Sesta classificata al contest
"One Day: raccontami di..." indetto da Fabi_Fabi sul forum di EFP
Disclaimer:
i
personaggi non appartengono a me ma alla zia Rowling. Non scrivo a
scopo di lucro.
Note: come ha detto la
giudicia, ho fatto un po' un casino con la cronologia,
perché ho
trovato notizie discordanti che mi hanno solo confuso le idee. Nei
libri non si dice se gli Horcrux possono essere creati in
ritardo
oppure se è obbligatorio crearli subito dopo un omicidio. Io
ho preso
per buona la prima ipotesi, anche perché altrimenti Tom
avrebbe già creato
due Horcrux (il diario e l'anello) prima di chiedere a Lumacorno se era
pericoloso farne più di uno (non poteva essere
così rimbambito già a quell'età, no?
XD). Quindi ho immaginato che avesse prima compiuto
i due omicidi (di Mirtilla e di suo padre) per poi creare i due Horcrux
quasi nello stesso periodo. Insomma, sicuramente ho sbagliato io, ma
ormai questa fanfiction devo pubblicarla, quindi è meglio
chiarirvi le idee prima che mi mandiate a quel paese. Nel dubbio, ho
inserito l'avvertimento What if, ma solo per questo.
Detto con tutta
sincerità, se fossi in voi non leggerei, ma se proprio non
potete farne a meno, fate pure...
La scelta giusta
“L’attesa
attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi.”
(François De La Rochefoucauld)
Adoro la notte. È il momento
della giornata che preferisco. Regnano silenzio e
tranquillità ma anche misteri
e pericoli nascosti. Mi sento a mio agio nella notte e nel buio, forse
perché
l’ignoto mi affascina, e il mio interesse per le Arti Oscure
lo dimostra: la
mia vita è tutta in funzione del mistero. Solo a notte fonda
riesco a godermi
pienamente l’atmosfera misteriosa e quasi surreale che permea
questo enorme
sotterraneo dalle pareti di pietra, sempre illuminato dalla luce
verdastra delle
lampade pendenti dal soffitto e del lago soprastante. Lo considero il
mio
regno, la mia vera Casa; perché Hogwarts è
l’unico luogo in cui mi sento a mio
agio, perché sono un Serpeverde, ma anche perché
discendo da Salazar in
persona. Questa sala comune, in un certo senso, è di mia
legittima proprietà.
Perciò nessuno può permettersi di disturbarmi
quando mi ritiro qui in
solitudine.
Mi accomodo sul divano di pelle
nera di fronte all’elegante camino scolpito e, nel
più completo silenzio, mi
immergo nella lettura di qualche libro sulle Arti Oscure, proveniente
dal
reparto Proibito.
Comodamente seduto, indosso
ancora la divisa nera, la cravatta verde-argento e la mia spilla da
Prefetto. Sulle
mia ginocchia c’è un grosso volume dalla copertina
nera, intitolato Segreti dell’Arte
più Oscura.
Lo sfoglio, sentendo la carta
antica e ingiallita tra le mie dita, ruvida al tatto; leggo avidamente
ogni
riga, rileggendo le frasi che più mi colpiscono e
alimentando il mio desiderio
di potere e conoscenza.
Non mi sono mai spinto così in là
nelle Arti Oscure. E non sono disposto a fermarmi; mi
spingerò ancora oltre,
dove nessun mago ha mai osato puntare.
Gli altri sono tutti fragili,
deboli, mortali: io non voglio
essere
come loro. Sarò il Mago Oscuro più potente di
tutti i tempi. Ho tutti i
requisiti per diventarlo: Prefetto, studente brillante con
un’innata abilità di
affascinare le persone e la capacità di parlare Serpentese
ma, sopra ogni altra
cosa, con un’ascendenza magica invidiabile. Sono
l’ultimo Erede di Salazar Serpeverde
in persona.
Nessun altro può essere come me,
neanche i Purosangue che al primo anno invidiavo a morte. Mi sentivo
inferiore
perché non sapevo ancora da quale famiglia provenissi e
credevo di essere solo
un Nato Babbano.
Tutta colpa di quella stupida di
mia madre: lei, una Gaunt, discendente del grande Salazar, sarebbe
dovuta
essere fiera di quello che era. E invece ha tradito il suo sangue,
sposando un
comune Babbano; ha tradito la sua essenza di strega, smettendo di usare
la
magia; ha tradito me, lasciandomi
in
quell’orfanotrofio e dandomi il nome di quello sporco Babbano
di mio padre.
All’estremità del braccio posato
sul bracciolo del divano, la mia mano si serra
all’improvviso, mentre la mente
riesuma i ricordi di appena due mesi fa. Rammento con piacere il giorno
in cui,
dopo aver seguito le indicazioni di Orfin, sono entrato in casa Riddle
per la
prima volta in vita mia.
Un ghigno mi si forma sul volto
mentre rivedo la scena, nitida come se vi assistessi dal vivo. Erano
tutti
Babbani e non si aspettavano di morire per mano di un ragazzo di soli
sedici
anni. Ho ucciso i due vecchi per primi e poi ho trovato lui.
Mi ha riconosciuto immediatamente, considerata la nostra
somiglianza.
Serro i denti: il fatto di avere
lo stesso aspetto di mio padre mi rovina il bel ricordo che ho della
sua morte.
Non una sola parola è uscita
dalle mie labbra. Lui ha urlato, mi ha detto di non sapere che mia
madre fosse
incinta. Menzogne. Lo sapeva eccome. Ha anche cercato di darmi del
denaro…
denaro babbano. In cambio, io avrei dovuto risparmiarlo. Non ho
distolto lo
sguardo dai suoi occhi colmi di panico nemmeno per un istante, restando
completamente muto e godendo del suo terrore. E infine l’ho
ucciso.
Sollevo la mano, ammirando
l’anello con una pietra nera e graffiata, ricordo di quella
gloriosa giornata.
Il mio primo vero omicidio. Ho già ucciso Mirtilla
Malcontenta, vero, ma
indirettamente. E la sua morte non è stata neanche
lontanamente meravigliosa
come quella di Tom Riddle. Non provo alcun rimorso: lui se
l’è meritato ed io
ho estirpato il lato impuro del mio sangue.
Vorrei fare lo stesso qui a
Hogwarts: sterminare tutti i Sanguesporco. L’anno scorso sono
riuscito ad
aprire la Camera dei Segreti, a controllare il Basilisco, a fare la
prima
vittima… Ma poi Dippet mi ha detto che la scuola rischiava
di chiudere e sono
stato costretto a prendere una decisione drastica e difficile.
Abbandonare la missione cui
Salazar mi ha destinato non rientrava nei miei piani, ma a quel punto
ho dovuto
valutare le mie priorità: continuare a studiare le Arti
Oscure per poi usarle
e, con esse, dominare il mondo è stata una scelta
preferibile a quella di
uccidere qualche altro Sanguesporco a Hogwarts ma farla chiudere per
sempre. Se
avessi scelto la seconda possibilità, non avrei
più potuto studiare i libri del
Reparto Proibito.
Così, non ho più aperto la Camera
dei Segreti, giurando tuttavia a me stesso di riprovarci in tempi meno
sospetti. Ed è quello che farò. Devo solo avere
molta pazienza e attendere. È
inutile avere fretta.
In fondo, le mie aspirazioni
vanno oltre la sola epurazione della scuola dai Sanguesporco. Io voglio
diventare onnipotente e immortale: questo è il mio
più grande obiettivo.
Ho deciso di aspettare, anche se fino
a poco tempo fa avevo la fortissima tentazione di liberare
un’altra volta il
Basilisco. Era Salazar che mi chiamava a proseguire lungo il suo
cammino e io
desideravo accontentarlo con tutta l’anima. Ma sapevo che non
fosse saggio. E sapevo
anche che questa tentazione sarebbe passata, perché non era
minimamente
paragonabile all’altra. Sarebbe bastato solo aspettare: l’attesa attenua le passioni mediocri e
aumenta le grandi.
Ho scelto l’attesa… e ora so di
aver deciso bene.
Abbasso lo sguardo di nuovo sul
libro e continuo a leggere il paragrafo che mi interessa. Pervaso
dall’eccitazione della scoperta, i miei occhi scorrono
incessantemente le
pagine ingiallite e piene di muffa, senza neanche fare caso a tutto
quel che mi
circonda. Nella mia testa risuonano gli echi delle parole che ho
l’impressione di
divorare: omicidio, anima spezzata, immortalità, Horcrux.
Continuo a leggere, portando il
busto in avanti e chinando il viso sul libro. Senza neanche rendermene
conto,
sorrido. Non sono mai stato così eccitato in vita mia: il
mio volto sembra
bruciare a causa del sangue che vi affluisce, pompato dal cuore che
martella
nel petto.
È tutto quello che ho sempre
desiderato. Se creassi un Horcrux potrei ingannare la Morte,
l’unica forza
dell’universo che temo e che credevo di non poter
sconfiggere. Adesso so di
poterla aggirare. E su questo libro c’è scritto
tutto quello che devo sapere
per mettere in atto il mio piano.
Ora la mia passione per il potere
e l’immortalità ha preso il sopravvento sul
desiderio, inferiore e ristretto, di
liberare la scuola dai Sanguesporco.
Quando raggiungerò il mio
obiettivo potrò dedicarmi di nuovo alla Camera dei Segreti.
Tutti sapranno che
l’Erede dei Serpeverde sono io. Il diario in cui ho annotato
le istruzioni per
trovarla e riaprirla guiderà chi verrà dopo di
me… e credo anche di aver scoperto
come poter controllare che tutto vada secondo i miei piani, che nessuno
mi
sottragga il merito.
Il libro dice che il frammento di
anima che risiede in un Horcrux lo può governare a proprio
piacimento e, a sua
volta, può riuscire ad assumere il controllo di chi gli apre
il proprio cuore.
Sapevo che avrei trovato la soluzione.
Poso nuovamente lo sguardo
sull’anello sottratto a Orfin. È un cimelio dal
valore inestimabile. Sarebbe
interessante trasformarlo a sua volta in Horcrux. Chissà se
se ne può creare
più di uno: in fondo ho già compiuto due omicidi.
Perché no? Anche più di due…
sette, per esempio: il numero magico per eccellenza. Prima
però devo informarmi
sulle possibili conseguenze. Non voglio correre rischi.
Quel tredici giugno, incastrando
Hagrid, ho fatto davvero la scelta giusta. Se la scuola fosse stata
chiusa,
chissà quando avrei scoperto degli Horcrux. Sapevo che il
sacrificio
dell’attesa mi avrebbe ripagato e infatti ora posso
perseguire il mio vero e
più grande scopo: diventare il mago più forte e
temuto ed esercitare il dominio
ogni cosa, anche sulla Morte stessa.
*Angolo
autrice*
Lo so, fa
schifo. L'ho scritta due mesi fa e all'epoca ne ero entusiasta
ma a ripensarci non è poi un gran che.
Comunque mi è andata fin troppo bene e sono soddisfatta del
voto alla
caratterizzazione!.
Non so se avete notato la novità ... Mi sento
quasi male
a pubblicarla: l'unica storia scritta da me in cui non viene nominato
nemmeno un Black! Forse è per questo che non mi ispira...
Sono una lurida traditrice del mio
sangue, dovrò scrivere altre mille storie sui Black per
rimediare a questo oltraggio! Vergonati, Giulia, vergognati! La tua
testa verrà appesa insieme a quelle degli elfi domestici, e
te lo meriti u.u
Vado a fustigarmi e a fare ammenda delle mie orribili colpe. Intanto vi
lascio ai giudizi.
Risponderò alle eventuali recensioni (sempre se
avrete voglia di recensire questa cosa)
come al solito via e-mail.
Sesto Posto: La scelta
giusta - Julia Weasley -
Grammatica e sintassi: 9.5/10
Non ho particolari appunti da farti, ho solo notato che a volte i
periodi diventano un po’ troppo lunghi, il primo paragrafo ad
esempio, mi è sembrato un po’ ripetitivo. La
punteggiatura
è utilizzata molto bene, sai scegliere le parole in modo
adeguato. Il lessico è davvero appropriato.
Stile: 9.5/10
Il tuo stile è molto descrittivo, ma riesce a non essere
quasi
mai pesante, la lettura della storia è risultata scorrevole.
Rendere bene un racconto quasi totalmente introspettivo è
molto
difficile, e tu secondo me sei riuscita a non riportare il fiume di
pensieri e ricordi in modo troppo pesante.
Originalità: 8/10
La storia di per sé racconta fatti già avvenuti,
già raccontati un’introspezione ha il difetto di
non
essere troppo originale, ma davvero ho apprezzato il modo in cui hai
sviluppato questo viaggio nella mente di Tom Riddle.
Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Sei riuscita a caratterizzare un Tom Riddle cinico, crudele ed egoista,
il vero Tom, a mio parere. Anche la caratterizzazione di Tom padre
è perfetta, seppure sia riassunta in poche righe.
Attinenza alla citazione e sviluppo della trama: 9/14
La citazione è ben inserita nella storia. Anzi, la storia
sembra
scritta per la citazione. L’oggetto è al centro
della
storia, e il luogo è inserito nel modo giusto.
Hai dato la massima attenzione ai dettagli, e questo è
davvero
apprezzabile, purtroppo però devo dirti che hai fatto un
errore
di tempistica: Tom usa la morte di Mirtilla per creare il suo primo
Horcrux, quindi in realtà la tua storia è basata
su un
presupposto errato, e cioè che Tom non sapesse
cos’erano
gli Horcrux quando ha aperto la camera dei segreti, o che comunque non
lo sapesse sei mesi dopo, in realtà non era così.
Addirittura ha creato il suo primo horcrux (il diario) proprio usando
l’uccisione indiretta di Mirtilla. Sei stata un po’
sfortunata, perché non l’avrei notato se non
avessi
scritto una fanfic proprio sulla morte di Mirtilla per un altro
contest. Sarebbe bastato un what if? Per aggiustare la situazione.
Gradimento personale: 8.5/10
Mi è piaciuta. È scritta bene, ha il lessico
appropriato,
lo stile apprezzabile e le descrizioni sono curate e precise.
La trama è ordinata. Questo Tom mi ha davvero colpita. Un
personaggio difficile, la sua personalità è
davvero
complicata da rendere, e secondo me tu ci sei riuscita davvero. Hai
anche scelto un tema difficile, a volte è semplice fare
ridere,
qui si va su qualcosa di più ragionato. La sua decisione
è la scelta di sacrificare qualcosa che non vorrebbe, ma lui
vede tutto in grande.
Peccato davvero per la considerazione sbagliata.
Bonus Luogo/oggetto: 1 punto
Totale 60.5
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