Gente, su con la vita, si
ritorna alle origini! (un coro di "nooooooooooooooooooooo" accoglie
queste parole).
Ebbene
sì, ho trovato un contest, precisamente il "Parody,
Comedy and Insane Contest" dove le storie in gara dovevano
essere parodie. Praticamente un miracolo! Naturalmente capite bene che
non potevo non partecipare. XD
Ora,
la mia indicibile fortuna ha colpito ancora, perchè il
personaggio che mi è capitato in realtà era una
coppia, e per la precisione Draco/Harry. Ora, non credo di essermi mai
espressa su questa coppia, ma per farla breve vi dico che all'inizio mi
incuriosiva, poi ho letto talmente tante storie su di loro, la maggior
parte delle quali erano totalmente assurde (con un Harry che sembrava
un domatore da circo e un Draco docile e gentile come un gattino), che
ora evito questa coppia quanto più mi è
possibile. Non la odio come potrei odiare le Lily/James,
però sono felice di starne lontana. Potete quindi ben
immaginare la mia faccia quando è venuto fuori che avrei
dovutro scrivere una storia su di loro. Più o meno ero
così --> o_________O''''
Ma
come ben sapete, ci si adatta. Cioè, la storia è
proprio stupida e non meritava più del posto dove si
è piazzata, però vi devo dire che vado
più che fiera del premio IC che mi è stato
assegnato. Vi immaginate, riuscire a essere IC in una Draco/Harry? Mi
sono gasata di brutto, sì XD
Eeeee...ora
la smetto. Buon divertimento!
Titolo:
Perfetti insieme
Personaggio:
Draco/Harry (inviatomi per email), Hermione Granger, Ginny Weasley, Ron
Weasley
Avvertimento:
One-Shot, Slash (non sono proprio sicura che possa essere considerata
tale, ma nel dubbio metto l’avvertimento)
Harry
lanciò un’occhiata nervosa ad Hermione, che lo
stava fissando da ormai dieci minuti senza proferire parola. Se non
fosse stato assolutamente impossibile, avrebbe giurato che non avesse
mai neanche sbattuto le palpebre. Non riusciva assolutamente a capire
cosa ci fosse di tanto interessante in lui in quel momento, anche se
sospettava che la notizia che le aveva dato un quarto d’ora
prima – aveva mollato nuovamente Ginny - potesse in
qualche modo aver influenzato quello sguardo. Sospirando, scosse la
testa e tornò ai suoi compiti, chiedendosi per quale malsano
motivo avesse deciso di tornare a Hogwarts dopo la fine della Guerra.
Aveva salvato il mondo, dopotutto, il Ministero avrebbe pagato per
assumerlo come Auror anche senza uno stupido diploma. Guardò
di nuovo la sua migliore amica responsabile del suo ritorno a scuola e
di quello di Ron e sbuffò: già era colpa sua se
era bloccato lì a finire quegli stupidi compiti, come si
permetteva ora di distrarlo?
«Secondo
me dovresti diventare gay, Harry», disse Hermione
all’improvviso, facendolo sobbalzare. Ron, che aveva deciso
in quel preciso momento di bere un sorso d’acqua,
sputacchiò il liquido tutt’intorno guadagnandosi
parecchie maledizioni da parte di tutti i Grifondoro circostanti.
Ringraziando silenziosamente il Mostro di Spaghetti Volante per il
fatto che in quel momento non si trovassero in biblioteca (madama Pince
li avrebbe uccisi sicuramente), Harry si voltò a guardare la
sua migliore amica, scandalizzato. «Come hai detto,
prego?» chiese.
«Ho
detto che secondo me dovresti diventare gay, Harry»,
ripeté Hermione pazientemente.
«Sì,
quella parte l’ho capita», rispose lui, sconvolto.
«E perché, esattamente?»
«Perché
Ginny era assolutamente perfetta per te», spiegò
Hermione, pronta, «e visto che l’hai mollata, non
troverai mai nessun’altra ragazza che vada bene per te
più di lei. Quindi, va da sé che devi cambiare
sponda».
Harry
si voltò verso Ron, che stava guardando Hermione con
l’aria di uno che stava seriamente chiedendosi se non fosse
il caso di mandarla al San Mungo. «Hermione, sei sicura di
stare bene?» chiese il rosso quando riuscì a
proferire parola.
«Certo
che sto bene!» lo liquidò la ragazza,
«Ho solo detto che, se per Harry la sua anima gemella non
è Ginny, dovrebbe andarla a cercare nell’altro
sesso».
«E
magari hai anche una precisa idea di chi potrebbe essere questo
ragazzo?» chiese Harry, che aveva rinunciato a trovare anche
un briciolo di razionalità in quel discorso.
«Draco
Malfoy», rispose Hermione prontamente.
Ron
per poco non cadde dalla poltrona. «Hermione, sei sicura di
stare bene?» chiese nuovamente.
«Me
l’hai già chiesto, Ron, smettila di
ripeterti!» gli rispose lei, seccata.
«Per
me ha ragione lui, Hermione. Come ti è venuta
un’idea del genere?» chiese Harry, basito.
«Perché
guardalo, è perfetto!» sospirò Hermione.
Ron
divenne paonazzo. «Perfetto? In che senso,
perfetto?» farfugliò indignato.
«Nel
senso che è perfetto per Harry, ma che avevi
capito?» gli rispose Hermione arrabbiata, «Harry,
dovresti seriamente pensarci», riprese poi rivolta al suo
migliore amico, come se niente fosse.
«Ascolta,
Hermione», cominciò Harry cautamente, per paura di
farla arrabbiare di nuovo, «non sono proprio del tutto sicuro
che Malfoy sia adatto a me».
«Perché
no?» chiese Hermione stupita.
«Be,
tanto per dirne una, mi odia e io odio lui», rispose Harry in
tono definitivo.
«Ma
cosa c’entra? Il confine tra amore e odio è
così sottile!» protestò
l’amica.
«Ceeeeerto,
infatti Voldemort prima di cercare di uccidere Harry gli ha chiesto di
sposarlo», disse Ron, con la voce impregnata di sarcasmo.
«Senti
Hermione, lo so che si dice così, ma non è
vero!» esclamò Harry, ignorando completamente Ron.
«Non è una linea sottile, quella tra amore e odio,
è una grande muraglia cinese con sentinelle armate ogni
sette metri, quella tra amore e odio!»
«Adesso
non infarcirmi di citazioni rubate al Dr. House!» lo
rimproverò Hermione. «Per me sareste perfetti!
Immagina...»
Harry
immaginò e per poco non gli venne da vomitare.
«Direi che non va, Hermione», disse.
«Ma
Harry, pensa, due acerrimi nemici che si scoprono innamorati! Non
è romantico? Come Romeo e Giulietta!»
«Romeo
e Giulietta mica si odiavano, erano i loro parenti a
odiarsi», le fece notare Ron.
«E
poi magari potreste conservare un po’ dell’antica
rivalità», continuò Hermione, come se
Ron non avesse mai parlato, «sarebbe perverso! Renderebbe il
sesso molto più interessante».
Ok,
se Hermione fosse andata avanti con quel discorso avrebbe finito per
vomitare davvero. Si scervellò per trovare una frase adatta
ad esprimere la sua disapprovazione, ma riuscì solo a
borbottare: «Che schifo».
«Oh,
dai, non darmela a bere», insistette Hermione,
«dopo tutto è un bel ragazzo, no?»
Ron,
se possibile, divenne ancora più paonazzo. «Come
hai detto, prego?» chiese.
«Dai,
Ronald, non c’è bisogno di essere innamorati di
lui per capirlo, no?» gli rispose Hermione, scocciata.
«Questo
non cambia nulla», disse Harry, «è
comunque un ragazzino viziato e arrogante», concluse.
La
sua migliore amica sorrise, radiosa. «Dicono che quando
cominci a cercare scuse per non amare una persona, significa che la ami
davvero!»
Ok,
tutto questo era ridicolo. Che fine aveva fatto il cervello di
Hermione? La notizia della fine della sua storia con Ginny doveva
averla sconvolta più di quanto non pensasse.
«Hermione, potrei darti mille ragioni per cui non amo ogni
singola persona di questa scuola, questo significa che invece amo
tutti?» chiese.
Hermione
sbuffò. «Questo non vuol dire niente, tutti gli
altri non sono assolutamente perfetti per te».
Harry
inarcò il sopracciglio, scettico. «Un minuto fa
hai detto che Ginny era assolutamente perfetta per me,
perché non stai insistendo perché io mi rimetta
con lei?» chiese.
«Perché
con lei hai provato e non è andata», rispose
Hermione, in tono ovvio, «ma con Draco non hai mai
provato».
«Oh,
è così è diventato Draco, adesso,
eh?» sbottò Ron, indignato.
«Hermione,
forse non hai capito che io non ho nessuna intenzione di
provare», protestò Harry.
«E
ci mancherebbe altro…» borbottò Ron.
«Adesso
dici così, il tempo ci dirà chi ha
ragione!» sorrise Hermione, ignorandolo il suo ragazzo, che a
quel punto esplose: «Ma insomma, volete finirla di far finta
che non ci sono*?» urlò infuriato.
«Ooooooh,
Harry, guarda chi è appena entrato!»
esclamò Hermione, tirandogli una gomitata e lasciandolo
senza fiato.
«Chi?»
chiese Harry, temendo già la risposta.
«Draco!
Avanti, puoi dargli un’occhiata, non è un bel
ragazzo?» insistette Hermione.
Harry
ubbidì, sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo.
Guardò Draco sfilare tra il tavolo di Serpeverde e quello di
Corvonero per poi sedersi vicino all’amico Blaise, e non gli
sembrò molto diverso dal solito. Certo, brutto non era
brutto, ma in realtà tra i tanti difetti di Malfoy che aveva
trovato nel corso degli anni di sicuro non aveva mai pensato che fosse
brutto. Restava comunque il fatto che fosse un ragazzino arrogante,
viziato e spocchioso, e meno aveva a che fare con lui, meglio era.
«Secondo
me gli piaci, Harry», sussurrò Hermione deliziata.
«Ma
se non l’ha nemmeno guardato…» fece
notare Ron, ma la ragazza era troppo presa dalle sue fantasie per
dargli retta.
«Ti
immagini, se vi sposaste anche?» sospirò.
«Organizzerei tutto io, non dovresti pensare a
niente!»
Figurati,
Hermione aveva finito di pianificare il suo matrimonio alla
tenera età di quindici anni senza nemmeno pensare a trovarsi
un probabile futuro marito, ero ovvio che adesso si mettesse a
organizzare anche quello degli altri. Harry aveva il forte sospetto che
lasciando Ginny avesse mandato a monte ore e ore di pianificazione.
«Hermione,
tutto questo è assurdo, Malfoy non è nemmeno
gay», tentò Harry.
La
ragazza sbuffò. «Non è
gay…figuriamoci! Quel ragazzo è talmente
effemminato che è quasi più donna di
me».
«State
parlando di Malfoy?» disse alle loro spalle una voce che
Harry riconobbe con terrore essere quella di Ginny.
«Proprio
così», rispose Hermione, «stavo dicendo
a Harry che dato che ti ha piantato dovrebbe diventare gay e provarci
con lui».
Harry
annichilì di fronte alla mancanza di tatto
dell’amica, ma lo stupore iniziale fu niente rispetto a
quando vide Ginny annuire e rispondere: «Sai che ci stavo
pensando anch’io? Sareste perfetti insieme! Due rivali di
sempre… Sarebbe perverso! Renderebbe il sesso molto
più interessante».
Tra
Ginny e Hermione ormai non sapeva decidere chi fosse andata
più fuori di testa. «Ragazze, cosa vuole essere
questo, un pessimo scherzo? Guardate che il primo Aprile è
ancora lontano…» cominciò, cercando il
supporto di Ron che aveva ancora la mascella spalancata per lo stupore.
Considerato il fatto che prima dell’arrivo di Ginny se
l’era riempita fino a scoppiare di broccoli, non era poi un
grande spettacolo.
«Ma
che scherzo e scherzo!» stava dicendo Hermione, «E
tu, Ron, chiudi quella bocca, che schifo! Harry, non puoi provare
almeno a parlarci?»
L’amico
la guardò, completamente sconvolto. «Parlarci? Per
dirgli cosa?»
«Ma
che ne so, inizia a scambiarci qualche parola!» disse
Hermione, con Ginny che annuiva alle sue spalle.
«Qualche
parola? Quale dici che sia meglio, Sectumsempra o Avada
Kedavra?» disse Ron sarcastico.
«Oh,
Ron, smettila! Allora, Harry, ci parlerai?» chiese Hermione
speranzosa.
Harry
ebbe l’orribile sensazione che Hermione volesse semplicemente
riciclare il matrimonio che aveva organizzato per lui e Ginny, ma
scacciò quell’idea assurda dalla sua testa.
«Ehm…ci proverò. Se però mi
ucciderà promettimi che verrò sepolto qui a
Hogwarts».
«Sciocchezze,
perché mai dovrebbe ucciderti?» disse Hermione,
con leggerezza. «Forza, vai a parlargli!»
«Adesso?»
chiese Harry, orripilato. Era troppo presto, non aveva nemmeno avuto il
tempo di prepararsi il discorso!
«E
quando sennò? Improvvisa! Parla del tempo, del Quidditch, di
com’è bello che suo padre sia ancora libero
nonostante ci siano prove schiaccianti che fosse un
Mangiamorte…quello che vuoi! Muoviti, che sta
uscendo!» Impaziente, Hermione prese Harry per il braccio e
cominciò a trascinarlo verso l’uscita della Sala
Grande, borbottando: «Meglio che venga con te altrimenti non
combinerai niente…»
Arrivati
nella Sala d’Ingresso, Hermione si appostò vicino
alla porta e quando vide passare Malfoy gli lanciò
letteralmente addosso l’amico. Prima di riuscire a realizzare
quello che era appena successo, Harry colpì il Serpeverde
con una tale violenza che entrambi rovinarono a terra.
«Ma
cos… Potter, si può sapere che diavolo stai
facendo?» sbottò Malfoy, quando riuscì
a individuare l’identità del suo aggressore.
«Scusa»,
rispose Harry massaggiandosi un ginocchio, «a quanto pare, la
mia migliore amica ha appena tentato di uccidermi».
«Tutto
considerato, non posso che essere solidale con lei», disse
Malfoy, alzandosi e porgendo la mano ad Harry, «dopo sette
anni, anch’io non ti sopporterei più. Non ti
sopportavo nemmeno dopo cinque minuti».
«Be,
tra i due non ero di sicuro io il più irritante»,
borbottò Harry, «tu continuavi a blaterare di
Serpeverde e di Quidditch nonostante fosse palese che io non capissi
una parola di quello che stavi dicendo».
«Be,
avevo undici anni, scusa se non sono stato così
acuto!» esclamò Malfoy.
«Be…ci si vede, Potter».
«Ci
si vede, Malfoy», rispose Harry, voltandosi verso Hermione
con aria assassina. Le sembrava forse il modo? Con suo enorme
sconcerto, però, la ragazza stava guardando tutt’e
due con gli occhi che le brillavano. Harry non le aveva visto fare
quello sguardo nemmeno quando aveva visto Allock per la prima volta.
«Oh,
Harry», sussurrò infatti, «praticamente
l’hai già conquistato!»
«Ah,
sì?» disse Harry scettico. «E da cosa
l’hai capito, dal fatto che nonostante io abbia tentato di
privarlo degli attributi lui non mi abbia lanciato nessuna Maledizione
senza Perdono?»
«Oh,
ma Harry, ma non l’hai visto?» rispose Hermione,
elettrizzata. «Ti ha detto “Ci si vede!”
e ha quasi sorriso!»
«Ah,
be, vado già a prenotare la chiesa, allora»,
borbottò Harry, sarcastico.
«Ma
non capisci? Lui non sorride mai, quindi se ti ha quasi sorriso
è come se ti avesse sorriso per davvero! E poi ti ha aiutato
ad alzarti!»
Harry
decise che la strategia migliore fosse quella di ignorarla e si
limitò ad annuire, mentre lei si chiedeva se per loro
sarebbe stato meglio un matrimonio al parco o sulla spiaggia. In
effetti, che Malfoy l’avesse aiutato ad alzarsi era strano,
ma alla fin fine quel ragazzo era imprevedibile, no? Ora doveva solo
pensare a un modo per far smettere Hermione di parlare di quella sua
assurda idea. Legarla sulla Torre di Divinazione e lasciarla in balia
della Cooman, per esempio.
Harry
corse nel dormitorio che divideva con Ron e chiuse la porta, ansando.
«Ron, potresti convincere la tua ragazza a lasciarmi in pace,
con questa stupida storia di Malfoy?» sbottò.
«Sai,
Harry, in realtà non credo che la sua sia poi
un’idea così stupida», rispose Ron,
lasciandolo completamente senza parole.
«Cos…
Che… Ron!» balbettò Harry, infuriato.
«Capisco che tu possa essere arrabbiato con me
perché ho mollato tua sorella, ma questo è un
modo molto stupido per farmela pagare, sai?»
«Cosa
c’entra, come vedi Ginny non se l’è
presa poi così tanto», gli fece notare Ron,
«è solo che Hermione mi ha parlato seriamente di
questa cosa, e in effetti è ragionevole».
«Ragionevole?»
Ragionevole? Cos’era successo a tutti quanti? «Ron,
può darsi che nel fervore delle discussioni tu ti sia
dimenticato di chi stiamo parlando… Malfoy! Hai presente?
Biondo, odioso, ci ha preso in giro per anni?»
«Però
è vero che il sesso sarebbe più
interessante!» esclamò Ron. «Quando
Hermione e io litighiamo farlo subito dopo è molto
più arrapan…»
«Ok,
sì, ho capito il concetto!» lo interruppe Harry.
Ascoltare le avventure sessuali dei suoi migliori amici decisamente non
era nelle sue priorità. «Senti, ehm, vado in
biblioteca. Trasfigurazione», aggiunse. In realtà
aveva già quasi finito i compiti per la McGrannitt, ma aveva
seriamente bisogno di allontanarsi da quella gabbia di matti.
Arrivato
in biblioteca, si guardò intorno alla ricerca di un posto, e
notò con terrore che l’unico tavolo ancora libero
era quello dove stava seduta la persona che meno avrebbe voluto
incontrare in quel momento. Sospirando, si avvicinò con
l’aria con cui un condannato a morte potrebbe guardare il
boia. «Malfoy, ti scoccia se mi siedo qui?» chiese.
Draco
lo guardò come se gli avesse appena chiesto di ballare i
Village People davanti all’intero corpo insegnanti.
«Mi stai chiedendo il permesso, Potter?» chiese a
sua volta.
«Be,
sì», rispose Harry, «sai, è
educazione».
«E
suppongo che sarebbe maleducazione se ti dicessi che sì, mi
scoccia», sospirò Draco, spostando i suoi libri
per fargli posto. «Siediti pure, Potter».
Harry
si sedette, nervoso, e cominciò a estrarre i suoi compiti
dalla borsa, senza guardare il Serpeverde, che sbuffò
divertito. «Non mordo, sai?»
Harry
lo guardò perplesso. «Come hai detto,
prego?»
«Mi
credi tanto stupido, Potter?» chiese Draco. «Sono
due settimane che mi eviti e fai di tutto per non guardarmi in faccia.
Si può sapere che ti prende? Non è che ci siamo
propriamente trovati simpatici, in questi ultimi anni, ma perlomeno una
volta se ti trovavi da solo con me mi insultavi, mi lanciavi addosso
incantesimi, tentavi di uccidermi…
Cos’è, ti sei innamorato di me?»
Harry
avvampò. «Non dire scemenze!»
esclamò.
«Se
lo dici tu…» replicò Draco, dubbioso.
«Comunque, si può sapere che hai, se è
lecito chiederlo?»
«Vuoi
sapere che ho?» sibilò Harry, furioso.
«Sono due settimane che quella scema di Hermione continua a
ripetermi che dovrei mettermi con te perché
“saremmo perfetti insieme”», disse,
scimmiottando la sua migliore amica. «Pensavo che almeno Ron
l’avrebbe trovata un’idea malsana, invece oggi
anche lui si è messo a dire che il sesso sarebbe molto
più interessante e che quando lui e Hermione lo fanno subito
dopo aver litigano è molto più arrapante! Hai
idea di quanto sia traumatizzante sentirmi dire una cosa del genere?
Hermione è praticamente mia sorella, io non gli andavo certo
a raccontare che cosa facevamo io e Ginny nella Stanza della
Necessità, no?»
Se
si aspettava che Draco, dopo tutta quella filippica, scappasse via
urlando e cercasse di farlo internare al San Mungo, rimase enormemente
deluso. Al contrario, il Serpeverde lo stava fissando con incredibile
interesse.
«Ehm,
Draco… Va tutto bene?» chiese Harry, timoroso.
«La
Granger non è mica stupida, sai?» disse Draco dopo
qualche minuto. «Il sesso sarebbe incredibilmente
interessante».
Harry
lo guardò come se fosse ammattito.
«Naturalmente»,
proseguì il biondo, «tu staresti sotto».
«Sì,
ti piacerebbe, Malfoy», disse Harry con sarcasmo, chiedendosi
se non fosse il caso di chiamare Madama Chips e avvertirla
dell’epidemia di pazzia che ormai sembrava stesse dilagando.
«Certo,
Potter, non sai quanto», sussurrò Draco.
Harry
divenne ancora più rosso. «Ma quindi…
Sei davvero gay?» chiese incerto.
«Certo,
Potter!» rispose Draco, guardandolo male. «Cielo,
sei probabilmente l’unico a non averlo notato…
Sono così effemminato che sono più donna della
Granger!»
Ok,
oltre ad avvertire Madama Chips dell’epidemia, doveva farle
presente che il virus, o qualunque cosa fosse, non aveva nemmeno tanta
fantasia: tutti ripetevano le stesse frasi. Ricordandosi che comunque
ai pazzi è meglio dar corda, decise di rispondere a tono:
«Be, se sei così femminuccia allora dovresti
essere tu a stare sotto!»
Draco
ghignò. «Be, potresti provare a convincermi. Mi
sento però in dovere di dirti che non hai nessuna
speranza».
«Convincerti?»
chiese Harry. «In che senso?»
Il
ghigno del Serpeverde si allargò. «Be, potremmo
andare del bagno dei Prefetti e vedere che cosa succede».
«Ma
io…io…» balbettò Harry,
incerto, ma guardando Draco non gli sembrò più
una così brutta idea. Probabilmente era stato contagiato
anche lui dal virus della pazzia, ma decise che non gli importava. In
fondo, perché no? «Va bene», disse
infine, alzandosi, «ma ti avverto che so essere molto
persuasivo».
«Oh,
non temere, Potter, non lo sarai mai quanto me»
ghignò Draco, seguendolo fuori dalla biblioteca, ignaro di
due teste ridacchianti che li stavano osservando da dietro lo scaffale
di Incantesimi.
«Te
l’avevo detto che avrebbe funzionato!»
sussurrò Hermione, elettrizzata. «Sono fatti
l’uno per l’altra…per l’altro!
Sono perfetti, insieme!»
«D’accordo»,
ammise Ginny, «hai avuto davvero un piano geniale. Ok,
ragazzi», aggiunse poi ad alta voce, rivolta agli studenti
seduti ai tavoli, «grazie per aver collaborato occupando
tutti i posti. Chi vuole può andarsene… Vi
darò i soldi domani. E forse qualcuno di voi può
essere pagato in natura…» aggiunse, guardando
lascivamente un attraente Corvonero del settimo anno.
Harry
si sedette pesantemente sulla prima poltrona della Sala Comune che gli
capitò a tiro, sotto lo sguardo soddisfatto di Hermione.
«Non guardarmi così!» disse,
infervorato. «Non posso sopportare tutta questa
soddisfazione, mi fa male dappertutto!»
«E…?»
lo incalzò l’amica, ridacchiando più
che mai.
«E…
Ok, avevi ragione tu», sospirò Harry, sconfitto,
«il sesso è incredibilmente più
interessante».
*
la frase è sgrammaticata apposta, perché Ron non
ce lo vedo molto a parlare forbito, e qualche congiuntivo a volte gli
scappa XD
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