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Seduta....
Ci sono pensieri che vorresti spiegare a qualcuno, ma ti
vergogni di farlo. Se lo facessi risulteresti patetica, ingrata… fragile.
Sembreresti una che si piange addosso.
L’ultima cosa che vuoi è proprio esser compatita per quei
pensieri.
Sono pensieri che hai sempre avuto e che ogni tanto tornano
a farti visita, e non sai come né perché… ma riescono sempre a buttarti più giù
un centimetro per volta ogni volta.
Ti guardi attorno e ti senti solo.
Sei circondato di gente e ti senti irrimediabilmente e
tristemente solo.
Pensi che Platone, forse, avesse ragione in fondo. Vagherai
a lungo prima di trovare l’altra parte di te che sola ti può rendere completa e
felice. E non è detto nemmeno che ti basti una vita per trovare ciò che cerchi.
Il mondo è tanto grande…
Troppo grande.
Per trovare la tua metà perdi troppo tempo a cercarla in
gente a te estranea che ogni volta si porta via un pezzetto di te. E se ad ogni
incontro sbagliato lasci un pezzo dei tuoi sogni, delle tue speranze, dei tuoi
sentimenti… allora cosa rimarrà ancora se per caso trovassi il resto di te
stesso?
La nostra vera metà ha poteri ricostituenti tanto grandi da
attirare a sé tutto ciò che di te hai sparso in giro per riportarlo a
riattaccartisi addosso?
La nostra vera metà ha davvero il potere di lenire tutti i
mali? Tutte le sofferenze?
Può la nostra metà cancellare tutta la rabbia?
Sono così stanca… così arrabbiata… che mi sa che quasi quasi
mi fermo qui.
Mi siedo e sto qui.
Non aspetto che arrivi da me.
Non aspetto che mi trovi.
Non aspetto.
Sto solo qui.
Magari se mi fermo smetterò di soffrire.
Magari se mi fermo smetterò di perdere pezzi di me stessa in
giro per il mondo.
Magari se mi fermo imparerò un po’ di sano spirito di
autoconservazione.
Magari se mi fermo e respiro la rabbia scemerà, e la
rassegnazione darà un po’ di pace al mio giovane cuore già così malridotto.
Magari se mi fermo inizierò a bastare a me stessa e a non
sentirmi più sola.
Guarderò la gente passare, incontrarsi… perdere pezzetti di
sé o magari raccoglierli.
Guarderò il mondo andare avanti e cambiare, mentre io
seduta… resto sempre uguale. Magari di tanto in tanto sognerò ad occhi aperti
di un amore così sconvolgente che possa convincermi a rialzarmi dal mio
sgabello. Ma non ci crederò più.
Sarà come un film.
Inizio.
Svolgimento.
Fine.
Titoli di coda.
E poi tornerò ad osservare. E poi di nuovo a sognare.
E non prenderò la mano di chi me la tende promettendo di
realizzare questi sogni.
Non cederò alle lusinghe e ai doni offerti in segno di
invito.
Volterò il capo altrove, conservando me stessa e i miei
sogni.
So che non bastano. Non sono più abbastanza.
Sono qualcosa… ma una volta finiti ti lasciano in bocca
tutta l’amarezza del fiele.
Ma non sarà mai un fiele tanto amaro quanto quello della
delusione.
E io starò seduta con il mio fiele dolce amaro.
Me stessa.
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