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Prologo
Che
niente fosse immutabile e fisso, era una questione che chiunque, sano
di mente, doveva necessariamente accettare.
Era - purtroppo - impossibile
far attecchire la stessa consapevolezza nelle menti dei due personaggi
più in vista di tutta Hogwarts.
Il
Salvatore del Mondo Magico aveva impiegato un'eternità a
constatare che
la piccola, timida ed innocente Ginevra Molly Weasley era ormai diversa
nei lineamenti, nelle forme e nello spirito, e, quando finalmente aveva
realizzato quanto quella trasformazione fosse irreversibile, gli era
servita l'euforia di una vittoria a Quidditch per esternare la gioia per
quell'inattesa scoperta.
Ronald - The King - Weasley, dall'alto della sua varietà di sentimenti
di un cucchiaino,
era naturalmente immune alla percezione delle soavi sfumature della
realtà che lo circondava, cosicchè nessuno si
aspettava da lui niente
di lontanamente simile all'accettazione più o meno
volontaria di
variazioni del suo ordine
personale delle cose: nel suo mondo Harry Potter era
forse l'unica costante, assieme al Quidditch - e quindi Harry - e
al timore reverenziale nei confronti dei suoi fratelli - che avrebbe potuto emulare solo
assomigliando ad Harry in tutto e per tutto.
A
molti, memori delle loro litigate e delle intense battaglie di
frecciate sagaci ed implacabili, era sembrato piuttosto strano che
Ronald Bilius Weasley ed Hermione Jean Granger fossero fatti l'uno per
l'altra, ma erano stati puntualmente smentiti dal loro affiatamento
dell'ultimo biennio, che, agli occhi dei più maliziosi,
andava molto
oltre la complicità emotiva e psicologica. In
realtà, i più maligni
vociferavano addirittura che Ron compensasse il dislivello
intellettuale tra lui e la sua compagna con memorabili prestazioni
sessuali, al cui pensiero Lavanda Brown si mangiava freneticamente e
rabbiosamente le mani.
Del resto, se la metà dei suddetti 'maligni'
avesse parlato un po' meno a sproposito e con maggior cognizione di
causa, ci sarebbero state meno leggende sul potenziale erotico del Re,
e qualche spiegazione in più al ritorno ad Hogwarts
dell'unica ragazza
del Trio delle Meraviglie.
Quello era
stato il primo duro colpo alla Teoria
dell'Immutabilità di
Ron ed Harry, perchè, se c'era una sola cosa che i tre
davano per
scontata, era che il Trio era indivisibile e destinato a grandi
avventure fuori e dentro da Hogwarts. Se il destino di Harry James
Potter era quello di diventare Auror honoris causa, senza
il noioso e faticoso iter che passava attraverso M.A.G.O. e tirocinio,
quello doveva necessariamente
essere
anche il destino dei suoi due degni compari, altrettanto meritevoli di
un avviamento al lavoro più rapido del normale. Chi, del
resto, avrebbe
avuto da ridire sull'avanzamento di carriera di tre maghi che avevano
per sette lunghi anni messo a repentaglio la propria vita in nome della
salvezza del mondo magico? In effetti, nessuno.
Fu una sorpresa per parecchi, al Ministero, festeggiare con brindisi e
banchetti l'assunzione immediata di uno solo dei tre eroi.
Se
Harry aveva salutato l'affrancamento dai Dursley - ed il contemporaneo
coronamento del sogno di una vita - senza alcuna riserva e, anzi, con
immensa determinazione, non si poteva dire lo stesso di Ron ed Hermione.
Se
Hermione aveva rifiutato senza indugio l'offerta di abbandonare
Hogwarts senza prima completare il suo piano di studi - offerta sacrilega
ed indegna di qualsiasi considerazione -, Ron aveva accarezzato a lungo
la soave idea di non allontanarsi dall'ala protettiva di Harry Potter,
rimanendogli accanto nel
bene e nel male, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, in
ricchezza e in povertà, ma
aveva scelto di dare una mano dove c'era più bisogno di lui,
e quindi
di sostituire in qualche modo la ben più lieta presenza di
Fred ai Tiri
Vispi Weasley. Se George inizialmente aveva insistito perchè
seguisse
la sua ben più alta aspirazione, si era altrettanto
velocemente arreso
al volere dell'intera famiglia rosso fuoco, ed aveva accolto l'aiuto
del fratello più bistrattato - secondo in derisioni solo a
'Perfetto'
Percy - con somma gioia e gratitudine, che ritenne opportuno dimostrare
accogliendo il nuovo collega con l'offerta di Pasticche Vomitose
mascherate da ben più innocue Gelatine Tuttigusti+1.
In realtà, Harry Potter si rese conto ben presto di aver
scelto l'occupazione più noiosa fra le tre.
I Mangiamorte sopravvissuti erano stati catturati e già
condannati alle pene che meritavano - e quasi nessuno aveva avuto il
coraggio o la forza di ribellarsi - e non si registravano
attività
oscure di alcuna entità, se si escludevano scherzi
più o meno di
cattivo gusto a Babbani creduloni; sembrava che la sconfitta di
Voldemort avesse azzerato l'intraprendenza di ogni sorta di
malintenzionato e le pattuglie di Auror si limitavano ad essere
convocate come forze
dell'ordine per
eventi sportivi e culturali di una certa rilevanza, o come scorte
personali per personaggi eminenti del mondo magico. In definitiva, il
Regno Unito, epurato da Voldemort, era una noia
totale.
Al
contrario, i Tiri Vispi Weasley registravano incassi da record, in un
periodo dove l'unico bisogno dichiarato di ogni mago era quello di
festeggiare per tornare
alla vita.
Chi aveva partecipato più o meno attivamente alla Guerra,
chi aveva
subito o meno perdite in famiglia o tra gli amici, si riuniva
spontaneamente ed incontrollabilmente in luoghi pubblici e non, ed era
altrettanto naturale unire i calici ed i boccali di Burrobirra in
brindisi gioiosi ed assordanti, così come era già
successo diciassette
anni prima, ma in modo immensamente amplificato.
Ed
a Hogwarts... a
Hogwarts, come al solito, non ci si annoiava mai. Se Hermione pensava
di rifugiarsi nella sua amata Biblioteca per soffocare la tristezza per
il distacco dai suoi due più cari amici - tre, contando
anche Ginny -
si sbagliava come mai era successo nella sua avventurosa ed acculturata
vita. Perchè neanche il permesso speciale scritto di pugno
dalla
Preside McGranitt che la autorizzava ad usufruire a proprio piacimento
di ogni tomo del Reparto Proibito, neanche il ruolo di Caposcuola, che
agognava sin dal suo primo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria,
nemmeno la possibilità di raccogliere il testimone che era
stato prima
di Harry e poi di Neville a capo dell'ES - associazione mantenuta in
onore del vecchio Preside - erano gratificazioni che potevano anche
lontanamente competere con il passatempo che si sarebbe scelta nel giro
di pochi mesi.
Passatempo
che non avrebbe potuto discostarsi maggiormente dalla Teoria
dell'Immutabilità.
Oh,
e certamente Harry e Ron non potevano in alcun modo biasimarla per
quell'imperdonabile
infrazione alla Legge di Vita che avevano scelto per sè.
Perchè
erano stati proprio loro a
coinvolgerla.
E
proprio loro avevano posto le basi per una mutazione di proporzioni più
che epiche.
***
Grazie
a chi è arrivato fin qui. :)
Effebì
Mi trovate... qui
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