«Tieni,
vai e compra i regali per i ragazzi.»
Remus
si voltò verso Sirius, che aveva lanciato il suo portafogli
sul
tavolo e ora lo guardava con aria speranzosa, e lo fissò
scettico.
«Io
non posso uscire di casa.» proseguì lui,
«E visto che tutti
passeranno il Natale qui vorrei che ne prendessi uno anche per
Ginny.»
Remus
aggrottò la fronte: «Ginny?»
Sirius
scrollò le spalle, «E Fred e George. Quindi anche
Ron ed Hermione e
gli altri, i soldi non mi mancano visto che non posso certo uscire a
sperperare l'eredità di famiglia. Non ancora. Muoviti
ora che sono tutti di sopra.»
Remus
abbassò la voce: «Cosa mai potrei comprare a
Ginny? Per Hermione è
facile, un libro o qualcosa di simile...»
«Non
ne ho idea.» ammise candidamente Sirius, «Vai a
chiedere a Tonks,
lei ci ha fatto amicizia quest'estate ed è una
donna.»
«E
Tonks dov'è? È già
arrivata?» si stranì Remus, visto che erano
le dieci e Tonks non era esattamente mattiniera quando non aveva
impegni.
«No,
penso sia ancora a casa sua.»
«Sei
molto utile.» sbuffò Remus, prendendo il
portafogli.
«Puoi
segnare anche il tuo nome nei biglietti, del resto li scegli
tu.»
offrì Sirius con disinvoltura probabilmente artificiale.
«No.
È già tanto se l'ho segnato in quello di
Harry.»
«Ma-»
«No.»
tagliò corto Remus, «Sono i tuoi soldi e i tuoi
regali.»
Ignorando
le lamentele borbottate di Sirius Remus si diresse all'uscita,
sentendo che l'amico ricominciava a cantare le carole abbastanza
forte da svegliare il ritratto della signora Black.
Come stupidi adolescenti.
Quando
i loro turni combaciavano e finivano a notte fonda Remus accompagnava
sempre Tonks al suo appartamento, suscitando spesso
l'ilarità della
donna per la sua cavalleria, e quindi conosceva la strada come le sue
tasche.
Tonks
viveva in un condominio babbano vicino al centro di Londra; Remus
arrivò nello stesso momento in cui una donna spingeva dentro
il
passeggino e le diede una mano, guadagnandosi un sorriso caloroso,
poi andò alle scale, perché l'ascensore lo aveva
sempre messo a
disagio, e quando arrivò alla seconda rampa
cominciò a sentire
della musica familiare. Arrivato al secondo piano poté
constatare
che erano le Weird Sisters e che il baccano proveniva ovviamente
dalla porta dell'appartamento della donna che cercava.
Ad
ogni modo la musica cessò di botto prima ancora che lui
potesse
bussare, cosa che fece sorridendo.
Poco
dopo Tonks spalancò la porta con aria furiosa, i capelli
rosa
spettinati più del solito, con addosso solo una canottiera e
dei
pantaloncini cortissimi; da dentro casa arrivava un getto d'aria
calda e la musica, sebbene a volume più basso.
«Oh.»
fece Tonks, spalancando gli occhi, «Non sei il
vicino.»
Lui
si morse l'interno delle labbra per non ridere, «Sembra di
no.»
«Allora
entra e dammi un secondo per cambiarmi.» disse lei, facendosi
da
parte e invitandolo dentro con un gesto della mano,
«È per il...
lavoro?»
«No,
va tutto bene. Sono qui perché mi serve un
favore.» rispose Remus,
sganciando i bottoni del cappotto malandato per fronteggiare l'ondata
di calore. Tonks lo notò e spense il riscaldamento con un
gesto
della bacchetta.
«Scusa
i vestiti, pensavo fosse il vicino! Dammi un secondo e sono tutta
tua!» esclamò, allontanandosi per il corridoio che
dava alla sua
stanza.
«Ti
vesti così per il vicino?» domandò
Remus, perplesso e divertito
dal suo modo di fare.
Tonks
rispose urlando da camera sua: «Sono corsa per dargli un
pugno in
faccia! Credevo volesse lamentarsi ancora per la musica: l'ha fatto
già quando la tenevo a basso volume, quindi ho deciso di
tenerla
alta!»
«Ha
senso. Se sei imparentata con Sirius, ovvio.»
commentò Remus.
«Come
dici?»
«Niente.»
rispose lui a voce più alta.
«Insomma,»
riprese lei, «Io non mi lamento anche se il loro stupido cane
abbaia
tutta la notte, quindi...»
La
sua voce si interruppe di botto. Qualche secondo dopo la sua testa
fece capolino dalla porta: «Perché sei qui? Come
mi devo vestire
per questo favore?»
«Compere
di Natale da parte di Sirius.» rispose, sperando di non
suonare
implorante. La sua conoscenza nel campo dei regali per ragazzine era
pari a zero, se non si trattava di Hermione che era facilmente
accontentabile.
Tonks
sorrise radiosamente: «Bene!»
Sparì
di nuovo e poco dopo giunse il rumore di qualcosa che veniva urtato e
si infrangeva a terra, mista a qualche imprecazione della donna.
Remus sbuffò una mezza risata e tentò di
contenersi per pura
educazione, ma poco dopo giunse di nuovo la voce di lei:
«Ridi,
ridi! Almeno non puoi dire che non ti diverti quando vieni
qui!»
Tonks
ricomparve in jeans scuri e maglietta rossa fin troppo leggera per il
freddo esterno, una borsa in spalla e una mano occupata a
massaggiarsi un fianco.
«Non
avevate ancora preso il regalo per Harry?»
«Devo
prendere quelli per i Weasley e mi serve qualche consiglio...»
«Ginny?»
domandò lei, specchiandosi e assumendo un'aria concentrata e
colorando i propri capelli di rosso.
«Indovinato.
Lei e Sirius complottano di continuo ed evidentemente hanno fatto
amicizia, quindi ci vuole qualcosa di speciale.»
«Dici
che è abbastanza normale per i babbani?»
domandò lei, indicandosi
i capelli, «Il rosso oggi non mi ispira, dimmi tu un
colore.»
Remus
si strinse nelle spalle, «A me il tuo rosa piace. »
Tonks
gli rivolse di nuovo il sorriso radioso di sempre mentre i capelli
viravano di botto al rosa: «Davvero? E rosa sia. Al diavolo i
babbani oggi! Ora, hai visto per caso una giacca di pelle
nera?»
domandò, guardandosi attorno, «Stamattina
è passata mia madre, mi
sono svegliata che stava riordinando, neanche fossi una bambina!
Quella donna è peggio di due Molly!»
«Questo
spiega molto.» commentò lui, alludendo all'ordine
che regnava nel
soggiorno.
«Accio
giacca.» tentò Tonks; un secondo dopo si
udì chiaramente il rumore
di qualcos'altro che si schiantava in una delle stanze e lei chiuse
per un istante gli occhi, alzando il braccio e afferrando la giacca
che arrivava al volo. Poi guardò Remus e sorrise ammiccante:
«Mi
dai un altro secondo?»
«Tutti
quelli che vuoi.» ridacchiò lui.
«Ovviamente
mia madre non è arrivata sino alla camera da letto e al
bagno.»
disse lei, correndo a vedere cos'aveva distrutto.
«Ovviamente.»
«Non
ti consiglio di vedere la cucina, è dove abbiamo litigato e
ho
spento il fuoco poco fa.»
«Ho
pena per tuo padre quando vi ritrovate sotto lo stesso tetto.»
«Buffo.»
commentò Tonks, tornando indietro, «Lo dice anche
lui.»
Ridacchiarono
entrambi e poi Tonks aprì la porta, si fermò ad
aspettare che lui
uscisse e sfoderò il sorriso di poco prima: «Ciao,
Remus, cosa
posso fare per te?»
«Cara
Ninfadora, mi domandavo se volessi accompagnarmi a fare compere
natalizie...»
«Primo:
il mio nome È TONKS! Secondo: mi farebbe molto piacere! Che
fortuna
che io sia già perfettamente pronta per uscire di
casa!» osservò
con disinvoltura, chiudendosi la porta alle spalle e poi smettendo di
sorridere di botto. Remus ne seguì lo sguardo e vide un uomo
sulla
cinquantina che la guardava con odio almeno quanto lei trafiggeva
lui. Dietro di lui una donna che la guardava altrettanto male.
Fece
appena in tempo a tornare a guardare Tonks che la trovò che
puntava
un dito verso di loro, cominciando a cantare: «Can you dance
like a
hippogriff? Na na na na na na na na na!» poi la donna
continuò a
cantare “Do the hippogriff” come se fosse la cosa
più normale
del mondo, lasciando che i suoi capelli si agitassero per aria
–
col senno di poi doveva averli lasciati lunghi apposta per sembrare
pazza quando agitava la testa – muovendo le spalle e, Remus
non
poté fare a meno di notarlo subito, con queste anche il
petto e il
fondoschiena a tempo di musica.
Le
facce dei vicini erano maschere di orrore.
«Whell
around and around and around!» continuò lei,
reggendosi per un
istante al passamano e poi scendendo per le scale stando ben attenta
a non cadere con la scusa di scendere a tempo di musica. Remus quasi
le corse dietro, ridacchiando come un ragazzino inseguito da un Filch
troppo lento, e finirono con l'uscire dal condominio sghignazzando.
«Ti
rendi conto che era una canzone del nostro mondo cantata davanti ai
babbani e tu lavori come Auror per mantenere l'ordine?»
domandò
Remus quando finalmente si ritrovarono a Diagon Alley, e Tonks ancora
quasi saltellava euforicamente per la sua performance qualche passo
davanti a lui.
«E
quindi?»
«No...
Niente, contenta tu.»
Tonks
alzò il viso verso il cielo bianco e scoppiò a
ridere allegramente,
«Rilassati! Ginny ama il Quidditch quanto i fratelli,
comunque.
Qualunque cosa possa aiutarla a provare a entrare in squadra l'anno
prossimo sarà gradita. Quanti soldi ti ha lasciato
Sirius?»
«Non
ho ancora avuto il coraggio di controllare.» ammise lui,
incupendosi
appena. Con tutta probabilità dentro quel portafogli c'era
una
piccola fortuna, «Comunque sicuramente tanto, ho
l'impressione che
Ginny sia la sua preferita.»
«Ginny
è adorabile.» convenne Tonks, «Ha
imparato subito le fatture che
le ho insegnato ed è brillante quanto Fred e George... ed
impossibile da contraddire quanto Molly.»
«Le
fatture che le hai insegnato?» ripeté Remus,
«Non voglio saperlo.»
Tonks
rise di nuovo, «Cos'avete comprato a Harry?»
«Un
set di libri di Difesa. Tu gli hai preso qualcosa?»
«Un
modello di mini-firebolt. Secondo te mi prenderà per scema
perché
non ci conosciamo molto e non c'entro nulla coi regali?»
domandò,
voltandosi a guardarlo con aria improvvisamente preoccupata.
«Penso
che nessuno si ponga problemi simili sui regali, tanto meno un
ragazzo.» la rassicurò Remus, infilando le mani
nelle tasche
logore. Uno dei suoi gomiti sporgeva più dell'altro e Tonks
tornò
indietro per prenderlo a braccetto con un sorriso sfacciato.
«Ho
appena trovato il regalo per me.»
Remus
inarcò le sopracciglia: «Per te?»
«Per
me da parte di Sirius.» precisò lei, indicando un
negozio di
bigiotteria da due soldi, «Mi servono orecchini.
Lì ne vendono
anche a uno zellino.»
«E
ti accontenteresti?»
Tonks
sgranò gli occhi come se avesse appena detto un'irripetibile
bestemmia: «È il pensiero, Remus! Il
pensiero!»
Lui
alzò gli occhi al cielo: «Allora facciamo che
è da parte mia, vai
a sceglierne un paio.» la sentì ridere e
sospettò che fosse tutto
stato programmato per arrivare a questo. Conoscendola era ben
probabile.
«Se
è un tuo regalo sceglilo tu, no?»
«E
se poi non dovessero piacerti?» domandò, chinando
la testa per
guardarla.
Lei
sorrise con uno sguardo stranamente dolce, «È
un tuo regalo, certo che mi piacerà. Fila, professor
Moony.»
«Ucciderò
Sirius per quel nomignolo.» borbottò, liberandosi
della sua presa e
cercando di ignorare il salto che il suo cuore aveva appena fatto. La
sentì ridacchiare ancora.
A
volte aveva la sensazione che Tonks non facesse altro che ridere, e
sapere che era così specialmente in sua compagnia lo
riempiva di un
bizzarro orgoglio che non si sapeva spiegare; così come non
capiva
perché si sentisse sempre come se fosse ancora un
adolescente a
Hogwarts quando era con lei, dato che non aveva frequentato la scuola
con lui e non c'entrava nulla.
«Posso
aiutarla?» domandò l'anziana strega al bancone.
«No,
sì, io... cercavo solo un paio di orecchini per la ragazza
fuori.»
rispose, imbarazzato. Gli occhi gli caddero immediatamente su quello
che sembrava proprio un orecchino a forma di zampa di troll, come il
vaso su cui lei inciampava sempre a Grimmauld Place 12.
«Questi
andranno più che bene.»
«Strana
scelta.» commentò lei, divertita probabilmente
dalla sua
espressione. «Rosa o verdi?»
«Rosa,
assolutamente.» rispose, sperando che Tonks non lo uccidesse
e
indicando anche una collana, del resto il regalo doveva farlo anche
da parte di Sirius, «E quella.»
«Quaranta
falci la collana e tre zellini gli orecchini.»
Quando
Remus uscì dal negozio Tonks gli saltò quasi
addosso nel tentativo
di afferrare il pacchetto.
«Su,
siamo troppo cresciuti per aspettare a Natale!»
«Quanto...
sei... Accidenti, ma quante braccia hai?» sbottò
lui quando cercò
di bloccarla per i polsi e lei riuscì a sgusciare via e
quasi
togliergli il pacchetto di mano.
«Peccato
che tu non sia una donna, potrei risponderti “così
disse il tuo
fidanzato ieri notte”. È sempre il momento per un
“così
disse”.» osservò lei serenamente,
cercando ancora di prenderlo,
«Su, non renderti le cose difficili. Dammelo.»
«Il
“così disse” non si applica tanto bene a
“ma quante braccia
hai”.» ribatté Remus con un mezzo
sorriso.
Tonks
ghignò.
«Si
vede che non sei un mio ex.»
Per
la sorpresa Remus si fece rubare il pacchetto.
«Bene,
che dici: apro il tuo o quello di Sirius? Uno me lo voglio lasciare
per il venticinque.»
«Eh?
Apri il mio, quello di Sirius è ovviamente il migliore.
Anche se il
mio è molto sentito.»
La
donna gli lanciò un'occhiata incuriosita, sogghignando di
nuovo alla
vista delle sue orecchie ancora rosse, Remus non era abituato
a
certi commenti da parte sua e forse da parte di nessuno, e
scartò velocemente il regalo più piccolo. Dopo un
secondo la sua
risata squillante fece voltare più di un passante.
Quando
entrarono a Grimmauld, intirizziti dal freddo e pieni di buste, Tonks
riuscì a evitare il vaso a forma di zampa di troll con una
piroetta.
Dopodiché aggiustò la giacca tirandola per i
lembi inferiori con
uno scatto delle mani che ancora tenevano le buste e guardò
Remus
con aria incredibilmente soddisfatta.
«Sono
troppo fantastica per questo posto.» decretò
serissima e Remus
quasi scoppiò a ridere, rischiando di svegliare il ritratto
della
madre di Sirius. Questo ovviamente provocò un attacco di
risatine
anche a Tonks, che dovette spostare le buste su una mano sola per
portarsi l'altra alla bocca cercando di soffocarle. Remus la spinse
con delicatezza urtandola con le buste sulla schiena per pilotarla
verso la sala da pranzo, cercando di capire dove fossero i ragazzi in
quel momento. Era drammatico ma stava diventando quel genere di
situazione in cui tutto portava a ridere rumorosamente.
«Venite
qui.» li chiamò Molly dalla porta, «Sono
tutti al piano di sopra.»
Riuscirono
a trattenersi giusto fino all'entrata, poi Tonks scoppiò
definitivamente a ridere e Remus con lei, attirando le occhiate
sconcertate di Sirius, Bill e Moody che sedevano a tavola e di Molly
che se ne stava tornando in cucina.
«Sciroccata.»
commentò allegramente Remus, poggiando le buste a tavola.
Tonks ne
approfittò per dargli una gomitata allo stomaco mentre
guardava
Molly con espressione innocentissima.
«Qui
ci sono i regali, dove li metto ora?»
«In...
in camera mia, cara. Li farò comparire in camera dei ragazzi
il
giorno di Natale.»
«Sentito,
professor Moony?»
«Molly,
sei sicura che Ninfadora possa farcela?» domandò
Remus con
espressione seria, «Sono almeno tre rampe di scale e credo
che sia
al di sopra delle sue poss-» dovette rapidamente battere in
ritirata
per evitare un colpo di borsa da Tonks.
«Sei
un essere ignobile!»
«Lo
so, sono un lupo mannaro.» rispose Remus, ridendo mentre
arretrava
verso la porta.
«Un
lupo mannaro sfacciato.» precisò lei,
«Io e questo tizio poco
raccomandabile qui ora portiamo le cose di sopra insieme,
non preoccuparti, Molly.»
«Ah,
ammetti di aver bisogno di aiuto, Ninfadora?» la
stuzzicò Remus,
sorridendo incontrollabilmente, e lanciò il portafoglio a
Sirius che
intanto stava sghignazzando.
Tonks
si voltò lentamente a guardarlo: «Non chiamarmi in
quel modo.»
«In
quale modo, Ninfadora?»
Tonks
guardò Molly con aria esasperata, scoprendo che stava
trattenendo le
risate.
«Io...
Veramente...»
«Cosa,
Ninfadora?» domandò
Remus ridacchiando e sparendo dalla stanza.
«Sto
per prendere a calci il sedere di un lupo mannaro!»
ringhiò lei,
correndogli dietro. Un attimo dopo, chiaramente, giusto il tempo di
arrivare in corridoio, e inciampò sui suoi stessi piedi
spiccando il
volo e crollando su Remus, che si era voltato giusto in tempo per
afferrarla e rideva forte.
«Oh!
Era tutto un piano per avermi tra le tue braccia dunque!» lo
accusò,
dandogli una scherzosa manata sulla spalla e ridendo a sua volta.
«Piccolo meschino provocatore!»
«Sssht!»
fece lui, prima che qualcuno fraintendesse o che la signora Black si
svegliasse, ma non poté trattenersi dal crollare a terra con
lei,
scosso dalle risa di entrambi. Tonks ormai piangeva e si teneva lo
stomaco dopo tutte le risate della mattinata.
«Non
so neanche più perché sto ridendo.»
disse poco dopo, ancora
tranquillamente seduta a terra.
Remus
scosse la testa, incapace di parlare e cercando di prendere fiato.
Aveva appena capito perché gli sembrava di essere tornato a
Hogwarts
quando si trovava con lei: perché era felice come non lo era
da
anni, perché poteva tornare all'allegria pura di quando
tutto andava
bene e non c'erano ombre. L'unica nota negativa era di non poter
ricambiare il favore a James e correre a svegliarlo per raccontargli
i suoi progressi con lei, come l'amico faceva con Lily.
Rendendosi
conto dell'analogia terribilmente sbagliata
che stava facendo recuperò il buon senso e si
schiarì la gola.
«Dovresti
recuperare le buste per portarle di sopra.»
«Perché
io?» domandò Tonks allibita.
«Perché
io mi sono già abbastanza distrutto l'immagine oggi e non ho
il
coraggio di riapparire davanti a Sirius e soprattutto Moody.»
«Mentre
io non ci ho perso la faccia perché già non ne
avevo una?» domandò
lei scettica.
«Esattamente,
felice che tu abbia capito-oh!»
si lamentò quando gli arrivò una sberla neanche
troppo leggera
dietro la testa.
«Te
lo meriti.» dichiarò lei, mentre si alzavano e
tentava di
ricomporre un minimo di dignità. Varcò la porta
della cucina e
tutti la guardarono con la faccia di chi aveva appena smesso di
ridere – o di parlare alle sue spalle – e
cercò di non
permettere alle sue labbra di arricciarsi in un sorriso.
«Le
buste.» disse a Molly, che sembrava la più
assennata, il che era
tutto dire, e cercò di non pensare al fatto che Remus
probabilmente
se la rideva in corridoio. Nel momento stesso in cui riusciva a
lasciare la stanza, un po' traballante per via delle buste che Remus
si precipitò a prenderle, sentì le risate che
temeva provenire
dalla cucina.
«Sai
che tormenteranno più te che me per la bella scena matura di
poco
fa, vero?» domandò Tonks, coi capelli che erano
tornati di un rosso
praticamente fosforescente.
«Tanto
Sirius mi dà il tormento a prescindere.»
sospirò Remus con aria
abbattuta, strappandole un risolino, «Mi smaterializzo in
camera di
Molly per fare più in fretta e torno subito
giù.»
«Cercherò
di non perdermi nel frattempo.» disse lei sarcastica.
«Questo
è assolutamente possibile, considerato il
soggetto.» replicò lui
con aria furba, prima di sparire con un “pop”.
«Prefetto
perfetto del cavolo.» mugugnò la donna, indignata
dall'ennesima
presa in giro.
«Eccomi.»
disse Remus, apparendo alle sue spalle e prendendola di sorpresa.
Tonks strinse gli occhi con aria truce e, prima che lui potesse fare
una qualsiasi mossa che non fosse allarmarsi, esclamò:
«Aguamenti!»
«Ci
si vede!» salutò Bill, alzandosi.
«Resta
almeno a pranzo, tesoro!» lo riprese la madre.
«Te
l'ho detto, ho già un impegno...»
«Sì,
ma tua madre vuole sapere con chi.» sussurrò
Sirius malizioso e
Bill scosse la testa, divertito, prima di scoppiare a ridere e
cascare di nuovo seduto.
«Bill?»
azzardò Molly, alzando lo sguardo dai piatti che stava
mettendo a
tavola e spalancando la bocca, «Remus?»
«Sì,
lo so.» disse lui, completamente inzuppato, «Ho
lasciato la mia
bacchetta sul tavolo quando quella mi ha dato una tutt'altro che
femminile gomitata. Perdonami, asciugherò subito il
pavimento.»
Sirius
preferì non perdere tempo ricordandogli che era il suo
pavimento e
non quello di Molly, preferendo concentrarsi nella domanda cruciale:
«Cosa diavolo ti è successo?»
A
quel punto arrivò anche Tonks, che si stava asciugando con
un getto
d'aria calda dalla bacchetta.
«Opera
mia!» esclamò allegramente.
«E
allora perché sei bagnata anche tu?»
domandò Moody, già
aspettandosi la risposta e unico a non ridere a quel punto oltre a
Remus.
«Perché
poi sono scivolata sulla pozzanghera.» borbottò
lei, «Grazie di
averlo sottolineato.»
Remus
camuffò una risata con un colpo di tosse, cercando di
suonare di
nuovo serio: «Ninfadora?»
«Tonks.»
«Volevo
dirti che spenderò anche tutto il resto della mia vita per
riuscire
a farti pagare abbondantemente questo.» proclamò,
ignorando la vera
tosse di Sirius che quasi si strozzava.
«E
allora io te le farò ri-pagare di nuovo con gli interessi e
vincerò.» ribatté lei con un sorrisetto
furbo.
Remus
fece un passo verso di lei: «È una
sfida?»
«E
se lo fosse?» lo provocò, avanzando a sua volta.
«Mai
sfidare un Malandrino, anche se è un Malandrino
cresciuto.» disse
lui, abbassando leggermente la voce, anche se era inutile dato che il
silenzio era assordante tanto tutti cercavano di non perdersi una
sola parola.
«Mai
sfidare una donna.» replicò Tonks, beffarda e con
un brillio
inquietante negli occhi, «A prescindere.»
Ormai
erano a pochi centimetri di distanza, occhi negli occhi e stessa
espressione di determinato divertimento.
«Vedremo.»
disse infine Remus, separandosi da lei.
«Vedremo.»
confermò Tonks, prima di superarlo ammiccando e fare
l'occhiolino a
Sirius, «Molly, ti aiuto ad apparecchiare!»
«Merlino...
Voglio dire, grazie, cara, non ce n'è bisogno!»
Remus
si sedette accanto all'amico, che scrollò il capo come per
risvegliarsi.
«Oh,
monsieur Moony, se quello non era flirtare allora non so più
cosa
flirtare sia. Tralasciando l'entrata da “siamo la coppia
più
felice del mondo e ve lo sbattiamo in faccia”.»
«Considerato
che non flirti da anni, a meno che non debba preoccuparmi di quando
ci troviamo soli a bere la sera, potresti davvero esserti dimenticato
di come si faccia.» replicò malignamente Remus,
punto sul vivo, «E
no, stavamo ridendo perché siamo amici.»
«E
questo lo dimostra il fatto che nomini persino Azkaban, o quasi, pur
di scacciarmi.» ghignò Sirius, senza darsi per
vinto, «Ah, quanto
mi divertirò quest'anno.»
«Non
dirlo neanche per scherzo.» borbottò Remus, senza
prenderlo troppo
sul serio. Non ancora almeno.
«Ora
che ci penso io devo tornare a casa, ho delle cose da sistemare prima
di Natale.» disse Tonks, «Comunque ci vediamo
domani, d'accordo?»
«Remus,
accompagnala alla porta.»
«Che
padrone di casa educato.» mormorò lui a denti
stretti, «Vieni,
Ninfadora. Il tragitto è lungo e irto di pericoli.»
«Tu
non ci arrivi a Natale.»
Ignorando
l'espressione di nuovo beffarda di Remus lei procedette a passo
spedito, controllando di tanto in tanto che non ci fossero ostacoli.
«Non
meriteresti neanche il mio regalo.» aggiunse quando fu
relativamente
in salvo.
«Regalo?»
«Shht!»
lo zittì lei, in vista del ritratto della signora Black, per
poi
annuire soddisfatta quanto il gatto che cattura il topo.
«Quanto
devo preoccuparmi?» sussurrò Remus.
«Parecchio.»
rispose lei, pensando al piccolo gufo che gli aveva comprato in modo
che non dovesse sempre usare quelli degli altri, e che era pazzo
quanto lei.
Era
talmente impegnata a inquietarlo che si dimenticò del vaso a
forma
di zampa di troll, inciampandoci sopra e facendo partire gli strilli
del ritratto. Si aggrappò a Remus giusto in tempo per non
sbattere
la faccia a terra.
«E
così sono io che ne approfitto per metterti le mani
addosso?» le
ricordò lui.
«Un
buon gentleman non usa le parole di una donna contro di lei!»
ribatté Tonks, cercando di farsi sentire mentre chiudevano
di nuovo
la tenda con la forza.
«BESTIE
IMMONDE! IBRIDI! E FIGLI DI TRADITRICI DEL PROPRIO SANGUE!»
«Scappa,
ci penso io!» le urlò Remus, ma lei scosse la
testa e infine,
esausti, riuscirono a nascondere la vecchia raccapricciante dalla
loro vista. Scoppiarono a ridere di nuovo e lei gli prese per un
momento la mano.
«Lo
amo.» cominciò lentamente, «Lo giuro:
amo fare compere con te.»
concluse ridacchiando e il sorriso di Remus si allargò,
mentre nei
suoi occhi passava una luce indefinibile.
«Anche
io. Specie quando mi apri la porta in tenuta da combattimento contro
i vicini.»
Lei
gli diede uno spintone, «Ma che cretino!», e poi
salutò con un
gesto della mano e se ne andò via: i capelli rosa furono
l'ultima
cosa che sparirono dalla sua vista.
Remus
strinse a pugno la mano che lei gli aveva preso per quei pochi
secondi: era piacevolmente calda.
E
ora si sentiva davvero del tutto uno stupido adolescente.
Lo so, generalmente Remus non è così
scanzonato davanti a Harry, ma il punto è quello, no? A
volte amore
è quello che ti rende stupido.
(A volte?)
E poi in futuro avranno tristezza a
palate, quindi...
Tra l'altro Harry ha smesso di starsene
recluso in camera e sanno che Arthur sta bene, quindi se lo possono
permettere.
Questa storia è per Carota, con
la promessa che poi arriveranno anche le angst col Remus depresso, se
questo è troppo felice per te!
Grazie Laly per
averle dato un'occhiata!
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