutto non poteva farci niente.
Perché il suo cuore, infingardo traditore, continuava a
farla
star male, rievocando ricordi sbiaditi che era meglio invece cancellare
per sempre.
Piangeva Sakura, nella solitudine della sua stanza.
Perché non voleva farsi vedere dagli altri.
Un vero ninja non mostra mai le proprie emozioni.
Un vero ninja non mostra mai le proprie lacrime.
Un vero ninja non si comporta come una sciocca e incapace principessina
in attesa del suo eroe che venga a liberarla.
Sakura non voleva far vedere ad altri le proprio lacrime. Le avrebbe
fatto solo più male sapere che gli altri la compativano per
la
sua debolezza. Che la disprezzavano per quell'amore così
diabolicamente radicato in fondo al suo cuore.
E perché Naruto, stupido idiota troppo gentile, a vederla
piangere in quel modo, l'avrebbe comunque abbracciata. L'avrebbe
consolata nonostante tutto. Anche se lui ci stava male il doppio,
sarebbe sempre corso da lei per non lasciarla in balia del suo dolore.
Sarebbe accorso, splendente eroe giunto per liberare la dolente
principessa imprigionata nel castello.
“Puoi piangere se vuoi… La sofferenza non
è un disonore…”
Stupido Naruto, e stupida la sua gentilezza!
Sakura lo odiava, quando faceva in quel modo.
Perché non faceva che rendere solo più difficile
la sua
situazione. Più difficile e sempre più sbagliata.
Che
diritto aveva di alleviare la sua sofferenza se per farlo non faceva
altro che aumentare quella del ragazzo che la amava?
Nessun diritto, e Sakura lo sapeva bene.
Non le restava dunque che piangere nel buio, nel silenzio, nella
solitudine della sua stanza. Nella torre più alta del
castello
in cui il suo cuore l'aveva imprigionata.
Cercando di far scivolare via con le lacrime quel grumo di amore
dolente.
Come una sciocca e inutile principessa delle fiabe.
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Angolo dell'Autrice:
Questa storia si è classificata settima
al secondo girone del Tears Arena Contest
indetto da Red Diablo.
Girone miracolosamente superato.
Non sono completamente soddisfatta: come ho detto nell'introduzione,
Sakura è un personaggio che mi è difficile
inquadrare. E
infatti come vedete originalità e trama hanno un
pò
sofferto di questo. Ma nonostante questo, sono soddisfatta di come sono
riuscita a rendere Sakura.
Gli errori di grammatica e costruzione delle frasi non li ho
corretti. Così il giudizio rimane fedele alla storia che ho
consegnato.
***
Giudizio di Red:
Lacrime
Grammatica: 9,4/10 punti
Stile: 8/10 punti
Originalità: 7,3/10 punti
Trama e suo svolgimento: 7,7/10 punti
IC personaggi: 8,2/10 punti
Attinenza al tema dato: 9/10 punti
Gradimento personale: 1,8/5 punti
Totale: 51,4/65 punti
In questa fic ho riscontrato più errori rispetto alle altre
due: “Per questo Sakura non aveva pianto, anche se un fiotto
di lacrime stava premendo prepotentemente per uscire, quando a sette
anni era malamente caduta da un albero rompendosi un braccio e una
gamba.”; visto che ambienti il discorso al passato,
è più corretto dire: “avevano premuto
prepotentemente per uscire”; oltre a qualche svista in
punteggiatura, ho notato che spesso manca la “d”
deittica dopo le “a” e le “e”
succedute da vocale.
A livello stilistico, il punteggio è più basso in
confronto alle altre due perché ho trovato alcune frasi un
po’ zoppicanti: “Nonostante tutte le battaglie e le
ferite, mai che una sola lacrima aveva mai solcato il suo
viso.”; oltre alla ripetizione di mai, anche il
“che” stona nel discorso, è preferibile
una formulazione del tipo: “Nonostante tutte le battaglie e
le ferite, mai una sola lacrima aveva solcato il suo viso.”;
“Perché non faceva che rendere solo più
difficile la sua situazione.”, anche qui,
l’enunciato è più immediato se
formulato come: “Perché non faceva che rendere
più difficile la sua situazione” oppure:
“Perché non faceva altro che complicare la
situazione”.
L’originalità è stata penalizzata
perché il tema del ninja che deve mostrarsi impassibile e
nascondere le lacrime, e il suo uso per esemplificare il rapporto
SasuSaku è un argomento ampiamente utilizzato nel fandom.
Ciò non toglie che tu ne abbia tratto fuori una fic davvero
buona, valida anche nell’IC, sebbene non accuratissimo.
L’attinenza è ad un livello veramente molto alto:
la frase è implicita in ogni singola proposizione della
storia, pur comparendo esplicitamente solo una volta, pronunciata dal
biondino. Complimenti.
***
Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche.
Grazie a chi vorrà recensire e a quanti leggeranno e basta!
Beat
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