Goodbye my friend
"La morte di una
persona amata non è mai una cosa naturale: è sempre un
omicidio, un vero e proprio furto. È come perdere un arto: non
ci si può rassegnare" (Licia Troisi)
Quando vieni a
sapere che l’amico a cui hai voltato le spalle è morto, ti
senti malissimo, cominci a sentire il mondo che è contro di te,
all’inizio vorresti tornare indietro per cambiare le cose, poi
quando realizzi che è troppo tardi, senti di essere pronto alla
morte, ma è proprio questo che inganna, non si è mai
veramente pronti alla morte e ciò si capisce quando la morte ce
la troviamo davanti e senza sapere come, riusciamo a
scapparle…(Anonimo)
Addio, amor, ti ho amato con ardor
Ma tu non sei più mia
E allora amore mio
Ti do questo addio
Camminava in silenzio senza proferire
parola, nessun rumore era provocato da quella minuscola figura se
si escludeva quello dei suoi passi in quel corridoio nero
che l'avrebbe portata da lui. Risuonavano sembrando i ticchetii di un orologio.
Tak...tak.
I suoi passi erano tranquilli, lenti e
regolari, segno che era perfettamente calma sebbene tale stato d'animo non era del tutto scevro da un involontario
tentativo di tardare il più presto possibile l'incontro.
Tak...tak...tak.....
il ticchettio si interrompe ed ecco la
figurina immobile, in mezzo a quel corridoio. Immobile, adesso sembra
che non voglia più neanche continuare a camminare. La mano
sinistra sale al fiocco rosso in testa, controlla che sia sistemato
bene anche se non c'è alcun bisogno e lei lo sa.
Si guarda intorno alternando occhiate a sè stessa, sia per
assicurarsi di non aver dimenticato nulla e sia
per rimandare il momento tanto temuto e allo stesso tempo
desiderato: il mazzo di fiori di rose bianche ,che lui aveva
tanto amato, era tenuto ben stretto nella mano destra, in quel momento
fasciata da un guantino nero come l'altra mano e come il resto del
corpo. Strinse i denti guardando il vestito a lutto che era stata
costretta ad indossare: i funerali li detestava, almeno da quando era
morta sua mamma e quel funerale in particolare......smise bruscamente
di respirare quando i ricordi degli eventi passati ritornarono con
tutta la loro violenza alla carica, accapponandole la pelle insieme alla
sensazione di essere stata immersa nell'acqua fredda. Si sentì
letteralmente soffocare. Senza accorgersene si appoggiò al muro
mettendosi contemporaneamente una mano davanti al volto per impedire
che le lacrime che aveva già versato abbastanza negli ultimi
giorni tornassero a bruciarle gli occhi. Lui non avrebbe certo
apprezzato che lei venisse a fargli visita in quelle condizioni, anche
se non era mai stato molto espansivo (e come poteva?!) le aveva fatto
capire quanto tenesse a lei. Già, proprio. Gliel'aveva fatto
capire anche troppo bene in quanto aveva rinunciato a tutto per
lei. Strinse ancora di più le palpebre mentre
contemporaneamente si costringeva nuovamente a scacciare quei ricordi
che la tormentavano di notte, facendola svegliare di soprassalto e poi
le lacrime....tante.
I suoi occhi
dilatati per la paura e l'orrore di quanto stesse per accaderle, si
stava avvicinando sempre di più e non riusciva a muoversi ..... lo vide correre verso di lei per poi buttarla a terra.....
Amavi me, amavo te
E per questo il mondo sorrideva a noi
"Nooooo!!!" urlò spalancando
bruscamente gli occhi. Tremante in ogni fibra del suo essere,
indietreggiò per poi trovarsi a fissare il pavimento ,senza in
realtà vederlo, sul quale adesso giaceva il regalo per suo
amico, anche quello sulle prime senza essere risconosciuto. Per una
frazione di secondo infatti rimase perplessa ad osservarlo:
Che cos'è?
Si chinò, toccando con un solo ginocchio per terra ,imbrattando
la gonna di polvere e terra, lasciando il gemello ugualmente piegato
che però premeva piano contro il petto mentre la mano sinistra
con delicatezza prendeva da sotto quel mazzo di rose tenute legate da
un fiocco rosso.
Quando l' ho lasciato cadere?
Senza alcuna fretta di rialzarsi rimase in quella
posizione a guardarle, le osservò bene, con attenzione:
sì, erano bellissime, le migliori del negozio. Sorrise.
Quel colore bianco che le rendeva ancora più raffinate insieme a quel
profumo che ora le sembrava ancora più dolce rispetto a quando
le aveva comprate, come se che le rose solo ora sapessero della sua
sventura e volessero a modo loro consolarla. Per un momento si
concesse di respirare quel profumo stupendo.
Mhhhh, delizioso!
Guardò dritto davanti a sè, riconoscendo ,nonostante la
poca luce emanata dalle torce, la porticina che l'avrebbe portata alla
cappella, dove lui l'attendeva. Un brivido le attraversò la
schiena: era quasi arrivata. Continuò a guardare quella
porticina di ferro, senza adesso alcuna fretta di varcarla. Ora aveva
paura di entrare. Inconsciamente si strinse a quel mazzo di fiori, con
tale forza che un paio di petali bianchi caddero a terra a pochi cm
dalle sue scarpe, nere anch'esse. Pur sapendo che sarebbe stato ancora
più penoso per lei aveva deciso di andare a trovarlo da sola,
voleva stare un pò con lui senza accompagnatori. Voleva
spendere qualche minuto in sua compagnia, magari parlargli
e renderlo ancora partecipe della sua vita...ammesso
che potesse ancora davvero sentirla ma ora che era così
vicina, tutto il coraggio e la determinazione di prima erano scomparse.
"Forse avrei dovuto dar retta al dottor Tompson ,si disse a bassa voce
più parlando a sè stessa che riferendosi a qualcun'altro
che comunque non le avrebbe risposto, non sarei dovuta venire qui
sola." "Non sei sola, ti sei dimenticata di me?" gli occhi della
giovane si spalancarono increduli: quella voce! No, non poteva
essere......
Si voltò di scatto per vederla
sorridere quel sorriso che solo lei sapeva sfoderare, appoggiata alla
parete, la mano destra che reggeva morbidamente la testa con la
sinistra che sorreggeva a sua volta il gomito della destra mentre la
coda ,bianca come tutto il resto di quella creatura dalla pelliccia
,bianco perla, che sembrava brillare di luce propria dai capelli, era
sollevata di modo che quasi sfiorasse la spalla sinistra mentre la
punta si muoveva imitando un pendolo. I capelli bianchi e sottili come
i fili che solo i ragni sapevano tessere le incorniciavano entrambi i
lati con una frangia che le cadeva sull'occhio destro quasi
nascondendolo senza tuttavia rendere impossibile notare quei due
bottoni viola che la guardavano amichevolmente. Niente in quella
creatura era cambiato, anche l'espressione del volto era quella di
sempre: calma ,tipica di coloro che non sono più soggetti al
tempo e distaccata ,tipica delle persone o ,in questo caso,
entità che sanno. "Uriah, bisbigliò
sorpresa, Santo cielo sei tu ,qui ebbe una specie di inchino con la
sola testa da parte della creatura, non sei cambiata affatto" era una
constatazione che un affermazione, cosa che fece allargare il
sorriso della creatura mentre questa si staccava dalla parete e
lentamente la raggiungeva mentre quelle che erano ali le spuntavano da
dietro la schiena, aprendosi in modo tale da rendere la figura nominata
Uriah ancora più maestosa. In pochi attimi la raggiunse,
rimanendo a guardarla con quella espressione di puro affetto del tutto
priva di qualsiasi altro sentimento che non fosse amore sincero "Olivia
Flaversham, le disse accarezzandole la guancia con dolcezza, tu invece
sei cambiata molto in un anno." Olivia sorrise tristemente: non si
riferiva certo al cambiamento esterno. Sospirò toccandosi
nervosamente il fiocco rosso che portava sulla testa vicino
all'orecchio destro: quanto era accaduto un anno fa l'aveva resa si
più responsabile e seria ma l'aveva anche resa un pò
più fragile, sebbene questo fosse una cosa risaputa solo dai
suoi familiari, non si permetteva più con gli altri di mostrare
questa debolezza. "Sapevo che saresti venuta ,riprese Uriah, e
anche il nostro amico. Vieni" circondandole gentilmente le spalle
con un braccio avvolto da una manica bianca che le fasciava il braccio
mettendone in risalto la magrezza. Come tutta la sua persona, anche il
vestito era rimasto uguale a come Olivia l'aveva vista per la
prima volta: bianco senza una sola macchia e affatto consunto anche se
la gonna arrivava fino ai piedi, l' unica cosa che si differenziava dal
resto era il corsetto color pervinca che le circondava morbidamente i
fianchi. Era bellissima.
Dimenticando tutto grazie alla
presenza della sua amica Olivia si lasciò tranquillamente
condurre finchè non arrivarono proprio davanti alla porticina
che avrebbe condotto alla cappella. Lì Olivia si fermò
titubante mentre stringeva con maggior forza i fiori e la mano di
Uriah, il quale senza mai abbandonare il sorriso le strinse di rimando
la mano per incoraggiarla ad entrare mentre con l'altra mano ancora
sistemata intorno alla sue spalle la spinse leggermente in avanti.
"Coraggio" le sussurrò gentile e bastarono queste parole
perchè Olivia ,dopo un respiro profondo ed essersi dondolata
giusto un secondo sui talloni varcasse finalmente la porta subito
seguita da Uriah, la quale trovò la sua protetta vicino ad una
tomba che rispetto alle altre sembrava che fosse stata
sistemata più o meno di recente infatti al contrario delle
altre la pietra non mostrava ancora segni di deterioramento quindi si
poteva definire nuova. Rifiutandosi di guardare il nome, Olivia prese i
fiori secchi che stavano nel vaso lì accanto per sistemarci
quelli che aveva portato con sè per poi poggiarli a terra di modo
che coprissero almeno in parte il nome di colui che aveva recentemente
occupato quella tomba. Lentamente la mano di Olivia strisciò
sulla pietra, proprio dove era stato stato inciso il nome del suo amico
ma in realtà non lo stava veramente guardando. Chiuse gli occhi,
lasciandosi sorreggere da quella mano mentre lasciava che la mente
,come una misera foglia trasportata dal vento, veniva trasportata
lontano, nel passato "Mi dispiace tanto" sussurrò mentre una
lacrima calda le scendeva lunga la guancia.
Un giorno tu, ma come fu,
Non tornasti più
E allora addio
Ma come fu, non tornasti più
E mi lasciasti solo
Uriah la guardò in silenzio
senza osare disturbarla, la vide farsi un pò indietro mentre una
mano saliva al volto, sicuramente ,pensò, per fermare le lacrime
e il sospetto venne confermato da due singhiozzi mentre anche l'altra
mano ora raggiungeva l'altra. Di fronte a questo Uriah sentì di
non poter continuare a rimanere in silenzio. "Dì, per quanto
tempo hai intenzione di continuare con questa inutile sofferenza?" "La
colpa è mia, solo mia ,singhiozzò voltandosi verso di
lei, se ti avessi ascoltata al momento giusto ora ,non riuscì a
continuare, ora...non...sarebbe...aveva tutta la vita davanti" disse
indicando la tomba senza guardarla "E cosa speri di fare continuando a
piangere, di riportarlo indietro? Se è questo che pensi non
accadrà ,non venne risposta perciò continuò, non
ti pare di essere un pò egoista nel tuo dolore?" questa domanda
ebbe l'effetto di una frustata per Olivia la quale la guardò
pietrificata "Egoista?" ripetè lentamente con voce roca mentre
l'espressione s'induriva ma ciò non fermò l'angelo che
continuò imperterrito "Egoismo è il nome della tua
azione. Tu non piangi tanto per lui quanto per il fatto che hai perso
un amico e ti senti sola, non pensi al fatto che adesso lui è
felice, può camminare sulle sue gambe ,cosa che in questo mondo
non gli era consentita e che si è liberato dei suoi sensi di
colpa. Hai la minima idea di come stava, come si sentiva quando doveva
chiedere continuamente aiuto agli altri per fare qualsiasi cosa che voi
sani potete fare autonomamente e in poco tempo, cosa che lui invece
compiva in un lasso di tempo maggiore? Dover fare ogni cosa ,anche la
più semplice come mangiare, aiutato da un altro, sai cosa
significa? No? Potresti chiederlo a Basil, lui probabilmente saprebbe
risponderti" finì tagliente con il sorriso ora leggermente
incrinato mentre gli occhi viola ora senza più quella luce
gentile sembravano volerla incenerire. Olivia si sentì tremare
guardandola: l'aveva fatta davvero arrabbiare.
Sotto quella veemenza abbassò
il capo con le braccia distese lungo i fianchi, ammettendo in silenzio
la sua colpa, cosa che spinse Uriah ad addolcire la voce "Lo so che
è triste perdere un amico ma pensa a lui. Aveva una prospettiva
di vita lunga come tutti voi ma al contrario di voi lui era condannato
a stare piazzato su quel letto, immobile finchè non sarebbe
morto. Forse è meglio così, non credi?" "Uriah
,l'interruppe la bambina, voglio porti una domanda e devi essere
sincera" "Io non posso mentire, lo sai" replicò secca "Sebastian
dov'è adesso? Non starà mica pagando per l'unico errore
commesso, vero? Era malato, in una famiglia povera ,le parole gli
uscivano fuori velocemente ora, senza più controllo, sapeva di
essere un peso e voleva oltre alla salute essere utile ai familiari,
è vero, ha sbagliato a stipulare un contratto demoniaco ma ,qui
fece un sorriso stiracchiato mentre alzava le spalle mentre gli occhi
minacciavano ancora lacrime, chiunque nelle sue condizioni avrebbe
fatto lo stesso. Lui non sapeva, non avrebbe mai...." non riuscì
a continuare mentre guardava quasi supplice Uriah che si limitò
a chiederle "Non hai prestato attenzione a quanto ti ho detto prima?"
con un sorriso furbetto. Dopo un minuto un sorriso tra tutte quelle
lacrime comparve "Lo sapevo" commentò Olivia mentre le lacrime
venivano assorbite dal fazzoletto di batista che era stato per tutto il
tempo infilato nella manica del vestito "LUI prima di essere giudice
è anche padre, non dimenticartelo Olivia. Un giorno comunque
rivedrai Sebastian, smetti di piangere adesso e continua ad andare
avanti, anche per lui. Solo una cosa ancora, una cosa che Sebastian
stesso mi ha pregato di dirti: quando avrai un problema, non maledire
la tua sorte ma accettalo con serenità pensando che hai gente al
tuo fianco pronta a sostenerti e quando ti sentirai a pezzi pensa a
Sebastian e ai tanti problemi che doveva affrontare ogni giorno,
problemi che iniziavano la mattina e finivano solo quando andava a
dormire. Ricordati sempre di questo perchè Sebastian affrontava
una serie di piccoli problemi che formavano l'unico vero grosso
problema: l'accettare sè stesso per come era. Malato e
condannato ad esserlo per sempre." e detto questo Uriah
scomparì, lasciandola sola. Olivia fissò il punto del
muro in cui fino a pochi secondi l'angelo stava appoggiato, perplessa.
Perchè se ne era andata così bruscamente? Dopo un istante
capì: non avrebbe mai più rivisto Uriah, probabilmente
era ritornata giusto per consolarla del suo dolore e convincerla ad
andare avanti. Una mano salì a coprirle parzialmente il volto:
un altro amico se ne era andato.
E allora addio
Una lacrima ,l'ultima per quel giorno,
le cadde sulla guancia ma la fermò con l'indice con
determinazione mentre sussurrava con un timido sorriso senza distaccare
gli occhi dal punto in cui la sua amica era scomparsa "Addio Uriah e
grazie" mentre una mano andava istintivamente al crocefisso d'argento,
regalo dell'angelo a cui aveva appena dato l'addio, in quel momento
coperto dall'abito. Senza attendere oltre, Olivia lasciò la
cappella ,non prima di aver salutato il suo amico facendo passare
nuovamente le dita sulla pietra, stavolta guardando il nome. Fatto
questo, con calma si girò ed uscì, direzione Baker Street
in cui Basil e gli altri la stavano aspettando. Un nuovo sorriso le si
affacciò in volto: pur contrari al fatto che andasse da sola
lì, avevano rispettato la sua volontà, comprendendo il
suo desiderio di rimanere sola con Sebastian. A questo pensò
mentre saliva le scalette che l'avrebbe riportata all'aria aperta
insieme al chiedersi come facevano le persone claustrofobiche ad
infilarsi in quello stretto corridoio che anche lei pur non
soffrendo di tale fobia aveva attraversato con una certa
difficoltà. Era davvero...soffocante!
Guardò il cielo, che cominciava
a riempirsi di stelle. Dunque il sole era appena tramontato.
Corrugò le sopracciglia: era stata davvero tanto tempo
giù? Pensava che ci fosse stata si e no dieci minuti. Le
guardò con attenzione:com'erano belle, luminose come diamanti e
splendevano su quel manto che passava sempre più dal blu chiaro
al blu notte mettendole in maggior risalto. Si, erano davvero
meravigliose. Forse tra tutte quelle c'era Sebastian ad osservarla,
chissà....
"Ovunque tu sia ,Seby, spero che tu
abbia realizzato il tuo desiderio più grande: correre" disse
sempre guardando verso l'alto e una stella ,quasi come se l'avesse
sentita, si fece improvvisamente più luminosa, come una
strizzatina d'occhio. Sorridendo, Olivia riprese a camminare,passando
tra le file di tombe fino a raggiungere l' ingresso del cimitero,
rappresentato da un enorme cancello di ferro battuto davanti al quale
la stava aspettando il guardiano, il quale vedendola aprì le
porte per poi scostarsi per lasciarla passare. Sorridendogli di rimando
chinando impercettibilmente la testa, lo superò per poi portare
due dita alla bocca lanciando una specie di trillo che ripetè
due volte prima che in risposta le arrivasse un abbaio lanciato da un
basset hound bicolore che in un attimo la raggiunse. Scodinzolando
festoso, la salutò con una leccatina affettuosa alla guancia
prima di accucciarsi per terra quel tanto da permetterle di salirgli in
groppa. Dopo essersi aggrappata al collarino blu che gli cingeva il
collo lanciò un ultimo sguardo al cimitero senza riuscire
ad impedire che la tristezza le entrasse nel cuore, nuovamente.
Comunque siano andate le cose, Sebastian non aveva affatto meritato
quel che gli era successo ma d'altra parte in che altro modo poteva
finire?
Incapace di rimanere lì un
altro minuto "Portami via,Ugo" più che dirlo urlò
l'ordine e il cane partì a razzo, desideroso a sua volta di
lasciarsi alle spalle quel luogo triste "Spero che la signora Placidia
abbia preparato qualcosa di caldo, stasera fa molto freddo".
Addio, amor, il tempo vola via
Il cuore soffrirà
Ti cercherò amore
Ed io ti troverò amor
Credo infine che
la morte sia troppo sopravvalutata. Essa altri non è che la fine
di un ciclo, la nostra vita. Temerla è da egoisti, aver paura di
soffrire è umano, rifletterci troppo sù fa male. Non
pensarci per niente è sbagliato. La data precisa è
‘già scritta’ anche se non lo sappiamo. Accettare di
vivere senza sapere è da uomini. Lasciamo che il tempo scorra o
avremo vissuto senza motivo d’esistere. (Anonimo)
La morte altro non è che la fine di un ciclo.
L’uomo
è già morto in vita se non ha la speranza della
rinascita. Poichè la morte è certa per colui che nasce,
la rinascita è certa per colui che muore, perchè
lamentarsi dell’ineluttuabile?
Quindi vivi la vita in ogni suo momento e soprattutto spera.(Anonimo)
|