“Non
fa per te...”
“La
vedremo!”
Adrien
marciava a grandi passi verso il Covo dei Dannati mentre Gabriele gli
ciondolava dietro svogliatamente. Quando l'esorcista si fermò,
vide il dubbio nei suoi occhi. “Non so neppure dove sia...”
“Continua
dritto” mormorò spingendolo verso il quartiere “ma
stai facendo una grande...”
“Cazzata?
Sono una specialista!”
“Eh,
più o meno...” mormorò con le mani affondate
nelle tasche. “Lascia fare a me. Ho l'asso nella manica”
ridacchiò sfoderando il fucile “se provano a fermarci,
li facciamo secchi tutti quanti!”
“Ma
sei davvero un Arcangelo o ti hanno reclutato in qualche manicomio
criminale?” domandò con le palpebre strette.
Gabriele
scoppiò a ridere e continuò finché non arrivò
alla porta del club ancora chiusa. “Ora guarda come si
risolvono i problemi in Paradiso.”
-
- -
Amitiele
affondava le dita nelle lenzuola, mentre Lucifero le usava su di lei.
Non aveva ancora ceduto e la volontà di farlo era sempre più
forte. Non le aveva strappato un gemito, sembrava un film muto che si
svolgeva al rallentatore. Spazientito dalla sua indecisione, strinse
la schiena contro il torace e affondò le mani fra i capelli,
scoprendole il collo. Lo mordicchiò, Amitiele trasalì e
le labbra si aprirono di qualche millimetro. Scese sul seno
tormentandolo finché non arrivò al pube dove affondò
con decisione.
Amitiele
gemette all'improvviso e un ghigno si disegnò sulle labbra
perfette di Lucifero. “Cedi...”
Era
troppo, saliva troppo velocemente. Era incontrollabile! “Aspetta...
parliamone... un secondo...”
“Sei
nella mia posizione preferita, sta attenta...” ridacchiò
nel suo orecchio “molte cose che si raccontano di me sono
vere...”
La
sua volontà era assottigliata, non poteva più tenerlo a
bada! Proprio un quel momento, Lu la voltò verso di se e la
baciò affondandole la lingua fra le labbra. Amitiele gemette e
chiuse gli occhi sentendo il cuore scoppiare. Quello era un bacio? Se
faceva sempre quell'effetto, capiva perché fosse così
diffuso fra gli umani. Si accorse di ricambiarlo quando le braccia lo
strinsero al collo e i gemiti si diffusero nell'aria. La lingua le
lambiva l'interno della bocca scontrandosi con la sua. Ne seguì
i movimenti non sapendo cosa fare di quella massa carnosa. In TV non
veniva spiegato. Gabriele non l'aveva baciata così.
Quell'imbecille...
Lu
si staccò, contemplò gli effetti e tornò a
baciarla. Le sollevò la gamba sinistra e la portò
dietro la schiena. Amitiele seguì il movimento anche con
l'altra. Così era più comodo...
Doveva
essere lei a chiederglielo. Un patto era un patto. Nessuno veniva mai
meno ad un patto. Neppure il Diavolo. “Ti sento...”
bisbigliò strappandola dal mondo sordo e confuso che la
circondava “di sì...”
“Spostati.”
Adrien
si fece rapidamente da parte. Gabriele era sempre più nero a
mano a mano che salivano verso l'Attico. “Giuro che le strappo
le piume una ad una...” sibilò sfondando la porta e
entrando trionfante nel covo di Lucifero. “Allora, la finiamo
di fare le zozzate?!”
Adrien
sporse appena la testa sentendo quelle parole. Quando vide Amitiele
avvinta fra le braccia della creatura più meravigliosa su cui
avesse posato lo sguardo, si sentì insignificante.
Ma
anche lei aveva ceduto ad uno di loro. Incrociò
lo sguardo dell'Arcangelo tentato e stirò le labbra,
rassegnato.
Amitiele
lo vide e di fronte quello sguardo, si vergognò. Ascoltò
le parole di Gabriele e arrossì rendendosi conto fin dove era
arrivata.
Lucifero
la teneva saldamente inchiodata sotto di se, ma dovette allentare la
presa quando Gabriele gli puntò il fucile sotto il mento.
“Lasciala andare! Ora!”
Un'inspiegabile
fiotto di felicità rischiarò il volto di Amitiele. Si
era sentita persa e abbandonata, ma un'improvviso affetto le avvolse
il cuore, quando vide il cipiglio feroce e preoccupato di Gabriele.
Peccato che lo sguardo che le rivolse fu di disappunto. Senza badare
alla forma e al fatto che fosse nuda, gli volò in braccio e
Gabriele la nascose dietro di se. “Dopo facciamo i conti”
sussurrò a bassa voce.
Amitiele
lo strinse più forte e la forza che emanava la tranquillizzò
e sentì di nuovo il cuore farsi puro e libero. “Grazie...”
sussurrò chiudendo gli occhi, inebriata.
“Porta
via Adrien.”
Amitiele
si voltò verso di lui e al tempo stesso, l'esorcista girò
lo sguardo altrove. “Non dovresti essere qui!” bisbigliò
andandogli incontro.
“Non
potevo lasciarti con lui” sussurrò togliendosi la giacca
e porgendogliela.
Che
doveva farci? Amitiele osservò il tessuto con una smorfia. Oh,
beh. Lei non guardava molto al fattore nudità, in quel
momento. Aveva superato la prova più difficile della sua
intera esistenza.
“Non
hai vinto” sghignazzò Gabriele divertito “in che
lingua preferisci il 'pappappero'?!”
“Un
patto è un patto” rispose pacato. Incrociò lo
sguardo di Amitiele e la fissò per un lunghissimo istante.
“Parliamo
di questo” borbottò tirando fuori la pergamena.
“Rivoglio la sua anima.”
Lucifero
lo guardò appena. “Ha firmato il contratto di sua
spontanea volontà.”
“L'ha
firmato per ovviare l'inganno del tuo adepto ed esso non ha mantenuto
l'impegno preso.”
“Cavilli”
ribatté sventolando una mano. “Non mi riguarda.”
“Ti
stacco la testa dal collo. Ti riguarda” lo minacciò e ad
Adrien sembrò che diventasse molto più grande e
brillante.
Lucifero
restò a guardarlo per nulla impressionato. “Non hai il
permesso per combattere contro di me.”
“Hai
perso un passaggio. Sono famoso per fare quello che mi pare, quando
mi pare e nel metodo che ritengo più appropriato!”
dichiarò caricando l'arma. “Sciogli il contratto.”
“Devi
darmi qualcosa in cambio.” Lucifero spostò lo sguardo
crepuscolare su Amitiele. L'Arcangelo si sentì indebolita. La
sua forza di volontà faceva veramente schifo. “Va bene,
mi sacrifico io” mormorò staccandosi da Adrien “la
mia anima in cambio della sua.”
Gabriele
la fulminò con lo sguardo e Adrien udì distintamente un
battito d'ali furioso. “No! No, non devi, non per me!”
esclamò andandole dietro. “No, Ami!” l'afferrò
per il polso, delicatamente e Amitiele si fermò e gli rivolse
un sorriso solare che lo riempì di amore.
“Libero
arbitrio” sussurrò sempre sorridendo. “Posso
scegliere.”
“Non
devi farlo per me!”
Il
contratto bruciò lentamente e fluttuò davanti ai due.
Amitiele sorrise di nuovo e alzò le spalle con espressione
birichina “ti voglio bene, Adrien.”
“Hai
scelto” mormorò Gabriele con una strana espressione “hai
scelto di salvare lui e condannare te stessa alla dannazione
eterna...”
“E
che vuoi farci... te l'ho detto, non si sta poi tanto male qui...”
mormorò avvicinandosi a lui “addio, Fratello.”
Gabriele
la guardò negli occhi e sorrise all'improvviso “ma quale
addio, cretinetta!” ridacchiò “brava, hai superato
la prova!”
“La
prova? Ma non era...” indicò Lucifero che andava
lentamente infuriandosi.
“Mi
avete raggirato...” sibilò scurendosi “avete
ingannato il Diavolo!”
“Tu
lo fai da migliaia di anni, che ti aspettavi?!” ridacchiò
prendendo Amitiele per la vita e stringendola a se.
“La
prova non mi riguarda. La sua anima in cambio di quella
dell'esorcista” insistette sempre più cupo. “Ha
accettato ed essa ora è mia!”
“E'
qui che ti sbagli!” esclamò sventolando un dito in aria.
“Non vedo fogli vergati con sangue... dove sono?” domandò
sarcastico “perdi colpi, Vecchio Caprone!”
“Via
di qui!” sibilò furioso “sconterai tutto questo al
momento giusto, Angelo!”
“Vabbè,
vabbè...” soffiò alzando gli occhi al Cielo
“Addio, Lu! Non rosicare troppo!”
Adrien
aveva seguito lo scambio di battute ma non era riuscito a
raccapezzarsi che stesse avvenendo davvero una conversazione del
genere. Avrebbero dovuto riscrivere i trattati demonologici.
Amitiele
le guardò: aveva una strana espressione, sembrava sofferente.
“Adrien...”
L'uomo
alzò lo sguardo quando vide la mano tesa. Risplendeva di luce.
Era bellissima...
“Vieni
con me...”
Annuì,
imbambolato e le prese la mano.
-
- -
“Come
va?”
“Bene...
non noto differenze...” mormorò guardandosi addosso
“dove siamo?”
“Un
posto qualsiasi della terra” spiegò sdraiandosi
sull'erba. “Bello, vero?”
Adrien
annuì e la guardò, piuttosto triste “tornerai in
Cielo?”
“Il
mio mandato non è ancora scaduto” esclamò
balzando di nuovo a sedere “tu cosa farai?”
Adrien
scosse la testa e alzò le spalle “quello che faccio
sempre, combattere dannati.”
“Non
mettere mai più piede nel Covo. Promettimelo!”
“Promesso”
sussurrò e la guardò negli occhi “non ci vedremo
mai più?”
Amitiele
stirò le labbra e scosse la testa “la città è
grande... magari un giorno, in qualche vicolo...” gli prese le
mani e le strinse nelle sue “hai visto? Dio non ti abbandonato.
Non lo fa mai.”
L'esorcista
trovò la forza di fare una smorfia “ho l'impressione che
sia stata tutta una pensata di Gabriele...”
“Oh,
no! Non può farlo senza autorizzazione!”
Adrien
pensò che neppure Dio in persona sarebbe stato in grado di
fermare Gabriele. “Sicura, eh?”
-
- -
Gabriele
si insaccò nelle spalle mentre ascoltava i rimproveri e le
punizioni a cui stava per andare incontro. “Ho preso due
piccioni con una fava! Ho riportato Amitiele sulla retta via e ho
reso l'anima a quel poveraccio!” esclamò tentando di
difendersi “non ho rispettato proprio le regole...”
“LE
HAI INFRANTE TUTTE!”
“Ma
il risultato è stato raggiunto...” bisbigliò
facendosi minuscolo “quanti secoli di Purgatorio mi toccano,
stavolta?”
Un
mese dopo
“Cosa
dovrei fare io?!” Amitiele li guardò come se fossero
impazziti. Ma impazziti di brutto. Grattò la cute sotto i
capelli e sistemò gli occhialini sul naso “volete
formare un'Associazione?”
“No,
bellezza” grugnì Olaf sgomitato immediatamente da Adrien
“l'Associazione già esiste...”
“Vorremmo
che tu ne facessi parte” concluse l'esorcista a bassa voce.
“Non ha senso combattere separati per la medesima causa.”
“Eh
già, il culo ce lo facciamo doppio!”
“Zitto!”
sibilò imbarazzato. “Pensaci su.”
Amitiele
dondolò sulle gambe un paio di volte “ok... devo
chiedere l'autorizzazione...”
“A
chi? Alla mammina?” domandò il gigantesco Olaf
accendendosi un sigaro.
“A
Paparino” ribatté indicando con un dito il Cielo.
L'uomo
si strozzò col fumo e tossì mentre Amitiele sorrideva.
Adrien restò incantato a guardarla. Era sempre più
bella. E intoccabile.
“Ti
faccio sapere” mormorò strizzando l'occhio sotto le
lenti. Fece un cenno di saluto con la mano e Adrien restò
impalato a guardarla.
“Si
vede...”
“Cosa?”
“Che
le sbavi appresso...” borbottò col sigaro fra i denti
“c'è speranza?”
“No.
E' un Arcangelo. Non c'è speranza.”
“Allora
smetti di farti le seghe pensando a lei” esclamò
travolgendolo con una divertita pacca sulle spalle “andiamo a
farci una birra.”
Però
sarebbe carino lavorare con quei due. Olaf la faceva ridere ed
Adrien era semplicemente adorabile. Quando un lampo fendette il cielo
e lo illuminò, Amitiele si arrestò, improvvisamente
seriosa. Alzò la testa: il cielo era coperto e minacciava
pioggia. Di nuovo. L'espressione si fece preoccupata, un po'
persa. Svoltò un angolo e si bloccò, nascondendosi
dietro il muro. Le labbra si ammorbidirono e il resto di lei... beh,
era la reazione di sempre, no? Si allontanò verso la strada.
La stava seguendo. Corse per un breve tratto, ma era sempre dietro di
lei. O davanti a lei. O su di lei, pensò alzando la
testa col fiato grosso che la faceva ansimare. “Ciao, Lu...”
Salivazione azzerata, battito cardiaco accelerato. Il solito.
Amitiele si appoggiò al
primo muro che trovò e si ricompose, come se non fosse
accaduto nulla.
Succedeva da un mese.
Succedeva in tutte le
giornate di pioggia.
To
be continued...
Grazie
per avermi seguito fin qui!
Alla
prossima!
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