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Autore: Nemeryal
Fandom: Star Trek: The
Original Series
Titolo: A Little, Tiny
Vulcan Problem
Personaggi: Christine Chapel, Hikaru Sulu, James Tiberius Kirk, Leonard “Bones”
McCoy, Montgomery “Scotty” Scott, Nyota Uhura, Pavel Chekov, Spock
Genere: Demenziale, Comico,
Parodia
Avvertimenti:
What..if?
Note: Questa Long Fiction è
nata da una recensione di Persefone
Fuxia alla mia OneShot “Ten Songs
Challenge: Kirk/Spock”, in particolare alla Numero 9: Maledetto Raggio! Che aveva come sottofondo la canzone “Beautiful Boy” di Jhon Lennon. Vedi? Eccola la Long XD E’ da tempo considerevole che
non mi do più al sano demenziale. Spero di non aver perso la mano XP
Ci tengo a precisare che questo NON E’ UN PLAGIO ALLA FAN FICTION DI GFPENTIUM
“GIOCHI DI BIMBA” [STAR TREK: VOYAGER]. PER QUANTO ANCHE QUESTA PRESENTI UN
MEMBRO DELL’EQUIPAGGIO RIDOTTO AD UN INFANTE, QUESTA E’ L’UNICA COSA CHE LE DUE
FIC AVRANNO IN COMUNE!
Dedica: A Silentsky e a Pimplemi_chan. Le mie due
compagne di avventura a bordo della nostra personale Enterprise, e a Persefone Fuxia che mi ha dato l’idea
XP
A Little, Tiny Vulcan Problem!
Prologo,
ovvero: James Tiberius Kirk è un uomo molto, ma molto paziente.
Definire James Tiberius Kirk un uomo
“paziente” era come dire che gli Andoriani avevano la pelle di una leggera tinta bluastra e che la faccia
del Tellariti ricordava vagamente il
muso di un grosso e grasso porcello grufolante.
Ad essere precisi, definire James
Tiberius Kirk un uomo “paziente” era una grande, mostruosa, galattica, universale,
incalcolabile, ridicola, stupefacente, incredibile, impensabile, indicibile,
astronomica, assurda, massima ca..volata.
James Tiberius Kirk, Capitano della
USS Enterprise, acchiappa-esemplari-alieni-e-non-di-sesso-femminile di
prim’ordine, nel Guinness Galaxy Record per il maggior numero di donne sedotte
e abbandonate, con un discreto petto e girovita, candidato al premio per il
Maggior Numero di Vestiti/Divise Lacerati/e –premio soffiatogli via all’ultimo secondo da un tizio verde di nome
Hulk, proveniente dal quadrante “Marvel”- e vincitore del Growly Awards per la
vocale tenuta più a lungo in un “Urlo di furia, premonitore di vendetta” era
l’apoteosi, l’apice della pazienza! Era la pazienza per antonomasia! Negli
archivi di Starfleet sotto il termine
“paziente” era riportata la sua gigantografia! (Gigantografia che lo presentava
in versione gangster, con un ghigno secsi
e poco raccomandabile sul viso da birbante pluridecorato, e che era stata tolta
a causa del frequente numero di donne ricoverate nelle Infermerie di tutta la
Galassia per una pesante forma di epistassi. I casi più gravi dovevano essere
risolti grazie all’unione di forze –e lauree- di un oftalmologo e di un
cardiologo)
James Tiberius Kirk aveva affrontato
di tutto: viaggi nel tempo, Klingon, Romulani, Klingon, spiriti killer del XIX
secolo, Klingon, parassiti dai nomi impronunciabili, Klingon, Vulcaniani in
amore, Klingon, sbuffi di vapore senzienti, Klingon, alieni che si fingevano
alieni ritardati, ma che in realtà erano alieni avanzati, simili agli sbuffi
alieni di vapore senzienti, Klingon, lucertoloni, Klingon, Matusalemmi..li ho
già detti i Klingon?
Insomma, James Tiberius Kirk era uno
che di cose, nella vita, ne aveva viste, ma in quel momento, in quel
particolare frangente, non sapeva più a che santo votarsi.
A dire il vero, aveva anche pensato di
rivolgersi a qualche divinità, ma poi ci aveva seriamente ripensato.
Aveva un rapporto abbastanza..conflittuale con le divinità, diciamo
così. Con quelle greche soprattutto. In effetti, non è che andasse molto
d’accordo con quella particolare stirpe della Terra e relativi discendenti: non
li considerava come dei filosofi mangia pane con le olive a tradimento, ma
quasi. Quando stai per essere distrutto da un tizio esagitato che dice di
chiamarsi Apollo e degli strambi togati che si definiscono “Figli di Platone”
ti usano come cavallino della Chicco, te la leghi al dito.
Forse non arriverai a bombardare i
loro due pianeti con i Siluri Fotonici, ma di certo giocare con il modellino in
scala della Enterprise e fingere di fare a pezzi due pianetucoli –a caso- perché ivi vi sono nascosti dei
perfidi terroristi Klingon e non c’è altra soluzione, quel senso di potere e
soddisfazione te la da eccome!
Comunque.
La situazione per James Tiberius Kirk
era critica.
Molto, ma molto critica, anche per un
uomo paziente come lui.
…vi ricordate i Klingon, vero? Bravi.
Era una delle situazioni peggiori in cui si
fosse mai trovato e il suo fidato medico di campagna, Leonard McCoy,
amabilmente soprannominato “Bones” dai suoi pazienti, non aiutava certo a
migliorarla.
-Dai, Jim, prometto che farò piano!-
-No, Bones-
-Ma solo una! Piccola piccola!-
-No-
-Ma..-
-NO!-
-Per favore, Jim..-
-Bones!- tuonò il Capitano, con una
vena sulla tempia che pulsava più veloce e più furiosa del cuore dei Vulcaniani
–Tu non sculaccerai il mio Primo
Ufficiale!-
Eh, già.
Il caro, posato, flemmatico, signor
Spock era stato trasformato in un moccioso di tre anni che aveva appena deciso
cosa fare “da grande”: lo chef professionista.
Niente di strano fino a qui, no? E se
vi dicessi che gli ingredienti scelti erano degli agenti chimici
pericolosamente pericolosi custoditi in una cassaforte, chiusa in una teca di diamante,
protetta da un codice ternario cui si accedeva attraverso una password di
numeri e lettere per un totale di 824517524851461468 combinazioni possibili,
cui però si poteva arrivare solo dopo riconoscimento unghiale, pellicinale e
cigliale, come la mettereste?
La magia dei punti di vista.
Come ha fatto a superare un tale
sistema di sicurezza, dite? Andiamo, è di un Vulcaniano di tre anni che stiamo
parlando! Potrebbe risolvere i vostri compiti di matematica prima che voi
possiate anche solo dire “Ammaccabanane”
o “Uffamannaggia!”
Il che mi ricorda che ho qualche
problema con le equazioni esponenziali..
Ma torniamo al nostro prologo.
Ora, il piccolo Vulcaniano li stava
guardando con gli occhioni sgranati ed il labbro inferiore sporto in avanti,
strusciando un poco il piedino a terra, con le dita intrecciate dietro la
schiena e un accenno di dondolio del corpo a destra e a sinistra.
Era la pucciosità con le orecchie a
punta, per intenderci.
E James Tiberius Kirk non sapeva
davvero più che fare.
Era da una settimana che il suo Primo
Ufficiale, ridotto ad un soldo di cacio alto un metro e una noce messa di
traverso, se ne andava in giro per i corridoi e i ponti e le Sale della
Enterprise, recuperando la sua giovinezza perduta nei rigidi schemi mentali
Vulcaniani.
Si faceva coccolare dalla Chapel,
ninnare da Uhura, raccontare storie sa Chekov, salvare la vita a rischio di
quella di un povero e sfortunato membro della Sezione Tecnica, giocherellava
con Bauregard, la pianticella
semovente di Sulu, si faceva vezzeggiare dalla Rand, insomma, il moccioso dagli
occhioni lacrimosi aveva capito tutto dalla vita. Inoltre, non ricordava
praticamente nulla della sua maturità e della sua carriera, qualche raro feeling presente fra lui e l’equipaggio.
Gioioso, no?
Gli incidenti, poi, erano all’ordine
del giorno..se andava bene.
Se andava male..
Meglio non pensarci.
Chiunque sarebbe impazzito in una
situazione del genere, ma non James Tiberius Kirk!
Lui, per Diana, per Surak e per
Apoll..no, per lui, no, e per Bacco, avrebbe fatto tornare il suo Ufficiale
alla normalità!
Perché lui era James Tiberius Kirk!
Perché lui era..
-Jim..- pigolò la vocetta da infante
del piccolo Spock –Ho versato dell’acido sul tuo modellino della Enterprise..-
..un tipo molto, molto paziente.
Ed
eccolo, a grande richiesta (sic.), il giochino delle citazioni!!!
-A cosa si riferisce il premio per il Growly Award?
-Da
quale serie provengono le due parole “Ammaccabanane”
e “Uffamannaggia”?
-In
quale episodio della TOS compare Bauregard?
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