Luogo e tempo non ben
definiti...direi sesto anno, fingendo che HBP non esista.
C’è però un riferimento ad una passata storia Ron/Hermione, ma nessun
timore...è iniziata e...finita.
Doveva essere una rapida
one-shot, ma poi ci ho preso la mano...credo verrà fuori qualche capitoletto in più.
Tanto per scribacchiare
qualcosa in attesa di altri progetti (long fic...? Forse... vedremo...^^).
Buona lettura!!!
“Levati di mezzo, immediatamente!” Hermione affrettò il
passo, tenedo i libri stretti contro il petto, senza mai voltarsi, uno sguardo
truce e infastidito sul volto.
Harry le correva quasi dietro,
cercando di affiancarla e di bloccarla, senza riuscirci.
“Hermione...aspetta...solo un
attim-” Cercò di allungare un braccio, ma lei lo evitò.
“Harry! Ti ho detto NO! Non
voglio parlare con te! E’ abbastanza chiaro?!” Continuò a camminare verso la
porta della biblioteca. Pensò che avrebbe dovuto andarsene prima, invece Harry
l’aveva preceduta e l’aveva incastrata nel Sezione Incantesimi, cercando in
ogni modo di parlarle.
“Ti prego, fammi solo
spiegare...” Questa volta Hermione si bloccò di colpo, tanto che per poco Harry
non le sbattè contro. Si voltò furibonda, fulminandolo con lo sguardo.
“Oh, certo...non è come sembra, è
successo per caso, o forse no, aspetta...ERI SOTTO IMPERIUS! Ecco la scusa
perfetta. Tutto a posto Harry, ti risparmio la fatica, non devi inventarti
nessuna scusa idiota! E ora, LASCIAMI IN PACE!”
Girò sui tacchi e ricominciò la
sua pesante marcia verso l’uscita. Avrebbe potuto sbranare chiunque le si fosse
parato davanti, tanto era nervosa e arrabbiata.
Harry restò immobile, seguendo
Hermione con lo sguardo, senza sapere che fare. La vide deviare dalla sua
traiettoria, probabilmente per riporre uno dei libri che teneva tra le braccia.
Harry si passò una mano tra i
capelli e fece qualche passo impazientemente, come a cercare una risposta nel
poco tempo che restava prima che lei uscisse. Sapeva quanto sarebbe stato
difficile riuscire di nuovo a trovarsi faccia a faccia con lei. Lo odiava.
La biblioteca era ormai deserta,
ma Harry aveva perso la cognizione del tempo; non sapeva che ora fosse, e non
riusciva ad individuare Madama Pince. Era venuto lì unicamente per scusarsi con
Hermione e per tentare di spiegarle le sue motivazioni. Sapeva bene che non
sarebbe stato per nulla semplice, sia perchè non era mai stato molto abile
nell’affrontare discorsi seri, sia perchè Hermione non sembrava avere alcuna
intenzione di ascoltare le sue ragioni.
Le candele continuavano ad
illuminare la stanza, che appariva però particolarmente spettrale e tetra per
via del buio che proveniva dalle alte finestre. I vetri vibravano leggermente a
causa delle forti folate di vento che provenivano dall’esterno.
Harry si avvicinò alla finestra,
e guardò malinconicamente fuori. Un lampo attraversò il cielo, e dopo qualche
istante il castello rimbombò totalmente in conseguenza di un fragoroso tuono.
Harry vide Hermione
sussultare. Da quella posizione poteva di nuovo seguire i movimenti
della ragazza, mentre in punta di piedi scrutava uno per uno i titoli di enormi
tomi.
Harry sorrise tra sè. Sembrava
così piccola e dolce, aggrappata allo scaffale, la sua testa piena di boccoli
ambrati che si protendeva con sforzo verso l’altro per riuscire a distinguere i
titoli dei libri.
La sua Hermione.
Fotografò nella mente quell’immagine così semplice e ordinaria, eppure così
intima...così Hermione.
Restò a fissarla, mentre il
ricordo del loro recente litigio ritornava prepotentemente a far capolino nella
sua mente.
*****
“Harry!” Hermione agitò la
mano in segno di saluto appena lo vide in fondo alla strada che conduceva ad
Hogsmeade.
“Ciao! Allora, di cosa volevi
parlarmi? Hai detto che era importante...”
Hermione si morse nervosamente
il labbro e abbozzò un sorriso, avvicinandosi le mani alla bocca e soffiandovi
sopra alla ricerca di calore.
“Sì...avevo davvero bisogno di
parlarne con te... vieni, togliamoci dal rumore e dalla folla” e gli fece cenno
di incamminarsi.
Harry la seguì senza parlare.
Hermione sentiva il cuore esploderle
in petto. Non sapeva cosa avrebbe detto, non sapeva realmente dove voleva
arrivare...ma doveva rischiare.
Ultimamente Harry si era
allontanato da lei e Ron.
Forse era piuttosto
prevedibile, visto che dopo enormi tira e molla, litigi e patimenti, lei e Ron
si erano messi insieme.
Harry aveva lentamente preso
le distanze, forse per non intromettersi tra di loro, o per non sentirsi il
terzo incomodo della situazione.
Lei ne aveva sofferto
enormemente.
Non che disdegnasse la
compagnia di Ron, anzi...ma Harry era Harry.
E quando si trovava sola con
Ron, non si sentiva più la stessa. Sentiva un vuoto dentro, provava un senso di
nostalgia.
Non le ci era voluto molto per
capire che era Harry, ciò di cui sentiva nostalgia.
Era Harry il pezzo mancante.
E con enorme orrore e
rimpianto, si era resa conto che era anche Harry ad aver unito lei e Ron.
In qualche modo era Harry a tenerli insieme.
Quando Harry era con loro, lei
aveva inconsapevolmente rivolto le sue attenzioni e la sua gelosia verso Ron
fino a provare qualcosa per lui, perchè Harry era semplicemente la presenza
costante che faceva parte di lei. Ron sfuggiva al suo controllo, Ron la mandava
in bestia e la contraddiceva, Ron era capace di farle ribollire il sangue nelle
vene...e lei aveva sentito il bisogno di avvicinarlo di più a sè, quasi fosse
una sfida.
Harry le era già vicino...ma
aveva così tanti pesi sulle spalle, così tante cose da affrontare e sopportare,
che non le era mai apparso come un vero e proprio ragazzo da desiderare, da
possedere...da amare.
Ma poi, appena lei e Ron erano
goffamente riusciti ad ammettere i loro reciproci sentimenti, Harry pian piano
le era scivolato via dalle mani.
E lei aveva iniziato solo
allora a desiderarlo.
Ma non come Ron.
Per Harry non provava
quell’attrazione leggermente infantile e di sfida, quel sentimento un po’
irrazionale. Quell’aspettativa e adrenalina nel momento della conquista che
risulta più dolce di quanto poi sia la realizzazione.
Con Harry era diverso.
Provava per lui un affetto
incondizionato e radicato, un bisogno profondo e disperato.
E se ne accorgeva solo ora,
ora che lui era distante.
Anche Ron si era accorto che
qualcosa non andava.
Era come se, insieme, lui ed
Hermione avessero perso tutto il gusto. Litigavano esattamente come prima, non
erano mai d’accordo, ed era davvero difficile poter condividere scambi di
tenerezze.
Semplicemente, non riuscivano ad essere spontanei.
Insomma, era tutto sbagliato.
Dopo il primo bacio, non avevano avuto il coraggio di parlare delle loro
reciproche sensazioni. Ma poi Ron aveva raccolto un po’ di forze, e balbettando
le aveva confessato che gli sembrava di aver baciato sua sorella.
Hermione era scoppiata a
ridere, una risata sincera e liberatoria.
Anche Ron, Ron dalla
sensibilità di un cucchiaino da tè, aveva dovuto ammettere che non erano fatti
per stare insieme. Ci era voluto un po’ di tempo per capirlo, ma alla fine non
avevano potuto negare l’evidenza.
Harry ovviamente non sapeva nulla. Forse, pensò Hermione sorridendo, nessuno
avrebbe saputo trovare la differenza tra lei e Ron come coppia o come amici,
perchè questa differenza non c’era; quindi Harry non l’avrebbe mai capito
spontaneamente.
Per questo gli aveva lasciato
un biglietto dentro il libro di Pozioni e gli aveva chiesto di incontrarla ad
Hogsmeade per parlare.
Voleva aggiornarlo sugli
ultimi eventi, sperava che Harry si sarebbe di nuovo avvicinato a lei –a loro-
appena avesse scoperto che non stavano più insieme.
In realtà, sperava di riuscire
a dirgli quanto le era mancato, e di come si era accorta di avere un disperato
bisogno di lui. Non era affatto sicura che sarebbe riuscita a confessargli
queste parole, e appena lo vide arrivare si sentì mancare e per poco le
ginocchia non le cedettero.
Ma voleva almeno fargli capire
che lei non era innamorata di Ron, che tra loro non avrebbe potuto esserci
nulla al di fuori di una bella amicizia. Forse era davvero stupido, ma voleva
mettere subito le cose in chiaro.
Non era abitudine di Hermione
illudersi e fare castelli in aria, però in cuor suo pensava che se in un remoto
universo e in un lontanissimo futuro Harry avesse potuto interessarsi a lei,
doveva essere sicuro che lei non fosse già impegnata.
Hermione scosse la testa per
cacciare via l’ultimo assurdo pensiero,
e rallentò quando si trovarono davanti al recinto della Stamberga Strillante.
Si voltò verso Harry, che la
fissava con uno sguardo interessato e curioso, il capo leggermente chino verso
destra.
Hermione si accorse di un
gruppo di voci che provenivano in lontananza dalla stessa direzione da cui
erano appena arrivati, quindi tirò un profondo respiro e decise di iniziare a
parlare prima di essere interrotta.
“Ecco...io...insomma,
ultimamente non abbiamo più avuto occasione di parlare...”
Harry la guardò leggermente
accigliato.
“Hermione, pensavo fosse
abbastanza chiaro...non era nulla di personale...ma non mi andava di
intromettermi tra te e Ron...voi...insomma...!”
Hermione scosse la testa.
“Si..si...lo so, non è questo
il punto...io...volevo solo dirti che...io e Ron...ci siamo lasciati”
Harry si lasciò scappare
un’espressione di stupore.
“OH...mi dispiace, sembrava
fosse quello che volevate...stare insieme intendo...”
Hermione sorrise imbarazzata
ed iniziò a torturarsi le mani.
“No, non preoccuparti...non
devi dispiacerti...insomma, anch’io pensavo che fosse quello che volevo, ma poi
sia io che Ron ci siamo accorti che non poteva funzionare...siamo solo amici,
ed entrambi avevamo confuso quest’amicizia per qualcosa di più”
Harry continuò a fissarla, lo
sguardo freddo ed immobile.
“Perchè mi dici questo,
Hermione?”
Hermione sussultò,
improvvisamente colpita dalla domanda così diretta e sprezzante. Cercò di non
scomporsi, per quanto si sentì infastidita ed urtata dalla freddezza di Harry.
Perchè doveva trattarla in questo modo? Aveva detto qualcosa di male?
“Ecco...volevo solo...insomma,
sentivo di dovertelo dire, ho pensato che avresti voluto saperlo...eravamo-
anzi siamo amici, io te e Ron...ora le cose potrebbero tornare come prima...lo
so che queste cose non si possono decidere a tavolino, e so anche che in fondo
non ci siamo mai separati realmente, però...vorrei davvero che tra noi tre ci
fosse di nuovo quel rapporto speciale...prima che tu...ti allontanassi”
Hermione cercò di mantenere la
voce calma e sicura, anche se iniziava a provare sempre più rabbia quando si
accorse che Harry non la stava neppure guardando negli occhi, sembrava a
malapena prestarle attenzione.
Inoltre le voci che prima
sentiva, e che ora poteva distinguere appartenere ad un gruppo di ragazze,
erano sempre più vicine.
Harry abbassò lo sguardo,
evidentemente a disagio.
“Non è così facile”
Hermione sentì il cuore
mancarle di un battito. Non capiva cosa stesse succedendo. Cercò un tono di
voce più leggero e spensierato possibile.
“Harry...non c’è nulla di difficile...in
fondo non ti sto chiedendo di forzare il tuo comportamento... in questi
periodi, riuscivamo a vederci e trascorrere un po’ di tempo insieme...adesso
non dovrai più cercare di evitarci e potremo di nuovo stare insieme...come in
passato”
“Non puoi decidere come mi
devo comportare. Tu e Ron avete fatto i vostri comodi e mi avete escluso dal
‘trio’ senza pensarci troppo su. E adesso, speri che le cose tornino come prima
perchè tu hai deciso che dev’essere così?!”
Hermione rimase a bocca
aperta.
“Harry! Nessuno ti ha mai
chiesto di allontanarti da noi, e nessuno ti ha escluso! Anche un bambino
avrebbe subito capito che io e Ron eravamo totalmente sbagliati insieme! Se tu
non fossi sparito immediatamente ti saresti reso conto che non saresti mai stato
di troppo tra di noi, perchè non c’era NULLA da cui essere escluso o in cui
trovarsi in mezzo!”
Ora si stava arrabbiando.
Sapeva che Harry non pensava
realmente quelle cose, ma era il solito Harry. Un ragazzo insicuro che perde
ogni controllo e lucidità appena percepisce qualche cambiamento. Voleva farla
sentire in colpa, era troppo testardo ed orgoglioso per cedere. Non
gliel’avrebbe mai data vinta.
Il gruppo di ragazze ormai era
visibile dalla strada, e anche Harry se ne accorse.
La ragazze si avvicinarono ed
Hermione riconobbe tra loro un viso famigliare. Grace Hunningham.
L’aveva notata qualche volta con Harry: era una Serpeverde, il nuovo portiere
della squadra di Quidditch, un vero portento. Durante una partita era stata
colpita per sbaglio da un Bolide ed Harry l’aveva afferrata prima che si
schiantasse a terra. Da allora Grace gli girava spesso intorno, ed Harry, che
non poteva dire di avere molti amici al di fuori di Ron, Hermione e qualche
Grifondoro, si intratteneva spesso con lei. Grace, oltre che piuttosto carina,
era molto brillante ed espansiva. Harry non era precisamente l’immagine della
loquacità e della sicurezza, soprattutto in compgnia di una ragazza, quindi si
faceva trascinare dall’esuberanza di Grace. Hermione non sapeva in che rapporti
fossero, ma nonostante questo non la sopportava. Ed era sicura che Grace non
sopportasse lei.
Grace si separò dal gruppetto
di amiche e diresse verso Harry, senza mai distogliere lo sguardo da Hermione.
Aveva uno strano sorriso, tra il compiaciuto e lo strafottente.
“Harry! Finalmente ti ho
trovato! Hai finito con quella ‘commissione’ di cui mi avevi parlato? Ora ti
puoi dedicare a me?” e sorridendo ad Hermione lo prese a braccetto.
Hermione non era sicura di
aver sentito bene.
Una COMMISSIONE?! Era così che Harry la considerava? Le aveva
concesso qualche minuto del suo tempo, ma in realtà non aspettava altro che lei
si togliesse di mezzo per occuparsi di Grace?!
Sentì le lacrime pungerle agli
angoli degli occhi, ma non voleva piangere davanti a loro, non poteva dar loro
questa soddisfazione.
Si limitò a guardare Harry,
quasi sperando che cacciasse via quella piccola intrigante attaccata al suo
braccio e tornasse il solito Harry, Harry che avrebbe fatto tutto per lei.
Ma non fu così.
Harry non la guardò negli
occhi neanche per un istante, ma con voce quasi impercettibile abbassò lo
sguardo.
“Continueremo un’altra volta,
Hermione. Ora devo andare”
Non si voltò a guardarla, nè
la salutò. Semplicemente, se ne andò.
Hermione restò ferma,
impalata, al freddo, lo sguado fisso nel punto in cui Harry era ormai sparito.
Non riusciva a piangere, tanto forte era la rabbia che provava. Harry non si
era mai comportato in questo modo con lei, non sapeva spiegarsi
quell’atteggiamento.
Pensò anche che prima di raccontargli
di lei e Ron, era il suo Harry di sempre, non sembrava affatto infastidito di
doverla incontrare...ma poi, appena era entrata nell’argomento, il suo sguardo
si era fatto di ghiaccio. E poi era arrivata Grace...
Hermione decise che doveva
capire cosa stava succedendo, e si avviò con passo deciso verso Hogsmeade,
intenzionata a scoprirlo.
Entrò da Madama Rosmerta, e
avvistò subito Grace ed Harry seduti ad un tavolo poco lontano. Le davano le
spalle, così si avvicinò a loro, poco convinta, ma consapevole di dover
chiarire ogni cosa con Harry al più presto.
Quando ormai era abbastanza
vicina da sentire quello che stavano dicendo, fece per attirare l’attenzione di
Harry, ma restò congelata appena si accorse che Grace stava parlando di lei.
“Oh, Harry, tu sei troppo
buono! Dovresti imparare a dirle di no, una buona volta! E chissà cosa aveva di
tanto importante da dirti...”
Hermione trattenne il respiro
e pensò che forse sarebbe stato meglio parlare con Harry in un altro momento.
Ma mentre si stava girando per fuggire, sentì distintamente la voce di Harry,
un tono più alto di quello che aveva usato Grace.
“Hai ragione...Vorrei solo
capisse che non può pretendere di correre da me appena ne ha bisogno...quei
tempi ormai sono passati”
“Probabilmente si è presa una
cotta per te!” e Grace rise , una risata cristallina e spietata.
Hermione si era girata verso
di loro, non si accorgeva nemmeno delle lacrime che le scendevano a fiumi, dei
singhiozzi che la scuotevano. Stava tremando dalla rabbia, ma era come se non fosse
realmente lì, se fosse solo l’ombra di se stessa proiettata nel peggiore
degli incubi.
Vide Harry voltarsi, e
guardarla fisso negli occhi. Lui sapeva che lei era lì, lo sapeva già da prima,
ne era sicura. Non riuscì ad interpretare quello sguardo. Sembrava ferito,
colpevole, ma anche estremamente distante.
Harry si voltò verso Grace.
“Forse è proprio così”
Harry dopo aver parlato guardò
ancora Hermione, quasi a volersi assicurare dell’effetto delle sue parole.
Hermione restò paralizzata per
qualche istante, totalmente smarrita.
Gli lanciò un’occhiata carica
d’odio e corse via, alla cieca.
Quello che Hermione non vide
fu Harry alzarsi di scatto per cercare di rincorrerla.
Lui stesso non capiva perchè
avesse pronunciato quelle parole, lui non voleva ferirla. Ma l’aveva appena
fatto, e di proposito.
Grace gli afferrò un braccio.
“Ormai è andata, in quello
stato sarebbe totalmente inutile cercare di avvicinarla. Resta qui con me, ci
stavamo divertendo” gli disse sorridendo.
Harry si divincolò con violenza
dalla presa.
“Lasciami in pace”
E se ne andò assestando un
poderoso calcio alla sedia, prima di
sbattere la porta e sparire.
*****