Senza
neanche una parola
E' qualcosa di irrazionale, di
puramente irrazionale, che di colpo ti coglie strappandoti un
lieve sussurro dalle labbra fine riducendo i tuoi occhi ad una lama
sottile.
Ti capita nei momenti più
assurdi, quando un moto dell'anima sconosciuto alla ragione si leva
violento all'altezza del petto forzando il cuore, strisciando
errabondo sotto la pelle come un fuoco sottile.
La mano che pigramente sorregge la pipa
trema d'un tratto e poi si blocca come paralizzata, mentre il sangue
corre più veloce del tuo pensiero ormai disfatto, della tua
lucidità, già vinta.
E' a questo punto che fai per alzarti
dalla tua poltrona preferita, volendo fuggire ai suoi occhi, ma lui è
già stato più veloce di te, ha già chiuso la
porta a chiave e tirato la tenda innanzi al vetro della finestra e
venendoti incontro deciso, le iridi chiare illuminate da un sorriso
divertito, quasi monello, ti appoggia una mano sul petto spingendoti
in direzione opposta alla tua meta originale, lasciandoti cadere a
sedere sul divano per poi accomodarsi, senza attendere troppi inviti,
a cavalcioni su di te, lasciando che zone innominabili da un
gentiluomo si sfiorino pudicamente imprigionate da indumenti ormai
inutili e decisamente troppo stretti.
“La signora Hudson è a
fare spese e il suo cliente non arriverà che tra due ore,
Holmes...” ti ricorda in un sussurro, mentre le sue dita forti,
le sue mani grandi, s'insinuano fresche sotto il velo leggero dei
vestiti “Abbiamo tutto il tempo che ci serve...”
“Sì, sì, ma come ha
fatto a...” le tue parole sfumano d'un tratto in un gemito
sottile, mentre come allucinato dal piacere crescente tiri indietro
il capo lasciando campo libero alle labbra gentili del tuo fido
Boswell, del quale, una volta tanto condividi il genuino sconcerto e
la sana curiosità innanzi ad una deduzione tanto giusta quanto
inspiegabile “Come ha fatto a capirlo?”
“Vede, Holmes...” ti dice
ridendo senza scherno della tua ingenuità come tu più
d'una volta ridesti della sua innanzi alle soluzioni dei crimini più
efferati “Potrei dirle che quando l'eccitazione di un momento
la coglie lasciandola senza fiato e non si smorza neppure sotto
l'imperio della sua rigorosità, potrei dirle che senz'ombra di
dubbio arrossisce impercettibilmente o che in certi casi il colore
dei suoi occhi si intorbidisce come l'aria in una stanza densa,
satura di fumo, ma potrei dirle anche che se pur fossi cieco, sordo o
muto, in qualsiasi modo lo capirei comunque, senza neanche una
parola...”
“Che razza di presuntuoso...”
lo ammonisci cercando le sue labbra.
“Non è presunzione, mio
caro amico, è solo che io... che io la sento Holmes, la sento
dentro fin nei più reconditi meandri di me stesso...”
La tua eccitazione di un attimo
sboccia in un battito di ciglia come il più bello tra i fiori
del giardino e lui, sorridendo silenzioso lo coglie sicuro, senza
farti male lo addenta come un frutto maturo, mentre gemendo ti
sciogli tra le sue labbra.
Note dell'autrice
(che, per amor di cronaca, è in uno stato pseudo catatonico
per il caldo):
Avete mai sentito
il bisogno di avere accanto una persona che riesce a comprendere
anche ad occhi chiusi ogni vostro più piccolo fremito senza
che voi dobbiate dire neanche mezza parola?
Il nostro Sherlock
è fortunato, Conan Doyle l'ha partorito dalla sua penna con
accanto un gentiluomo di bell'aspetto, un uomo d'azione dalle spalle
larghe e dal cuore graaaaande come una casa.
Ah, caro Watson,
come farebbe il mondo senza di lei, eh?
Lo so, lo so quello
che avete pensato non appena finito di leggere questa cosa (sempre
che abbiate avuto abbastanza fegato per farlo!) ma guarda che razza
di Ooc!... Eh, lo so, ma che volete farci, a me questi due piacciono
anche quando vengono descritti fuori dalle righe che tracciò
Doyle, sperando che non si stia rivoltando nella tomba...
Se volete lasciate
una recensioncina piccola piccolina, altrimenti fate come Virgilio
disse a Dante: non ti curar di loro, ma guarda e passa...
Alla prossima,
ISI.
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