Titolo: Good guy, bad liar
Serie: White Collar
Rating: PG
Genre: Introspettivo
Character: Peter Burke, Neal Caffrey
Pairing: //
Warning: SPOILER
Prompt: White Collar,
Peter Burke x Neal Caffrey, «Mi hai mentito.»
Conteggio Parole: 482
Disclaimers: I personaggi di
White Collar sono degli aventi diritto.
Basata sull'episodio 2x02 - Need to know
Fic scritta per il Fanon!Fest@FW.it
.Good
guy, bad liar.
Quello di Neal è un sorriso che non si può davvero
definire tale e non somiglia nemmeno lontanamente a quelli che Peter è abituato
a vedergli in faccia.
È una sorta di curva abbozzata, infilata sulla
bocca per mascherare le sfumature di delusione che, invece, gli legge
chiaramente negli occhi, poco prima che le labbra si schiudano e lascino che sia
la voce ad accusarlo apertamente.
«Io non ti ho mai mentito.» lo dice guardandolo
negli occhi, dall'altra parte della scrivania, chiusi entrambi nell'ufficio di
Burke che, alle volte, da' l'impressione di essere costruito in un mondo a parte
- un mondo in cui i buoni vincono sempre e la gente che mente finisce dietro le
sbarre.
Eppure Peter è lì seduto.
E gli ha mentito.
«Lo hai fatto. Mi hai mentito, Peter.»
continua a ripetere lo sguardo del truffatore e forse Peter è intimamente grato
di non sentirle realmente quelle parole, perché avrebbero un suono diverso sulla
bocca di Neal, suonerebbero come l'urlo addolorato di una fiducia morsa dai suoi
stessi denti. Non è un'immagine piacevole, non lo è neppure sentirsi in colpa
per qualcosa che aveva il diritto di fare.
Mentire a Neal.
Lo ha fatto per
lui, in fondo.
È questa la
stronzata che si è ripetuto la sera prima, quando ha chiesto a Diana di
incontrarsi nel proprio appartamento per discutere del carillon e di tutto ciò
che lo circonda.
«Oh per favore, Neal, tu menti di mestiere.» si
difende, piccato (colpevole!), pronto a far valere le proprie ragioni di agente
dell'FBI, marito fedele e uomo più vecchio nella stanza.
Ma Neal non è un ragazzino: è giovane e impudente,
ma non è più un ragazzino da parecchio tempo.
«Non ho mai mentito a te.»
Ed è in grado di mettere a tacere Peter con una
frase soltanto, sei parole ed un punto.
Questo è un colpo basso.
Per un istante, tutto quello che si può vedere sul
volto dell'uomo è la confusione.
«Forse ti ho fatto arrivare a conclusioni
incorrette,» riprende Neal «Ma non sono mai state menzogne.»
In un solo attimo centinaia di pensieri si sono
affacciati alla mente dell'agente, confondendolo, lasciandolo boccheggiante:
Neal ha sempre mentito a tutti tranne che a lui, lui ha ferito Neal, Neal
credeva in lui, Neal, Neal e ancora Neal.
Lo stesso Neal che si muove in passi lenti per
l'ufficio, fino a dargli le spalle e specchiare il proprio riflesso sbiadito sul
vetro che circonda la stanza, dividendoli dal resto del mondo – quel mondo fatto
di cattivi che mentono e finiranno dietro le sbarre, anche se tutti mentono
-buoni e cattivi-, prima o poi, per
un motivo o per un altro.
Per Neal.
O, forse, più per se stessi.
La verità è che non è Neal ad avere bisogno di
protezione, è Peter ad avere bisogno di proteggerlo e, che lui lo voglia o meno,
continuerà a farlo.
.THE END.
|