Salve
gente!!!
Ok, sì, un altro contest. XD Ho scoperto che i
contest sono un'inesauribile fonte di ispirazione, quindi va da
sè che continui a partecipare. Certo, ogni tanto capita che
io sia costrretta a scrivere su una coppia assolutamente orribile come
quella di questa storia, ma si sa, non è bello scrivere solo
quello che si vuole XD
La storia in questione ha partecipato al contest "Io il titolo, voi la
storia" indetto da Only_Me, e si è classificata terza. Tale
contest prevedeva che il giudice fornisse un titolo e un
personaggio/una coppia, e i concorrenti scrivessero una storia
basandosi su questi elementi. Io ho scelto il titolo "Diario" e la
coppia che mi è capitata è *prende un respiro
profoooooooondo* Lily/James. Visto il mio rapporto con questi due,
potete ben capire che all'inizio volessi mettermi a piangere, ma poi
è andata, sono riuscita a scrivere qualcosa di persino
decente. Ma lascio giudicare a voi.
Titolo scelto: Diario
Personaggio/Pairing ricevuto: Lily/James
Altri personaggi: Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus, Altro
Personaggio
Altri Pairing: /
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Introduzione/NdA: odio a morte questo pairing! Adoro Severus, adoro le
Severus/Lily, odio James perché è un idiota, e
odio anche Harry Potter, frutto del loro amore. L’unica cosa
buona è che se non ci fosse stato lui non ci sarebbe stata
tutta la serie dei libri. XD
Comunque, bisogna arrangiarsi con quello che si ha. Mi sono sempre
chiesta come mai Lily, a dispetto di tutto l’orgoglio
Grifondoro, avesse deciso di ammettere di aver cambiato idea su James e
avesse cominciato a uscire con lui. Tutto è cominciato con
un piccolo, insignificante quaderno dalla consunta copertina
rossa…
Sirius osservò il suo migliore amico correre su e
giù per la stanza, senza accennare a muoversi dal letto. In
quel momento James stava rovistando nel baule di Remus febbrilmente,
buttando il suo contenuto nei quattro angoli della camera. Una volta
svuotato, si diresse verso quello di Sirius e ricominciò il
suo lavoro di perlustrazione.
A quel punto Sirius si permise di inarcare un sopracciglio.
«Si può sapere cosa ti prende?» chiese
tranquillo, come se un pazzo non stesse buttando all’aria
tutti i suoi effetti personali.
James lo guardò furibondo. «Tu non aiutarmi, eh,
mi raccomando!» sbraitò.
«Ramoso, ti aiuterei più che volentieri se sapessi
cosa sta succedendo», rispose Sirius senza scomporsi
minimamente. Non che quegli attacchi di follia capitassero spesso, ma
l’impassibilità era l’unica
eredità di casa Black che gli fosse rimasta appiccicata
addosso.
Dal canto suo, James non aveva mai ricevuto lezioni di autocontrollo in
vita sua. «L’ho perso!» urlò
infatti, con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Naturalmente,
convinto com’era che tutti conoscessero ogni infimo dettaglio
della sua vita, non si degnò minimamente di spiegare di che
cosa si trattasse.
Sirius decise però di non dire nulla e si mise ancora
più comodo sul letto, limitandosi a scrutare James che aveva
appena ripreso a frugare nel suo baule, borbottando disperato.
Fu così che li trovarono Remus e Peter, saliti poco dopo in
dormitorio per lasciare le loro borse prima di scendere a cena.
«Che cavolo sta succedendo, qui?»
esclamò Remus esterrefatto, guardando con apprensione tutte
le sue cose sparse per la stanza.
«James l’ha perso», disse Sirius con un
non troppo sottile velo di ironia. Era chiaro che tutta la faccenda lo
stava facendo divertire parecchio.
Remus inarcò il sopracciglio a sua volta «Se stai
parlando del tuo cervello non hai speranza, Ramoso… Non
c’è mai stato», commentò
beffardo.
James lo fulminò con lo sguardo.
«C’è poco da fare gli
spiritosi!» strillò «Se qualcuno lo
trova è la fine!»
«Ma cosa, il tuo cervello?» chiese Peter stupefatto.
Sirius lo guardò con compassione. «Sai,
Codaliscia, a volte mi chiedo se sei proprio così o se lo
fai apposta»
Peter lo guardò stralunato. «Eh?»
«Niente, lascia perdere…»
sospirò Sirius.
Remus nel frattempo aveva sollevato James da terra e lo aveva fatto
sedere sul letto. «Ok, Ramoso, ora concentrati»,
disse «Che cos’è che avresti
perso?»
L’amico sospirò affranto. «Il mio
diario»
«Il tuo cosa?» disse Sirius mandando a pallino
l’impassibilità: la notizia lo aveva lasciato
decisamente di stucco.
«Il mio diario!» ripeté James, irritato
«Stamattina era qui, ne sono assolutamente sicuro, e adesso
non c’è più! Come farò? E se
qualcuno lo trova e lo legge?» sembrava sull’orlo
delle lacrime.
Nessuno gli rispose. Sirius lo stava ancora guardando a bocca aperta,
cercando di assimilare la straordinaria notizia; Peter gli si era
seduto a fianco e gli stava dando dei colpetti sul braccio, in un vano
tentativo di consolarlo; Remus era improvvisamente sbiancato.
«Ramoso», sussurrò «Non
è che avessi parlato di…me, là
dentro?»
James lo guardò perplesso «Di te? E cosa dovrei
dire di tanto terrificante, di te?» chiese scettico.
«Santo cielo, James, ma hai perso i tuoi neuroni insieme al
diario? Hai presente quel… Mio problemino
mensile…» suggerì Remus.
James lo guardò per un attimo senza capire, poi
realizzò. «Ah, il tuo piccolo problema
peloso!» esclamò «No, tranquillo, non
sono così stupido da lasciare in giro prove scritte di
quello che facciamo», lo rassicurò.
Sirius inarcò di nuovo il sopracciglio. «Vi
rendete conto, vero, che una conversazione del genere può
far credere, a chi non sa di cosa state parlando, che avete dei seri
problemi?» chiese «Comunque, Ramoso, se non hai
parlato del problema di Remus, che cosa c’è
scritto di tanto compromettente, in quel diario?»
«Lily!» urlò una ragazza alta e dai
morbidi boccoli castani, correndo dietro all’amica
«Sì può sapere dove stai
andando?»
«Ho dimenticato il libro di Trasfigurazione in classe, Mary,
vado a riprenderlo!» le gridò di rimando una
fanciulla dai capelli rossi e dai limpidi occhi verdi.
«Si può sapere perché non potevi
aspettare dopo cena? Sto morendo di fame»,
borbottò Mary affiancandola, con il fiatone.
«Non potevo certo lasciarlo là», rispose
Lily, facendo spallucce.
«Oh, sì, certo, non sia mai che quel poveretto si
senta solo», ironizzò Mary, guardandola storto.
Lily la ignorò e aprì la porta.
«Eravamo sedute al secondo banco»,
borbottò, avanzando nell’aula, mentre Mary la
aspettava sulla soglia. Recuperò il librò e
tornò indietro, quando improvvisamente mise il piede su
qualcosa che decisamente non sembrava il pavimento. Abbassò
lo sguardo e vide che stava camminando su un quaderno rosso dalla
copertina piuttosto consunta. Si chinò per prenderlo e lo
mostrò a Mary, che ne frattempo si era avvicinata.
«Secondo te, che cos’è?» le
chiese perplessa.
«Bo…qualcuno avrà perso il suo quaderno
per gli appunti, no?» le rispose l’amica,
«Vediamo di chi è, così possiamo
restituirlo!»
Lily aprì il quaderno e lesse: «‘Diario di esclusiva
proprietà del magnifico James Potter’.
Be», commentò «La sua modestia si
distingue anche nelle intestazioni, non c’è che
dire».
Si avviò verso la porta, ma si voltò non appena
si accorse che Mary non la stava seguendo. «Che ti prende,
ora?» chiese.
Mary la guardò stralunata «Sei diventata matta?
Hai il diario di James Potter in mano e non lo leggi?»
«Leggerlo?» farfugliò Lily
«Non si può! Non si fa, è violazione
della privacy!»
«E allora? Cosa te ne importa, a te nemmeno piace
Potter!» ribatté Mary.
«E questo cosa c’entra? Non si leggono i diari
altrui, è sbagliato! Se avessi un diario odierei se qualcuno
lo leggesse!» sbottò Lily indignata.
«D’accordo», si arrese Mary,
avvicinandosi all’amica «Non leggerlo, se non vuoi.
Ma non potrai impedire a me di farlo», aggiunse, togliendole
il quaderno dalle mani.
«Mary!» protestò Lily «Non
puoi farlo, è terribilmente scorretto!»
La mora fece spallucce. «Sì, sì, sono
una ficcanaso impicciona e andrò all’inferno,
d’accordo. Almeno mi sarò tolta questa piccola
soddisfazione». Si sedette sul banco più vicino e
aprì il diario.
«Mary, ti prego!» la implorò Lily,
ancora una volta «Non morivi di fame? Non possiamo andare a
cena?»
«Andremo dopo nelle cucine».
«Io non ci vado nelle cucine, è vietato!»
«Be, per una volta proverai il brivido di infrangere le
regole, allora», rise Mary «Ora zitta, devo
leggere! ‘Caro
Diario’ … Oh, inizia a scrivere con
‘Caro Diario’, non è
tenerissimo?»
«Devi per forza leggere ad alta voce?» gemette
Lily, ormai rassegnata.
«Be, dove sta il problema? Hai detto che non vuoi leggere,
non che non vuoi ascoltare!» esclamò Mary.
Lily sospirò, poi si sedette vicino a lei.
«D’accordo, vai avanti, allora»
«‘Caro
Diario’» riprese Mary
«‘Oggi
Lily ha rifiutato, per quella che Sirius mi ha gentilmente
informato essere la ventiduesima volta in un mese, di venire con me a
Hogsmeade. Mi ha detto che piuttosto che uscire con me sarebbe disposta
ad accettare un appuntamento con Tu-Sai-Chi, ti rendi conto? Come posso
farle capire che la amo davvero, che per me lei non sarebbe
un’avventura qualunque?’ Oh, Lily, ma
che dolce, parla di te!»
«Ovviamente», commentò acidamente la
rossa «Parla di me perché sono l’unica
nel cosmo a non considerarlo un Dio sceso sulla terra…se
uscissi con lui una volta mi dimenticherebbe subito, te lo dico
io».
«Però qui sostiene il contrario!»
ribatté Mary.
«Certo che lo sostiene, ma ho comunque ragione io!»
si impuntò Lily.
«Se lo dici tu…» disse Mary, dubbiosa,
prima di riprendere a leggere.
«La volete finire?» sbottò James
irritato, rivolto ai suoi amici «Vi rendete conto di che
botta potrebbe ricevere la mia reputazione, se qualcuno trovasse quel
diario?»
Sirius e Peter non risposero: al momento erano troppo impegnati a
soffocare dal ridere per riuscire a trovare il fiato per dire
alcunché.
«Dai, Ramoso, in fondo lo sanno anche i mattoni che sei
innamorato perso di Lily, no?» lo consolò Remus,
che a sua volta stava facendo degli enormi sforzi per non unirsi agli
altri due, che avevano preso a rotolarsi sul pavimento per le risate.
«Sì, ma così è
diverso!» gemette James «Su quel diario
sono… Sono sdolcinato! Non voglio che la gente sappia che
sono sdolcinato!»
«E non solo!» disse Sirius, rialzandosi in piedi a
fatica «Hai scritto anche poesie».
«E lettere d’amore mai spedite»,
continuò Peter, riprendendo a ridere.
James li guardò furibondo. «Grazie, voi
sì che sapete come farmi sentire meglio. Siete davvero i
migliori»
«Ragazzi, ora finitela», li rimproverò
Remus, prima di rivolgersi di nuovo a James «Ok, Ramoso,
ricostruisci gli avvenimenti: quando l’hai visto
l’ultima volta?»
«Te l’ho detto, è stato questa
mattina!» disse James bruscamente «L’ho
estratto dal baule e l’ho appoggiato sul letto,
perché dovevo cercare dei libri»
«E non è possibile che tu l’abbia messo
in borsa per sbaglio?» chiese Remus.
«Ho guardato nella borsa, ma non
c’è!»
«Magari l’hai tirato fuori in classe insieme a un
libro e poi l’hai lasciato là»
suggerì Sirius.
«Giusto!» concordò Remus «Che
lezioni hai avuto oggi?»
«Trasfigurazione e Difesa contro le Arti Oscure»
rispose James «Ma non credete che me ne sarei accorto?
E’ abbastanza diverso da un libro, sapete».
«Probabilmente eri troppo distratto a guardare la
Evans», ridacchiò Sirius.
«Mooooolto spiritoso, Felpato, sto proprio morendo dal
ridere».
«Non era una battuta! E’ la verità,
Ramoso, la guardi sempre adorante e al posto di prendere appunti
continui a scrivere le sue iniziali sulla pergamena!»
«Io no… Io non faccio nulla del genere!»
farfugliò James «E poi tu che fai, mi
spii?»
«Be, qualcosa dovrò pur fare durante la lezione,
no?» si difese Sirius.
«Ok, ora basta, d’accordo?» disse Remus,
conciliante «Ramoso, mi sembra che Felpato abbia ragione,
probabilmente l’hai lasciato in classe senza accorgertene. La
cosa più intelligente da fare è andare a
controllare».
Gli altri tre si alzarono, obbedienti, e uscirono dalla stanza.
« ‘…ed
è per questo che ti sogno ogni notte, Lily, e che il mio
più grande desiderio è averti al mio fianco tutti
i giorni della mia vita’. Oh, Lily, ma
è così romantico!» sospirò
Mary.
«Non… Non… Non è
romantico!» balbettò l’amica, che
però era diventata rossa come un pomodoro «Anzi,
sono sicura che questo sia solo uno stupido scherzo! Andiamo, stiamo
parlando di James Potter! James Potter non scrive poesie e lettere
d’amore da diabete, James Potter fa lo strafottente e corre
dietro ai Boccini!»
«Corre dietro anche a te, e da una vita»,
precisò Mary «E poi tu che ne sai? Per sei anni
non hai fatto altro che insultarlo e sgridarlo per quello che faceva a
Piton, in realtà non lo conosci affatto».
«Lo conosco abbastanza da capire che non è una
persona che scrive poesie», ribatté Lily, sempre
più rossa «Sono sicura che questo è
solo un suo stupido scherzo…se no, come spieghi il fatto che
sia stata proprio io a trovare il diario?»
«Scusa, Lily, come faceva lui a sapere che saresti tornata
indietro?»
«Ha visto che ho dimenticato il libro di
Trasfigurazione».
«Ma se è uscito prima di noi dalla
classe!»
«Oh, insomma, Mary, la smetti?» sbottò
Lily «Questo diario non può essere vero, punto e
basta!»
«Lo sai, a volte davvero non ti capisco»,
sospirò Mary.
«Cosa intendi dire?» chiese Lily, stupefatta.
«C’è un ragazzo dannatamente carino a
cui piaci da una vita. Ok, fino a due ore fa sembrava
l’essere più idiota della terra, insieme ai suoi
degni compari, ma adesso che hai trovato una prova tangibile che ti
dimostra che è anche dolce e romantico, fai finta di niente
e fingi che tutto questo non sia vero», le spiegò
Mary «A me puoi dirlo, no? Questo diario ti ha fatto cambiare
idea su di lui, hai solo paura!»
«Io non ho affatto paura!» ribatté Lily,
indignata «Semplicemente sono sicura che Potter non possa
scrivere cose di questo tipo! Andiamo, Mary»,
continuò, prendendo in mano il diario «‘Le sensazioni che provo quando
sulla scopa inseguo un Boccino / sono nulla in confronto a
quello che sento quando mi passi vicino’…che
hai da ridere?»
«Scusa» disse Mary, tenendosi la pancia
«E’ che hai scelto proprio un verso che Potter
potrebbe benissimo aver scritto! A chi mai verrebbe in mente di trovare
qualcosa che faccia rima con ‘Boccino’?»
Lily a quelle parole arrossì ancora di più e non
rispose.
«Tanto me ne sono accorta, sai», sorrise Mary, con
aria furba «E’ da almeno tre settimane che non lo
insulti più con l’entusiasmo di una volta. Alla
fine la tattica del prenderti per esaurimento ha funzionato, no? Ha
cominciato a piacerti!» concluse, trionfante.
Lily divenne praticamente viola «Non è vero! Non
ha cominciato affatto a piacermi, per niente! È sempre
così arrogante e prepotente che…»
«Non è più così arrogante e
prepotente come dici tu», la interruppe Mary «Ha
abbassato parecchio la cresta, quest’anno».
«Sì, d’accordo, ma questo non toglie che
continui a credersi il migliore del mondo!»
protestò Lily.
«Be, tutti abbiamo dei difetti, no? Sono sicura che lui ti
piace così com’è… E questo
diario ti ha anche dimostrato un nuovo lato della sua
personalità», sostenne Mary.
«Ora smettila! James Potter non mi piace, va bene?»
«E allora come mai sei diventata tutta rossa?»
Lily ammutolì di colpo e prese a tormentarsi le mani,
nervosamente «E’… E’
imbarazzante leggere tutte queste cose su di me» si
giustificò.
«Oh, be, allora sarà il caso di continuare a
leggere, no? Così magari l’imbarazzo
passa!» disse sadicamente Mary, riprendendo in mano il
quaderno.
«Ramoso, è inutile che continuiamo a cercare: qui
non c’è», disse Sirius, da dietro la
cattedra.
Si trovavano nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure, la
più vicina al loro Dormitorio, e in quel momento James,
Remus e Peter erano a quattro zampe sotto i banchi alla disperata
ricerca del diario perduto.
«Se non è qui, dev’essere per forza
nell’aula di Trasfigurazione…ahia, ma
cavolo!» imprecò James, massaggiandosi la testa
che aveva sbattuto contro uno dei tavoli.
«E se ti fosse caduto in Sala Grande durante il
pranzo?» disse Remus preoccupato, alzandosi.
«Impossibile, non avevo la borsa con me! Oggi avevo lezione
solo al pomeriggio, ti ricordi? E ho passato tutta la mattina in Sala
Comune, ma la borsa era su in camera!» rispose James.
«Be, non ci resta che controllare nell’altra
classe, allora», concluse Sirius, dirigendosi verso la porta,
seguito subito dopo dagli altri.
« ‘Vorrei
anche solo poterti stringere a me per poter sentire il tuo profumo,
poter accarezzare i tuoi capelli, poter…’
ok, questo è meglio che non lo legga», disse Mary,
imbarazzata.
Lily la guardò stupefatta
«Cos’è, ti è tornato un
briciolo di coscienza?»
Mary scosse la testa «No, diciamo che l’ars erotica
non è il mio genere».
«Che cosa?» strillò la rossa
«V-vuoi dire che ha scritto qualcosa
su…su…»
«Diciamo che ha scritto qualcosa di non molto
pudico», ridacchiò Mary «Ma almeno
questo toglie ogni dubbio, no? Questo diario l’ha scritto
sicuramente lui».
«Ah, era questo che volevi dimostrare?»
esclamò Lily, indignata «Be, cara mia, direi che
abbiamo letto anche troppo. Andiamo a mangiare, ora?»
«D’accordo, d’accordo»
acconsentì Mary, continuando a ridere «Andiamo
nelle cucine» continuò, alzandosi dal banco.
«Sì, ma sia chiaro che questa è
l’ultima volta che ci vengo! È contro le
regole!» puntualizzò Lily, seguendola.
Mary alzò gli occhi al cielo «Sai, a volte penso
che la compagnia di James Potter non ti farebbe affatto male».
James arrivò per primo davanti alla porta
dell’aula, ma rimase un attimo interdetto a guardare verso il
corridoio.
«Che cos’hai, Ramoso?» chiese Remus,
leggermente preoccupato.
«Niente… Per un attimo mi è sembrato di
vedere la Evans allontanarsi…» rispose James
sovrappensiero.
«Oh, certo, ora compare anche nelle tue allucinazioni, oltre
che nel tuo diario» ironizzò Sirius, scocciato.
Stava morendo di fame e tutta quella faccenda non lo stava
più divertendo come all’inizio.
«Va bene, Felpato, ora basta» lo
rimproverò Remus, indovinando i suoi pensieri
«Appena finiamo di cercare qua andremo in cucina a mangiare
qualcosa, ok?»
«E se non lo troviamo?» disse James, passandosi la
mano nei capelli, agitato.
«Se non lo troviamo ci penseremo!»
sospirò Remus «Ora dimmi, Ramoso,
dov’eri seduto?»
«In quarta fila», rispose James «Ma
guardate anche nel resto dell’aula!»
«Già, dimenticavo che fossimo alla ricerca di un
diario volante…» borbottò Sirius,
mettendosi a quattro zampe per guardare sotto i banchi.
Venti minuti dopo, James era seduto per terra, torcendosi le mani.
«Questo è il giorno più brutto della
mia vita!» ululò.
«Su, Ramoso, in fondo è solo un diario»,
cercò di confortarlo Sirius, che di fronte alla disperazione
dell’amico per un momento aveva dimenticato quanta fame
avesse.
«S-sì, ma se qualcuno lo legge? Io non voglio che
nessuno lo legga!» gemette James.
«Su, non essere così negativo. Magari qualcuno
l’ha trovato e l’ha consegnato a un prefetto o a un
insegnate senza leggerlo» ipotizzò Sirius, anche
se non sembrava molto convinto di quello che stava dicendo.
James lo guardò speranzoso. «Dici che potrebbe
essere andata così?»
«Certo, ne sono quasi sicuro», sentenziò
Sirius, che in vita sua non si era mai sentito meno sicuro di
così «Ora andiamo a mangiare e poi chiederemo alle
varie… Autorità se hanno trovato qualcosa,
ok?»
«Va bene», acconsentì James, alzandosi e
uscendo dall’aula.
«Ottimo lavoro, Felpato», sussurrò Remus
rivolto all’amico «Ma cosa faremo, dopo?»
Sirius alzò le spalle. «A stomaco pieno si ragiona
meglio» disse, seguendo James in corridoio.
«Ooooooh, leggi qua», sospirò Mary
«‘Cara
Lily’…»
«No, ne ho piene le tasche dei tuoi ‘leggi
qua!’» la interruppe la rossa «Adesso
finiamo di mangiare e poi restituiamo il diario a Potter, facendo finta
di non averlo mai aperto!»
«Certo, perché ci crederà di
sicuro», rispose Mary, sarcastica «Ha piena fiducia
nella nostra discrezione».
Lily non rispose e addentò un enorme bignè al
cioccolato, sospirando e guardando nel vuoto. Rimasero in silenzio per
qualche minuto, continuando a riempirsi di dolci, poi Mary
scoppiò a ridere. «Dì la
verità, ci stai pensando, vero?»
Lily la guardò basita. «A cosa?»
«A quello che c’è scritto in quel
diario!» rispose Mary, come se fosse la cosa più
ovvia del mondo «James ti piace, e quelle parole ti hanno
fatto un enorme piacere!»
«James non mi piace affatto!» esclamò
Lily «E ti sarei enormemente grata se la piantassi di
nominare quello stupido diario per almeno cinque minuti!»
«Invece non la smetto!» ribatté Mary
«Lily, sei assolutamente incredibile! Cosa
c’è di male nell’ammettere che ti piace?
Solo gli imbecilli non cambiano idea, lo sai?»
«Non ammetto che mi piace perché non mi
piace!»
«Invece sì che ti piace».
«Invece no che non mi piace!»
«Ok, facciamo finta che per ora non ti piaccia»,
disse Mary, ignorando Lily che continuava a sibilare ‘non mi
piace affatto’ tra i denti. «Senti solo questa
frase che ha scritto, ok? Solo questa. Poi la smetterò,
d’accordo?»
«D’accordo» borbottò Lily,
incrociando le braccia e voltandosi a guardarla scettica.
«Senza interrompere, però, ok?» la
ammonì Mary, aprendo il diario «‘Sirius mi ripete sempre che
penso a Lily solo perché è l’unica che
non cade ai miei piedi, ma sono sicuro non è vero.
Semplicemente, è un orribile scherzo del destino:
l’unica ragazza che davvero mi interessa, che davvero riesco
a vedere sempre al mio fianco, è l’unica che non
mi sopporta. E lo penso davvero! A dispetto di tutti gli insulti che mi
ha lanciato in questi anni, di tutti i suoi rifiuti, del fatto che
fosse amica di Mocciosus, io amo Lily. Ecco, l’ho proprio
detto: la amo. E continuerò ad amarla, a dispetto di
tutto…’ poi continua parlando dei
tuoi occhi verdi, e dei tuoi magnifici capelli rossi, e di quanto tu
sia meravigliosa, ma penso che basti, no?» concluse,
chiudendo il quaderno e voltandosi a guardare l’amica.
Lily era diventata di nuovo rossa, e aveva cominciato a tormentarsi i
capelli, senza dire nulla.
«Lily?» la chiamò Mary, delicatamente
«Va tutto bene?»
«Ok, forse un po’ mi piace», ammise
l’amica «Un pochino».
«Oh, tesoro, e cosa c’è di male ad
ammetterlo?» disse Mary, teneramente.
«E se fossi davvero semplicemente una sfida? Avevi ragione
tu, ho paura!» sospirò Lily.
«Be, a volte bisogna pur rischiare, no? E poi sei una
Grifondoro, la paura ti fa un baffo!» la esortò
Mary.
«Hai ragione, però io…»
cominciò la rossa, ma si interruppe perché in
quel momento vide la porta della cucina aprirsi per lasciar entrare i
Malandrini.
Lily si voltò verso l’amica, furibonda
«Cos’è, l’hai fatto
apposta?» sibilò.
«Ti giuro di no!» sussurrò Mary,
impallidendo e affrettandosi a nascondere il diario nella borsa
«Non so come mai siano qui!»
Lily le lanciò uno sguardo severo, poi decise di crederle e
si alzò, fronteggiando i quattro ragazzi «Si
può sapere cosa ci fate qui?» chiese.
«Lo sai, Evans, potrei fare la stessa domanda a
te», ribatté Sirius «Ma direi che non
è il caso di scervellarci troppo… Siamo nelle
cucine, è passata da poco l’ora di
cena… Direi che siamo qui per mangiare».
Nel frattempo dietro di lui Remus aveva tirato una gomitata a James,
facendo un cenno verso Lily. «Non dovevi
chiederle… Quella cosa…»
sussurrò.
James annuì e si avvicinò a Lily, esitante.
«Ecco, Evans…io…»
balbettò «Mi stavo chiedendo
se…»
Si interruppe perché Lily gli era praticamente saltata
addosso, abbracciandolo. «Sì»,
sussurrò.
«Ehm…sì cosa?» chiese James,
guardando gli amici, basito.
«Sì, verrò a Hogsmeade con te il
prossimo weekend», disse Lily, per poi allontanarsi,
leggermente imbarazzata «Be, allora ci vediamo
domani» aggiunse, prima di fare un cenno a Mary e uscire
dalle cucine, sotto lo sguardo stupefatto dei Malandrini.
«Ramoso», disse Remus, severamente «Che
cosa le hai fatto? Un incantesimo Cunfundus? Le hai dato un filtro
d’amore?»
«Ti giuro di no!» si difese James «Non ho
idea di che cosa le abbia preso!»
«C’è una cosa che ancora non ho
capito», disse Harry.
«Dimmi pure» rispose Sirius.
«Avete detto che mia madre ha cominciato uscire con mio padre
al settimo anno… Perché ha improvvisamente
cambiato idea su di lui?» chiese il ragazzino, guardandolo
curioso.
Remus e Sirius si scambiarono un’occhiata indecisa.
«Be…ecco…»
cominciò il suo padrino, senza sapere cosa dire.
«In realtà, Harry, non l’ha mai ben
capito nemmeno James», concluse Remus, alzando le spalle.
Aaaaaaand this is it! Sì, ok, è una cosa stupida,
lo so. XD Però non sapevo che cosa inventarmi.
Giudizio:
Originalità:
10/10;
Grammatica: 9.8/10;
Forma: 9.8/10;
Caratterizzazione personaggi: 9/10;
Attinenza al tema: 10/10;
Gradimento personale: 5/5;
Totale: 53.6/55.
E meno male che questa coppia non ti piace.
Hai scritto una fic fantastica, che mi ha fatto ridere dall'inizio alla
fine, in cui l'unica 'pecca' è stata la caratterizzazione
dei
personaggi minori. A parte il pairing protagonista, gli altri
personaggi non sono ben approfonditi; hanno il minimo indispensabile
per essere considerati 'comparse', nonostante siano presenti in tutta
la storia. Molto originale, senza dubbio: chi ha mai immaginato, lui,
con un diario segreto? Da pazzi. Allo stesso modo, ottima l'attinenza
al pairing assegnato e al titolo scelto.
Quasi ottime anche la grammatica e la forma, nonostante qualche
piccolissimo errore. La tua fic mi è piaciuta tantissimo,
nonostante
preferisca anche io il pairing che hai citato nelle note. Tra l'altro,
quello non era nemmeno presente nella famosa lista. Complimenti!
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