14_Una Emily decisamente contesa
Emily si acquattò
dietro uno scaffale della libreria, cercando nei ripiani più
bassi qualcosa che facesse al caso suo: non aveva intenzione di
sprecare una nottata in dolce far nulla. Oltretutto, stare senza niente
da fare era il peggior modo che avesse d’impiegare il tempo e,
soprattutto, la mente, che sapeva per certo sarebbe ritornata a
ciò che era accaduto in mensa, subito dopo il tramonto.
Scosse con violenza il capo, chiudendo con forza gli occhi.
- Non devo pensarci, non devo
pensarci...! - si ripeté con forza, riprendendo la sua ricerca
di qualche libro interessante.
Sfiorò un tomo dalla copertina ruvida e ne lesse il titolo: “Alchimia di un delitto”. No, decisamente, non era adatto a lei. Passò avanti.
“Tramonto
di sangue”... “Little Bloody Town”... “Tre
amiche e un cadavere”... “Darker than night”...
“Zombie City”...
- Certi titoli sarebbero
piaciuti tanto ad Amethyst... - commentò tra sé,
stizzita, rialzandosi: non c’era qualche libro un po’
più “solare” là dentro?
Passò ad un altro scaffale, più alto.
Lì c’era
già qualcosa di meglio, anche se non proprio di suo gusto, come
mostrava in modo estremamente lampante il primo titolo che
adocchiò: “Skeleton Life - Diario di un morto vivente”.
- Uff... ma proprio niente per me...? - osservò, un po’ amareggiata, alzando ancor di più gli occhi.
Un titolo che l’attirava particolarmente spiccava a vivi caratteri rossi su una copertina bianca: “Run away from me”.
Sembrava interessante, peccato che non era esattamente a portata di mano.
Si guardò intorno: non
c’erano scale da nessuna parte, per cui dovette improvvisare.
Benché l’idea non le piacesse particolarmente,
afferrò il bordo di un ripiano più in alto e si
tirò su, appoggiando i piedi su uno più basso.
Iniziò quindi una sorta di buffa e alquanto precaria scalata
verso il libro che le interessava.
- Ehi, Emily... ti serve una mano? -.
La ragazza sobbalzò al sentirsi richiamare e si voltò.
- Ah... Fiamma, sei tu - sospirò, palesemente sollevata.
- Certo... chi pensavi che fosse, scusa? - chiese la rossa, inarcando con fare perplesso un sopracciglio.
Emily arrossì lievemente, scuotendo la testa.
- Nessuno in particolare! - si
affrettò a rispondere - Comunque, no grazie. Faccio da sola -
aggiunse, in risposta alla sua domanda iniziale.
- Sicura? -
- Sì, sì, tranquilla! Tu piuttosto... che ci fai qui? -
- Ricerche - replicò
sinteticamente Fiamma - Allora... a dopo! - disse, come se avesse
all’improvviso fretta, quindi si allontanò.
- Okay... ciao! - disse la biondina, ma l’altra era già lontana.
Riprese ad inerpicarsi coraggiosamente sullo scaffale, decisa a non arrendersi.
Aveva appena afferrato la costola del libro che cercava, quando...
- Emily...? Che cosa stai facendo? -.
La voce che più avrebbe
voluto udire in ogni momento dalla sera prima tranne quello la fece
sussultare. Per la sorpresa si sbilanciò e cadde
all’indietro, ma la persona appena sopraggiunta
l’afferrò prontamente prima che toccasse terra.
Dietro di lei cadde pure il suo libro, che le atterrò sul ventre.
- S-stavo... sì,
cioè... stavo cercando di... - tentò di spiegarsi,
fissando le proprie iridi negli occhi del suo salvatore.
- ... volevi questo libro? - chiese semplicemente lui, lanciando una rapida occhiata al volume dalla copertina bianca.
- Sì... - rispose Emily, imbarazzata, rimettendosi in piedi - Ehm... grazie per avermi presa, Eliot... -.
Il vampiro distolse lo sguardo, a disagio anche lui.
- Figurati - replicò soltanto, con fare un po’ burbero.
La vampira notò che anche lui teneva un libro in mano, rilegato in nero.
- Anche tu eri venuto per un libro? - chiese di getto, senza pensare a quanto fosse stupida quella domanda.
- Ero venuto a restituirlo... - spiegò lui, ben lieto di cambiare argomento.
Emily allora si aprì in
un timido quanto mai solare sorriso, che una certa persona, nascosta
dietro uno scaffale, colse in modo eccessivamente nitido.
Il giovane Bezarius ardeva di
gelosia, quasi fosse un’aura che gli permeava la pelle e
arroventava l’aria attorno a lui: non riusciva a sopportare di
vederla sorridere così a uno come Eliot. Come poteva piacerle un
essere del genere?! Era così presuntuoso, arrogante, pieno di
sé, maleducato...
L’elenco di difetti che trovava in quello studente era pressocché infinita, mentre quella dei pregi era nulla.
Se avesse iniziato a dare di
matto lì, di certo Emily se ne sarebbe accorta e non voleva
sfigurare con lei, anzi, al contrario.
Ma non riusciva a sopportare di vederla con lui! Non ci riusciva per niente!!!
Quando lei iniziò a
ridere, le guance lievemente rosse, una furia cieca divampò in
lui, bruciando completamente ogni suo buon proposito e briciolo di
dignità e discrezione.
Prima che il suo cervello
riuscisse a frenarlo, uscì allo scoperto e si diresse a passi
veloci e decisi verso i due. Spalle dritte, petto in fuori, espressione
seria e composta. Pareva più un militare che uno studente deciso
a fare colpo, ma per lui conquistare Emily era la priorità
assoluta.
- Ehilà, Emily! - esclamò, appena fu vicino.
Eliot gli rivolse un’occhiata fulminante.
- Ciao, Oz - rispose semplicemente la biondina, sorridendogli, provocandogli un vero e proprio scombussolamento completo.
- Ti va di andare a fare un giro? - le chiese subito, senza perdere un attimo.
Prima che lei potesse dire
qualsiasi cosa, l’altro vampiro gli ringhiò contro,
mostrandogli un paio di affilati e davvero ben tenuto canini
dall’aria poco raccomandabile.
- Sparisci, Bezarius! Non lo vedi che è occupata? -
- A dir la verità mi sembra più che libera! - ribatté Oz, prendendolo palesemente per i fondelli.
L’altro si sporse sul biondo, incombendo su di lui come una minacciosa presenza.
- Non osare parlarmi con quel tono, Bezarius -
- E tu impara a stare al posto tuo, Nightray -.
Emily batté le
palpebre, perplessa: Nightray? Ma non era il cognome di Gilbert e
Vincent, quello? Significava forse che pure lui era imparentato con
loro...?
Lo esaminò: non
somigliava affatto agli altri due, ma adesso che ci faceva caso emanava
un’aura d’autorità e forza che, segretamente, aveva
percepito pure in Gilbert, durante il loro primo incontro.
I due vampiri si fissarono in
cagnesco per lunghi attimi, durante i quali la povera sfortunata
poté sentire la tensione del momento come un velo palpabile
attorno a lei.
Era quasi inquietante.
- Emily, allora? Vieni? - disse Oz, rivolgendole un fugace sguardo felice.
Eliot lo spinse.
- È impegnata con me. Dobbiamo suonare insieme... - si rivolse a lei - vero? -.
Iniziava a sentirsi troppo... schiacciata, in mezzo a loro.
- Verrà a fare una passeggiata con me! -
- Verrà a suonare con me! -
- B... BASTA! -.
Non seppe nemmeno lei dove
riuscì a trovare il coraggio e la voce per urlare così,
fatto stava che aveva attirato la loro attenzione.
A disagio, iniziò a piangere.
- N-non... devo a-andare... - disse, correndo via.
- Emily, aspetta...! - la richiamò Oz, affranto, ma la vampira non si fermò né si volse indietro.
- È colpa tua! - ringhiò poi, rivolgendosi al suo nemico.
- Mia?! Sei tu che ti sei messo in mezzo! -
- Ti avverto, Nightray: non sono disposto a lasciarti campo libero con lei, per nessuna cosa al mondo! -
- Lo stesso vale per me! -.
E si voltarono, allontanandosi a passi pesanti, in direzioni opposte.
Angolino autrice
u__u ad aggiornare
(allelujah! XD). Oki, dopo aver tormentato la mia Fiamma-chan v.v
dò un po' noia anche a Emily <3 perché mi sembra
giusto. Eliot qui mi pare di averlo reso un pochino OOC nella parte
finale òwò perciò, chiedo venia.
Ringrazio Sachi Mitsuki e sofia_stella per le recensioni allo scorso capitolo e chi ha aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
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