Signed Noir
Un giorno di primavera. La stagione dell’arte, il perfetto
connubio tra dolci tinte pastello, profumi e forme floreali.
Sai amava,
anche senza rendersene conto, la primavera. Oltremodo
s’invaghiva dei ciliegi in fiore d’inizio Aprile
che, con boccoli rosei pendenti dai rami, gli si prospettavano davanti
in un piacevole paesaggio idilliaco.
Socchiuse
gli occhi ammorbidendo il sorriso prestampato e si accomodò
sul piccolo sgabello di fronte alla tela ancora immacolata.
Una lieve
brezza si alzò facendo frusciare l’erba e le alte
fronde degli alberi.
Bagnò
il pennello nell’unica tinta a disposizione: nero lucido.
La
primavera gli ricordava una persona che poteva esserne
l’incarnazione, non per la bellezza certo, ma per i suoi
colori, sì, le assomigliava di molto.
“Sakura!”
Chiamò la ragazza rimasta indietro a osservare
chissà cosa.
Arrivò
con una corsetta, chinandosi di poco per posare una mano sulla
spalla dell'amico.
“Che
c’è?” Né troppa cortesia, ma
nemmeno sgarbo nella sua voce.
Sai la
guardò sorridendo, mentre lei restava perplessa ad osservare
la tela perfettamente bianca.
Verdissimi
occhi come prati e rosa capelli come boccioli di ciliegio. Il suo viso
raccontava proprio della primavera in fiore.
“Guarda.”
Mormorò il ragazzo iniziando a dipingere.
“Questa
sei tu.” Disegnò un ovale nero nella parte
superiore del quadro.
Sakura
sorrise lieve. “E così tu mi vedi in questo
modo?”
“Questo
invece sono io.” Abbozzò un'altra figura identica
alla prima poco più distante, ma sulla stessa linea
orizzontale.
“Ah,
ok.” La ragazza assentì sempre più
divertita.
“Questo,”
Sai tracciò una lunga e spessa linea verticale proprio tra i
due ovali. “è Naruto.”
“Quindi
ricapitolando, secondo te, noi siamo due palline.” Rise
Sakura, sbattendo un paio di volte la mano sopra la spalla di Sai a
mo’ di pacca.
“Due
palle.” Corresse rapido.
“Mentre
Naruto è una lunga asta.” Ridacchiò
ancora, senza riuscire a trattenersi.
“Un
fallo, per l’esattezza.” Replicò pignolo.
“È
un po’ squallido vedere il nostro team in questo
modo.” Commentò seria, resasi improvvisamente
conto di ciò che raffigurava l'immagine.
“Ma
hai tenuto conto della visione d’insieme?”
“Certo.
Cosa credi che sia stupida e non mi accorga di quello che
rappresenti?”
“No,
non volevo dire questo, è solo che è molto
stilizzato.”
“Sai
hai sbagliato tutto, ma proprio tutto.”Addolcì la
voce in un tenero tono materno. Senza alcuna malizia si sedette sulle
gambe dell'amico che provò un lieve senso
d’imbarazzo, subito riassopito.
“Osserva.”
Passò un dito sopra alla lunga linea rappresentante Naruto,
raccogliendo così sull’indice un grumo di fresca
tempera nera.
“Questo
ti sembra forse il nostro Naruto?”Domandò,
voltandosi in modo da poterlo guardare in volto.
Sai si
scostò di lato, trattenendo la ragazza per un fianco,
così da osservare meglio il dito tinto.
“No.
Cioè, stando alla visione d’insieme quello adesso
dovrebbe essere del seme.” Posò le iridi
d’onice su Sakura in attesa del suo parere.
“Sì,
per l’appunto, potrebbe essere quello.”
Sussurrò lei guardando contrariata la punta del dito, poi si
rivolse di nuovo al compagno. “Comunque sia, era per
dimostrarti che hai sbagliato tutto. Questo non è Naruto e
soprattutto noi due non siamo due palle al piede.”
Borbottò corrucciando le sottili sopracciglia rosa.
Sai la
guardò divertito. Vederla così imbronciata lo
faceva sorridere sincero.
“Quello
che voglio dire” Continuò, tornando a osservare il
dipinto. “è che in realtà nel tuo
quadro che dovrebbe rappresentarci non c’è visione
d’insieme, manca completamente.”
“A
me sembra che invece i tre componenti vadano a formare una nuova
figura, la quale è la visione
d’insieme.” Ribadì Sai con espressione
gioviale.
“Sì,
ma non è una vera visione d’insieme. È
la tua visione d’insieme. Non capisci? Quello rappresentato
lì è il tuo punto fisso, cioè il
pisello.” Sakura affilò lo sguardo nel pronunciare
l’ultima parola, stizzita per aver dovuto usare quel
termine.
Sai rimase
per qualche minuto pensieroso, poi convinto dalle parole della
giovane tentò una sua ipotesi.
“Secondo
questo criterio, se tu o Naruto disegnaste il nostro trio con la vostra
visione d’insieme ne uscirebbe qualcosa di simile a
Sas’ke. Giusto?”
“Io,
be'… io non credo sia proprio così.”
Sakura s’incupì lievemente. “Ma se
teniamo conto che tu hai disegnato il tuo pallino, allora
sì, io e Naruto avremmo disegnato Sas’ke
perché è lui il nostro punto fisso.”
La ragazza
scosse il capo per distogliersi da certi pensieri, andando
così a solleticare il naso di Sai con i soffici capelli.
“Sai
caro, vuoi vedere la vera visione d’insieme?”
Domandò nuovamente ironica e briosa.
“Sì.”
Con un
rapido gesto strappò via la tela per ricominciare da quella
nuova al di sotto.
“Ma
che fai?” Si allarmò il ragazzo osservando
sconsolato il suo dipinto allontanarsi sospinto dalla brezza.
“Stai
fermo!” Berciò lei, irritata, facendosi
più pesante sulle gambe di Sai per tenerlo seduto, dato che
l'artista era ovviamente intenzionato ad alzarsi per recuperare la tela.
“Guarda
un po’ qui.” Sakura attirò la sua
attenzione, intingendo il pennello nella densa vernice e disegnando due
grandi ovali vicini tra loro al centro del foglio.
“Questi
siamo noi.”
“Ma
assomiglia... ”
“Zitto.”
Lo ammutolì secca lei. Disegnò infine un
semicerchio sotto i due ovali con gli estremi rivolti verso
l’alto.
“Questo
è Naruto.” Indicò la linea curva.
“Lui è un bel sorriso.”
Rifletté con dolcezza.
“Ma
perché non potrei essere io? Sono io quello che sorride
più di tutti.” Chiese Sai candidamente.
“Ma
perché i tuoi sono tutti falsi!” Gli
rimproverò Sakura trattenendosi dall’aggiungere un
—
idiota! —
come conclusione alla frase.
“Noi
come vedi,” Continuò, schiarendosi la voce e
indicando i due ovali. “siamo i due occhi che dovranno
vegliare su Naruto.”
“Ah,
quindi non siamo due palle al piede?”
“Assolutamente
no.” Negò la ninja con decisione.
Socchiuse
gli occhi portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli
smossa dal vento. Un’aria frizzante carica di profumi le
riempiva piacevolmente il respiro. Si voltò verso il cielo
privo di nuvole e di un azzurro così intenso da abbagliare,
poi tornò a fissare la tela.
“È
una faccina sorridente la tua visione d’insieme, Sakura.
È bella.” Disse Sai sorridendo. “Molto
più della mia.”
Sakura
annuì distratta. L'immagine sembrava completa, eppure
incominciò a pensare che qualcosa mancasse. Posò
lo sguardo sul dito ancora tinto di fresco colore nero.
Sì, aveva capito. Ecco cosa mancava.
Tracciò
con l’indice colorato una sottile linea tremolante che
partiva dall’occhio destro della figura fino a sfiorare il
semicerchio del sorriso. Una lacrima.
“Il
seme?” Domandò Sai incuriosito.
“Sas’ke.
Il seme del male. Male inteso come mia sofferenza interiore e
personale.” Mormorò Sakura soffermandosi su ogni
singola parola, pesante fitta del cuore.
Sai rimase
in silenzio. Desiderava forse consolarla, ma non ne immaginava il modo.
“Sakura.”
Provò a chiamarla.
“Dimmi
tutto.” Sussurrò lei.
“Sei
sicura di non preferire la mia visione d’insieme? Almeno
lì Sas’ke rappresentava il seme
dell’amore.”
Sorrise
piano Sakura.
Sorriso
carico d'assenso.
Fin
Angolino Autrice:
Prima fanfic che scrivo. Chissà com’è
venuta… O__o
Un commentino fa sempre
tanto piacere, ma grazie mille anche a chi legge soltanto!
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