Calmati,
Teresa. Calmati. Inutile,
per quante volte me lo ripetessi non riuscivo a calmarmi. Era il mio primo
giorno da capo della settima squadra del C.B.I. Come facevo a calmarmi? Non
potevo. Non
potevo per troppe ragioni. Prima
tra tutte: Le regole. Per
essere il capo avevo dovuto rompere con il mio uomo, ora mio sottoposto. Certo
dovevo ammettere che era solo una scusa, in fondo da quanto avrei voluto
lasciarlo? Tanto, tanto tempo. La prima
ragione quindi non era importante. La seconda si.
L'imbarazzo. Come
potevo dargli ordini? Solitamente era lui a darli a me, a casa, quando... Era
lui a darli a me. Punto. Meglio non addentrarsi in particolari imbarazzanti. Il
ticchettio dei tacchi delle mie décolleté rimbombava negli uffici vuoti. Tac tac
tac. Arrivare con due ore d'anticipo era una cosa che solo io potevo fare. Però
volevo rivedere, per la ventesima volta?, le scartoffie lasciate dall'agente
capo prima di me. Agente che ovviamente io non avevo conosciuto. E questo
era forse l'unico punto positivo. Non avendola conosciuta non potevo paragonarmi
a lei. Il
trasferimento da una squadra ad un'altra nel complesso non aveva portato nulla
di drammatico. Più o meno. Mark mi
odiava. Amen. Kimball
mi metteva ansia. Potevo
superarlo. Wayne
era talvolta imbarazzante. Bastava
ignorarlo. Ah,
c'era anche la storia del consulente che sarebbe dovuto arrivare la settimana
successiva. Ricordavo le parole di Virgil, quando mi aveva accolta come capo.
Teresa ho la piena fiducia in te, questo lo sai. Ma il tuo team si occupa del
caso di John il Rosso e non voglio lo prendiate alla leggera. Inoltre ho
pensato, essendo un caso complesso e tu molto giovane, di affiancare al vostro
team un consulente. È un uomo che conosce bene John, nonostante non lo abbia mai
incontrato. Con lui evita di informarti della sua vita privata. Se vorrà te ne
parlerà.
Bene, un tipo particolare era tutto
ciò di cui avevo bisogno. Mi chiusi nel mio ufficio, guardandomi intorno. La
stanza mi era praticamente sconosciuta. L'avevo vista la sera prima quando avevo
conosciuto il mio team e sistemato le mie cose. Poche cose. Giusto una foto che
ritrae i miei fratelli e un regalo del mio fratellino Tommy. In realtà il
pacchetto. Conteneva un ciondolo che io avevo abilmente perso nel trasloco da
casa mia a quella di Mark. Un anno prima. Inutile dire che avevo fatto bene a non vendere la mia vecchia abitazione. Sedetti alla scrivania e iniziai a
compilare tutti i documenti arretrati del vecchio capo e a dividere i rapporti
da consegnare tra i miei sottoposti.
Due ore dopo arrivò il mio incubo.
Eccomi qui con questa nuova Long Fiction :)
volevo ringraziarvi delle recensioni a "Cosa porta la morte" e spero di avervi incuriosite almeno un pochino :) |