Risvegli
Ci
siamo risvegliate tutte... tutte siamo tornate alla nostra solita vita, tutte
abbiamo imparato che l’amore può anche farci rivivere. La battaglia era stata
dura ma noi l’abbiamo vita, abbiamo festeggiato... ma mancavi tu.
Mi
sei morto davanti agli occhi troppe volte amore mio, ai tempi di Silver
Millenium... quando hai usato il tuo corpo come scudo solo per proteggermi...
quando sono stata io a colpirti con il mio diadema...
A
volte penso che sia meglio così, hai sofferto troppo a causa mia... forse é
giusto che tu ti ricostruisca una vita.
Allora,
se la penso così, perché continuo a percorrere le stesse strade che fai tu?
Perché non posso far a meno di cercarti con lo sguardo? Perché desidero
ardentemente che tu mi possa abbracciare come un tempo?
La tua presenza mi é indispensabile... sei diventato
come l’aria... perché, perché non riesci a capirlo?
Percorro queste vie tutti i giorni sperando di vederti,
sperando di sentire il mio nome sulle tue labbra... invece del solito nomignolo
che detesto.
-
Ehi testolina buffa! Niente compiti da lanciare sulle teste altrui oggi?
Dio quel tono di scherno é l’ennesimo pugnale nel mio
cuore... tra poco le mie deboli difese crolleranno e tu capirai. Forse
scoppierai a ridere di fronte ai miei sentimenti... sei tornato il solito
vecchio Mamoru Chiba che mi faceva imbestialire... dov’é finito il mio
principe?
- Mamoru... in che lingua devo farti capire che mi chiamo
Usagi?- urlò la ragazza rossa in volto cercando di non dargliela vinta.
- Andiamo sai benissimo che mi piace quel soprannome!
Mi cammini accanto... sento i nostri corpi che si
sfiorano appena... é troppo.
Se non mi allontano potrei saltarti al collo e
abbracciarti e so che tu non capiresti.
- Mamoru... sei odioso lo sai? – soffiò lei voltando il
viso dall’altra parte ma non riuscendo ad allontanarsi ancora.
Lui rise.
Ridi di me... ancora... ti odio... e ti amo da
impazzire.
Usagi, prendendo quel poco di determinazione che le
restava, si voltò verso di lui, gli fece una linguaccia e corse verso il bar di
Motoki ben sapendo che Mamoru sarebbe entrato da un momento all’altro.
- Buon pomeriggio Motoki! - urlò sorridente entrando nel
locale.
- Buon pomeriggio anche a te Usagi. – rispose cortesemente
il ragazzo mentre puliva il bancone – Cosa ti porto oggi?
- Un succo grazie!
- E come mai la nostra testolina buffa non si ingozza con
il solito gelato al cioccolato e panna montata? Hai deciso, finalmente, di
metterti a dieta?
Non ce la faccio... diventa sempre più dura... perché
mi tratti in questo modo Mamoru? Non vedi che sto male? Che una parte di me
muore ogni volta che mi prendi in giro... perché Mamoru?
Cosa ti ho fatto per odiarmi tanto?
Usagi incassò l’ennesima battuta senza ribattere, chinò il
capo e si mise a sedere al tavolo infondo alla sala, mentre il ragazzo prendeva
posto davanti al bancone.
- Spiegami perché devi esser sempre duro con Usagi. –
sussurrò Motoki mentre versava il succo nel bicchiere.
- Lei lo sa che io scherzo.
- Beh, Mamoru, ci sono scherzi che non mi piacciono e
quello che stai facendo a quella povera ragazza é crudele. E’ un po’ che la
osservo... non vedi pure tu che é strana? E’ triste.
Mamoru alzò un sopracciglio perplesso... no, non l’aveva
notato.
Si voltò verso Usagi, Motoki le aveva portato il succo ma
lei non se ne accorse neppure. Stava seduta a quel tavolino, la cartella
abbandonata sulla sedia accanto, la mano sotto il mento e lo sguardo fisso
fuori dalla finestra.
Motoki aveva ragione... Usagi era strana.. perché lui non
se n’era accorto?
Mi stai guardando... sento i tuoi occhi puntati su di
me... Dio... sono come una coppia di laser che mi stanno esaminando l’anima.
Cosa vedi Mamoru?
La goffa, pigra, golosa Usagi o la ragazza che ti ama
in silenzio nella speranza che tu possa ricordare?
Io sono qui, aspetto un tuo cenno, solo un sussurro,
perché non ricordi?
Il cristallo d’argento non può fare nulla, neppure Luna
può farti tornare la memoria come ha fatto con le mie amiche, lei dice che solo
tu puoi ricordare, solo se lo vuoi veramente potrai tornare de me.
Perché non vuoi ricordare amore mio?
Perché hai smesso d’amarmi proprio ora che ci siamo
ritrovati di nuovo?
Mamoru continuava a fissarla... dov’era finita
l’esuberante Usagi?
Cosa poteva spegnere la luce che illuminava i suoi occhi,
ora non c’era, c’era solo il velo triste delle lacrime.
Improvvisamente un’immagine veloce quanto nitida gli passò
davanti agli occhi, era una ragazza, incredibilmente assomigliante ad Usagi...
era vestita di bianco... e piangeva urlando un nome... il suo nome.
- Mamoru ti senti bene?- chiese piano Motoki vedendo
l’amico impallidire in pochi attimi.
- Come?- chiese disorientato – Sì, sto bene... stavo solo
pensando... scusa Motoki, dicevi?
- Io non stavo dicendo nulla Mamoru!- rise l’altro – Prima
Usagi... ora ti ci metti tu a comportarti in modo strano, inizio a pensare che
ci sia in giro un virus!
Mamoru fece un impercettibile sorriso... lo stress da
esame poteva giocare brutti scherzi a volte... tornò a concentrarsi sulla sua
tazza di caffè dimenticando quell’episodio.
Le amiche di Usagi arrivarono qualche minuto più tardi,
sapevano bene quello che stava passando quella ragazza ma avevano anche capito
che voleva affrontare tutto da sola.
Si misero a sedere accanto a lei, notarono subito Mamoru seduto
al bancone e capirono che quel pomeriggio sarebbe stato duro.
Iniziarono immediatamente a scherzare tentando di far
cambiare umore a Usagi.
Le mie amiche... cosa farei senza di loro?
Sanno bene quanto sto soffrendo, riescono quasi a
sentirlo il mio dolore eppure continuano a rispettare il mio desiderio di
portare questa pesante croce da sola.
Vi voglio tanto bene ragazze...
- Avete visto il ragazzo che lavoro alla gelateria vicino
casa mia?- chiese Minako quasi con la bava alla bocca – E’ bellissimo!
Usagi
sorrise... Minako, quando si trattava di ragazzi, si scatenava.
- E tu Rei, - chiese maliziosa la biondina – come vanno le
cose con Yuri?
La moretta divenne rossa e iniziò a bere il suo frullato
in silenzio.
- Vi siete già dati un bacio? – echeggiò Makoto dando una mano a Minako – Ti ha già
giurato amore eterno?
- Ragazze basta! – quasi urlò Ami rossa in volto.
Le altre la guardarono stupite, come risposta Ami fece un
semplice cenno col capo verso Usagi.
Si era ammutolita di nuovo e aveva ripreso a guardare
fuori dalla finestra, le altre si sentirono uno schifo... diamine parlare
d’amore eterno davanti a lei!
- Usagi..- fece Minako imbarazzata – scusaci noi...
- Non importa...- sorrise l’altra guardando le sue amiche
– é giusto parale d’amore. E’ importante, sono certa che Yuri sia il ragazzo
del destino di Rei. Sono perfetti insieme... sarà un amore eterno.
- Ma guarda testolina buffa che credere nel destino. –
echeggiò Mamoru con un sorriso divertito.
Questo é stato il colpo di grazia...
- Perché tu non ci credi Mamoru?- domandò l’altra con voce
tremante.
- Il destino non esiste Usagi... lo creiamo noi, con i
nostri sforzi.
Usagi si morse un labbro, le sue amiche la guardavano
silenziose... quella discussione poteva esser pericolosa...
- Non credi che due persone possano amarsi per l’eternità?
Morire e rinascere solo per incontrarsi di nuovo?
Mamoru scoppiò a ridere.
Il mio cuore si é appena frantumato in mille di pezzi.
Questa risata é stata l’ultimo colpo che hai dato alle
mie deboli difese... mentre continui a ridere io scoppio a piangere...
- Sei proprio una ragazzina Usagi. – continuò voltandosi
per guardarla ma non si aspettò di trovarla in quello stato.
- Hai ragione...- mormorò con un debole sorriso mentre
lacrime amare scendevano lungo le sue guance infiammate – sono solo una sciocca
ragazzina Mamoru. Ma io devo crederci nel destino... ho bisogno di crederci!–
urlò prima di correre fuori dal locale.
Mamoru rimase immobile... Usagi stava piangendo... da
quando piangeva per quello che lui le diceva?
- Perché lo fai?- mormorò Rei con voce strozzata.
Il ragazzo guardò le amiche di quella testolina buffa,
stavano in silenzio, a testa china e trattenevano le lacrime.
- Perché fai soffrire Usagi, Mamoru?- continuò Rei arrabbiata
– Perché sei così crudele?
A quel punto capì... Usagi era strana per colpa sua... non
seppe mai cosa lo spinse a seguire quella ragazzina. Forse era solo il
desiderio di volersi scusare, ma aveva una strana sensazione nel petto...
vedendola piangere era come se anche il suo cuore stesse soffrendo con lei.
Assurdo visto che lui non poteva digerire quella
pasticciona...
Corse per dieci minuti trovandosi nel parco della città,
lei era lì... la sentiva... e quella situazione diventava sempre più assurda.
Iniziò a camminare cercandola con lo sguardo, doveva
scusarsi... era il minimo.
Sono una sciocca... ora non avrò più neppure il
coraggio di guardati in faccia... ma lo sapevo che, prima o poi, sarei
crollata.
I tuoi attacchi mi facevano troppo male, non potevo
resistere a lungo.
Ho corso troppo... mi fa male il fianco e le gambe...
non sono ancora del tutto in forma dopo la battaglia finale. Mi fermo e mi
appoggio alla piccola ringhiera di ferro battuto che divide il parco dal
lago... é bello questo posto... mi é sempre piaciuto.
Piango ancora, ormai ho trovato conforto in queste
lacrime... solo con loro posso sfogarmi e urlare quello che sento dentro..
Mi manchi... tantissimo amore mio... e tu sei così
vicino eppure così lontano...
Mamoru la trovò in piedi davanti al lago, piangeva ancora
e le lacrime scendevano lungo le sue guance per poi cadere nell’acqua
cristallina.
Si sentì strano... era come se avesse solo ora colto tutto
il dolore che provava Usagi, era immenso e profondo, stava veramente male.
Rimase a guardarla per un po’, neppure lui capì veramente
il perché ma voleva osservarla.
Usagi si portò le mani nei capelli, sciolse i codini e
lasciò li liberi mentre la brezza leggera l’accarezzava.
Sentire il vento tra i capelli mi ricorda tanto le
carezze di Tuxedo Kamen a Sailor Moon... l’unico modo che ho per ricordarti
amore mio...
In quel momento Mamoru sentì dei rumori alla sua sinistra,
dei bambini stavano giocando nel prato.
Un maschietto fingeva di esser un mostro.
- Fermo mostro!- urlò una delle bambine con un salto – Io
sono Sailor Mercury!
- E io Sailor Mars!- echeggiò un’altra al suo fianco.
- Io
Sailor Jupiter.
- Sailor Venus!
- E io...- fece l’ultima bambina con un buffo vestito alla
marinara confezionato sicuramente dalla madre – sono Sailor Moon!
- Sailor Moon...- mormorò Mamoru cercando di ricordare
dove avesse già sentito quel nome.
- E sono venuta qui per punirti in nome della Luna! – finì
la bambina prima di attaccare il mostro assieme alle amiche.
Mamoru sgranò gli occhi.
- Sono stato uno stupido...
Cosa farò ora?
Avrai capito perché sono scoppiata a piangere in quel
modo o stai ridendo di me?
- Usagi...
La ragazza aprì gli occhi, per un attimo le era sembrato
che qualcuno, con la voce simile a quella di Mamoru, l’avesse chiamata.
Chiaramente un segno della sua follia...
- Usagi...
Questa volta l’aveva sentito sul serio!
Si voltò, Mamoru si avvicinava a lei piano, quasi
esitante.
- Mamoru... – mormorò tristemente – cosa ci fai qui?
- Mi dispiace. – si scusò l’altro ormai a pochi metri da
lei.
Usagi scosse il capo.
- Non importa... sono io che sono strana in questo
periodo.
- No, Usagi io... ti prego ti perdonarmi. – ripeté
incapace di dire altro.
- Ti ho già spiegato che non importa. – cercò di
sorridere, Mamoru si era fermato a qualche centimetro da lei.
Come fai a non sentire il mio cuore Mamoru?
Batte talmente forte che tra poco mi schizzerà fuori
dal petto...
- Non mi scuso per quello che ti ho detto al bar Usagi. –
mormorò lui fissando il terreno del parco... si sentiva un verme.
- Allora per cosa ti scusi?
Mamoru alzò lo sguardo... Usagi iniziò a tremare... Mamoru
stava piangendo.
- Mi dispiace di aver dimenticato...
Devo aver capito male... magari sto sognando...
- Dimenticato cosa Mamoru?- chiese titubante.
Come risposta Mamoru le accarezzò le guance bagnate.
- Ti ho fatto piangere mia principessa...- sussurrò lui
addolorato – sono stato uno stupido... perdonami.
Questo era il segno che aspettava da tanto tempo, si buttò
tra le sue braccia piangendo ma, questa volta, erano solo lacrime di gioia.
- Dimmi che non mi stai prendendo in giro Mamoru... che
ricordi veramente...
Il ragazzo sorrise e si chinò unendo le loro labbra in un
dolce e passionale bacio d’amore.
ƒ‚ƒ‚ƒ‚ƒ‚ƒ‚ƒ‚ƒ‚ƒ‚
Bene questa One Shot é stata scritta di getto stamattina
tra una telefonata e l’altra in ufficio.
Non credo che sia il massimo come storia... é scritta in
maniera piuttosto semplice ma credo che l’amore sia già abbastanza complicato
di suo quindi é inutile star lì a complicare di più le cose no?
Comunque si vede chiaramente quando Mamoru sia (scusate il
termine) stronzo... oggi sono un po’ triste e si vede ma, come avete visto, le
speranze non muoiono mai!
Un bacio e tutte!
Elena.