Secret kiss
Vieni in biblioteca.
Schiacciò
sul tasto “Invia” e poi rapidamente rimise il
cellulare in tasca. Si appoggiò allo scaffale dei libri di
filosofia, il muro alla sua destra, lo sguardo perso nel vuoto, il
silenzio che riempiva la stanza, l'odore di pagine dimenticate troppo
in fretta.
Non dovette aspettare molto, la sua classe era vicina.
Quando entrò, aveva un'espressione confusa sul volto e allo
stesso tempo eccitata.
Non si erano mai visti lì, da soli, mentre tutti facevano
lezione. Non si erano mai visti in segreto.
Di solito si trovavano nel cortile centrale, a ricreazione. Oppure a
volte si incontravano di sfuggita all'uscita della scuola. E,
nell'ultimo caso, avevano poco tempo per parlarsi. Un saluto, un veloce
“come va?”, e, al massimo, una domanda su com'era
passata la mattinata tra i banchi di scuola. Solite risposte, solite
scrollate di spalle. Soliti sorrisi.
«Ciao» disse lui con un fil di voce, come se non
volesse far rumore, come se non volesse che qualcuno li scoprisse soli
lì dentro. Era spiazzato, sì, anche se non lo
voleva far vedere.
Ma d'altronde neanche lei avrebbe mai immaginato che avrebbe fatto una
cosa del genere. Lei, che prima di decidersi su cosa fare con un
ragazzo le ci volevano settimane. Settimane in cui si tormentava, i
dubbi che si moltiplicavano, le domande che non mancavano mai. Quella
volta però aveva deciso di darsi una mossa, altrimenti si
sarebbe fatta scappare anche lui. Quella volta se ne sarebbe fregata
del fatto di “affrettare troppo i tempi”, o di
scegliere il ragazzo giusto. Aveva perso troppe volte l'occasione di
dare il suo primo bacio, e con lui aveva deciso che avrebbe fatto lei
stessa la prima mossa. Indipendentemente dal fatto che lui fosse o meno
un ragazzo deciso. Doveva farlo, se se lo fosse lasciata sfuggire
un'altra volta, non se lo sarebbe mai perdonato.
«Ciao» esclamò lei, avvicinandosi a lui
lentamente. «Cosa stavi facendo?» iniziò
poi, mentre il cuore iniziava ad accelerare i battiti: il momento si
stava avvicinando.
«Matematica» rispose, con una smorfia.
Lei sorrise. «Anche io.»
Al diavolo! Basta
perdere tempo, si ammonì nella sua mente.
Lui ricambiò il sorriso, e per lei fu come se le avesse dato
la via libera, come se le avesse detto “fai quello che devi
fare, io sono qui.”
Fece l'ennesimo passo verso di lui, fino a ritrovarsi a pochi
centimetri dal suo viso. Per la prima volta riuscì a vedere
i suoi meravigliosi occhi azzurri da così vicino, i suoi
lineamenti perfetti, la sua bocca carnosa, i suoi capelli ribelli.
Pensò che non era mai stata così vicino ad un
ragazzo così bello.
Ma che dici? Tu non sei mai stata così vicino ad
un ragazzo.
Ci fu un minuto di silenzio, in cui i due restarono a fissarsi con la
bocca chiusa.
Fu lui a fare il primo passo, e la colse del tutto impreparata. Le
accarezzò un ciuffo di capelli sfuggito sulla fronte e
glielo sistemò con cura dietro l'orecchio, gesto che le
provocò un brivido lungo la schiena.
Rimase in silenzio, con il cuore che ormai aveva preso a martellarle
nel petto, quasi volesse uscire dalla gabbia toracica. Come se stesse
gridando a pieni polmoni “fatemi uscire da qui!”
«Sei bellissima» le sussurrò lui,
interrompendo il circolo dei suoi pensieri.
Divenne tutta rossa. «Grazie» ebbe poi il coraggio
di sillabare.
Detto questo, lui unì le sue labbra a quelle di lei con
delicatezza.
Lei ebbe un leggero sussulto, ma si riprese quasi subito e
ricambiò il bacio socchiudendo la bocca.
Le lingue giocavano amabilmente, i respiri divennero sempre
più affannati, le mani ansiose di accarezzare pezzi di corpi
mai toccati prima.
Poi improvvisamente lei si staccò e lo guardò
dritto negli occhi per qualche secondo. Lui le lanciò
un'occhiata interrogativa, allora lei mormorò:
«Scusami, volevo solo accertarmi che non stessi
sognando.»
E subito dopo si pentì di aver parlato senza averci pensato
su almeno cinque volte, come faceva sempre prima di aprire bocca.
Lui rise con naturalezza. «E' tutto reale» la
rassicurò dolcemente, infine la baciò per la
seconda volta. E fu ancora più bello della prima.
***Note dell'Autrice
Questa ff m'è venuta in mente l'altro giorno, quando ero in
biblioteca, durante l'ora di religione mentre stavo facendo i compiti.
E' stata come una visione, e mi sono detta "devo metterla per iscritto,
appena riesco", così oggi ho ritagliato un po' del mio tempo
libero e mi sono messa a scrivere (:
Ammetto che questa scena mi sarebbe piaciuta viverla con un ragazzo in
particolare che fa il mio stesso liceo, ma lasciamo perdere x]
Modalità chiudi gli occhi e costruisciti la tua
realtà *on xDD
Okaaay, dopo questi deliri del mercoledì sera, vi lascio =D
Baciii,
Lalla
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