un pomeriggio di pioggia

di angiebear_chan
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D'improvviso è come un rombo lontano, il rumore di un branco di cavalli che mi corrono incontro sbattendo i loro grandi e potenti zoccoli; ma sono solo nuvole: nubi nere, grosse, gonfie di pioggia che, in cielo, vengono verso  di me per scaricare il loro fardello.
Inizia a piovere; in principio lentamente, solo qualche goccia ogni tanto cade sulla terra fondendosi col suolo... il suono è lo stesso che si produce picchiando le dita su una superficie in legno.
Poi le dita iniziano a battere veloce, veloce, sempre più forte e più velocemente come migliaia di mani che applaudono... le gocce mi cadono sul viso: sono fredde, sono tante, sono migliaia di lacrime che mi bagnano il volto, sono migliaia di dita fresche che mi accarezzano il viso, sono baci scoccati da migliaia di labbra.
Tutti i rumori intorno a me sono ovattati e vengono sommersi da questo nuovo suono che cambia a seconda della superficie che la lacrima incontra cadendo: sui vetri produce il suono charo e puro di un cristallo, sul legno il tonfo sordo e caldo di un tamburo, sulle foglie il battito di migliaia di ali.
Su di me la pioggia, cadendo, non produce nessun rumore viene assorbita silenziosamente dai vestiti che sembra vogliano fare da fazzoletto al cielo asciugando le sue tante lacrime.
Man mano che il terreno viene investito dal pianto del cielo cambiano anche gli odori intorno a me: la terra spande un odore forte e denso; l'erba ha l'odore dei funghi.
Quello sotto la pioggia è un mondo intimo, privato; un'atmosfera calda a dispetto del freddo della pioggia.
Poi, pian piano, anche il cielo consuma tutte le sua lacrime e, dopo aver scaricato la sua tristezza sulla terra, lascia passare un sottile raggio di sole; come un timido sorriso che si apre su di un volto disfatto da un pianto disperato.




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