Camminava
con il suo innato portamento elegante e senza prestare il minimo
sguardo a
tutti coloro che si giravano a guardarlo.
Molti lo
temevano, sapevano chi era lui. E se non l’avessero saputo e
avessero osato
sfidare la sua pazienza, lo avrebbero capito a loro spese.
Lui era
l’erede di due delle più importanti famiglie
Purosangue dell’intera
Inghilterra.
Sangue
Malfoy scorreva nelle sue vene, palesandosi con il biondo pallido dei
suoi
capelli e i tratti spigolosi del suo viso.
Sangue
Black
veniva pompato ritmicamente dal suo cuore, non riuscendo a vivacizzare
il
candore della sua pelle diafana ereditata da quella stupida di sua
madre,
Narcissa Black. Prima o poi, suo marito e sua sorella
l’avrebbero uccisa per
potersi liberare di quella macchia nella loro famiglia di fedelissimi
del
Signore Oscuro.
Lui,
però,
non avrebbe ceduto il passo agli eventi. Lui era Draco Malfoy e,
volenti o
nolenti, tutti quelli che erano in quella stanza, un giorno, si
sarebbero
inchinati ad un suo schioccare di dita. E avrebbero implorato
pietà, scusandosi
per quegli sguardi che gli avevano rivolto. Ma lui, non li avrebbe
perdonati.
Tutti
sarebbero stati puniti, tranne lei.
I suoi
occhi
vagarono per la stanza fino a che non riuscirono a trovarla, seduta al
tavolo
dei Grifondoro tra San Potter e quell’idiota di Weasley.
Rideva
allegra, ad una battuta di quel fesso con i capelli arancioni. Lui
sarebbe
stato il primo a morire, sicuramente.
Proprio
in
quell’istante Paciock si avvicinò al trio per
salutarli e, mentre parlava (se
quell’imbranato ne era capace), aveva amichevolmente
appoggiato una mano sulla
spalla della ragazza.
Malfoy
decise all’istante. Paciock, sarebbe stato il secondo ad
andare in contro alla
Dea Nera.
Il terzo
posto spettava da tempo a Potter e nessuno glielo avrebbe sottratto.
La
Granger,
invece, avrebbe avuto la possibilità di scegliere.
O con
lui, o
senza nessuno.
Poteva
amarlo spontaneamente o dopo aver ricevuto una minaccia. Per lui, tutto
ciò non
faceva differenza. Come si suole dire, ciò che conta
è il fine, non il mezzo
per raggiungerlo.
Intanto,
mentre scrutava verso i Griffyndor, si diresse verso il tavolo delle
Serpi.
Non
appena
si fu seduto nel primo posto che incontrò che gli permetteva
di avere una buona
visuale verso la sua ossessione, qualcuno cominciò a
parlarli. Forse erano
quegli idioti di Tiger e Goyle o quella gallina di Pansy Parkinson, con
cui si
era divertito l’anno prima, ma a lui tutto ciò non
importava.
Solo ad
una
cosa ambiva, solo in un desiderio confidava.
Percepire,
sotto le proprie, la morbidezza delle labbra di quella ragazza.
Il resto
non
aveva posto nella sua mente, in quel momento.
Silente
si
alzò in piedi.
Come se
un
potente incantesimo fosse stato lanciato sull’intera Sala,
tutti ammutolirono.
L’anziano
mago, spinti verso l’alto gli occhiali a mezzaluna e
sorridendo, cominciò a
parlare.
-Buonasera,
ragazzi e ragazze. Volti nuovi hanno il piacere di vedere i miei occhi
e sguardi
che altre volte ho visto, di nuovo vedo ora. Questo mi riempi
d’orgoglio.
Ancora una volta, infatti, ho la conferma che in molti ritengono questo
luogo
un rifugio sicuro, un porto in cui poter attraccare senza complicanze
di vario
genere. Lord Voldemort è tornato da quasi due anni. In
questi tempi bui, noi
dobbiamo stringerci e affrontare insieme le difficoltà.
Spero che tutti in
questa stanza siano disposti a farlo. –
Dicendo
ciò,
cominciò a passare in rassegna tutti i tavoli, cercando una
conferma alle sue
parole, che però trovò solo poche volte.
Vecchio stupido. Solo questo
pensò Malfoy,
mentre la sua mano sfiorava il proprio avambraccio sinistro.
-Come
ogni
anno, anche questa volta il corpo insegnati ha subito alcune lievi
modifiche,
rispetto all’anno precedente. Da quest’anno,
infatti, il professor Piton,
occuperà la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.-
Un brusio
si
sollevo da tutti i tavoli e in particolare da quello dei Grifoni.
Draco
sghignazzò, vedendo l’espressione di Potter.
Evidentemente temeva di perdere
quell’unico Eccellente che era riuscito ad ottenere nei suoi
G.U.F.O., o magari
temeva che Piton gli scagliasse addosso qualche strana fattura.
Poi,
però,
Hermione gli posò una mano sulla spalla cercando di
consolarlo.
Un ghigno
rabbioso si dipinse sul sorriso di Malfoy e un velo di tristezza si
posò sui
suoi occhi d’argento.
-Ragazzi,
per favore, contenete la vostra gioia!- disse non abbandonando la sua
innata
pacatezza il Preside – Non ho ancora finito con i
cambiamenti! La cattedra di
Pozioni, infatti, verrà affidata ad Horace Lumacorno, un
atteso ritorno in
questa scuola. Infine, da quest’anno sarà attivo
un corso avanzato per alcuni
studenti. Non tutti potranno, però, parteciparvi. Il corso
è aperto, infatti,
solo a studenti almeno del sesto e anno e, per accedervi, dovranno
avere almeno
un professore disposto a certificare che la preparazione
dell’alunno in
questione è superiore alla media. Credo che il docente che
terrà questo corso potrebbe
essere certamente più esaustivo del sottoscritto sul suo
metodo, purtroppo,
però, mi è appena giunta notizia che ha avuto un
contrattempo e avrà, per questo
motivo, un leggero ritardo. In attesa delle sue delucidazioni, che la
cena
inizi!- continuò, concludendo il proprio discorso con un
unico battito di mano,
che riempì i tavoli di pietanze.
Silente
si
accomodò sorridendo.
Il suo
sguardo, però, si incupì non appena Minerva
McGranitt gli riferì qual’era il
contrattempo del nuovo docente.
***
-Chissà
come
sarà questo nuovo insegnante …
-rifletté ad alta voce Ginny, seduta vicino al
fratello.
Ron non
sembrò avere dubbi.
-Secondo
me,
- cominciò dandosi un’aria saccente –
sarà un mago fallito come Allock –
Harry, a
quell’affermazione, provò a figurarsi il nuovo
professore.
-
Assolutamente no! – esclamò prendendo alla
sprovvista i tre amici che
sobbalzarono spaventati – Sarà sicuramente una
vecchia strega del
paleolitico!-.
Hermione,
stranamente, non diede il proprio parere.
A qualche
metro di distanza, Malfoy continuava a fissarla.
Chissà
cosa
stava tramando, questa volta.
Messa in
soggezione, chinò il capo sul proprio piatto.
***
Gli occhi
color cioccolata che celavano la sua mente brillante.
I ribelli
capelli castani, bloccati da una matita e raccolti sulla nuca.
Non aveva
retto il suo sguardo, non lo aveva guardato come lui, invece, aveva
guardato
lei.
Chissà
cosa
stava pensando in quel momento.
Lui
pensava
solo che era bellissima.
Un urlo
dietro la porta che conduceva a quella sala. Gazza stava sbraitando
contro
qualcuno, che a detta del Custode era un assido frequentatore di donne
adultere,
cercando di impedirgli di entrare nella Sala Grande.
Evidentemente,
non ci riuscì. Pochi attimi dopo, infatti, i battenti
dell’uscio si
spalancarono.
Un
ragazzo
quasi venticinquenne entrò e si richiuse la porta alle
spalle.
-Qualcuno
deve aver lasciato aperte le porte del reparto psichiatrico al San
Mungo- si
disse perplesso, mentre era ancora appoggiato alla porta impedendo a
Gazza di
entrare.
Silente
si
alzò non appena lo vide.
-Professor
Kennan!-
esclamò – È arrivato!-
Il
ragazzo
sentendo questa voce amica, sollevò la testa sorridendo.
Denti
bianchissimi, nascosti dalle labbra sottili. Capelli color carbone
spettinati e
bagnati che gocciolavano sulla camicia bianca sbottonata.
Occhi blu
profondi che strapparono parecchi sospiri alle ragazze della Sala.
-Vecchia
strega o mago idiota?- domandò Ginny a Ron e Harry
– Mi sembra piuttosto un bel
ragazzo palestrato!-
Harry la
guardò.
-È
sicuramente un’idiota, non ti preoccupare-
mormorò, forse accecato dalla
gelosia.
Il
ragazzo
cominciò a camminare tra le due lunghe tavolate di
Hufflepuff e Ravenclaw.
Molte ragazze Slytherin e Gryffindor maledirono quel vecchio e
ammuffito
Cappello Parlante che, sicuramente, le aveva smistate nella Casa
sbagliata.
Alcune
del
primo anno, dopo aver visto il ragazzo passare davanti al proprio naso,
sparsero la voce che quei pantaloni neri che indossava gli facevano
proprio un
bel sedere.
Il primo
a
rivolgere la parola al nuovo professore fu un ragazzino Ravenclaw del
quarto
anno.
-Mi scusi
professore, ma credo che stia gocciolando sangue sul pavimento-.
Questo,
stupito
dall’affermazione, sollevò un sopraciglio e si
girò per vedere ciò che gli era
stato fatto notare.
In
effetti,
il ragazzino non aveva sbagliato.
Dalla
porta
d’ingresso fino al punto in cui si era fermato, vi era un
susseguirsi di
macchioline cremisi distanziate da qualche centimetro tra loro.
-Avrei
voluto una presentazione senza sangue o pazzi urlanti, ma evidentemente
non era
questo il mio destino- si disse, cercando di consolarsi.
Ad una
velocità tale che stupì molti dei presenti, aveva
afferrato la propria
bacchetta e, con un tono soave che aveva fatto sciogliere le poche
appartenenti
al genere femminile che avevano resistito al suo fascino,
pronunciò un
incantesimo.
-Gratta e
Netta-.
Le
macchie,
ad una ad una, sparirono.
Soddisfatto
del risultato ottenuto sul pavimento, cominciò ad
interessarsi del proprio
braccio sinistro.
Un taglio
poco profondo si apriva dalla mano fino al gomito.
Puntò
la
bacchetta contro la ferita e, senza pronunciare nemmeno una parola,
questa si
richiuse senza lasciare segni della propria presenza.
Finalmente,
dopo aver risolto il problema, ricominciò a camminare verso
il tavolo degli
insegnati.
Giunto
qui,
strinse la mano a tutti i professori che reagirono in maniera
differente alla
sua presentazione. Molti di loro, infatti, avevano avuto il piacere di
essere
suoi insegnanti, qualche anno prima.
Hagrid lo
stritolò
in un caloroso abbraccio che quasi lo soffocò, Piton
ricambiò con una smorfia
quasi schifata, Vitious, invece, cominciò a ridere dopo
avergli raccontato un
aneddoto che lo vedeva protagonista.
La
reazione
che sconvolse tutti fu, però, quella della McGranitt, che
perse completamente
il suo cipiglio severo e riuscì persino a battergli
amorevolmente una mano
sulla spalla.
Silente
ricominciò a parlare.
- Ebbene,
ragazzi,
costui si occuperà dello speciale corso avanzato. Spero che
nessuno si faccia
ingannare dalla sua giovane età, visto che questo ragazzino,
alcuni anni fa, mi
ha quasi sconfitto- disse il Preside, palesemente felice di tale
primato.
Gli altri
professori, invece, non potevano affermare la stessa cosa, ed era
proprio
questo che lo aveva reso antipatico fin da subito a Piton.
Una
sonora
sconfitta, quella che aveva subito, che ancora non riusciva a
perdonarsi.
-Credo,
dunque, che sia arrivato il momento delle delucidazioni tanto atteso. A
lei la
parola, professor Kennan -
Il
ragazzo
tossicchiò piano per schiarirsi la voce e si
sistemò una manica della camicia.
-Salve a
tutti, io sono il professore Drew Kennan. Innanzitutto, vorrei scusarmi
con voi
per il mio ritardo. Purtroppo, Lord Voldemort vorrebbe avermi tra le
sue fila e
per questo motivo mi perseguita con uno stuolo di miei fan personali.
Peccato
che questi siano dei nervosi Mangiamorte dalla bacchetta molto facile-
disse.
La platea
non sapeva come rispondere a questa affermazione, se spaventandosi per
il fatto
che era perseguitato dai fidati servi dell’Oscuro Signore, o
se scoppiare a
ridere per il modo in cui li aveva apostrofati.
-Come
credo vi sia stato anticipato dal
professor Silente, quest’anno io gestirò un corso
di magia avanzata atto a
prepararvi ad un possibile scontro al di fuori di questa scuola.
Un’altra
guerra sta per cominciare ed è necessario essere pronti ad
affrontarla. Ognuno
dei professori mi darà un fascicolo dei suoi studenti
migliori che, se mai lo
vorranno, domani potranno presentarsi alle selezioni. In quella sede
solo le
dieci persone giudicate da me più capaci potranno entrare a
far parte del
corso. Vorrei che fosse chiaro che la prova di domani
consisterà in un duello
contro un proprio compagno e che, se non si è pronti a
ciò, è inutile
parteciparvi. Bene, detto questo, troverete l’elenco delle
persone che domani
possono presentarsi appese nelle vostre sale Comuni. Potrete
ricominciare a
cenare, ora-
Dicendo
ciò, si girò e prese posto tra
Vitious e la McGranitt che imbastirono fin da subito
un’accesa conversazione. I
loro sguardi erano leggermente preoccupati a causa
dell’assalto dei
Mangiamorte, ma dopo che Drew li tranquillizzò affermando
che ciò era semplice
routine, le loro domande passarono ad argomenti più frivoli.
***
Tra i
tavoli, ora, si respirava una
leggera agitazione.
Molti
cercavano di stabilire i nomi dei
possibili partecipanti al corso. Ginny, invece, imprecava con la volta
celeste
che l’aveva voluta come fanalino di coda della famiglia
Weasley e, quindi,
sicuramente scartata a causa dell’età.
Ron,
affranto, in quanto certo che nessun
professore si sarebbe mai esposto per lui visti gli scadenti risultati
nei
G.U.F.O., cercò di consolarsi scommettendo con un gruppetto
di Ravenclaw che
sia Hermione sia Harry sarebbero riusciti ad entrare in
quell’elite
d’eccellenza.
-Ma Ron
non è detto che tu non riesca a
partecipare al corso o che io, invece, ce la faccia –
cercò di sdrammatizzare
Hermione vedendo il dispiacere stampato a chiare lettere sul volto
lentigginoso
di Ron.
-Ma dai,
Hermione! Forse dovremmo
chiederci quale dei nove professori che ti ha dato
“Eccezionale” nei G.U.F.O.
sia disposto a non presentarti come propria miglior allieva!- le
rispose.
La cena
continuò così, sommersa da
quell’agitato chiacchiericcio.
Malfoy,
intanto, aveva abbassato lo
sguardo e cercava di mangiare qualcosa di ciò che Pansy gli
aveva gentilmente
messo nel piatto.
Eppure,
quella sua ossessione non lo
abbandonava mai.
***
Finita
la cena, Silente si alzò in piedi.
Coloro
che avevano già partecipato alla
prima cena dell’anno si aspettavano che il Preside li
mandasse a letto, ma così
non fu.
-Durante
la cena il professor Kennan ha
avuto un’idea brillante e che ora vi esporrà-
disse Silente, invitando
gentilmente il ragazzo a parlare.
Costui
non fece il prezioso e si alzò
subito.
-Ho
saputo che tra gli alunni del sesto
anno c’è qualcuno molto particolare –
cominciò passando uno sguardo veloce
sulle teste dei suoi auditori.
Un
ennesimo girò di scommesse cominciò a
diffondersi. Chi sarebbe stato il “particolare”
menzionato? I più, davano per
vincitore Potter, il Ragazzo che, per sfortuna di Draco Malfoy, era
sfuggito
alla Maledizione di Tu-Sai-Chi.
-Beh, so
che può sembrare strano, ma ho
deciso di vedere se costui è in grado di entrare a far parte
del corso stasera.
Per questo motivo, ho intenzione di sfidarlo io stesso, adesso. Se
supererà il
mio esame, sarà ammesso immediatamente- concluse.
Oramai le
quotazioni di Harry erano
salite alle stelle.
Draco,
però, quella sera non puntò il
proprio denaro su quell’idiota di Potter.
-Ebbene,-
riprese il professore – Nove
dei miei colleghi mi hanno informato che costei è la
migliore nelle loro
materie. Lo stesso Preside ha aggiunto alcune parole di encomio.
Dunque,
signorina Hermione Granger di Gryffindor, è disposta a
sfidarmi a duello?-
Così
dicendo, si era mosso fino al tavolo
di Grifondoro e, facendo Materializzare dal nulla un guanto bianco,
glielo
porse.
Lei era
impallidita.
Malfoy
esultò. Aveva vinto un mucchio di
soldi.
***
Tutta la
scuola, fantasmi e quadri
inclusi, la stava fissando in attesa di una risposta.
Nel viso
della McGranitt c’era una tacita
speranza. Molto poco silenziosa, a dire il vero.
-Non si
preoccupi professoressa Sprite, è
della mia Casa. Da noi Onore e
Coraggio sono normali routine. La signorina Granger si
batterà sicuramente!-,
andava dicendo alla collega, mentre lanciava un’occhiataccia
a Piton che aveva
sogghignato.
Era
diventata pallida. Lo sapeva, pur non
avendo uno specchio.
Ed era
preoccupata, molto. Lei, a
differenza della maggior parte degli alunni presenti sapeva chi
l’aveva sfidata
e ciò non faceva che agitarla più di quanto fosse
necessario.
Aveva di
fronte un vero e proprio talento
per la magia che, prima di lasciare Hogwarts pochi anni prima, aveva
espresso
il desiderio di potersi battere con tutti i suoi professori. E
l’unico a non
essere stato sconfitto era stato Silente, anche se voci di corridoio
dicevano
che la McGranitt si era afflosciata a terra senza neppure essere stata
colpita.
Eppure,
quel ragazzo continuava
insistentemente a fissarla.
-Sa,
signorina Granger,- cominciò
all’improvviso – sarebbe un grande disonore per i
suoi professori se adesso lei
rifiutasse-.
Hermione
gli rispose, prima ancora di aver
capito cosa le avesse detto.
-Sarebbe
un onore per me poter duellare
con lei, professor Kennan -.
Mentre
queste parole sgusciavano dalle
sue morbide labbra, afferrò il guanto bianco che il
professore le stava
porgendo.
Un
sorriso soddisfatto si dipinse sul
volto perfetto di Drew.
Minerva
McGranitt alzò il mento orgogliosa,
in un chiaro segno di superiorità rispetto ai suoi colleghi.
-Sarà
sicuramente un duello emozionante!-
esclamò Vitious scendendo dalla sedia.
Kennan
porse il gomito ad Hermione, che, scavalcata
la panca su cui era seduta, appoggiò la mano
sull’incavo offertole.
I due,
come se fossero soli, si avviarono
oltre la porta della Sala Grande, camminando vicini.
Velocemente
i professori si alzarono dal
loro tavolo e li seguirono.
Pochi
istanti per capire cosa stava
succedendo e un corteo di alunni si aggiunse agli spettatori.
Malfoy,
dopo aver aggiunto un altro nome
alla sua lista nera, spintonò alcuni ragazzi Hufflepuff del
primo anno per
poter essere in prima fila.
Se una
sola goccia del suo sangue fosse
stata versata, lui lo avrebbe ucciso.
***
-Prima di
cominciare, signorina Granger,
vorrei darle un consiglio che,- si guardò attorno
– visto il gran numero si
spettatori, vorrei venisse recepito da tutti gli studenti.- Kennan si
prese un
attimo per pensare e ricominciò a parlare poco dopo - In un
duello la potenza
delle magie è relativa, ciò che conta
è il modo in cui esse vengono usate.
Dovete usare l’astuzia, la fantasia.
Solo così potrete sopraffare
il
vostro avversario- concluse, enfatizzando alcune delle parole
pronunciate.
-Pronta?-
domandò rivolto ad Hermione e
finalmente completamente concentrato sul duello.
Ad un
cenno affermativo della ragazza, le
si avvicinò.
-Non
sarò gentile con lei, signorina
Granger – le sussurrò piano, tanto che Hermione
cominciò a sperare di aver
capito male.
Cominciarono
a contare i tradizionali
dieci passi.
***
Uno. Il
suo
cuore perse un battito e, per un attimo, pensò che non
avrebbe più ricominciato
a pulsare.
Due. La
fronte le si imperlò di gelido sudore.
Tre. La
mano
sinistra tremò e la destra si strinse più
saldamente attorno alla sua
bacchetta.
Quattro.
Un
ricciolo scivolò dal nodo fissato con una matita sulla nuca
e le incorniciò il
viso.
Cinque.
Nei
suoi occhi scuri si diffuse la gelida paura.
Sei. La
consapevolezza di non poter più sfuggire al suo destino le
permise di avanzare
con più convinzione.
Sette.
Con
la mano sinistra, non più incerta, si allentò il
nodo della cravatta della
divisa di Gryffindor e fece sgusciare i primi bottoni della camicia
dalle
rispettive asole.
Otto. Un
respiro di aria fresca le riempì i polmoni.
Nove. Un
unico pensiero nella sua testa che sparì prima ancora di
essere formulato.
Dieci.
-INCENDIO-
urlò Drew.
A pochi
passi dai propri piedi, Hermione vide spuntare una fiamma che, in breve
tempo
la circondò.
Non si
aspettava niente di tutto ciò.
Il
professore, vedendola in difficoltà sorrise.
Draco
smise
di respirare.
-Alimentes
flames- disse il ragazzo puntando sul fuoco che ormai l’aveva
circondata.
Minerva
McGranitt sperò che il suo intuito di insegnante non
l’avesse portata ad
errare.
Ron
sbatté
le palpebre sconvolto, vedendo l’amica sparire dietro le
fiamme.
Nessuno
osò
fiatare.
Nessuno
tranne Ginny che urlò un incitamento nei confronti di
Hermione.
Là
dentro
faceva caldo.
Doveva
pensare rapita a come liberarsi di quelle fiamme magiche e a come
controbattere
l’attacco nemico.
Un
semplice
incantesimo Aguamenti non sarebbe stato sufficiente per spegnere quel
piccolo
incendio.
-AQUA
ERUCTO- urlò, cominciando a girare su se stessa, mentre un
potente getto
d’acqua scaturiva dalla sua bacchetta.
Una
normale
ragazzina del sesto anno, molto probabilmente, non avrebbe neppure
dovuto
conoscere quell’incantesimo. Eppure, lei era riuscita persino
a riprodurlo.
Minerva
sorrise soddisfatta e piacevolmente colpita.
Ora,
però,
Hermione doveva riuscire ad attuare la contromossa che aveva ideato in
tutta
rapidità.
Doveva
distrarlo.
-Avis-
disse, quasi sussurrando.
Una
decina
di uccelli infuocati uscirono dalla punta della sua bacchetta.
Un gesto
rapido e questi attaccarono il suo avversario, i cui vestiti non
tardarono a
prendere fuoco.
Doveva
attuare la sua reale contromossa.
-Accio
armatura-
Da dietro
alcune ragazze Ravenclaw un’armatura armata di ascia si
sollevo in aria e la
raggiunse.
Kennan,
intanto, aveva ridotto in cenere tutti gli uccelli e si stava
apprestando a
spegnere i propri vestiti con un incantesimo acquatico.
Non aveva
tempo.
Prima
ancora
che l’oggetto evocato potesse toccare terra, aveva
pronunciato piano, cercando
di nascondere la propria mossa al proprio avversario, un incantesimo.
Le fiamme
sui vestiti del professore erano state spente.
-Expelliarmus!-
disse Hermione.
La
bacchetta, però, non si mosse dalla mano del legittimo
proprietario.
Non
c’era
tempo per cercare di distrarlo. Doveva agire prima che tentasse di
scagliarle
addosso un altro incantesimo.
-Geminio-
Un fascio
di
luce azzurra colpì l’armatura.
Ora,
un’altra perfettamente identica troneggiava, fiancheggiando
la gemella.
Vitious
era
sbalordito per l’ottima idea della ragazza e, sconvolto,
cercava sostegno
nell’austera figura di Severus Piton, il quale storceva la
bocca come se fosse
stato costretto ad assaggiare un folle tentativo di Paciock di
riprodurre la
pozione Felix Felicis.
-
Quell’incantesimo glielo ho insegnato io!!!- esclama contento.
La sua
felicità, però, non poteva essere paragonata a
quella della McGranitt, ancora
leggermente strabiliata dell’ottimo controllo con cui la
signorina Granger era
riuscita a padroneggiare l’incantesimo di Trasfigurazione
Avanzata che gli
aveva permesso di animare l’armatura.
-In
effetti,
i tuoi professori avevano visto bene- disse Drew, mentre si rimboccava
le
maniche della camicia bruciacchiata. – Ma non crederai di
potermi trattenere a
lungo con questo trucchetto, vero?-
Hermione
lo
sapeva benissimo. Era perfettamente cosciente che quel ragazzo sarebbe
riuscito
in breve tempo ad eliminare quell’ostacolo, ma lei aveva
bisogno di tempo per
riflettere.
Le
bastavano
pochi secondi, doveva solo ideare un attacco più
strabiliante e funzionale di
quello che, come aveva appena detto il suo avversario, non sarebbe
riuscito a
farla vincere l’incontro.
Intanto,
il
ragazzo era riuscito a riportare una delle due armature al suo stato di
immobilità.
Aveva
poco
tempo.
Quell’idiota
di Malfoy continuava a guardarla. Si ripromise di accecarlo non appena
avesse
avuto cinque minuti di tempo libero.
Trovato.
-Reducto!-
L’incantesimo
colpì l’oggetto metallico che venne scaraventato
con forza contro Kennan.
Costui
cadde
con un tonno sonoro sul pavimento, schiacciato dalla mole
dell’oggetto.
Hermione
sospirò leggermente sollevata. Un errore, che sarebbe potuto
essere scusato
come causato dall’inesperienza.
Drew
aveva
fatto Evanescere l’ostacolo che gli impediva di alzarsi e,
ancora sdraiato,
aveva pronunciato un altro incantesimo.
-Expelliarmus!-
La
bacchetta
scivolò dalla mano della ragazza e, scorrendo sul pavimento,
si fermò ai piedi
di Draco Malfoy. Costui a stento trattenne il desiderio di lanciare una
maledizione Cruciatus contro Kennan, ma Hermione non poté
vederlo in quanto la
potenza della magia che le era stata lanciata l’aveva spinta
all’indietro
facendola cadere sul pavimento.
-Bene,
credo
che questo incontro Duello finisca qui, signorina Granger- disse,
camminando
verso la ragazza.
-Crede?-
gli
domandò ironica Hermione.
-ACCIO
BACCHETTA-.
Sebbene
la
magia fosse stata instabile, in quanto priva dell’oggetto che
solitamente ne
permetteva la perfetta realizzazione, l’oggetto richiamato
ritornò nella mano
della proprietaria, che non perse tempo per utilizzarla nuovamente.
-Bombarda
Maxima!-
Sapeva
che
se fosse riuscita a colpirlo, incontro sarebbe finito e lei sarebbe
stata la
vincitrice. Ma sapeva che dal grande mago che aveva davanti non poteva
aspettarsi una simile fortuna.
- Protego
Maxima-
Disse
Drew,
tracciando una linea curva nell’aria.
Un
potente
incantesimo scudo si creò attorno alla sua figura e la
Bombarda di Hermione non
lo scalfì neppure.
Kennan
sembrava finalmente deciso a concludere il duello.
-Stupeficium-.
Un raggio
rosso uscì dalla punta della bacchetta del ragazzo.
Tutti,
Preside e professori inclusi, si aspettavano che la gloriosa Granger
fosse
stata colpita dalla magia e, per questo motivo, quando capirono che
così non
era stato gemiti diffusi si propagarono nella stanza.
Hermione
era
riuscita ad evocare a sua volta un Incantesimo Scudo e, ora che era di
nuovo in
piedi, sembrava pronta a ricominciare a battersi.
-Madama
McGrannit, ma non mi aveva detto che la ragazza doveva ancora
frequentare il
sesto anno?- chiese stupito Kennan alla professoressa.
Quest’ultima,
con gli occhiali squadrati calati fino alla punta del naso, era ancora
più
sconvolta del nuovo docente.
-E
infatti è
così- riuscì a dire.
-Dunque
sta
cercando di dirmi che la signorina Granger sa effettuare incantesimi
non
verbali senza che nessuno glielo abbia insegnato?- insistette il
ragazzo, senza
però ottenere una risposta.
Minerva
McGranitt osservava Silente cercando di porli una muta domanda. Il
Preside,
però, sorrideva colpito senza premurarsi della donna.
Hermione
si
permise un’intromissione.
-Scusi,
professor Kennan, ma credo che sia il caso di concludere il nostro
Duello-
disse.
Impertinente
e saputella, Draco l’amava anche per questo motivo.
Così
anticonvenzionale, così sfacciata.
Così
bella e
gentile.
Drew si
voltò verso la ragazza.
-Credo
lei
abbia appena dimostrato il suo immenso valore, signorina Granger
– si prese una
piccola pausa, in cui si avvicinò alla ragazza porgendole la
mano e invitandola
a stringerla.
Hermione
lo
fece.
-Dunque,
benvenuta
al mio corso di Magia Avanzata!- concluse.
Note
dell'Autore
Credo
adorerò questo spazio. Qui, nel mio piccolo angolo di
mondo.
Spero che
ciò che ho iniziato vi sia piaciuto e che decidiate di
diventare miei compagni in questo viaggio... Sempre che qualcuno sia
così gentile da farmi almeno recensione (anche se non credo
sarà così) in modo che io non cada
nella più buia delle depressioni O.o
Un saluto
e a presto,
Jerry